Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

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venerdì 25 luglio 2025

Cittadino olistico: la storia continua… altro video su: Tecnica, Politica, Cultura.

Post 631

Cittadino olistico: la storia continua… altro video su: Tecnica, Politica, Cultura.

Proseguendo dal precedente post 630 (vedi)

 


Foto: gelso bianco secolare, luglio 2025, zona Borgo Venusio – Matera, Luca Fortunato


Molti cittadini in fermento. Fa piacere.

Buona visione del video che segue, e speriamo sia la volta buona per:

"buone vacanze"!

Luca Fortunato (Matera)

P.S. e “ad maiora”! Lo dico qui .... perché Whatsapp mi ha tagliato il video a 6:50 ! 😎




 

venerdì 18 luglio 2025

Forze al Centro: su abbattimento condotta idrica in Piazza Visitazione in Matera

Post 628

Forze al Centro: su abbattimento condotta idrica in Piazza Visitazione in Matera




Non si placano le polemiche in città. Molti i cittadini sentiti direttamente, tantissimi i cittadini che ci hanno segnalato i loro commenti - non anonimi - sui social, ecc.

Pertanto, dedicheremo, al caso, un incontro straordinario (nell'ambito del nostro programma 2025). Anche perché la vicenda (riduzionistica, svoltasi nel Riduzionismo) non è chiusa con l'abbattimento della condotta. Pensare questo è, a sua volta, Riduzionismo, altro Riduzionismo. Hanno abbattuto anche le coscienze dei cittadini che volevano conservare la condotta - sebbene "non di pregio" ma comunque storica e identitaria della Città e della sua comunità?

Avranno abbattuto, tra qualche tempo, la memoria di questa (ennesima) ferita al popolo di Matera? Con aumentata distanza tra il palazzo di città e la Città vera?

Mah.....

E davvero non si poteva trovare un'altra soluzione?

(....certo che c'era: venite all'incontro olistico e "vedrete" .....).

L'incontro pensiamo di farlo in settembre ma, nel caso ci fosse una esigenza particolarmente sentita, anche prima.

L'incontro, sia per argomentare - nell'Olismo - sul caso specifico della condotta, sia per prevenire casi del genere che, a Matera specialmente, potranno non essere infrequenti e che comunque scuotono (non poco) le coscienze di molti cittadini. E questo è un aspetto ed un problema di tipo politico, anche e soprattutto politico (oltre che tecnico, culturale, professionale, ecc.).

Del resto, Forze al Centro ha saputo essere lungimirante (e in tempi non sospetti, ad inizio 2025) su alcuni "particolari" della vicenda. Ed anche l'Associazione tecnica Matera Olistica, nostra gemella (ed in questo caso già nella sua fase costituente a fine 2023).

Intanto, invitiamo i soci, gli amici, i lettori del blog, ecc. che volessero esprimersi in merito a questo caso a inviarci sintetiche note sulla nostra mail lucaf73x@gmail.com per raccogliere e portare a sintesi i diversi punti di vista e avere così materiale utile e coordinato per l'incontro.

Invitiamo anche a scrivere e a inviarci eventuali idee, proposte, tempi, disponibilità, ecc. per organizzare lo stesso incontro.

Il report dell'incontro sarà poi pubblicato.

Il caso ha, sì, una validità specifica (e negativa) ma da esso è possibile tirar fuori un metodo più generale (e positivo) per affrontare "ritrovamenti problematici" futuri che in una città storica come Matera è probabile non saranno ancora  infrequenti, anzi .... considerando, da una parte, l'intero tessuto urbano (e suo agro) e,  dall'altra parte, i lavori di cantiere che in una città molto amante del cemento e del mattone (con un verde spesso solo iniziale e giustificatorio che poi tipicamente, nel tempo, si perde nell'incuria) è probabile che anch'essi saranno molto e ancora presenti.

Grazie per la sensibilità che anche all'interno di Forze al Centro è già molto presente ed operativa:

il vicepresidente Bruno Dua (architetto ed ex Assessore alla CULTURA - Comune di Alessandria), il tesoriere-segretario Fabio Pisanelli, il socio fondatore e referente Ambiente Nicola Montemurro, la neo socia ordinaria Mariaconcetta Di Lecce, l'attivo sostenitore Teodoro Mongelli, l'attenta sostenitrice Cinzia Di Pede, sono già "sul pezzo", seguono tutta la questione e azionano materia grigia e sensibilità d'animo (da bravi - e completi - olisti).

Unitevi a loro. E ai tanti cittadini che sono in contatto con noi.

Il Presidente - Luca Fortunato (Whatsapp 389.4238195)

·          




Associazione politico-culturale “Forze al Centro”

Sede: via Caduti di Nassiriya n. 1 – zona Giada – 75100 MATERA

Costituzione: 27 dicembre 2024 

Registrazione: 9 gennaio 2025 - Codice Fiscale: 93070510776

Mail lucaf73x@gmail.com

Soci Fondatori:

Luca Fortunato, Bruno Dua, Fabio Pisanelli, Nicola Montemurro, Domenico Petronella, Enzo Fortunato, Pina Lepore.

Soci ordinari (al 17 luglio 2025): n. 36

Esterni riconosciuti (sostenitori e ospiti; al 1° febbraio 2025): oltre n. 1000 (Basilicata, Puglia, Lazio, Emilia Romagna, Piemonte, ecc.)

Consiglio direttivo:

- Presidente - Luca Fortunato  (WhatsApp 389.4238195)

- Vice Presidente - Bruno Dua

- Segretario e Tesoriere - Fabio Pisanelli

Attuali referenti di settore:

- Agricoltura e Ambiente: Nicola Montemurro

- Pubblica Amministrazione: Enzo Fortunato

- Energie rinnovabili sostenibili: Bruno Dua

- Urbanistica: Bruno Dua - (ad interim)

- Grafica: Domenico Petronella

- Scuola e Università: Giuseppe Tataranni.

