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La Xylella
e il Cielo
Il mio libro ed il mio
lavoro territoriale in merito al fenomeno Xylella – CoDiRO stanno andando bene,
molto bene. E così continueranno anche in futuro. Ne sono certo. Del resto, è
nella logica lenta delle cose. Lenta ma inesorabile. Se ne facessero una
ragione tutti coloro che sono avversari e nemici. Proprio per questo, concludo
– in questo blog, su questo specifico e “caldo” tema, lasciando spazio anche ad
altro – con un testo che ho appena finito di pensare e di scrivere e che
troverete inserito nel mio 8° e ultimo libro (del 30 giugno 2023). È una forma
di ringraziamento ma nello stesso tempo qualcosa che ritengo essere molto
significativo, e non solo per me. Buona lettura. E come sempre, ad maiora, amici, ad maiora! Luca Fortunato – dottore agronomo (Matera)
[….]
I soldi? Certo, se lavoro è giusto che io venga pagato. Soldi in più (perché
per me sono in più). E comunque, il giusto, senza esagerare. Nel rispetto del
mio lavoro ma anche delle ferite (di animo e di portafoglio) di chi finora ha
subito enormi danni (materiali e non). La notorietà? Certo, ma è cosa normale se
ti occupi di una delle malattie del Secolo (per giunta, assoluta novità nella
Storia mondiale dell’olivo e dell’olivicoltura). Una certa notorietà è arrivata
(e fa piacere. Perché negarlo? E nonostante io non sia presente sulla servile stampa
ufficiale, cosa che alla fine si è rivelata essere una fortuna, se ci pensate
bene). Ma credetemi, ciò che mi ha spinto a occuparmi di Xylella-CoDiRO (per giunta
in un clima di guerra e praticamente da solo contro tutti!) è stato altro. E’
stato qualcosa di morale se non addirittura di etico (fermo restando la giusta
economia e il giusto riconoscimento, appunto). Forse, è stato qualcosa anche di
idealistico. Insomma, è stata una promessa. Promisi, che se avessi potuto avrei
fatto qualcosa. Il problema sul disseccamento rapido degli olivi è stato da
subito un problema teorico (e non pratico) vista la discrepanza tra i dati, i
fatti, le osservazioni, ecc. e la spiegazione che se ne dava (nesso lineare e
deterministico di causa-effetto tra batterio e disseccamento). Ed io, invece di “buttarmi”
sugli aspetti tecnici, pratici, empirici, agricoli, produttivi, commerciali,
burocratici, ecc. (come hanno fatto tutti gli altri! dando per scontato che i
Professori avessero ragione e nonostante avessero bistrattato l’universale e
basilare 1° Postulato di Koch con “giustificazioni” per giunta debolissime se
non addirittura risibili) me ne sono andato prima a fare un giro nella teoria
pura, certo, avendo poi, come finalità ultima e successiva, gli aspetti
tecnici, pratici, ecc. Ci mancherebbe. Teoria scientifica, non Filosofia. E che
dunque, se avessi avuto una intuizione di base e diversa (quella ti deve
arrivare, non puoi certo ottenerla con il lavoro quotidiano, né puoi “costruirla”
apposta), poi, l’avrei elaborata (con fatica e impegno) con metodo deduttivo. L’ho
fatto, ci sono riuscito. E tutto il resto lo conoscete. Lo promisi ad una
carissima signora, mia amica, purtroppo da tempo scomparsa, che piangeva,
piangeva sul serio, nel vedere i suoi olivi salentini massacrati dalle ruspe e
dalle motoseghe. Purtroppo, ha lasciato la Vita e il Mondo prima che io
pubblicassi il mio primo libro. E allora qualcuno potrebbe dire che la promessa,
certo, l’ho mantenuta ma che in definitiva non è servita, visto che la
destinataria della stessa promessa è andata via prima della nascita del
mantenimento della promessa! Che discorso complicato …. Ma può essere. Ma un
giorno, quando ero ragazzo, un signore mio amico, mi spiegò: “Io credo in Dio
ma ogni tanto il dubbio che Dio possa non esistere, mi viene, mi assale! Poi,
la ritrovo la fede, ed è proprio quel dubbio che me l’ha ridata rafforzata.
