Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 21 dicembre 2021

Il Riduzionismo dell'Establishment ha fallito

Post 369

Il Riduzionismo dell’Establishment ha fallito

N.B. aggiornamento e integrazione del 27/12/2021 (in azzurro, in calce al post, vedi)

N.B. aggiornamenti e integrazioni del 22/12/2021 (in giallo, in calce al post, vedi) in funzione di scenari di notizie serali (prontamente segnalati da un lettore del blog e del post, che ringrazio)

Quanto segue, il contenuto (sintetico ma significativo) del presente post (che pubblico in via del tutto eccezionale rispetto ai programmi stabiliti, ma è proprio il caso di farlo), è una mia vittoria personale, certo. È già una mia vittoria. E che si rafforzerà nel Nuovo Libro e con il Nuovo Libro. Del resto, il blog parla chiaro. È piena testimonianza della validità delle mie idee, metodiche, ecc. E ringrazio tutti coloro che specialmente in queste ultime ore (e non è un caso visto le cronache che ci sopraggiungono) riconoscono la cosa e mi stanno manifestando la loro stima. Ma la questione è anche un’altra: trasferire la vittoria del mio Olismo e dell’Olismo in generale a livello collettivo, anche denunciando chi all’Olismo e al mio Olismo si è sottratto. Anche e soprattutto questo è lo scopo del mio progetto in corso (Nuovo Libro e Movimento, ricordo). La cosa va portata fino in fondo. Scrivetemi, contattatemi, collaboriamo. I fenomeni e i problemi complessi (pandemia, cambiamenti climatici, dissesto idrogeologico, Xylella-CoDiRO, crisi economiche e di mercato, particolari aspetti tecnico-legali, ecc. ecc. ecc.) non possono essere affrontati e gestiti nel Riduzionismo, occorre affrontarli e gestirli nell’Olismo (e che sia Olismo vero, lo pseudo-olismo è dannoso ed illusorio quanto il Riduzionismo …. se non addirittura più dannoso e più illusorio!). Questa verità, questa esigenza di svolta paradigmatica (abbandonare il Riduzionismo, combattere lo pseudo-olismo, adottare l’Olismo) oggi, aimè, è più che mai evidente, è consacrata. Che non si peggiorino le cose. Almeno questo. Buona lettura del post, e arrivederci ad anno nuovo (e che sia davvero “nuovo”, per Tutti).

Luca Fortunato (Matera) - contatto WhatsApp 389.4238195

Dopo 2 anni, possiamo affermare che il Riduzionismo dell’Establishment ha fallito. Dopo 2 anni, siamo punto e da capo. Bravi! Bravissimi! Complimenti! Gli “esperti”, gli “specialisti”, ecc. Virologi, politici, giornalisti, ecc. Bravi! Bravissimi! Complimenti! Gli “esperti”, gli “specialisti”, ecc. Certo, cercheranno di negare, di “ridurre”, di mettere pezze a colori, ecc. ecc. ecc. Ma è sotto gli occhi di tutti che è andata così.

Certo, i vaccini sono stati, sono e saranno importanti (io sono vaccinato, ricordo. Ho fatto prima e seconda dose, e proprio qualche giorno fa ho prenotato le terza dose). E allora? Ma era tanto difficile capire (intuire e dedurre) che i vaccini non sarebbero bastati? E che non basteranno mai? Che essi andavano integrati  e andranno integrati con tutte le altre misure (distanziamento fisico, distanziamento sociale, no assembramenti, controlli, sanzioni, uso della mascherina, sanificazione mani, sanificazioni ambientali, ecc.) e che dovevano e dovranno rimanere severe (e non allentate, ammorbidite, in quasi-normalità)? Nell’Olismo un simile errore o meglio una simile mancanza non sarebbe mai esistita! Né mai esisterà.

Certo, in Italia (ora, per ora) stiamo messi meglio. E allora? Si tratta di una Pandemia! Globale, mondiale …. E quindi se anche gli altri Paesi del Mondo (specialmente Africa, India, ecc.) non contrasteranno il virus o lo contrasteranno in maniera poco efficace, saremo sempre al punto di partenza. Ma era tanto difficile capire (intuire e dedurre), già a dichiarazione della Pandemia da parte dell’OMS nel 2020, che il Mondo era diventata la Nazione e che le nazioni erano diventate le Regioni del Mondo? E quindi battersi, da subito, per una gestione sovranazionale della Pandemia? Ed in senso sia sanitario, sia economico? Nell’Olismo un simile errore o meglio una simile mancanza non sarebbe mai esistita! Né mai esisterà.