Dallo statuto: […] “Forze al Centro” promuove un approccio olistico alla politica, con obiettivi, metodi, orizzonti temporali, strategie e priorità specificati nel libro fondativo “Una Nuova Politica e un nuovo Partito” – Autore: Luca Fortunato, settembre 2024, self-publishing. In particolare: promuove una visione che parte dal contesto di fatto della Società e della Politica, caratterizzato per un verso da un crescente astensionismo, per l’altro da complessità; promuove un cambiamento culturale e antropologico per individuare le persone politiche; promuove un laboratorio politico per portare a progetto le diverse anime e i diversi colori della Politica, attraverso il metodo pragmatico e il metodo olistico; promuove un programma politico di massima per il Paese, con criteri sistemici e olistici, da declinare poi specificatamente, caso per caso, andando dal generale al particolare; promuove una scuola olistica di politica per formare una nuova classe dirigente, al di là delle contingenze elettorali, secondo un approccio di lungo periodo, ma per partecipare alle competizioni elettorali e di ogni livello offrendo una reale alternativa ai cittadini. […] “Forze al Centro” promuove anche un graduale avvicinamento al progetto politico (in virtù della peculiarità olistica dello stesso) da parte di tutti i cittadini esterni (interessati e/o simpatizzanti), prevedendo la categoria “ospiti” e la categoria “partecipanti-sostenitori”. Gli appartenenti ad esse non hanno alcun vincolo formale con “Forze al Centro” ma da “Forze al Centro” sono riconosciuti, censiti, e resi noti a tutti gli altri partecipanti. Verranno citati per i loro contributi di idee e per loro eventuali e liberi sostegni materiali. Sarà cura di “Forze al Centro” formalizzare nel più breve tempo possibile il loro passaggio a soci (ordinari), qualora lo desiderassero. […]

 

 

giovedì 3 agosto 2023

Bellissima recensione del mio libro su Matera

Post 441

Bellissima recensione del mio libro su Matera

Carissimi lettori,

arricchisco questo blog con il link alla bellissima recensione che oggi il mio libro su Matera ha ricevuto sul  giornale materano GIORNALEMIO (che si ringrazia davvero tanto di testa e di cuore). Cliccate e buona lettura. Luca Fortunato  

https://giornalemio.it/ambiente/matera-olistica-come-essere-vivente-fortunato-insiste-e-ricorda-piccinato/?fbclid=IwAR2FVp4KDMv9kD4Smb5dLaw5DwZdOrHNTyweHM6Z2kAxH7qthQbixKy0kbI

sabato 26 novembre 2022

Xylella, Covid, dissesto idrogeologico, schianti arborei, ecc. : tra errori culturali e Giustizia.

Post 409  

Xylella, Covid, dissesto idrogeologico, schianti arborei, ecc.: tra errori culturali e Giustizia.

( N.B. per sopraggiunto impegno, pubblico in anticipo il post che avrei dovuto pubblicare lunedì. Pertanto, la nuova serie di post "Generàlia" proseguirà la settimana del 5 dicembre )

Ed ecco la solita tipologia di notizie (che la “libera”, “pluralistica” e “obiettiva” stampa italiana, come sempre, ci dà con tempistiche atomiche! e grandi profondità di pensiero cultural-scientifico …):   

-ad Ischia, dissesto idrogeologico, frane, ecc. (capirai! E dispiace per le vittime);

-in Puglia, “nuova” zona infetta per Xylella-CoDiRO (capirai. Per giunta, che è inutile dal punto di vista tecnico-scientifico, come spiego nel mio ultimo libro. Per giunta, che la nuova denominazione “Valle d’Itria” relativamente ai luoghi interessati e alla Storia e alla Geografia - almeno finora conosciute  - sembra essere una “fantasia burocratica”. Per giunta, che essa derivi - come le altre ed inutili zone infette - dal solito lavoro di consulenze esterne  – monitoraggio ARIF – che la Corte dei Conti ha giudicato, pochi giorni fa, come irregolari);

-nuovo aumento dei casi Covid (ma va … ma davvero ….Ma non era finita?);

-a Roma, a Monselice (PD), ecc. schianti arborei (capirai. E con tragedie sfiorate per un pelo, per fortuna);

ecc.

Dunque, fenomeni, questioni, tematiche, problematiche, cronache, ecc. di tipo scientifico e tecnico che hanno risentito, e che stanno ancora risentendo, spesso, troppo spesso, di tanti errori (non si fa; quando si fa si fa nel Riduzionismo; ecc.). Ma non si tratta “solo” di questo. Tutti questi diversificati scenari hanno anche un altro tratto in comune, vale a dire la presenza di errori di tipo culturale e di base che complicano non poco le cose. In questo post, uno schematico, sintetico ma molto significativo “elenco” di questi errori culturali e di base in seno alla Scienza,  certamente non esaustivo (… la questione è sconfinata, purtroppo!) ma idoneo a rendere bene l’idea. Con spirito critico ma assolutamente costruttivo. Per migliorarci. Tutti. Anche perché, fino a quando sono per davvero errori di tipo culturale e di base, si tratta di cose certamente brutte e negative e a cui comunque bisogna porre rimedio, se non altro perché essi conducono poi a danni veri, reali (N.B. l’Olismo aiuta a non compiere tali errori, il Riduzionismo facilita il compimento di tali errori).

Ma purtroppo essi, a volte, sono recitati, messi in scena appositamente, utilizzati per confondere, manipolare e influenzare la pubblica opinione, portare acqua al proprio mulino in modo scorretto, ecc. (in questi casi, ovviamente, questi “errori” possono essere oggetto del lavoro della Magistratura. E così già è, in parte. E lo sarà sempre di più, in modo sempre più completo).

Buona lettura e soprattutto buona riflessione. Quanto a noi, alla prossima. E ad maiora! Luca Fortunato, cittadino olistico (Matera).

