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Meravigliarsi o non meravigliarsi dei guai dell’Italia?
Due studenti
universitari mi hanno contattato chiedendomi questo (sintetizzo):
“Come mai nonostante la
Tecnologia di cui Oggi disponiamo, l’Italia ha sempre più problemi: muri che
crollano, colline che franano, fiumi che esondano, alberi che si schiantano,
ulivi che disseccano in Salento, casi di malasanità sempre presenti, tumori che aumentano nella popolazione, economia
che spesso si riprende ma mai sul serio? Lo scenario è paradossale ma è reale. E
ci si meraviglia. Ma come lo si può spiegare questo strano scenario?”
Ebbene, rispondo volentieri,
provo a dire la mia, e attraverso questo blog, essendo l’argomento di interesse
generale.
Buona lettura e buona
domenica a Tutti. Luca
Fortunato (Matera)
Nella Scienza non valgono né il principio di autorità né il
principio di maggioranza (la Scienza non è né Religione né Politica). E nemmeno
i fatti bruti, i fatti in sé, valgono per la Scienza (la Scienza non è
Giornalismo né puro Empirismo).
In particolare, nella Scienza moderna (quella dai primi del
Novecento a tutt’oggi) occorre avere qualcosa di teorico da sperimentare
(intuizione, idea, immagine, assioma, ipotesi, teoria, modello, metodica, ecc.),
occorre sperimentare con tutti i crismi, interamente e fino in fondo e vedere così
se quel qualcosa di teorico funziona o non funziona. Quando si va ad alterare questo
quadro si commette qualcosa di non-scientifico, qualcosa privo di
scientificità. Oppure qualcosa basato sulla vecchia e superata Scienza (Seicento-Ottocento)
e quindi qualcosa di anacronistico e inadeguato. Non solo. La Scienza trasmette
anche 3 valori per la Società in generale: il dubbio, la libertà e l’agnosticismo.
Del dubbio scientifico anche il cittadino medio sa cos’è. Sulla libertà anche,
direi: il qualcosa di teorico può saltare in mente a chiunque (intuizione,
idea, immagine, assioma) così come da chiunque può essere elaborato (ipotesi,
teoria, modello, metodica ecc.) avendo competenze universitarie di base (laurea
triennale o quinquennale). Sull’agnosticismo, invece, val la pena spendere due
parole: di fronte ad una novità (scientifica, tecnica, personale, biografica,
politica, giornalistica, giudiziaria, ecc.) occorre sospendere il giudizio. Non
ci si può permettere né un’idea positiva, né un’idea negativa. Occorre aspettare
di avere più informazioni, più riscontri. Risultati di eventuali
sperimentazioni (nel caso di questioni prettamente scientifiche e tecniche).
Sentenze (nel caso di questioni giudiziarie). E così via. E dopo, solo dopo, ci
si può permettere di scegliere (legittimamente, in questo caso) se essere a
favore o essere contro. A ragion veduta. Poi ancora vi è la questione
paradigmatica (Riduzionismo, pseudo-olismo, Olismo). Essenziale. Ma essa è
parte di tutto il discorso.
Ebbene, se il lettore confronta tutto ciò (che ci viene
consegnato anche dalla Storia e dalla Cultura, si badi bene) con le vicende in
merito, ad esempio, agli alberi urbani che cadono, al dissesto idrogeologico, alla
Xylella, al clima impazzito, alla perdita di biodiversità, alle filiere malate
in mercati malati, ecc. non ha motivo di meravigliarsi che le cose non funzionino.
Perché meravigliarsi? È ovvio che l’Establishment tende a fare tutto il
contrario rispetto ai veri criteri di scientificità! Tende, cioè, ad attuare il
principio di autorità e il principio di maggioranza. Tende pure a legiferare in
tal senso! Tende a fermarsi ai fatti in sé. Tende a dare certezze. Tende a
creare subito schieramenti come da tifo calcistico ecc. Perché meravigliarsi,
dunque? E siccome l’Establishment 7 volte su 10 riesce a materializzare le sue
tendenze, a realizzarle per davvero (ma per esercizio di Potere e di Forza, non
di Scienza e Saggezza) ecco che la frittata è servita! Perché meravigliarsi?
Quanto alla Tecnologia, essa essendo un mezzo, essendo solo
un mezzo, rimanendo comunque solo un mezzo (per quanto evoluta e sofisticata possa
essere) non ha un potere conoscitivo e risolutivo in sé e dunque il suo uso, il
suo impiego, va a risentire, risente di tutto il contesto (che se è “sano” garantirà
un certo risultato, se è “malato” ne garantirà un altro!).
Il giusto atteggiamento invece (basato sulla non-meraviglia e
su un uso non-illusorio della Tecnologia) è impegnarsi per cercare di cambiare
le cose. Tanto nella propria vita privata, scolastica, universitaria, lavorativa,
professionale, quanto nella propria vita pubblica e di cittadino (ed in questo
caso, va bene farlo anche con un semplice blog).
Auguri.
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