Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 28 aprile 2016

Concluso il mio 1°libro!



Post n. 47:  
Concluso il mio 1° libro!
I giorni precedenti il 25 Aprile di quest'anno e il 25 Aprile stesso (con il suo significato) mi hanno dato la forza per ideare le ultime cose che andavano ideate .... ed ho finalmente concluso il mio primo libro! Il primo libro dei tre libri in tutto che costituiscono il mio primo progetto editoriale. Il mio primo libro c’è in tutti i suoi aspetti e in tutti i suoi contenuti ed è completamente scritto (a mano su una moltitudine di fogli A4, A3 ecc. ecc. Le idee andavano fissate subito ovunque mi trovassi!). Ora seguiranno la stesura al computer, ritocchi, correzioni, ottimizzazioni, illustrazioni, ulteriori fotografie con gli ulteriori viaggi territoriali necessari, bibliografia, eventuali contributi di chi ha già manifestato o manifesterà di volerlo fare, scelta di come pubblicare ed eventualmente con chi, scelte grafiche, impaginazione, eventuali integrazioni con altre idee che mi dovessero saltar fuori e tantissime altre cose (che chi non ha mai affrontato, e da solo - sebbene volutamente da solo come nel mio caso, per scelta - la scrittura di un libro - di un libro vero, non banale e dai contenuti inediti, originali ed utili e spendibili - nemmeno immagina). Il mio primo libro appena nato, dunque, verrà pubblicato in questo 2016. Coordinandomi con gli impegni di lavoro e di famiglia, penso di pubblicarlo in estate altrimenti lo pubblicherò, al massimo, in autunno. Ci siamo. Forza del 25 Aprile …. Ebbene, se è vero, come è vero, che ricorrenze come il 25 Aprile hanno un significato specifico ma anche generale (che diventa, quindi, culturale), in occasione del 25 Aprile di quest’anno oltre a concludere il mio primo libro ho fatto alcune riflessioni, continuate anche in questi giorni, con amici che, muovendo dal significato specifico della ricorrenza, si sono ampliate restando tuttavia attinenti, molto attinenti. La valenza del dibattito e del confronto (dai temi forti ma sereni e costruttivi), mi ha spinto a continuare la scrittura di questo post - funzionale alla mia nascente attività di autore di libri – con una sintesi delle riflessioni condivise con gli amici, appunto. Ci stanno benissimo in questo blog e servono anche ai futuri lettori del mio primo libro come ulteriore guida e orientamento alla lettura dello stesso. Un carissimo saluto a tutti e arrivederci alle notizie di effettiva pubblicazione. Luca Fortunato. 