1 - identificare la Scienza con le Istituzioni scientifiche: non sono per forza e automaticamente la stessa cosa. In altri termini, non è che se un lavoro viene svolto al di là e al di fuori delle Istituzioni scientifiche, esso non è scientifico! Così come non è detto che un lavoro solo perché svolto in una Istituzione scientifica, sia scientifico! La questione oltre che essere logica è sancita dalla Nostra Costituzione all’art. 33 e le autorevoli interpretazioni di esso (di giuristi, avvocati, ecc.) determinano il quadro che segue: la libertà di fare scienza è di tutti i cittadini;  non esiste una scienza ufficiale; non esistono fonti scientifiche ufficiali, ecc. Ma anche la Storia ci viene in aiuto: le istituzioni scientifiche, infatti, sono nate, sono state create, esistono, per iniziativa individuale o per iniziativa politica (dunque e in ogni caso per libera scelta – poi ovviamente normata, legiferata, burocratizzata, ecc. – ma mai e poi mai esistono per una oggettiva necessità di “ufficializzare” gnoseologia, epistemologia, metodologia, gestione, ecc. in merito alla conoscenza scientifica e al suo avanzare;  

2 - identificare il prestigio scientifico con le riviste scientifiche: non sono per forza e automaticamente la stessa cosa. Basti pensare che il diritto d’autore nasce per tutte le opere letterarie,  drammatiche,  scientifiche,  didattiche, ecc. e qualunque ne sia il modo o la forma di espressione: scritta o orale (legge 22 aprile 1941, n. 633). Giustamente la legge riconosce e tutela l’opera dell’ingegno (scientifico, artistico, ecc.) in quanto esistente e in quanto tale, indipendentemente dalla fonte di pubblicazione, divulgazione, ecc. Anche perché in tutto il mondo, oramai, e da diversi anni, come è ampiamente noto, la prassi della revisione paritaria (peer review) è messa sotto critica, sotto accusa (anche da parte di premi Nobel, pensate, come ad esempio Randy Schekman). Le vengono contestate tante cose alla “peer review”: prevalenza del formalismo sui contenuti; conservatorismo: si tendono ad escludere lavori che possano mettere o di fatto già mettono in discussione interessi consolidati, posizione consolidate, poteri vari, a discapito ovviamente della verità scientifica, del progresso delle conoscenze, ecc.; favorisce le gerarchie e i collettivi accademici, istituzionali, editoriali, mediatici, ecc. a discapito ovviamente degli esterni, dei singoli, ecc. e che magari hanno più talento, più capacità, ecc.; 

3 - identificare la scienza con i ricercatori (istituzionali). A tal proposito basta ricordare autorevoli interpretazioni dell’art. 33 della Costituzione come la seguente: “la libertà di fare scienza è di tutti, con la esclusione di ogni aprioristica ed esclusiva incorporazione in categorie privilegiate” - fonte: Treccani, in Diritto costituzionale, la ricerca scientifica – Diritto on line – 2019). Il “dottorato di ricerca”, ad esempio, è necessario se si vuol fare la carriera accademica ma non è necessario per fare ricerca! Che è una libera e creativa attività della mente umana e di ogni cittadino (e che come tale rimane almeno fino a quando ci saranno saggezze come quelle dell’art. 33 della Nostra Costituzione! E che prescrive l’Esame di Stato – per fare il medico, l’ingegnere, l’agronomo, il geologo, ecc. – …. ma non prescrive altro!);   

4 - utilizzare il principio di autorità. Nella Scienza non vale. Vale nell’Esercito, nella Chiesa, nella Burocrazia, ecc. ma non nella Scienza (conseguenza logica dell’art. 33 della Costituzione, a parte l’aspetto storico-culturale in seno alla Scienza che ha sempre visto la lotta di donne e uomini contro l’ipse dixit;

5 - utilizzare il principio di maggioranza. Nella Scienza non vale. Vale in Politica, nelle assemblee condominiali, ecc. Ma non nella Scienza. Le verità scientifiche non si decidono a maggioranza! Ciò che viene sostenuto da un singolo individuo vale tanto quanto ciò che viene sostenuto da più individui. Se poi quanto sostenuto dal singolo viene dimostrato, comprovato, ecc. e per giunta contro quanto sostenuto dai più, è la verità scientifica del singolo che va considerata (grandissimi esempi storici sono stati Galileo Galilei e Albert Einstein);

6 - enfatizzare il carattere internazionale dei lavori, delle scoperte, delle sperimentazioni, dei ricercatori, delle pubblicazioni, ecc. C’è da ricordare – come insegnano gli addetti ai lavori – che in uno Stato vale una legge, una norma, un regolamento, una tecnica, ecc. di carattere internazionale, sovranazionale, comunitario, ecc. sempre e solo se non in contrasto, non in conflitto, con la Costituzione dello Stato. Altrimenti, o si cambia la Costituzione o buonanotte al carattere “internazionale”. E qui in Italia abbiamo appunto l’art. 33. Pertanto, se un lavoro internazionale viene presentato e/o considerato internazionale come puro dato di fatto, bene. Altrimenti, se viene presentato e/o considerato perché internazionale (come se valesse di più perché internazionale, come se fosse degno perché internazionale, ecc.) ciò, in Italia, non è possibile;

