Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

lunedì 14 gennaio 2019

Il mio libro su Matera


Post 267 

Il mio libro su Matera

Come sapete, il mio progetto editoriale complessivo prevede anche un libro sulla mia Città, Matera, previsto per dicembre dell’anno prossimo (dicembre 2020). Ebbene, dalla prossima settimana inizierò a lavorarci (un po’ alla volta, nel mio tempo libero, che è poco in verità – tra lavoro professionale e famiglia entrambi in crescita! -  ma c’è. Riesco a ricavarne sempre un pezzettino … per fortuna).
L’intuizione di fondo c’è stata, le idee di base ci sono, i primi schemi anche. Dovrò lavorarci un bel po’ al testo ovviamente e che sarà abbastanza complesso (e sarà anche fotografico e disegnato, il libro) ma posso dire che si tratterà sostanzialmente di quanto segue (ed il libro, ricordo, verrà letto da dicembre 2020 in poi, cioè anche e soprattutto dopo “Matera 2019”, chiusa “Matera 2019”, …. per fortuna):
ciò che Matera è stata, lo sappiamo. Ciò che Matera è, lo sappiamo! Cerco di immaginare, invece, la Matera di domani, del Futuro, per il Futuro, basandomi sul vero quid di Matera (secondo me, ovviamente) e che purtroppo, finora, è sempre stato ignorato o sottovalutato (e questo, invece, è un fatto). Di cosa si tratta? Lo scoprirete …. leggendo il mio libro!
E proporrò, così, una strategia – da mettere in pratica - davvero inedita (mai ascoltata o letta, prima d’ora una cosa del genere …). Per mettere a frutto il vero quid di Matera, appunto. Sperando così di riscattarla per davvero questa Città! Il mio sarà, ovviamente, un piccolo contributo. Ma lo darò. E sarà significativo. Ve lo garantisco. Sfidando, chi vorrà, a dimostrare (con un suo contro - libro, ovviamente, e se ne sarà capace) che mi sbaglio. E vedremo chi vincerà. Se vincerà la Città o l’ennesima illusione.
Il mio libro (pur scritto solo in qualità di cittadino) avrà anche e comunque un taglio scientifico nel senso che, a seconda dei vari aspetti di Matera, a volte ci saranno direttamente le prove della mia tesi (ed alcune già le ho trovate), altre volte indicherò la strada metodologica per la ricerca delle prove a favore della mia tesi.
 Insomma, il lettore ne vedrà delle belle! Ed il tutto per un solo ed un unico scopo:
poter amare per davvero Matera. Il che vuol dire anche e soprattutto cogliere, rispettare e valorizzare le sue vere caratteristiche e le sue vere potenzialità (ed in 45 anni e più, non le ho mai viste trattate o adeguatamente trattate. Si è fatto di tutto a Matera e per Matera, tranne quello che andava fatto per davvero!).
Arrivederci, dunque, in questo blog, al mio nuovo libro. Ciao a Tutti. E come sempre:
ad maiora, amici. Ad maiora! 
Luca Fortunato, cittadino materano    

sabato 12 gennaio 2019

Il grande De André


Post 266
Il grande De André 

Ieri, nel 20° anniversario della sua morte, ho riascoltato, anche suonandoci sopra qualche linea di basso, le sue canzoni (vere e autentiche poesie in musica). Oggi, mi piace ricordarlo arricchendo il mio blog con un po’ del suo grande pensiero (sempre attuale, realistico, sincero, illuminante, culturalmente immenso). Luca Fortunato (Matera)  

“C’è poco merito nella virtù e ben poca colpa nell’errore. Anche perché non sono ancora riuscito a capire bene, malgrado i miei cinquantotto anni, cosa esattamente sia la virtù e cosa esattamente sia l’errore, perché basta spostarci di latitudine e vediamo come i valori diventano disvalori e viceversa. Non parliamo poi dello spostarci nel tempo: c’erano morali, nel Medioevo, nel Rinascimento, che oggi non sono più assolutamente riconosciute” 

“L’Italia appartiene a cento uomini, siamo sicuri che questi cento uomini appartengano all’Italia?”

“Per me, una persona eccezionale è quella che si interroga sempre, laddove gli altri vanno avanti come pecore”

“Caro Andrea, ti sono amico perché sei l’unico prete che non mi vuole mandare in paradiso per forza” (riferendosi a Don Andrea Gallo)

“Aspetterò domani, dopodomani e magari cent’anni ancora finché la signora Libertà e la signorina Anarchia verranno considerate dalla maggioranza dei miei simili come la migliore forma possibile di convivenza civile, non dimenticando che in Europa, ancora verso la metà del Settecento, le istituzioni repubblicane erano considerate utopie”
Fabrizio De André

Scienza e non-Scienza, vero e falso (seconda e ultima parte)



Post 265
Scienza e non-Scienza, vero e falso (seconda e ultima parte) 

Proseguendo dal precedente post n. 264: 