1.Se un essere umano mangia, beve, dorme, procrea, cammina, salta, corre, crea il suo recinto ed i suoi recinti, marca il territorio ecc. ecc. fa semplicemente quello che prescrive la sua appartenenza al Regno Animalia (secondo Linneo) o Metazoa (secondo Haeckel). Se poi si comporta anche secondo Cultura è anche un uomo o una donna. E se poi si comporta anche secondo Etica solo allora diviene dignitoso. Oggi la maggior parte degli esseri umani mette in pratica quanto il Regno Animalia o Metazoa prescrive e induce a fare, trascurando la Cultura, dimenticando l’Etica. Un ritorno alla Natura sembrerebbe. Ed invece no. E’ un regresso (semplicistico) alla Natura. Perché, paradossalmente, un ritorno non dico alla Natura (del resto impossibile) ma un ritorno ad occuparsene sul serio esigerebbe esattamente lo scenario contrario. Basta ragionare in modo serio e sereno per capirlo e conseguentemente organizzarsi - per far tutto magari - ma in modo diverso, realmente sostenibile, individualmente dignitoso e credibile ma soprattutto micro-collettivamente e macro-collettivamente sensato. E se proprio qualcosa va sacrificato o temporaneamente sacrificato allora andrà sacrificato o andrà temporaneamente sacrificato qualcosa in seno al Regno Animalia o Metazoa e non certo  in seno alla Cultura né tantomeno in seno all’Etica visto che da decenni ormai il Mondo sta vivendo una fase di declino (soprattutto di tipo ecologico e di tipo etico, ma non solo) che si potrà eventualmente fermare e invertire solo con più Cultura e con più Etica (tanto a livello individuale, quanto a livello collettivo) e non certo con più mangiare, con più dormire, con più generazioni, con più muscoli, con più forza, con più recinti, con più egoismi, con più gerarchie, con più autoritarismo ecc. ecc. Ed in seno al discorso e alla pratica della Cultura fondamentale risulta essere, Oggi più che mai, anche, ma non solo ovviamente, il discorso e la pratica intorno ai Paradigmi di Conoscenza (Riduzionismo e Olismo). Ed in seno al discorso e alla pratica dell’Etica fondamentale risulta essere, Oggi più che mai anche, ma non solo ovviamente, il discorso e la pratica intorno al reciproco riconoscersi e al reciproco rispettarsi tra gli esponenti dei due Paradigmi di Conoscenza nonché il coinvolgimento da parte di tutte le Istituzioni di entrambi (ascoltare entrambe le campane, e non solamente una …). Pratiche etiche e virtuose che però non possono ignorare il dato di fatto storico: il superamento del Riduzionismo, nel corso degli ultimi decenni, da parte dell’Olismo specialmente sui casi di natura complessa (complessità intesa in senso scientifico …..: fattori multipli, componenti multiple, interazioni non-lineari, comportamenti emergenti, aspetti caotici; gli organismi viventi (un batterio, un albero, un animale, una persona così come una colonia batterica, un bosco, una coltivazione, uno stormo, una folla ecc.) sono sempre – tanto a livello singolo, individuale, quanto a livello collettivo - un tutto, un intero, che è maggiore della somma e delle relazioni delle sue parti; Ed ancora: ruolo del caso, superamento o rivisitazione dello schema deterministico di causa-effetto, sincronicità, equivalenza massa energia ecc. ecc. ecc.).
2.Il richiamato ritorno ad occuparsi sul serio della  Natura per non renderlo illusorio, ancora una volta illusorio (con tanti blablabla individuali, collettivi, istituzionali ecc.) dovrebbe avvenire in un’ottica autenticamente olistica e cioè non “sistemica”, “sintetica”, “integrata”, “sinergica”, “multidimensionale”, “multifattoriale”, “complessa”, “multidisciplinare”, “interdisciplinare” ecc. per somma, accostamento, aggregazione, ammucchiamento, raggruppamento, moltitudine  ecc. ecc. ma perché sistemica, sintetica, integrata, sinergica, multidimensionale, multifattoriale, complessa, multidisciplinare, interdisciplinare ecc. per natura gnoseologica ed epistemologica intrinseca, in sé, presente pertanto sia a livello individuale, nella singola persona, sia a livello eventualmente collettivo. Del resto, non è che mettendo insieme tanti riduzionisti si ottiene l’Olismo! Sempre Riduzionismo si avrà. Non è che mettendo insieme tanti pezzi, magari specialistici e diversi, di Riduzionismo si ottiene l’Olismo! Sempre Riduzionismo si avrà! Un solo vero olista si mette nel taschino decine di riduzionisti sul piano gnoseologico, epistemologico, scientifico, diagnostico, prognostico (fermo restando che anch’egli come tutti non ha la bacchetta magica). Una sola e vera frase olistica spazza via interi capitoli del Riduzionismo (fermo restando che anch’essa come tutte le frasi non è certezza di verità ma probabilità di verità). Ed ancora: non è che se tu chiami un riduzionista di fama internazionale, egli è più autorevole di un olista locale! O non è che se tu chiami un riduzionista pluri-titolato e pluri-decorato (n.b. sempre presente un certo residuo di mentalità militaresca, autoritaria …. ) è più autorevole di un olista in erba. Non si possono paragonare perché collocati in Paradigmi dalla natura gnoseologica ed epistemologica completamente diversa. Né si può rispondere all’Olismo con il Riduzionismo. Né si può rispondere agli olisti con i riduzionisti. Né si può colmare l’esigenza di Olismo con il Riduzionismo anche come Riduzionismo collettivo. Il contrario invece è possibile perché l’Olismo supera il Riduzionismo senza negarlo. Ma il Riduzionismo non conosce l’Olismo. Si può, pertanto, rispondere al Riduzionismo con l’Olismo. Si può rispondere ai riduzionisti con gli olisti. Si