7 - se funziona è scientifico. La cosa non è scontata. Una tecnica, una tecnologia, un prodotto, un composto, una sostanza, un protocollo, ecc. possono anche funzionare, produrre fatti positivi, ecc. ma non per questo sono scientifici. Possono essere benissimo delle tecniche, o dei prodotti, o dei protocolli, ecc. funzionanti ma empirici (non scientifici). Come per esempio tutto ciò che inventarono gli Antichi Egizi, gli Antichi Romani, gli Antichi Greci, ecc. Dov’è dunque il discriminante tra cose funzionanti empiriche e cose funzionanti scientifiche? A parità di fatti positivi, il discriminante risiede nella teoria. Senza una teoria scientifica di spiegazione dei fatti (pur positivi), si è solo nell’Empirismo (non si è nella Scienza). Con una teoria scientifica di spiegazione dei fatti, invece, si è nella Scienza (o si entra nella Scienza). Ma allora il cittadino (paziente, imprenditore, commerciante, agricoltore, ecc.) potrebbe chiedersi? Ma se la cosa funziona che mi interessa a me sa sia “empirica” o “scientifica”? In realtà, vi è una enorme differenza: solo nella Scienza (e non anche nell’Empirismo) si ha la garanzia di trovarsi di fronte ad un vero e sano funzionamento (con anche tutti i suoi limiti, oggettivi) ma vero e sano funzionamento (e non solo apparente - pensiamo all’effetto placebo, per esempio -  e/o non solo apparentemente sano – pensiamo al doping, per esempio, pensiamo all’accanimento terapeutico, altro esempio, ecc.). Certo, poi ognuno è libero di affidarsi o alla Scienza o all’Empirismo (ognuno si assume le proprie responsabilità). Ma nessuno è libero di presentare come “scientifiche” cose che in realtà sono solo empiriche (fossero anche funzionanti e/o elaborate e presentate in “veste scientifica”): e non perché i fatti non siano veri e/o non siano positivi ma perché lo status del tutto non è scientifico in quanto privo di teoria. È diverso);

8 – basta la spiegazione dei fatti. Non è così, non è sufficiente. Una teoria scientifica è una spiegazione dei fatti ma è una spiegazione dei fatti molto particolare, che deve avere determinate caratteristiche (storicamente determinatesi e conservatesi perché funzionanti e risolutive). Sintetizzando da diverse e autorevoli fonti (Treccani, Garzanti, testi di Albert Einstein, Popper, ecc.) possiamo definire teoria scientifica come un insieme complesso, coordinato, unitario e organico di varie ipotesi (di origine intuitiva o logica o ibrida), insieme che spiega diversi aspetti, dati, fatti, dinamiche, ecc. di un determinato fenomeno (o addirittura l’intero fenomeno), che ha parametri misurabili, che permette di fare previsioni (logico-deduttive), che sia sperimentabile e verificabile, che abbia la possibilità di essere tradotto in un modello matematico o che sia già tradotto.

9 – se non è nei canali ufficiali e/o secondo modalità standard, ecc. non sono tenuto a conoscere, a considerare, a studiare, ad approfondire, ecc. quel lavoro, quel libro, quella teoria, quella scoperta, quella tecnologia, quell’autore, ecc. Qui l’errore è tanto semplice da capire e trovare, quanto grave - sul piano civile e penale - per chi lo dovesse effettivamente compiere (specialmente per i soggetti pubblici). Come mi hanno insegnato amici di Legge (avvocati, giuristi, ecc.). Semplice da capire e trovare: non esistendo una scienza ufficiale, esistendo sempre il diritto d’autore e con qualunque mezzo, ecc. ecc.  – come abbiamo visto nei punti precedenti – va da sé che non esistano “canali ufficiali”. Grave (sul piano civile e penale): colpa, colpa generica, colpa specifica,  colpa grave? Non vi dicono niente queste espressioni? Non dolo, ma colpa. Si è puniti lo stesso. E in questioni tecnico-scientifiche più che in altre -  dove infatti è più evidente il discrimine tra il potere/non potere salvare vite (umane, animali, vegetali); tra il potere/non potere limitare i danni (ambientali, territoriali, urbani, agricoli, ecc.); e così via, tutto il discorso assume un carattere più forte; 

10 – la critica come attacco personale. La Scienza non è mai un fatto personale nel senso che se la persona X attraverso la sua teoria Y critica, confuta, supera, ecc. la teoria Z della persona W, vuol dire che X ha esercitato solamente il legittimo diritto di critica su Z e non su W! (sebbene compaia il nome di W). La cosa è talmente logica e trasparente che chi se la prende o se la prendesse sul personale non solo non sa più cosa sia la Scienza e come essa debba progredire, ma ha certamente seri problemi psicologici (da far curare. Si può guarire da debolezze caratteriali del genere. La scienza Psicologia moderna ci riesce);      

(…. l’elenco ovviamente potrebbe continuare. I punti sono davvero tanti. Ma ho reso l’idea. Del resto, i punti esposti sono più che sufficienti – come assicurato dagli esperti - per portare anche un po’di Giustizia in tante e delicate vicende - Covid, Xylella, dissesto idrogeologico, schianti arborei, ecc. – che purtroppo necessitano di azioni mirate anche in sede giudiziaria. Infatti e purtroppo, ci sono persone (a vario titolo) e associazioni (di varia tipologia) che fanno lo sporco gioco di compiere apposta quegli elencati errori, cercando di confondere e di manipolare la pubblica opinione. Bisogna smascherarli e farli punire. Lo si deve a tanti che hanno subito perdite e/o danni evitabili. O che potrebbero subirli. Perché hanno seguito o potrebbero seguire vie “ufficiali”, “maggioritarie”, “collettive”, “ben volute”, “accreditate”, “sponsorizzate”, “patrocinate”, “istituzionali”, “internazionali”, “premiate”, ecc. ma che per tutto ciò non è detto, non è scontato, non è automatico, che siano scientifiche (come abbiamo visto nel corso di tutto il presente post). Anzi, in alcuni casi si hanno le prove, si hanno già le prove, che non siano scientifiche e/o che siano superate da altre esistenze scientifiche (per giunta, in alcuni casi, ritenute “non-scientifiche”, “anti-scientifiche”, “pseudo-scientifiche”, ecc.  – e qui ci sono gli estremi pure per le querele -  e che invece scientifiche lo sono, eccome).  

Dunque: attenzione gente! Attenzione! …. Non fatevi confondere, ingannare, non fatevi manipolare, andate a fondo nelle cose, informatevi ascoltando tutte le campane, usate la testa oltre le apparenze, verificate, chiedete, non abbiate paura del Potere ma sfidatelo …. La Giustizia prima o poi punisce gli imbroglioni, i manipolatori, ecc. specialmente quando a essere spesi sono soldi pubblici, specialmente quando si danneggia l’ambiente (bene pubblico e collettivo), ecc. Però prima che arrivi la Giustizia - che ha i suoi tempi – fate attenzione.