A chi sostiene che esiste un metodo scientifico (al singolare) e che da tempo guida il lavoro degli scienziati, occorre far presente (o ricordare) che tale unità-continuità è crollata, si è interrotta, agli inizi del Novecento con la Relatività di Einstein, con la Meccanica quantistica, con la Teoria della Complessità, con il Metodo scientifico deduttivo, con la teoreticità dell’osservazione (Duhem), ecc. ed è stata sostituita – nel corso di tutto il Novecento e fino a noi e in tutti i settori e in tutte le branche della Scienza - da un’altra pluralità-discontinuità (come appunto evidenzio nel punto 1 del mio precedente post e che chiunque può verificare sui libri di tutto il Mondo, presso le Università del Mondo, ecc. Non è che chi sostiene il superato è affetto dal solito provincialismo italiota?). A chi sostiene che solo gli scienziati possono accreditare i lavori scientifici e stabilire quali siano le prove a favore o contro una teoria scientifica, basta rispondere (perché davvero con gente simile non è proprio il caso di perder tempo …) che è troppo facile – se non davvero ingenuo, e mi fermo qui, non uso il vero vocabolo che andrebbe usato, per non offendere ….. – che è troppo facile, dicevo, chiede all’oste che ci vende il vino com’è il vino! Se è un buon vino o un cattivo vino! (…. ubriacature dell’anima?). A chi sostiene una sola versione di “verità” (magari tirando in ballo un solo filosofo magari anche altissimo), faccio presente che l’eterogenea realtà intorno alla “verità” mostrata nel punto 2 del mio precedente post non è un’invenzione del sottoscritto o un’invenzione di Internet o altro tipo di fonte-fantasia. Basta verificare (libri, enciclopedie, dialoghi con accademici, testimonianze di addetti ai lavori, studenti, ecc.). A chi sostiene che bisogna ricordare sempre che al di fuori della nostra mente vi è una realtà “oggettiva”, va ricordato che questa è l’opinione di una parte dei filosofi e degli scienziati (di ieri e di oggi) ma che l’altra parte dei filosofi e degli scienziati (di ieri e di oggi) la pensa diversamente, ha un’altra opinione. Del resto, la Fisica moderna (del Novecento) – e questa non è un’opinione -  ha fatto cadere la validità della distinzione tra “soggettivo” e “oggettivo”, e questo, oggi, anche a Scuola (già a Scuola, prima dell’Università) lo sanno. Così stanno le cose. Ad Oggi. Domani, sicuramente cambieranno. Ma ad Oggi, è così che stanno le cose. E dunque la mia riflessione aggiuntiva e conclusiva: quando all’Università (Facoltà di Agraria) preparavo gli esami di base di Matematica, di Fisica, di Chimica, ecc. ecc., così come poi gli esami specialistici di Agronomia, di Patologia vegetale, ecc. ricordo che in ogni testo, così come nelle parole dei docenti, era sempre presente – a volte esplicito, a volte implicito; a volte accennato, a volte approfondito; ma sempre presente - il discorso (e la connessa avvertenza) inerente tutto ciò che ho praticamente trattato in questo post e nel precedente post. E ricordo anche che i miei amici di allora (che frequentavano altre Facoltà scientifiche: Fisica, Medicina, Geologia ecc.) vivevano la stessa cosa (per fortuna). Ci si può dividere, infatti, sui Paradigmi (Riduzionismo oppure Olismo, cioè sulle anime modali diverse e legittimamente diverse in seno alla Scienza, alla Filosofia ecc.) ma non sul fatto che la Scienza e la Verità non siano ancora definite (e forse, a questo punto, mai lo saranno) e soprattutto alla luce degli ultimi sviluppi (novecenteschi) della Scienza e della Filosofia. Un terreno comune deve esserci. E c’è! Chi tradisce i suoi Studi o chi li fa tradire da altre voci o altre penne o altre tastiere (perché, in ogni caso, di tradimento si tratta) lo fa evidentemente per altro tipo di ragioni (e certamente non giustificabili, se non addirittura perseguibili …) ma non lo fa certo per ragioni scientifiche, tecniche, professionali, culturali. Dopo la laurea, entrando nel mondo del lavoro e camminando in esso, è normale, anzi è dovuto, burocratizzarsi, istituzionalizzarsi, professionalizzarsi, incontrare e curare interessi economici, interessi di posizione ecc. Ma non tutti lo fanno allo stesso modo. C’è chi tradisce i suoi Studi e soprattutto il senso dei suoi Studi (piegando la Scienza e la Tecnica a falsi connotati di certezza, di oggettività, di unicità, di assolutismo, di rigidità, di non-libertà, di strade obbligate, ecc. funzionali, evidentemente, al Potere, all’Establishment ecc.) e chi invece mantiene la natura e il senso dei suoi Studi, (rispettando i veri connotati della Scienza e della Tecnica, anche costituzionalmente garantiti, ed anche se al Potere e all’Establishment questo può dare fastidio). Il paradosso, di cui dobbiamo sempre occuparci, con coraggio, è che il Potere e l’Establishment (politico, economico, finanziario, bancario, accademico, professionale, burocratico, mediatico, editoriale, industriale, farmaceutico, ecc. ecc.) si fanno e si presentano quasi sempre come “ufficialità” ma spesso per manipolarla la vera ufficialità! Prima ti insegnano certe cose – all’Università, ad esempio – ma poi se quelle cose si sposano con gli interessi del momento quelle cose restano “oggettive”, “giuste”, “vere” ecc., se invece si scontrano con gli interessi del momento quelle cose diventano “soggettive”, “sbagliate”, “false” ecc. Se non fosse la realtà, ci verrebbe da ridere. Ma è la realtà, purtroppo. E senza piangere noi (gli onesti) dobbiamo sempre impegnarci per far piangere gli altri (i disonesti). E come sapete, prima o poi, ci riusciamo! E specialmente nella vera realtà (che non è quella virtuale del Web ….). Ad maiora, amici. Ad maiora! Luca Fortunato (Matera).