Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

venerdì 11 gennaio 2019

Scienza e non-Scienza, vero e falso


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Scienza e non-Scienza, vero e falso  

Lo spettacolo è comico o meglio tragicomico. Ci sono persone (non addette ai lavori ma anche addette ai lavori e questo è grave) che pretendono di avere (e di mostrare) posizioni nette, chiare e perentorie su cose che nette, chiare e perentorie non lo sono per niente. Ad esempio, su che cosa sia la Scienza (e, quindi,  su che cosa non lo sia). Ad esempio, su che cosa sia vero (e, quindi, su che cosa sia falso). In questi giorni poi stanno andando in scena tante, forse troppe, prese di posizione in tal senso (Xylella, vaccinazioni, cambiamento climatico ecc.). Ed i miei lettori mi chiedono il mio parere. Lo faccio volentieri precisando, o meglio ricordando, tre aspetti che mi riguardano e che renderanno ancora più sensato il mio contributo e ancor più evidente la figuraccia di chi si lancia in simili questioni senza adeguata consapevolezza, informazione e formazione:
in tema di Xylella-CoDiRO, la mia teoria olistica non nega l’esistenza e la presenza del batterio ma vede in modo diverso il ruolo del batterio nell’insorgenza del disseccamento, insieme a tanti altri fattori, e quindi propone altro tipo di rimedi; in tema di vaccinazioni (morbillo, varicella ecc.), come cittadino sono a favore delle vaccinazioni, sono per vaccinare, ma per motivi ben diversi da quelli professati dagli “scientisti riduzionisti”, per motivi ben diversi e ugualmente scientifici come l’altra campana della Medicina sostiene; in tema di cambiamento climatico ormai solo gli stupidi e/o gli imbroglioni possono negarne l’esistenza ma resta aperto il problema di quale sia la miglior teoria (per me è l’olistica Ipotesi Gaia) per spiegare il cambiamento climatico e quindi quali debbano essere i rimedi;  
Troppo facile e troppo semplicistico creare le etichette “pro Vax” , “no Vax”, “negazionismo”, “complottismo” o separare la teoria dalla pratica, le questioni filosofiche dagli aspetti di applicazionismo  tecnico, e via dicendo. Queste sì che sono fantasie!
Ebbene, su cosa sia o non sia la Scienza, propongo mie scritture (1) attinte direttamente dal mio Secondo Libro “Esempi d’Olismo” (2017) che derivano dalla elaborazione sintetica di consultazioni - che ho fatto in diversi anni - di adeguati e autorevoli libri (di filosofia, di filosofia della scienza, di storia, di scienza ecc.). Su cosa sia vero e su cosa sia falso, invece, vi scrivo ora, appositamente, qualcosa  (2) e sempre sulla base di adeguate ed autorevoli consultazioni, ovviamente. Per poi far incontrare le due questioni (3). La figuraccia dei presuntuosi sarà appunto evidente. Buona lettura (a Tutti). E come sempre, ad maiora! Luca Fortunato (Matera). 