Io,onorato e orgoglioso di contribuire – per quel che posso: con questo mio blog, con i miei libri, con il mio lavoro, ecc. – a farvi fare attenzione).

 

 

domenica 1 maggio 2022

Sintesi - 25

Post 399

Sintesi – 25

Semplificando (ma la cosa resta significativa): molti si chiedono (e mi chiedono) – e giustamente direi – due cose (ma di cui in realtà ho già detto, in qualche modo) vale a dire dei rapporti tra Paradigmi e Religione e tra Paradigmi e Politica. Bene. Ovviamente risponderò da comune cittadino, sebbene sistematico cultore dei Paradigmi, che legge - da oltre 20 anni - cose del genere. Ma poi chi vorrà, anzi dovrà approfondire le questioni come minimo su buoni e diversi libri di Filosofia. Detto questo, occorre subito e definitivamente precisare (anche sgombrando il campo da falsi luoghi comuni):

l’Olismo lo trovi sia a Sinistra sia a Destra. Il Riduzionismo lo trovi sia a Sinistra sia a Destra.

L’Olismo lo trovi sia nelle Religioni sia nell’Ateismo. Il Riduzionismo lo trovi sia nelle Religioni sia nell’Ateismo.

Le cose stanno così. E basterebbe questo semplice e veritiero schema! Il discorso potrebbe terminare qui! Perché le cose stanno effettivamente così.

Detto questo e fermo restando questo, è pur vero che frequentemente l’Olismo lo si trova associato alla Sinistra così come alle Religioni. Ma solo perché tali associazioni reali sono appunto più frequenti in Società delle altre associazioni (esistenti e reali anch’esse).

Non bisogna, dunque, farsi fuorviare dalla maggiore rappresentatività statistica di alcune associazioni a discapito delle altre. Se è vero come è vero che è più frequente trovare olisti legittimamente di Sinistra, è vero pure che esistono olisti legittimamente di Destra. Così come se è vero come è vero che è più frequente trovare olisti legittimamente religiosi, è vero pure che esistono olisti legittimamente atei.

Che poi ognuno di noi abbia le sue scelte e collocazioni di campo (politico e religioso) e quindi privilegi autori del proprio campo, ci sta. È naturale, direi. Ma è altra cosa. Non bisogna confondere i vari aspetti, né farsi confondere.

Insomma, i Paradigmi sono per Tutti. L’Olismo è per Tutti!

Interessante, semmai, è capire come si specificano i Paradigmi nei vari e diversi campi. Questo sì. Lo studio comparativo è sempre interessante ed utile: capire e conoscere come l’Olismo si specifica tanto a Destra quanto a Sinistra, così come si specifica tanto nella Religione quanto nell’Ateismo, non può che fare bene agli olisti, a tutti gli olisti in generale, qualunque sia la loro specifica e legittima collocazione politica e/o religiosa.

In fondo, c’è da abbandonare il Riduzionismo (e da combattere lo pseudo-olismo). No? Mai perdere di vista la mission!

Essendo l’Olismo: il tutto – cioè l’intero: corpo umano, albero, cane, azienda, società, popolazione, bosco, ecc. – maggiore della somma e delle relazioni delle sue parti costitutive, ne deriva un approccio e un metodo sintetico-sistemico-intuitivo-deduttivo ecc. cha vale sia con Dio sia senza Dio, sia con una Società egualitaria (Sinistra) sia con una Società classista (Destra). Essendo il Riduzionismo: il tutto – cioè l’intero: corpo umano, albero, cane, azienda, società, popolazione, bosco, ecc. – uguale alla somma e alle relazioni delle sue parti costitutive, ne deriva un approccio e un metodo analitico-settoriale-solamente razionale -induttivo ecc. cha vale sia con Dio sia senza Dio, sia con una Società egualitaria (Sinistra) sia con una Società classista (Destra).

Questo è quanto ho trovato in oltre 20 anni di letture, come dicevo.

Ma quel che conta è l’approccio-metodo, la tipologia di approccio-metodo. Che, certo, deriva, è diretta e logica conseguenza della definizione paradigmatica, ma è sulla tipologia di approccio-metodo che occorre focalizzare le energie e l’attenzione: approccio-metodo olistico (sintetico-sistemico-intuitivo-deduttivo ecc.) e approccio-metodo riduzionistico (analitico-settoriale-solamente razionale-induttivo ecc.). Questa è la vera questione.

Tutto il resto è importante, per carità. Ma non è strategico e non è risolutivo. Specialmente di fronte alla complessità (naturale, sociale, ecologica, economica, sanitaria, politica, geopolitica, ecc.). Di fronte alla complessità non c’è storia tra approccio-metodo olistico e approccio-metodo riduzionistico: il primo vince, il secondo perde.

Esiste Dio? Il Mondo è complesso per creazione o per creazione-governo di Dio. Non esiste Dio? Il Mondo è complesso perché entità createsi per caso sono poi comunque soggette a leggi complesse di necessità. Non cambia nulla in termini di esistenza della complessità. Quel che invece cambia è scegliere l’uno o l’altro approccio-metodo per affrontare la complessità (qualunque natura essa abbia). È ben diverso. E sia nelle Religioni sia nell’Ateismo (così come in ogni altra cosa) vi è chi affronta la complessità in modo adeguato (cioè in modo olistico) e chi, invece, lo fa in modo inadeguato (cioè in modo riduzionistico).