Ecc. ecc.

Non è (e non è stata) una questione di competenze è (ed è stata) una questione di inscrivere le competenze nel giusto paradigma di conoscenza e di metodo! Ed il paradigma adottato dall’Establishment (cioè il Riduzionismo) è sbagliato! È risultato sbagliato! Ed ora? Continueranno nel Riduzionismo?  

Che il medico debba fare il medico, che l’agronomo debba fare l’agronomo, che il giurista debba fare il giurista, che il politico debba fare il politico, ecc. è una cosa. E non è in discussione. Ci mancherebbe.

Ma che prima di esercitare ruoli e compiti specifici ci si debba porre il problema generale di quale paradigma adottare per esercitare al meglio i ruoli e i compiti specifici, questa è altra cosa, è cosa di base, ed è di possibile competenza da parte di qualunque cittadino (che abbia conoscenze ed esperienze il tal senso, comunque acquisite e maturate).  Le “dritte” generali di tipo paradigmatico-metodologico possono venire da chiunque. Poi, in seguito, solo in seguito, i dettagli specifici (e non da parte di chiunque - come è ovvio - ma secondo le singole e rispettive competenze). Ma è diverso. E' molto diverso. 

Sulle dritte paradigmatiche (Riduzionismo, pseudo-olismo, Olismo) gli “esperti” dovrebbero essere un po’ più umili ed ascoltare maggiormente anche i “profani”. Ed oggi più che mai (con Omicron, ma non solo) è proprio il caso di dirlo.  

(…. bravi! Bravissimi! Complimenti! Gli “esperti”, gli “specialisti”, ecc. Virologi, politici, giornalisti, ecc. Bravi! Bravissimi! Complimenti! Gli “esperti”, gli “specialisti”, …. Certo, come no … guarda dove siamo …. anche perché non ha alcun senso veramente scientifico paragonare il 21 dicembre 2020 con il 21 dicembre 2021, il 1° agosto 2020 con il 1° agosto 2021, ecc. circa i dati della pandemia (morti, contagi, terapie intensive, ecc.). Perché si tratta di fasi diverse della pandemia, stadi diversi, ecc. Ma la contestualizzazione i riduzionisti proprio non la sanno fare? Va bene che la contestualizzazione è una specialità degli olisti, ma che diamine però, ..eh …. La gente non è mica priva di buon senso. Non occorre una laurea scientifica per capire che paragoni del genere non vanno fatti, che sono sbagliati. Basta con l’arrampicata sugli specchi! Il senso del tutto, invece, e che dopo 2 anni (2 anni non 2 mesi, 2 anni!) lo scenario che in questi giorni va materializzandosi non avrebbe proprio dovuto presentarsi. Ma se si è presentato, invece, vuol dire che qualcosa (fermo restando le buone cose fatte) non ha funzionato. Ed è un qualcosa di determinante, evidentemente. Ed invece di ammettere la cosa e di rimediare (cambiando paradigma, appunto) l’Establishment che fa? Nega o minimizza o rivendica o altre diavolerie che Noi Tutti, come intera Società, non possiamo più permetterci. O no? E ve lo dice uno che è vaccinato e che continuerà a vaccinarsi. Questo (mio) aspetto (Si Vax ma comunque critico sulla gestione della pandemia), mette in evidenza anche un’altra cosa (molto importante, addirittura strategica): la questione No Vax / Si Vax è molto più complessa di quel che spesso si cerca di far passare ma, in ogni caso, viene superata dalla questione paradigmatica (Riduzionismo/pseudo-olismo/Olismo) che invece è la vera questione.     