1.Il cosiddetto problema della demarcazione è il problema di stabilire i criteri per distinguere ciò che è Scienza e ciò che non lo è. Non si tratta, dunque, di distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso (che è altro tipo di problema e che vedremo in chiusura di questo post) ma solo di trovare criteri per stabilire i confini tra la conoscenza scientifica e le altre tipologie di conoscenza (storica, filosofica, artistica, etica, giuridica, religiosa ecc.). Il dibattito dura da secoli. È ancora aperto. Ancora oggi non vi è una soluzione condivisa e universalmente accettata su che cosa si possa e si debba intendere per Scienza. Da ciò deriva una immediata conseguenza pratica: non esiste, ancora oggi, una definizione ufficiale di Scienza (e quindi anche di conoscenza scientifica, di metodo scientifico, di scientificità ecc.). Esistono definizioni (al plurale, dunque) di Scienza a seconda degli autori, dei filosofi, degli scienziati, dei ricercatori ecc. Esistono i metodi scientifici (al plurale, ancora), se non addirittura, per alcuni, e a ragion veduta, le “metodiche” scientifiche (al pluralissimo … e sempre in fase di definizione …). Pertanto, se è legittimo avere e seguire una propria idea e definizione di Scienza, è illegittimo cercare di imporla ad altri o addirittura al Mondo intero. Tanto è vero che la Nostra Costituzione (…. tanto per fare un esempio ….) si esprime così: art. 33 “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. […]”. Detto tutto ciò, e fermo restando tutto ciò, poter e dover comunque distinguere tra Scienza e non Scienza è di una importanza enorme. E questo non solo per gli addetti ai lavori (filosofi e scienziati) ma per tutti i cittadini. Basti pensare, ad esempio, al fatto che molte decisioni della Magistratura si basano su conoscenze scientifiche e tecniche (basti pensare alla Polizia Scientifica e ai RIS – Reparto Investigazioni Scientifiche - dei Carabinieri; basti pensare al ruolo dei consulenti tecnici d’ufficio – CTU – e dei consulenti tecnici di parte – CTP, nell’ambito del processo civile e al ruolo dei periti e dei consulenti, nell’ambito del processo penale). Pertanto poter e dover distinguere tra cosa è Scienza e cosa non lo è, permette, o meglio permetterebbe, di evitare che conoscenze non-scientifiche vadano ad “inquinare” le indagini, le operazioni peritali, le prove, le testimonianze, le argomentazioni ecc. E basti pensare, altro esempio, all’importanza di poter e dover distinguere tra Scienza e non Scienza in ambito economico: una cosa, ad esempio, è spendere soldi pubblici, fondi pubblici, in progetti di ricerca scientifici, altra cosa è spenderli in progetti di ricerca dalla dubbia scientificità. Essendo tuttavia il dibattito secolare ancora aperto, occorre molta prudenza e molta umiltà nel distinguere tra Scienza e non Scienza. Se da una parte è necessario farlo, dall’altra è una determinazione del tutto relativa ed imperfetta. Basti tener presente l’attuale scenario in merito al problema della demarcazione che vede la contemporanea esistenza di 3 principali scuole di pensiero, in forte contrasto e divergenza tra di loro, eppure ognuna con la sua legittimità ad esistere: il positivismo militante, l’autoritarismo elitario, l’anarchismo metodologico. Lasciando al lettore interessato i dovuti approfondimenti (su un buon libro di Filosofia, su un buon libro di Scienza, su un buon sito web) ne traccio brevemente l’identità con la dovuta conclusione: il positivismo militante crede nell’esistenza di una realtà oggettiva che la Scienza si propone di svelare. La conoscenza scientifica, dunque, attraverso lo sviluppo delle sue teorie, si avvicinerebbe asintoticamente a tale realtà-verità oggettiva (unica e assoluta). L’autoritarismo elitario e l’anarchismo metodologico, invece, negano l’esistenza di tale realtà oggettiva per giunta conoscibile in modo univoco dalla persona umana. Essi si differenziano tuttavia per i motivi che porterebbero una teoria a svilupparsi e a diffondersi e quindi ad essere riconosciuta come teoria scientifica: per l’autoritarismo elitario si tratterebbe dell’autorevolezza della fonte, per l’anarchismo metodologico si tratterebbe della creatività e dalla capacità argomentativa. Ebbene, come si può constatare, dopo secoli e secoli di dibattito, nonostante secoli e secoli di dibattito, l’attualità ci dà uno scenario fortemente eterogeneo se non addirittura contradditorio su che cosa si possa e si debba considerare Scienza e su che cosa non si possa e non si debba considerare Scienza. Tanto è vero che la maggior parte degli studiosi del Mondo perviene alla seguente e attuale sintesi (che sembra essere la migliore, la più realistica, la più saggia): la Scienza è una contingenza dipendente dal contesto socio-culturale. Ed è la migliore contingenza disponibile (volta per volta, epoca per epoca, periodo storico per periodo storico) per la spiegazione dei fenomeni (teorie) e per la conseguente possibilità di risolvere i problemi (sperimentazioni, tecniche, tecnologie ecc.). Il tutto validato o invalidato dalla realtà in base al criterio funziona/non funziona. Dunque, siamo ormai lontani tanto dal Verificazionismo (è Scienza ciò che si può verificare) quanto dal Falsificazionismo (è Scienza ciò che si può falsificare). E siamo ormai lontani anche dal voler risolvere del tutto il problema della demarcazione. Il quale, anzi, sembra proprio destinato ad essere solamente “gestito” e per nulla e per niente risolto. Lungi dal vedere nella dipendenza dal contesto socio-culturale una non-libertà della Scienza (la Scienza è libera e resta comunque libera), l’attuale e saggia sintesi ci riporta un po’ con i piedi per terra, cioè ci riporta alla natura del tutto relativa, temporanea e probabilistica della Scienza, allontanandoci da irrealistiche quanto pericolose tentazioni assolutistiche, purtroppo ancora Oggi ogni tanto presenti, rigurgitanti, specialmente ad opera di chi si muove nel Riduzionismo (un Paradigma che riduce tutto, tranne le sue pretese …).   