possono colmare le lacune del Riduzionismo con l’Olismo (fermo restando il fatto che il colmare non sarà assoluto, non sarà Conoscenza assoluta, ma un di più di Conoscenza, un progresso di Conoscenza. Ma il di più non va inteso: più pagine, più nomi, più formule ecc. Anzi, un olista intuisce tantissimo ma traduce le sue intuizioni in pochissime righe. Che tuttavia bastano per agire. Su quelle poche righe poi volendo si possono scrivere interi romanzi. Ma è cosa diversa. Il 60-70% di una intuizione (vera, complessa, olistica) è intraducibile con i linguaggi che l’Uomo ha fino ad ora creato. Di essa, però, di tutta essa, si può constatare o meno, nella realtà, si può provare, testare, sperimentare nella realtà, se funziona o meno quello che da essa stessa discende e si deduce. L’Olismo è un bellissimo paradosso teorico-pratico: si addentra nei meandri più misteriosi e lontani della teoria e dell’astrazione e della psiche per ricavare e dare metodiche e rimedi pratici, praticissimi (per il quotidiano, lo studio, il lavoro, la professione, l’impresa, l’ambiente, l’economia ecc.). Come tutto ciò possa accadere e cosa accade nell’intermezzo cioè tra le vette teoriche e i rimedi praticissimi, non lo ha scoperto e non lo ha spiegato ancora nessuno. Fiducia. La fiducia è il temporaneo o eterno rimedio sulle conoscenze olistiche (diagnostiche e prognostiche, soprattutto). E la pazienza. La pazienza di provare, testare, sperimentare cioè che da esse discende, si deduce. Del resto, anche il Riduzionismo è basato su fiducia e pazienza. Il problema è che il Riduzionismo è tanto comprensibile e divulgabile quanto praticabile ed esercitabile da tutti. L’Olismo, invece, è comprensibile e divulgabile da tutti (volendo. E informandosi e studiando per bene) ma è praticabile ed esercitabile non da tutti. L’Olismo, per questo, è discriminatorio? Assolutamente no! Esempio metaforico per capirci in sintesi: di tutti quelli che desiderano giocare a calcio, tutti possono fare il portiere? O tutti possono fare il centrocampista? O tutti possono fare la punta? Assolutamente no. Ognuno ha delle caratteristiche personali che gli consentono di svolgere un ruolo e non un altro, pur all’interno dello stesso Sport e dello stesso Gioco. Dov’è la discriminazione? Solo menti limitate o furbe (in ogni caso non intelligenti, notare bene) possono pensare una cosa del genere. Si tratta di organizzare le eventuali “squadre di lavoro” o meglio di auto-organizzare le eventuali “squadre di lavoro” (il 25 Aprile ci guarda ….) assegnando ai protagonisti i ruoli che possono permettersi di avere. Per il loro bene, per il bene della squadra e per il bene della Società. Quando tutti vogliono far tutto, e quando i demagoghi a caccia di voti e/o di consenso fanno passare il messaggio che tutti possono far tutto, si finisce nei guai.
3.Con la forza, con i muscoli, con l’autorità ecc. non si possono fronteggiare e di fatto non si fronteggiano le idee. Al massimo si possono fronteggiare e si fronteggiano le persone che esprimono le idee. Che è cosa ben diversa. E che, comunque, è atto che sposta la cosa, senza risolverla. Una furbizia che lascia il tempo che trova. Una falsa sfida, dunque, una falsa gara, una falsa guerra, una falsa risposta. Come false sono le esistenze di coloro che spostano l’asse del confronto. E le persone così fronteggiate, a loro volta, potrebbero anche rispondere con la forza, i muscoli ecc. Cosa mai auspicabile. In ogni caso, le idee restano libere. E libere di girare il Mondo. Idee che eventualmente potrebbero essere fronteggiate solo da altre idee, contrarie, legittimamente contrarie, ma idee per l’appunto. Chi è privo della capacità di ideare o si mette a copiare le idee altrui o sforna pseudo-idee (idee banali, ad esempio; opinioni fatte passare per idee, altro esempio) o si mette a gestire, coordinare, rappresentare, editare ecc. le idee altrui o si mette a fare l’autoritario verso le persone che invece della capacità di ideare non sono prive o diventa protagonista di uno scenario ibrido rispetto a quanto evidenziato. In ogni caso, non fa l’unica cosa dignitosa che potrebbe e dovrebbe fare: farsi da parte e lasciare il campo libero a coloro che, magari anche su posizioni diverse, legittimamente diverse, sanno però ideare in modo autonomo, libero e autentico e sanno eventualmente dare vita ad una vera e sana dialettica, magari anche aspra ma comunque leale e condotta ad un livello alto e dunque di sicuro effetto di progresso, di sblocco, di evoluzione e di vantaggio per tutti. Restando, al contrario, al loro posto, con queste modalità prive di dignità sicuramente ma anche prive di efficacia ed efficienza (di contenuto e di forma), diventano animali al potere. Perché percependo, da un lato, anche profondamente, la loro inadeguatezza e il loro falso stare lì dove stanno (posto, ruolo ecc. non meritato ma avuto per raccomandazione, per ingerenze del potere, per giochi vari, per un passarci sopra sull’ incoerenza curricolare ecc.) e percependo, dall’altro lato, il desiderio egoistico ed egocentrico di non voler mollare l’osso, si trasformano in animali al potere (scorretti, vili, cattivi, ingenerosi ecc.). Di uomini e soprattutto di donne, invece, abbiamo bisogno al potere (persone di potere certo, ma leali, corrette, nobili d’animo, generose ecc. Perché serene nell’animo perché meritevoli di stare dove stanno e di avere ciò che hanno). Speriamo bene per il Futuro del Mondo (Un Mondo auguriamoci libero, culturale, etico, umano. E che della Natura ferita si prenda cura sul serio). 