Strano, ma è così”. Ebbene, io dissi: “Io non credo nell’esistenza di Dio ma
ogni tanto il dubbio che Dio possa esistere, mi viene, mi assale! Poi, lo
ritrovo il mio ateismo, ed è proprio quel dubbio che me l’ha ridato rafforzato.
Strano, ma è così”. Ebbene, ancora, per venire ad oggi e al nostro tema: mi
piace immaginare che la mia amica stia in quel mio sporadico e piccolo dubbio,
che ogni tanto fa capolino nella mia mente e nel (mio) mondo. Che sia ancora
viva. Che stia e viva in quel mio sporadico e piccolo dubbio con in mano i miei
libri. E mentre li legge, sorride e ride. Sorride per la soddisfazione e ride
di tanti (che meritano si rida di loro). In fondo, gli olivi sono alberi, e gli
alberi sono graffette che tengono uniti i due fogli che costituiscono il Mondo:
la Terra e il Cielo. Affondano le radici nella Terra e vanno, con tutto il
resto, nel Cielo (unendo Terra e Cielo). E quindi che siano figli di Dio o
figli del Caso poco importa, se il Cuore (umano) comunque li ama, oltre la
fredda Ragione (umana) (… e se è un ateo a dirvelo, potete “crederci” davvero).
E la mia amica, ovunque ora si trovi o non si trovi, sa che la mia promessa è
stata mantenuta. Lo so, che lo sa. Ci credo. La vedo sorridere e ridere. Tra le
pagine dei mei libri teorici ma che contribuiscono, nella pratica più pratica,
a salvare tante “graffette d’argento”. Questo desiderava, e questo sono
riuscito a darle. A lei, che ha reso me una persona migliore. E questa è la
cosa più importante di tutte. Ho visto giusto sugli olivi, grazie a lei. Ma
sono anche marito, grazie a lei. E anche padre. Chi l’avrebbe mai detto,
infatti, che un ribelle, "selvaggio" e libero come me, un giorno avrebbe studiato
la pura teoria “incatenato” alla sedia, a sua volta “incatenata” alla
scrivania! E che un giorno si sarebbe pure sposato! E che un giorno sarebbe
diventato pure padre! Eppure, lei ci è riuscita a farmi evolvere. E se un
miracolo umano del genere ha interessato me, credetemi, altri miracoli umani
possono interessare tanti altri (umani). Ma questo, cosa c’entra con la
Xylella? Non è che ci siamo allontanati troppo dal tema? E no, credo proprio di
no, perché la sapete quale è la vera verità di tutta ‘sta storia? Il disastro è stato, ed è, umano (in seno ad alcuni umani: che non hanno capito, che non capiscono. E
questo c’è potuto stare, ci può stare. Ma che poi non hanno ammesso, non
ammettono, di non aver capito. Continuando e facendo continuare, ed ancora,
sulla strada sbagliata. E questo non c’è potuto stare e non ci può stare. Ma di
questo se ne occuperà o ri-occuperà la Giustizia. A ognuno il suo. Così come la
Giustizia si occuperà anche di tanti furbacchioni che sebbene meritino una pena
minore, una pena la meritano eccome! Ma tant’è. Per concludere: si dice che il
grande Albert Einstein quando dopo aver avuto le intuizioni si trovasse nell’oggettiva
difficoltà di dover dedurre delle stesse intuizioni, si mettesse a suonare il
violino. La musica distraeva il suo cervello ma nello stesso tempo lo “allargava”,
permettendo a nuova matematica e a nuova fisica di entrare nello stesso cervello
ma ora più “spazioso”. È così che quel genio di Albert scioglieva e superava le
difficoltà proprie del metodo scientifico di tipo intuitivo-deduttivo
(difficilissimo, ma l’unico davvero scientifico e davvero funzionante e più
garantito. Diciamocela tutta. I razionalisti puri e gli induttivisti se ne
facessero una ragione definitiva!). E andava avanti con il suo lavoro. Ebbene,
secondo Voi, chi mi ha fatto conoscere questa chicca (bellissima ed utilissima)
della vita di Einstein? I Professori all’Università? No. I Relatori negli
eventi formativi post-Università? No. La mia amica salentina? Si.
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Autore: Luca Fortunato – Tutti i diritti riservati - (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).