Inoltre: i dati su Omicron, aspettare i dati su Omicron, ecc. Mah …. A parte il fatto che Omicron è talmente recente che i dati sono pochissimi e lo saranno comunque anche nelle prossime ore e settimane. Ma c’è bisogno del dettaglio quantitativo (e pure “stabilizzato”, lo vogliono) per prendere opportune decisioni? Non basta l’aspetto qualitativo (il senso) di Omicron (variante velocissima)? Il Riduzionismo (analitico, solamente razionale, induttivo, algoritmico, ecc.) è davvero un guaio! Poveri Noi (Tutti). Speriamo bene ….

27/12/2021: i fatti e i dati degli ultimi giorni e delle ultime ore mostrano e dimostrano definitivamente il tutto: oltre al vaccino ci volevano, ci vogliono e ci vorranno anche altre misure ed anche per una quota ineliminabile di popolazione di non vaccinati (qualunque siano i motivi). Il lockdown tedesco dei non vaccinati degli ultimi giorni e delle ultime ore (che ha fatto crollare il numero dei contagi) ne è una dimostrazione lampante. Vaccino e tutto il resto, insieme. Secondo un approccio olistico. Come detto e sostenuto mille volte in questo blog. Altro che chiacchiere (degli altri!). Ma mi chiedo: tutti coloro che presentarono il vaccino come “la vittoria sul virus”, “la salvezza”, “l’uscita dal tunnel”, “l’arma”, “la risposta”, ecc. pagheranno o non pagheranno per la loro riduzionistica superficialità? E che è stata comunicata a milioni di persone molte delle quali, anche per questo, hanno abbassato la guardia, hanno creduto in un ritorno alla normalità, hanno pensato “è passat ‘a nuttat”, si sono illusi, hanno illuso, ecc. Ed i politici, ovviamente, ci hanno sguazzato in uno scenario del genere (a non prendere decisioni impopolari, a non pretendere severi controlli, ecc.). Ma quanti morti e quanti danni economici deve ancora subire la Società (che poi siamo Tutti, Tutti Noi, indistintamente) affinché si possa cambiare e svoltare? Speriamo bene ….

mercoledì 15 dicembre 2021

Aggiornamento e (utili) precisazioni per (tutti) i Lettori

 Post 368

Aggiornamento e (utili) precisazioni per (tutti) i Lettori

Vuoi perché sono collocati (liberamente e legittimamente) nel vero paradigma dell’Olismo;

vuoi perché in essi c’è uno strettissimo rapporto tra la pratica e la teoria (quest’ultima sempre più richiesta e strategica e per mille motivi: cambiamenti climatici, nuove fitopatologie, nuovi scenari economici, nuovi bisogni giudiziari e legali, ecc.);

vuoi per la marcata presenza di euristica e di tendenza alla sperimentazione;

vuoi per tanti altri aspetti (che non sto qui ad elencare ma che è facile intuire e/o rintracciare nei miei scritti, ecc.);

sia il mio lavoro di Dottore Agronomo (i suoi contenuti soprattutto, ed i riscontri reali che poi inevitabilmente fanno il giro delle persone interessate), sia il mio attivismo intellettuale di cittadino (blog, libri, ecc.),  

si prestano a 3 ordini di fenomeni:

1.l’invidia altrui (con conseguente maldicenza, bastoni tra le ruote, ecc.);

2.il furto di idee;

3.i rapporti con i Media da una parte, e con la Politica, dall’altra.

Come vanno governati? Gestiti?

Per il primo ci sono, come sempre e da sempre, le mie risate e la mia ironia. E sono più che efficaci e più che sufficienti. Ma nel caso ce ne fosse il bisogno (non si può mai sapere), nel caso qualcuno superasse il limite e/o venisse scoperto e/o mi danneggiasse (bisogno che però, devo dirlo, non ho mai avuto finora,  specialmente in 14 anni di libera professione), ci sono e ci sarebbero gli avvocati. Serenamente e senza alcun problema. Di certo, la mancanza di serenità ed i problemi travolgerebbero (travolgerebbero) chi eventualmente io andrei a denunciare. Questo è poco ma sicuro. Ma tant’è.  

Per il secondo, c’è il diritto d’autore, gli accordi sottoscritti, ecc. Ma, anche qui, nel caso ce ne fosse il bisogno, ci sono e ci sarebbero gli avvocati. Serenamente e senza alcun problema. Per me. Ma per gli altri ….