Esiste una società classista (di Destra)? La complessità è data dalla conservazione delle differenze  (sociali, economiche, ecc.) e dai rapporti di forza “naturali” che inevitabilmente ne scaturiscono. Esiste una società egualitaria (di Sinistra)? La complessità è data dall’esistenza del principio di eguaglianza superiore alle differenze e alle individualità e dalla distensione “etica” dei rapporti di forza. Anche qui: non cambia nulla in termini di esistenza della complessità. Quel che invece cambia è scegliere l’uno o l’altro approccio-metodo per affrontare la complessità (qualunque natura essa abbia). È ben diverso. E sia a Destra sia a Sinistra (così come in ogni altra scelta di campo) vi è chi affronta la complessità in modo adeguato (cioè in modo olistico) e chi, invece, lo fa in modo inadeguato (cioè in modo riduzionistico).

Infine, ricordiamo a questo punto, che cos’è la complessità (intesa in senso proprio, tecnico, scientifico. Non intesa in senso comune, “giornalistico”, ecc.): dato un insieme di parti, di componenti, ecc. esso genera proprietà, caratteristiche, dinamiche e comportamenti anche di tipo emergente e che sono oltre le stesse parti, componenti, ecc. e loro somma e relazioni. Ebbene:

il Riduzionismo (di qualunque colore politico e di qualunque posizione religiosa) nega questo;

lo pseudo-olismo (multidisciplinarità, interdisciplinarità, ecc.; e di qualunque colore politico e di qualunque posizione religiosa) cerca di arrampicarsi sugli specchi;

l’Olismo (di qualunque colore politico e di qualunque posizione religiosa) se ne fa carico. 

Spero di aver soddisfatto.

Alla prossima Sintesi, dunque (nel mese di Giugno).

E come sempre, ad maiora, amici, ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)  

giovedì 31 marzo 2022

Sintesi - 23

Post 394

Sintesi – 23

(anticipo di pubblicazione, la Rubrica proseguirà in Aprile)

Proseguendo dai post n. 393, n. 385, n. 312, ecc. (N.B. cliccando su  “Arte” nella sezione “Etichette” in calce al blog, in basso a destra, avrete tutti i post in merito):  

il mio personale Astrattismo, la mia personale “versione” della pittura astratta, prende il nome di sintetismo astratto. Ho coniato questa espressione – che chi mi ha seguito e recensito negli anni conosce - perché tra tutte le altre possibili mi è sembrata la più adatta a definire la mia personale forma d’arte. Essa, infatti, è basata su una sintesi (di elementi visivi e di elementi teorici presenti nelle diverse “anime” dell’Astrattismo del Novecento, da cui il sostantivo sintetismo) ed è visuale ma non figurativa (da cui l’aggettivo astratto). Tuttavia essa è una forma d’arte molto complessa, decisamente e marcatamente olistica, e dunque sfugge e sempre sfuggirà a una qualsiasi “definizione” che pur ci vuole, che pure è necessaria specialmente per orientare l’osservatore nella comprensione delle mie opere di pittura astratta (oltre al puro godimento o non godimento del loro aspetto estetico, materico, ecc.). Nel Nuovo Libro darò i dettagli (alcuni anche inediti) della mia teoria artistica che nata intuitivamente nel 1996 si è poi razionalizzata e sviluppata in tutti questi anni ed ora ha raggiunto la sua definitiva e matura formulazione.

Qui, ora, per la mission della Rubrica, darò alcuni aspetti generali più che altro del mio rapporto con l’Arte in sé:

non ho mai voluto studiare Arte, ho scelto di rimanere autodidatta. Con tutti il limiti che questo avrebbe certamente comportato, ho sempre visto la cosa come parte importante ed irrinunciabile della mia libertà creativa ed espressiva, anche sotto il profilo della tecnica pittorica. Insomma, non volevo (e mai ho avuto, infatti) condizionamenti scolastici, accademici, ecc. (che inevitabilmente - e giustamente - un percorso di studi, dei corsi, ecc. comportano, devono comportare). Con tutto il rispetto per gli artisti istituzionalizzati, formalizzati, formati, diplomati, laureati (nel senso ben precisato), ho scelto altro per me. Altro che - con tutti i suoi limiti - è stato ed è tuttora fonte di soddisfazione, orgoglio, gioia ma anche di risultati (come avete letto nei post precedenti e in apertura richiamati);  

non ho mai voluto fare dell’Arte il mio lavoro. Un bellissimo hobby che se avesse portato (come di fatto ha portato) anche qualche frutto di tipo economico, lo avrei certamente e ben accolto. Degli extra, insomma, qualcosa in più. Ben accetti. Ma è diverso (è stato diverso, continuerà ed essere diverso). Perché? Il lavoro comporta inevitabilmente compromessi. Deve comportarli. È giusto. È realistico. Sempre nell’alveo della legalità e della legittimità, intendo. Ma è così. E con tutto il rispetto per gli artisti professionisti (alcuni anche invidiosi?) ho scelto altro per me. E così continuerà ad essere.

E tutto ciò fondamentalmente per il seguente motivo:

non ho mai avuto, e non ho, fede in Dio. Non ho mai creduto, e non credo, in Dio. Ma questo è ampiamente noto. Ma cosa c’entra questo con l’Arte, per me? C’entra, perché nell’Arte (in tutta l’Arte: pittura, scultura, musica, cinema, letteratura, ecc, ma specialmente, in modo particolare, nella pittura astratta) io ho sempre trovato, e trovo tuttora, il mio dio. Il dio (terreno, umano, reale, ecc.) in cui comunque credere. E in cui ritrovarmi, risollevarmi, gioire, ecc. Questo è. Non saprei come altro spiegarlo. Di conseguenza, è facile immaginare come io abbia sempre voluto vivere, e viva tuttora, l’Arte nel modo più indipendente possibile dalle contingenze della quotidianità, del lavoro, della Società, della formazione, del mercato, ecc. No?

