Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 24 febbraio 2019

Meravigliarsi o non meravigliarsi dei guai dell'Italia?


Post 281 

Meravigliarsi o non meravigliarsi dei guai dell’Italia? 

Due studenti universitari mi hanno contattato chiedendomi questo (sintetizzo):
“Come mai nonostante la Tecnologia di cui Oggi disponiamo, l’Italia ha sempre più problemi: muri che crollano, colline che franano, fiumi che esondano, alberi che si schiantano, ulivi che disseccano in Salento, casi di malasanità sempre presenti,  tumori che aumentano nella popolazione, economia che spesso si riprende ma mai sul serio? Lo scenario è paradossale ma è reale. E ci si meraviglia. Ma come lo si può spiegare questo strano scenario?”
Ebbene, rispondo volentieri, provo a dire la mia, e attraverso questo blog, essendo l’argomento di interesse generale.
Buona lettura e buona domenica a Tutti. Luca Fortunato (Matera) 

Nella Scienza non valgono né il principio di autorità né il principio di maggioranza (la Scienza non è né Religione né Politica). E nemmeno i fatti bruti, i fatti in sé, valgono per la Scienza (la Scienza non è Giornalismo né puro Empirismo).
In particolare, nella Scienza moderna (quella dai primi del Novecento a tutt’oggi) occorre avere qualcosa di teorico da sperimentare (intuizione, idea, immagine, assioma, ipotesi, teoria, modello, metodica, ecc.), occorre sperimentare con tutti i crismi, interamente e fino in fondo e vedere così se quel qualcosa di teorico funziona o non funziona. Quando si va ad alterare questo quadro si commette qualcosa di non-scientifico, qualcosa privo di scientificità. Oppure qualcosa basato sulla vecchia e superata Scienza (Seicento-Ottocento) e quindi qualcosa di anacronistico e inadeguato. Non solo. La Scienza trasmette anche 3 valori per la Società in generale: il dubbio, la libertà e l’agnosticismo. Del dubbio scientifico anche il cittadino medio sa cos’è. Sulla libertà anche, direi: il qualcosa di teorico può saltare in mente a chiunque (intuizione, idea, immagine, assioma) così come da chiunque può essere elaborato (ipotesi, teoria, modello, metodica ecc.) avendo competenze universitarie di base (laurea triennale o quinquennale). Sull’agnosticismo, invece, val la pena spendere due parole: di fronte ad una novità (scientifica, tecnica, personale, biografica, politica, giornalistica, giudiziaria, ecc.) occorre sospendere il giudizio. Non ci si può permettere né un’idea positiva, né un’idea negativa. Occorre aspettare di avere più informazioni, più riscontri. Risultati di eventuali sperimentazioni (nel caso di questioni prettamente scientifiche e tecniche). Sentenze (nel caso di questioni giudiziarie). E così via. E dopo, solo dopo, ci si può permettere di scegliere (legittimamente, in questo caso) se essere a favore o essere contro. A ragion veduta. Poi ancora vi è la questione paradigmatica (Riduzionismo, pseudo-olismo, Olismo). Essenziale. Ma essa è parte di tutto il discorso.   
Ebbene, se il lettore confronta tutto ciò (che ci viene consegnato anche dalla Storia e dalla Cultura, si badi bene) con le vicende in merito, ad esempio, agli alberi urbani che cadono, al dissesto idrogeologico, alla Xylella, al clima impazzito, alla perdita di biodiversità, alle filiere malate in mercati malati, ecc. non ha motivo di meravigliarsi che le cose non funzionino. Perché meravigliarsi? È ovvio che l’Establishment tende a fare tutto il contrario rispetto ai veri criteri di scientificità! Tende, cioè, ad attuare il principio di autorità e il principio di maggioranza. Tende pure a legiferare in tal senso! Tende a fermarsi ai fatti in sé. Tende a dare certezze. Tende a creare subito schieramenti come da tifo calcistico ecc. Perché meravigliarsi, dunque? E siccome l’Establishment 7 volte su 10 riesce a materializzare le sue tendenze, a realizzarle per davvero (ma per esercizio di Potere e di Forza, non di Scienza e Saggezza) ecco che la frittata è servita! Perché meravigliarsi?
Quanto alla Tecnologia, essa essendo un mezzo, essendo solo un mezzo, rimanendo comunque solo un mezzo (per quanto evoluta e sofisticata possa essere) non ha un potere conoscitivo e risolutivo in sé e dunque il suo uso, il suo impiego, va a risentire, risente di tutto il contesto (che se è “sano” garantirà un certo risultato, se è “malato” ne garantirà un altro!).  
Il giusto atteggiamento invece (basato sulla non-meraviglia e su un uso non-illusorio della Tecnologia) è impegnarsi per cercare di cambiare le cose. Tanto nella propria vita privata, scolastica, universitaria, lavorativa, professionale, quanto nella propria vita pubblica e di cittadino (ed in questo caso, va bene farlo anche con un semplice blog).
Auguri.

Nessun commento:

Posta un commento