lunedì 18 aprile 2016

Avvertenza finale e funzionale



Post n. 46: 
Avvertenza finale e funzionale
Chiunque abbia voluto, voglia e vorrà comprendere realmente le mie affermazioni, idee, ipotesi, opinioni, critiche, proposte, pratiche, metodiche ecc. (e che saranno presenti soprattutto ed in modo specifico ed inedito nei miei futuri libri) per maturare anche una propria idea in merito, sia essa un’idea positiva, sia essa un’idea negativa ma in ogni caso con cognizione di causa, non può essere stato, non può essere e non potrà essere a digiuno circa le caratteristiche del paradigma del Riduzionismo, circa le caratteristiche del paradigma dell’Olismo e soprattutto circa le problematiche legate alla loro esistenza in seno alla nostra Società e in ogni ambito di essa (la fetta più grossa dell’establishment che ignora o fa finta di ignorare l’esistenza dell’Olismo e la sua forza; forme di pseudo-olismo targate “multidisciplinarità”, “interdisciplinarità”, “360°” ecc.; necessità di particolari caratteristiche personali e psico-attitudinali per poter fare, esercitare, l’Olismo; ruolo degli olisti e ruolo dei riduzionisti eventualmente complementari ma mai sovrapponibili o sostituibili o scambiabili ecc.). Nelle librerie vi sono tanti buoni libri e di diversi ed autorevoli autori. E nel Web vi sono tante buone risorse (compreso il presente blog del sottoscritto e relativi link). Che sia avvenuta, avvenga o avverrà prima della lettura di cose del sottoscritto o dell’interlocuzione con il sottoscritto o durante esse (se previste in più tappe) o anche successivamente ad esse, una infarinatura generale sulle tematiche su evidenziate è stata, è e sarà assolutamente necessaria. Ha rischiato o rischia o rischierà altrimenti il lettore o l’interlocutore o chiunque altro di non comprendermi realmente o peggio ancora ha rischiato o rischia o rischierà l’illusione d’avermi compreso. E questo non perché quanto io ho sostenuto o fatto, quanto io sostengo o faccio, quanto io sosterrò o farò è stato, è e sarà caratterizzato da una specifica difficoltà o “misteriosità” o stranezza ma perché esso è stato collocato, è collocato e sarà collocato all’interno del paradigma dell’Olismo che richiede oggettivamente - per essere decifrato e per decifrarvi ciò che in esso si muove – una certa preparazione ed una certa consapevolezza. Del resto, quanto evidenziato e la certa preparazione e la certa consapevolezza richiamate dovrebbero essere comunque parte essenziale del bagaglio culturale e formativo e di aggiornamento del cittadino e del professionista e del funzionario e del politico di Oggi. Grave ed oggettivamente grave sarebbe stata e sarebbe una lacuna in tal senso vista l’oggettiva esistenza di tali aspetti e questioni che sempre più vanno caratterizzando il Nostro Tempo. Il confronto in seno all’Olismo e alla luce dell’Olismo, con il sottoscritto o con qualunque altro olista, può essere motivo di arricchimento culturale ed anche fonte di utilità per lo studio (specialmente universitario) e per il lavoro, la professione e l’impresa (soprattutto in merito agli aspetti biotici della Realtà) a patto di assimilarlo (magari ed anche ritornandovi su più volte nel tempo) in un contesto di personale preparazione e consapevolezza, seppur generale, circa i Paradigmi di Conoscenza dominanti il Nostro Tempo e la loro Sfida. Il consiglio è dato. Anche, ma non solo, come preventiva avvertenza di guida alla lettura dei miei libri che verranno. Un caro saluto a tutti. Luca Fortunato