2.Ed ora veniamo all’altro problema cioè che cosa è vero e che cosa invece è falso. Su questo problema, la mancanza di umiltà di molte persone incompetenti e soprattutto presuntuose (laureate e non, esperte e non, ecc.) si manifesta molto, molto più forte che sul problema precedente della demarcazione. Forse perché il problema del vero/falso viene visto come più pratico, più tecnico, più quotidiano, più semplice. Basterebbe dire qualche frase o scrivere qualche riga o richiamare qualche esperienza o regola o norma ecc. per venirne a capo. Niente di più falso! (…. è proprio il caso di dirlo ….). Il problema vero/falso, infatti, rimanda al concetto di verità. Ebbene, signori miei, guardate qui (ogni buon testo di Logica, ogni buon testo di Filosofia ne dà conto):
a - teoria della corrispondenza: la verità corrisponde alla realtà. Una affermazione è vera quando trova conferma nelle cose presenti;
b - teoria della coerenza: la verità è coerenza ovvero non-contraddittorietà all’interno di un più ampio insieme di affermazioni. Una affermazione è vera se è coerente con tutte le altre affermazioni fatte e ad essa correlate (in un discorso, in un testo ecc.);
c - teoria del consenso: la verità è ciò che mette d’accordo più persone;
d - teoria pragmatica: la verità è utile, la verità funziona. Un’affermazione, un’idea, un’ipotesi ecc. è vera se ha conseguenze utili e risolutive, cioè è vera se funziona;
e - teoria della costruzione sociale: la verità è ciò che emerge dai processi sociali. Specificatamente, è la lotta per il potere all’interno di una comunità, di una società ecc.;  
f - teorie deflazionarie: insieme di teorie che indeboliscono il concetto, il ruolo e l’importanza della verità riconoscendone solo una validità puntiforme e circoscritta (caso per caso, situazione per situazione, argomento per argomento, ecc.) e senza estensioni generali di significato (Etica, Politica, Società, Cultura, Storia, Scienza, Tecnica, Diritto, ecc.).    
Morale della Favola: ancora oggi, Logici e Filosofi, non hanno trovato un’unica teoria della verità. Il panorama è alquanto eterogeneo e per questo ogni teoria ha il suo diritto ad esistere. Figuriamoci, dunque, se è intelligente esprimersi perentoriamente su cosa sia vero e su cosa invece sia falso! Si specificasse almeno a quale teoria o a quali teorie sulla verità ci si riferisce! Se, e dico se, ci si lancia in “guerre” di vero/falso. Non che la cosa risolva, ma almeno si darebbero le “coordinate geografiche” della propria “posizione”. Almeno un po’ di dignità, se si attacca qualcuno. No?
Per non parlare, poi, della compatibilità paradigmatica! Cose olistiche si possono confrontare (positivamente o negativamente) solo con cose olistiche. Cose riduzionistiche si possono confrontare (positivamente o negativamente) solo con cose olistiche. Non si può stare nel Riduzionismo e giudicare cose olistiche! Si può invece stare nell’Olismo e giudicare tanto cose olistiche quanto cose riduzionistiche ed il motivo è semplice: il Riduzionismo non conosce l’Olismo mentre l’Olismo conosce il Riduzionismo e può giudicarlo ma, in ogni caso e senza negarlo, lo supera e non ne ha più bisogno. Ed il vero e il falso hanno connotati diversi e significati diversi nei due diversi paradigmi.  
  
3.Insomma, è chiaro che la nostra mente (di esseri umani) ha bisogno di definizioni e di ordine (Scienza e non-Scienza, vero e falso, ecc.). Ed è bene tentare di trovare definizioni e tentare di stabilire un ordine, e di seguire quanto stabilito. Ma non dobbiamo mai dimenticarci (come, del resto, la Storia ci mostra e ci dimostra, è proprio il caso di dirlo) che si tratta (e sempre si tratterà e come sempre si è trattato) solo di convenzioni e, per giunta, da prendere con le pinze. Solo una cosa intelligente è possibile in questo caos: rispettare le altrui e diverse posizioni per cercare, nel dialogo e non nel conflitto, di venirne, insieme, a capo.
Altro che chiacchiere.
Se vi sono teorie scientifiche diverse e divergenti, occorre sperimentarle. Sperimentarle tutte. Tutte hanno pari dignità (in quanto tentativi della mente umana di conoscere la realtà). Poi, vedere cosa emerge dalle sperimentazioni. Ed agire di conseguenza. Ma se una teoria non la si sperimenta, come si fa a dire che è giusta? O come si fa a dire che è sbagliata? E se una teoria presa per buona si rivelerà poi sbagliata, che cosa bisognerà che si faccia di coloro che l’avevano promossa senza averla sperimentata? E se una teoria presa per pseudo-scienza si rivelerà poi giusta, che cosa bisognerà che si faccia di coloro che l’avevano bocciata senza averla sperimentata?
Altro che chiacchiere.
Ad ogni modo, nella Scienza, una cosa “vera” oggi o ieri potrà non esserlo più domani. Così come una cosa “falsa” oggi o ieri potrà non esserlo più con lo scorrere del tempo. E le leggi e le norme che trattano cose di scienza, aspetti tecnici e via dicendo? Se cambiano le conoscenze scientifiche, le leggi vanno anch’esse cambiate. Di pari passo. E invece, quante volte ci troviamo di fronte a leggi e norme basate su conoscenze scientifiche ormai superate o addirittura sconfessate? Quante volte ci troviamo di fronte a leggi e norme non aggiornate? Quali e quanti i danni per l’intera Società? Chi sono i responsabili?
Altro che chiacchiere!

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