Per me esiste la Realtà che è data dalla Vita e dall’Arte. La Vita (natura, società, lavoro, famiglia, amore, amicizia, ecc.) e l’Arte. Due cose diverse. Reali entrambe, ma diverse. L’Arte è come se fosse “trascendenza” ma sempre in questo Mondo (che è l’unico che io creda esista. Qualcosa di increato deve esistere. Esiste. Per me è il Mondo, l’Universo. Stop. Dire che esiste Dio che ha creato l’Universo sposta la questione su chi ha creato Dio. La cosa non si risolve. Non si risolve in modo razionale. Il Mistero resta. Resta comunque. Può semmai risolversi per fede religiosa. Ma io, appunto, non avendo fede religiosa – e rispettando comunque chi dice di averla -  mi fermo al Mondo, all’Universo. Che, per me, è il Tutto, l’Intero. Con i suoi quid emergenti e olistici, ma che sono sempre e solo immanenti. Il Mondo, l’Universo. Stop. In esso e di esso, poi, ho intuizione. Che è la base della mia conoscenza delle cose. Da cui, poi, mi muovo per logica deduttiva. Rispettando chi conosce o dice di conoscere le cose in modo diverso. Sincerante non so in cosa consista l’altro metodo …. Ma lo rispetto ugualmente! Io so di essere nel “campo giusto”, me lo dicono la Storia della Scienza, la Storia dell’Arte, ecc. i Grandi della Scienza, i Grandi dell’Arte, ecc. E questo mi basta! Che poi l’Establishment per i suoi interessi possa manipolare le cose, far credere altro, far passare altro, è un’altra questione. Il Mondo, l’Universo, dicevo. Per me, sono senza Dio. Le regolarità della Natura, in seno alla Natura, le leggi di Natura, me le spiego con la teoria atea del Caso e della Necessità di Jacques Monod (1910-1976, biologo e scrittore francese, Premio Nobel per la Medicina nel 1965). A cui aggiungo la personale posizione di Albert Einstein in merito a “queste faccende” e cioè la sua non-credenza in un Dio personale (quello del Cristianesimo, dell’Ebraismo, dell’Islamismo, ecc.) ma la credenza nel dio di Spinoza, il dio-natura, il dio-panteistico (che è tutt’altra cosa ed è perfettamente conciliabile anche con l’intuizione scientifica e la razionalità scientifica). Per spiegarmi, invece, il mondo prettamente umano (la società umana, il bene e il male legati agli uomini, ecc.) ho numerose posizioni atee a cui fare riferimento (da Primo Levi a J.-P. Sartre, da Emile Durkheim a Karl Marx a Che-Guevara, ecc.). Insomma, vivo libero e tranquillo. Sempre e ovunque. Anche grazie all’Arte e alla concezione che di essa ho. E al posto/ruolo che le assegno nella Realtà e specialmente in rapporto alla Vita, di “bilanciamento” con la Vita. A molti superficiali può apparire una assurdità che io viva libero e tranquillo, soprattutto tranquillo! Spesso le cronache mi hanno dipinto - e mi dipingono - come arrabbiato. È vero, nel senso che spesso mi sono arrabbiato. E anche tanto. Ma è stato sempre per difesa. Ho incontrato spesso persone che – per un motivo o per un altro – mi hanno attaccato e/o mancato di rispetto. Ho 48 anni e che io ricordi non ho mai attaccato e/o non ho mai mancato di rispetto a nessuno in vita mia. Mi sono sempre e solo difeso. Forse, a volte, con un eccesso di difesa. Questo può esser stato vero. Si, ci può esser stato. Ammetto. A volte ho subito vere, proprie, enormi e ripetute provocazioni (nell’ambito dell’attacco e/o della mancanza di rispetto) che può aver portato ad un mio eccesso di difesa. Ci può esser stato. Ma sempre e solo di difesa si è comunque trattato. E mai di attacco. Questo dovrebbe far riflettere molta gente. Portare verità nelle loro menti, prima che nelle varie cose. Ma sono molto soddisfatto. Questa cosa, ultimamente, da circa 2 anni a questa parte, sta avvenendo. Da parte di molti. Meglio tardi che mai! In uno schifoso contesto generale in cui Tutti Noi ci troviamo (Pandemia e Guerra), sto vivendo comunque (nel mio piccolo, nei miei giorni) questo fenomeno positivo, bello, luminoso, di pace (paradossalmente). Che mi fa piacere, ovviamente. Forse non è proprio un caso che stia accadendo ora. Lo schifo planetario (Pandemia e Guerra) dà il vero senso delle cose? E magari ridimensiona il senso dei conflitti personali? Chissà. Ad ogni modo, sarà stata questa nuova Rubrica Sintesi (che ha chiarito e va chiarendo tante cose, come alcuni mi dicono); sarà stato fare il papà (che ha mostrato il mio lato più umano, come altri mi dicono); sarà stata la scoperta per molti della mia Arte appunto (che ha mostrato un tratto sconosciuto ma bellissimo di me, come altri ancora mi dicono);  ecc. sta di fatto che, da parte di molti, sto ricevendo le loro scuse (a volte esplicite, proprio dichiarate; altre volte implicite, nelle loro azioni, nel loro comportamento, nei fatti, ecc.). Va bene. Va bene (può anche essere che le scuse di qualcuno non siano proprio sincere, ma va bene. Va bene. Va bene lo stesso. Magari è un buon ri-cominciare! No?). E l’Arte? L’Arte c’entra anche in questo? Io credo proprio di si. E Voi che risposta vi date?  

Ciao a Tutti, e a presto.

Luca Fortunato (Matera)

domenica 30 gennaio 2022

Sintesi - 12

 Post 376

Sintesi – 12

(anticipo di pubblicazione, per positivi ma fitti e notevoli impegni settimanali)

Introduzione

La Pandemia ci ha focalizzato l’attenzione (oltre che sulla Scienza, Medicina, Salute, ecc.) anche sull’Economia. Giustamente. Il problema però (anche questo problema) vive di un problema! E non è un gioco di parole. I problemi economici particolari, specifici e contingenti originano anche e soprattutto da un problema generale, di base, di fondo, che è anche di natura paradigmatica, in cui, cioè, c’entra eccome la questione Riduzionismo/Olismo. A tal proposito, ripropongo oggi un post che pubblicai tempo fa. È davvero utile. Credetemi.