domenica 3 aprile 2016

Arrivederci olistico



Post n. 44: 
Arrivederci olistico 
Come previsto e nei tempi giusti, concludo quest’altra mia stagione on-line (rappresentata dal presente e breve ma sempre significativo blog. Che segue, del resto ed appunto, il mio storico blog, vedi sezione link). E come detto in altra occasione concludo più in generale la mia esperienza on-line. Sento forte la necessità di concentrare le mie energie e di investire il mio tempo nella dimensione reale. Salvo il comunicare le uscite, le pubblicazioni, dei miei futuri libri e con delle piccole recensioni degli stessi e le modalità per averli. In questo senso, arrivederci. Quanto all’aggettivo olistico (e ovviamente e soprattutto al sostantivo olismo) sia con il vecchio blog ma ancor di più con questo blog credo di aver più che sufficientemente chiarito il vero ed autentico significato e le sue implicazioni. Andando oltre il Riduzionismo (puro o camuffato da multidisciplinarità,  interdisciplinarità, 360° ecc.) che ha inguaiato e continua ad inguaiare il Mondo (nelle piccole e nelle grandi cose, ed in tutti i suoi “settori”: scienza, tecnologia, tecnica, lavoro, didattica, formazione, economia, politica, cultura, etica, morale ecc.) ma fortunatamente non più di tanto grazie appunto all’azione coraggiosa di libero e legittimo contrasto messo in atto dall’Olismo e dal suo popolo (a cui mi onoro di appartenere). Il Mondo sarà dell’Olismo, non vi è alcun dubbio. L’eventuale buon senso dice: arrivarci prima, anticipare il processo, favorirlo, velocizzarlo (e di molto) aumenterebbe le probabilità di poter salvare ancora le Società e gli Ecosistemi. La vera sostenibilità. Altro che chiacchiere e patacche. Arrivederci on-line, dunque, nel senso specificato, sarà sempre ed in ogni caso possibile contattarmi ai miei noti indirizzi in particolare lucaf73x@gmail.com e soprattutto ed ovviamente nella vita reale. Vi aspetto! Seguono e concludono delle chicche del pensiero del grande matematico, fisico e filosofo francese Henri Poincaré (1854-1912) grande anche e soprattutto per essere stato uno tra i più importanti iniziatori di quella parte della Scienza che ha poi permesso il nascere della moderna Scienza della Complessità e che a sua volta ha permesso il vero salto di qualità (tanto sul piano teorico quanto sul piano pratico) e cioè di far risorgere in chiave moderna, di riscoprire in chiave moderna e di vederla, paradossalmente, dimostrata dalla Scienza moderna e dai suoi sviluppi, l’antica ed organicistica saggezza dell’Olismo (dei primi filosofi greci e dei primi saggi d’Oriente) e del suo modus operandi che ha il suo fulcro nell’Intuizione e nell’Euristica. Ad maiora! Luca Fortunato

“Il lavoro matematico non è un lavoro semplicemente meccanico, e non può essere fatto da una macchina, per quanto perfetta. Non si tratta solo di applicare le regole e formare il maggior numero possibile di combinazioni in accordo a certe leggi determinate. Le combinazioni così ottenute sarebbero troppo numerose, inutili ed ingombranti. Il vero lavoro dell'inventore consiste nello scegliere tra queste combinazioni eliminando quelle inutili o piuttosto neppure dandosi la pena di formarle, e le regole che devono guidare questa scelta sono estremamente sottili e delicate.”
“La logica, che può dare soltanto la certezza, è lo strumento della dimostrazione; l'intuizione, lo strumento dell'invenzione.”
“La geometria non è vera: è comoda.”
“[Su Albert Einstein] Dobbiamo soprattutto ammirare in lui la facilità con cui si adatta a concetti nuovi e sa trarne ogni possibile conclusione.”
“Lo scopo principale dell'insegnamento della matematica è di sviluppare alcune facoltà della mente, e tra queste l'intuizione non è la meno preziosa. È attraverso di essa che il mondo matematico rimane in contatto con il mondo reale, e anche se la matematica pura potesse farne a meno, dovremmo sempre ricorrere a essa per colmare l'abisso che separa il simbolo dalla realtà.”
“Ma cos'è poi che ci dà la sensazione di eleganza in una soluzione, in una dimostrazione? È l'armonia delle diverse parti, la loro simmetria, il loro felice equilibrio: in una parola, è tutto quello che introduce un ordine, quello che dà unità, che ci permette di vedere chiaramente e comprendere in un sol colpo l'insieme e i dettagli.”
“Si dice spesso che bisogna sperimentare senza idee preconcette. Questo non è possibile; non solamente ciò equivale a rendere sterile ogni esperienza, ma anche se lo si volesse, non si potrebbe. Ciascuno porta con sé la propria concezione del mondo.”
Henri Poincaré