Per il terzo, infine: a)nel mio lavoro, mi rapporto (da tempo) e mi rapporterò sempre ed esclusivamente ai miei clienti e ai miei committenti (privati o pubblici che siano. Per il settore pubblico, rapporti solo con i dirigenti e i funzionari).  Niente Media, niente Politica. Mi dispiace quindi per i giornalisti e per i politici, ma vi risponderò sempre di NO. Smettetela di provarci, dunque. Direttamente (o indirettamente, che è ancor più fastidioso). OK? Faccio di tutta l’erba un fascio? No, assolutamente. Si tratta, invece, di applicare un principio di precauzione visto che il 99% dei giornalisti è costituito da manipolatori - superficiali o finemente astuti - di fatti, dati, notizie, ecc.; visto che il 99% dei politici è costituito da “persone” senza più ideologia, solo al servizio dei propri interessi personali o degli interessi di chi conviene a loro, e quindi e comunque senza alcun riguardo per l’interesse collettivo ed il bene comune. Che poi i miei clienti /committenti vogliano o debbano rapportarsi al mondo dei Media e/o al mondo della Politica, facciano pure. Ci mancherebbe. Ma è cosa diversa. b) per quanto riguarda, poi, il mio attivismo intellettuale di cittadino lo affido esclusivamente ai miei scritti (blog, libri, ecc.). Niente parole. Del resto, chi mi conosce, sa della mia capacità dialettica anche orale, parlata. Per dire, che la scelta degli scritti è oggettiva: è il mezzo migliore, per comunicare certe cose.  

Bene.

Un carissimo saluto, a presto come da programmi precedentemente stabiliti e resi noti, e come sempre ad maiora! amici, ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)

giovedì 9 dicembre 2021

Sintesi - 7

 Post 367

Sintesi – 7

Cari Lettori, anticipo la pubblicazione di questo nuovo post (perché per merito e per fortuna, ho - e avrò - un Dicembre impegnatissimo!). Questa nuova rubrica “Sintesi” riprenderà all’inizio del Nuovo Anno, in Gennaio, e Vi accompagnerà (spero settimanalmente) per tutto il Nuovo Anno fino all’uscita del mio Nuovo Libro (il 29/12/2022). Sono e sarò sempre e comunque contattabile, da Tutti, e per ogni cosa (su WhatsApp: tel. cell. 389.4238195). Ma veniamo al tema di oggi:

come ben sapete, svolgo il mio lavoro (libera professione di Dottore Agronomo) anche e soprattutto nel settore giudiziario “in toto” (Tribunali sia civili, sia penali, sia amministrativi. Di Basilicata, Puglia, ecc.) in qualità di consulente tecnico (sia di parte – CTP – sia d’Ufficio – CTU). E da un bel po’ (9 anni). Anche perché in Agricoltura la casistica giudiziaria è ampia e variegata. E più di quel che il comune cittadino di solito immagina. Ma negli ultimi anni (per mille motivi e mille ragioni, che non affronto qui, ma nel mio Nuovo Libro sì)  anche di più di quel che gli stessi addetti ai lavori (agricoltori, agronomi, avvocati, ecc.) di solito immaginano o abbiano mai potuto immaginare.

Per dire e ricordare che l’esperienza in tali settori della Società non mi manca di certo ma che anche la conoscenza del contesto non è da meno. Anzi …. E di quest’ultimo aspetto – anche e soprattutto in veste di cittadino – mi occupo nel Nuovo Libro che vado scrivendo. A tal proposito, poi, mi sembra più che mai azzeccato ai tempi che corrono (comprese le cronache sempre più scottanti e che anche ultimamente non sono mancate su tutti i quotidiani nazionali) quanto già scrissi in questo blog – in tempi non sospetti, del resto, era il 2015 - e che oggi appunto Vi ripropongo.

Sembra qualcosa di “alieno” (tecnicamente e culturalmente) per l’Italia, ma in verità così non è. Anzi. Solo secondo un’ottica riduzionistica, infatti, si possono non scorgere i sottili ma importantissimi collegamenti tra la saggezza che ri-propongo e anche la nostra specifica situazione italiana. Anche a mo’ di rimedi (tecnicamente e culturalmente). Qui di seguito accenno, ma nel Nuovo Libro (anche grazie al supporto collaborativo di un amico specialista del settore), ne vedrete delle belle.