E l’idea di fondo risale addirittura ai tempi dell’Università, quando, studente presso la Facoltà di Agraria, preparavo il corposo esame di Economia e Politica Agraria (che superai al primo colpo e pure con un bel voto! anche e soprattutto grazie alla lettura “integrativa” – diciamo così ….- di alcuni libri illuminati e illuminanti di Economia, appunto, che presi dalla biblioteca personale di mio padre, laureato in Economia e Commercio, e politicamente di Sinistra. Ma questo aspetto politico è solo un dettaglio. O no?). Per dire, che ci sono cose senza tempo. Ma che trascurandole, perdendole di vista (da parte di alcuni, magari collocati nell’Establishment, magari “specialisti” e “competenti”, no?) molti problemi risolvibili restano irrisolti. Ma tant’è.

In corsivo, nel testo originario, le attualizzazioni (….per la mission del blog!).

Buona lettura (e per alcuni, buona ri-lettura), dunque. E alla prossima Sintesi, la prossima settimana. Ad maiora! E sempre meglio verso il Nuovo Libro! Luca Fortunato (Matera).  

La Cultura dell'Economia

Sintetizzando e rielaborando da diverse ed autorevoli fonti (in libri, sul web), possiamo affermare che l’Economia, tutta l’Economia, tutta la scienza economica (da Smith a Keynes agli attuali economisti, passando per Ricardo, Marx, Pareto, Marshall ecc.) si è sempre caratterizzata, si caratterizza (e sempre si caratterizzerà), per il seguente e sostanziale aspetto:

essa, benché usi largamente lo strumento matematico, si differenzia in modo sostanziale dalla Scienza propriamente intesa, vale a dire la scienza naturale (fisica, chimica, biologia, ecologia, agraria, geologia, ecc.). Fermo restando il fatto che quest’ultima, la scienza naturale, come si è ormai potuto constatare nel corso della sua lunga e straordinaria storia, non dà il vero ma il verosimile, non dà certezze ma probabilità, non dà l’assoluto ma il relativo ecc., le differenze sostanziali tra essa e l’Economia risiedono in questo:  

in economia non è possibile costruire esperimenti cioè non è possibile ricostruire artificialmente le condizioni previste dalle sue leggi per testare, dimostrare o confutare, le stesse leggi. In Economia ... non si può andare in laboratorio!

La conseguenza è il fatto che non è possibile stabilire se una legge economica sia vera o falsa in base ai soli fatti. Se due o più economisti non convergono, non sono d’accordo, sulla spiegazione di un certo fenomeno economico non possono fare un esperimento per riuscire a risolvere la questione. E non essendoci, dunque, un criterio oggettivo di scelta tra le diverse teorie economiche, in Economia non esistono scelte incontrovertibili.

In Economia per appurare la corrispondenza o meno tra la teoria e i fatti non può predisporsi nulla. E’ necessario ben altro. L’economista o chi voglia darsi spiegazione di un fatto economico, di un fenomeno economico, di una dinamica economica (a qualsiasi scala e a qualsiasi livello: dalle scelte di economia domestica alle oscillazioni di Borsa, dalle scelte economiche aziendali alle scelte economiche nazionali, dai prezzi di frutta e verdura alle quotazioni del petrolio) deve vestire oltre che i panni del tecnico e/o dello scienziato economico anche i panni dell’umanista e precisamente dello storico: deve cercare di ricostruire mentalmente il complesso contesto (storico, politico, sociologico, antropologico, culturale, motivazionale, psicologico, materiale, congiunturale ecc.) nel quale quel fatto, quel fenomeno, quella dinamica ha preso forma, si è originato (questo è Olismo, ovviamente). Nel fare ciò egli può e deve certamente far ricorso a documenti, archivi, testimonianze ecc. ed ovviamente alla statistica, alla metodologia statistica, alle serie storiche statistiche, ad elaborazioni statistico-matematiche ecc. Ma la sua soggettività, la sua sensibilità soggettiva, rimarrà determinante (anche questo è Olismo, ovviamente). E farà la differenza. I documenti, gli archivi, le testimonianze e la Statistica sono, restano e resteranno sempre e comunque, (nonostante precisioni, accuratezze ecc.) dei surrogati di quell’esperimento che non si può attuare, dei surrogati di quel carattere sperimentale che l’Economia non potrà mai avere (anche qui, i fanatici del Riduzionismo razionalista se ne facessero una ragione e si andassero a fare una bella passeggiata ….).

Dunque, l’impossibilità sperimentale e la storicità dell’oggetto economico, portano inevitabilmente alla vera caratterizzazione dello scenario dell’Economia, della scienza economica, che presenta: pluralismo teorico cioè la presenza contemporanea di più teorie per spiegare gli stessi fatti e pluralismo metodologico cioè la presenza contemporanea di diverse e varie regole metodologiche tra di loro indipendenti e tra di loro irriducibili (Olismo di fatto in seno all’Economia, che i riduzionisti – economisti e non - tentano di ridurre ad altro e quando ci riescono la Società accusa mali enormi, vedi per esempio gestione economica pandemica! Anche in Economia, dunque, vi è il problema della sintesi, tra diverse posizioni e tutte legittime. Problema di sintesi che non si può né ridurre, né evitare, né aggirare).

Ma affidiamo la conclusione ai saggi:

J. M. Keynes: “In economia non puoi condannare il tuo oppositore per errore, puoi solo convincerlo dell’errore. E anche se tu hai ragione, non puoi convincerlo se vi è un difetto nel tuo potere di esposizione oppure se la sua testa è già così riempita di nozioni contrarie che egli non può afferrare i punti chiave del tuo pensiero”.

A.K. Dasgupta: “ Nella scienza economica le vecchie teorie non muoiono. Ed è così, non perché una è costruita sull’altra, ma perché una è indipendente dall’altra”.