venerdì 1 aprile 2016

Xylella alla Koch - 2



Post n. 43:  
Xylella alla Koch – 2  
Riprendendo dal post n. 42 di ieri: ulteriori considerazioni, da libero cittadino pensante, mi vengono spontanee (alcune delle quali già fatte da altri liberi cittadini pensanti e già lette in internet) e che ancor prima di avere sostanza razionale hanno il conforto del buon senso:  1.Alcuni autori dello studio circa la patogenicità di Xylella fastidiosa in merito al fenomeno del disseccamento degli ulivi salentini sono indagati dalla Procura di Lecce. Ora, fermo restando la presunta innocenza di chiunque in qualunque inchiesta giudiziaria - ci mancherebbe altro – la cosa pone comunque ed in ogni caso un problema di opportunità circa il considerare o meno tale studio se non addirittura l’ipotesi di conflitto di interesse. 2.L’Efsa non è una rivista scientifica. E del resto, lo sappiamo, che anche in merito alle riviste scientifiche e ai loro “meccanismi” il dibattito è ampio, eterogeneo e soprattutto in corso e completamente aperto. A tal proposito consiglio anche una lettura. È un libro bellissimo e ben documentato che ho trovato ed acquistato a Milano in una libreria. Tratta di Scienza in generale e sotto molti ed insoliti aspetti. Ma tratta anche del “mondo” delle pubblicazioni scientifiche, sotto una luce che, a mio avviso, tutti dovrebbero conoscere: “Errori della Scienza” di Luc Burgin edito da Bompiani. 3.Che la patogenicità di Xylella fastidiosa sia stata dimostrata o meno dallo studio in questione - che in ogni caso, ricordiamolo, ha o avrebbe un valore relativo e “di parte” dal punto di vista epistemologico e gnoseologico in quanto è patogenicità secondo i postulati di Koch (che non sono il Vangelo …) e collocati a loro volta all’interno del Paradigma del Riduzionismo che non è l’unico Paradigma esistente e che anzi è ben superato (storicamente e qualitativamente) dal un altro Paradigma e dall’altra “parte” della Scienza e cioè dall’Olismo - a cui si dovrebbe dare finalmente anche spazio istituzionale ed anche maggiore e migliore spazio sui media  – sorge spontanea una domanda (inquietante): gli abbattimenti degli ulivi, poi sospesi dalla Procura di Lecce, che giustificazione - scientifica e tecnica - hanno avuto o avrebbero avuto visto che giunge solo ora la (relativa) prova (secondo Riduzionismo) del nesso di causalità tra il batterio e il fenomeno del disseccamento? Deboli, troppo deboli, le tipologie di motivazioni fin qui e finora presentate (motivazioni burocratiche, motivazioni di precauzione ecc. ecc.) soprattutto in rapporto al fatto che trattasi di un intero agro-ecosistema territoriale di milioni di alberi dalla valenza non solo produttiva ed economica ma anche ecologica, paesaggistica, turistica, culturale, sociale, storica, simbolica, identitaria. Come cittadino, dunque, ed ancor prima che come professionista, mi chiedo: ma il mio Paese, l’Italia, arriverà un giorno o non arriverà mai ad essere, diffusamente, una realtà intelligente e non solamente una realtà furba? Una realtà anche seria e non solamente da cartolina? (certo che se il “nuovo” della politica italiana è il Matt(e)o di Firenze con tutto il suo Governo che è campione soprattutto di trasparenza ……) Luca Fortunato
 
P.S. Un ritrovato e rinnovato interesse per le battaglie civiche è risorto in me. Proprio in occasione di tutto ciò. E su tutto ciò ma anche e soprattutto su altro, apro una nuova stagione di battaglie civiche e politiche (politiche per ora in senso etimologico. Nessuno si agiti, quindi) oltre che propriamente culturali (i miei libri futuri, in cui scrivo, in uno dei tre, anche di Xylella, CoDiRO e Salento. Proponendo le mie idee in merito, olistiche naturalmente! ed anche basate su conoscenze dirette, per vari ed altri motivi, di quelle zone e di quegli  alberi. Idee che potranno essere utilizzate, sperimentate, testate ecc. da chiunque vorrà farlo, citando la fonte ovviamente che sono e sarò io. Per questo verranno pubblicate). E la nuova stagione – visto anche i miei futuri libri – non sarà condotta sia on-line e sia di fatto come la passata stagione ma – fermo restando la pubblicazione dei miei futuri libri, appunto, ed il primo, confermo ancora, esce in questo 2016 – verrà condotta solamente di fatto. Con maggiore efficacia, dunque, a favore delle azioni reali. Anche perché ora mi è più chiaro, anzi mi è chiaro del tutto, quali devono essere e saranno le direzioni del mio agire. Sarà che da piccolo mi hanno letto (e ringrazio) “Yugo y Estrella” del grande Josè Martì o sarà per qualche altro diavolo di motivo, ne vedrete delle belle. Ho iniziato a lottare, per la libertà, a 6 anni quando in prima elementare mi legavano il braccio sinistro per costringermi a scrivere con la mano destra. Io che con la sinistra sapevo, del resto, già scrivere e pure bene! E disegnare e dipingere benissimo! Ne ho 42 di anni. Vissuti come ho voluto e che vivo come voglio. Chi mi ama mi segua. E mi hanno seguito e mi seguono. E ho ancora voglia di lottare. Visti anche i successi che in ogni occasione ho sempre avuto. Sempre. A volte in poco tempo, altre volte in più tempo. Ma a casa il risultato l’ho sempre portato. Ne vedrete delle belle. Nelle mie lotte e nelle mie scelte di vita particolare rilievo hanno sempre avuto gli alberi. Ho nei loro confronti una empatia naturale (che non impedisce tuttavia una obiettività pura sempre nei loro confronti. Anzi, la rende paradossalmente migliore). Perché proprio gli alberi significano tanto per me? Forse perché vi era un grosso albero di pino nel cortile della scuola di prima elementare attorno al quale, attaccato al fusto, giravo e giravo e giravo. E la maestra non mi vedeva e non mi trovava. Finché un giorno, la maestra ebbe una pigna del pino in testa. Era a terra e gliela tirai io in testa! Usando la mia mano sinistra, ovviamente! Che mira! Buoni 12-15 m! Gli occhiali li ho messi all’età di 15 anni …. Che dolore e che spavento provò la maestra. Da quel giorno, usai la mano sinistra anche per scrivere in classe. Mi lasciò finalmente in pace. In seconda elementare però volli cambiare scuola e cambiai scuola. Continuai altrove. E iniziò la mia vera avventura. Fui attratto e incuriosito da un albero strano nelle vicinanze della mia nuova scuola. Aveva il fusto tutto strano. E mi piaceva un sacco. E mi chiedevo perché era così strano e così bello. Mi dissero che era anche buono. Dai suoi frutti, si faceva l’olio che mettevamo sul pane insieme ai pomodorini, all’origano e al sale. Da quel giorno misi in croce mio padre: “Perché quell’albero è così e gli altri alberi sono tutti lisci e dritti?”; “Come fa a non cadere con tutti quei buchi nella sua pancia di legno?”; “Perché le sue foglie non sono proprio verdi?”; “Perché i suoi frutti sono amari ma ti danno un nettare d’oro?” ecc. ecc. ecc. Mio padre mi disse: “Da grande farai quello che vuoi. Ma se farai il medico o l’agronomo sarà meglio”. Ed io: “Il dottore so chi è. Ma quell’altro che hai detto chi è?”. E mio padre: “Anche l’altro è dottore. Domenica andiamo a trovare quel contadino amico nostro. E capirai.” E così dalle campagne e dai boschi e dai giardini … non ne sono uscito più ! Luca Fortunato