Ora Vi lascio alla ri-lettura di ciò che Vi ho annunciato, Vi saluto Tutti caramente, e a presto. Luca Fortunato (Matera):


L'Olismo giuridico di Dworkin

Ronald Dworkin (1931-2013) è stato un giurista e filosofo statunitense tra i più importanti del Novecento. La sua opera viene vista dagli esperti della materia soprattutto come l’esplicitarsi e lo svilupparsi di un’unica tesi di  base: la connessione tra il diritto e la moralità politica. Con Dworkin, infatti, viene abbandonato il vecchio paradigma che fa del diritto e della morale due sistemi separati ed indipendenti e si approda, invece, ad un nuovo paradigma che fa  del diritto una entità sia di tipo interpretativo perché basata anche sui valori etico-morali, sia di tipo olistico  perché irriducibile alle fonti formali (legislatore, magistratura,  amministrazione). Per Dworkin, infatti, il diritto è necessariamente inclusivo di valutazioni morali che, a loro volta, si giustificano in base alla loro accettazione da parte tanto della magistratura quanto dei cittadini nonché  sulla loro intrinseca validità in quanto aspetti sapienziali della comunità. In senso più tecnico, si tratta dei principi fondamentali inclusi nei sistemi costituzionali. Per Dworkin, in particolare, le regole o prescrizioni possono essere giuste o ingiuste mentre i principi possono essere solamente giusti in quanto nati da esigenze di giustizia. Lasciando al lettore interessato (addetto ai lavori o partecipante ai lavori o puro cittadino) gli approfondimenti del pensiero e dell’opera di Dworkin, è da ricordare che - come tutti i cambi di paradigma -  le sue originali tesi sono state oggetto di molte lodi ma anche di numerose critiche. Ma forse è proprio di questi opposti momenti dialettici che necessita la Nostra Società. Anche sulle leggi, sulle norme, sul mondo giuridico. Affinché, nello specifico ed in generale, si possa approdare - dinamicamente - a delle sintesi superiori e non rimanere – staticamente - nella autoreferenzialità delle singole tesi. Inoltre, le originali tesi di Dworkin dimostrano che anche nel Mondo della Legge esistono (e legittimamente, è proprio il caso di dirlo ….) posizioni diverse, paradigmi diversi. Semplificare, ridurre, omogeneizzare, standardizzare ecc. è sempre una strada irreale e irrealistica. La realtà è complessa. Ed una grande personalità come Dworkin ci ricorda che anche la Legge, e non solo la Scienza, non può evitare di confrontarsi con essa se da essa non vuole scollarsi. 

 

  

domenica 5 dicembre 2021

Sintesi - 6

 Post 366

Sintesi – 6

Post pubblicato lunedì 06/12/2021 ore 08.45 AM 

Problema Comunicazione: c’era prima della Pandemia, si è acutizzato in Pandemia.

Specialmente nel comunicare la Scienza e di Scienza. E sia da parte dei professionisti dell’informazione, sia da parte degli addetti ai lavori (scienziati, medici e via dicendo). Con Omicron poi, si è raggiunto il massimo! Hanno parlato di “cortocircuito informativo”. Giusto. Giusta constatazione e giustamente etichettata.

E ora? E quindi? E allora?

Si possono e si potranno fare tutte le “analisi” del caso e che, infatti, stanno facendo. Anche “auto-analisi”. Lodevoli, certo. Ma, in ogni caso, non ne stanno ricavando nulla di buono (come al solito, del resto). Perché? 

Ora, da umile cittadino osservatore e ascoltatore (ma con una certa esperienza di paradigmi e metodiche, da più di vent’anni ….), mi viene da dire questo:

il problema comunicazione è parte di un problema più grande, e dunque va contestualizzato nel problema più grande. Per trovare soluzioni vere.

Il problema generale (di cui il problema comunicazione è solo parte specifica e settoriale) è il problema della sintesi.

Problema della sintesi, o meglio della vera sintesi, che è presente in tantissime altre questioni in seno alla Nostra Società. Ovviamente. Ma che, anche su questo – Comunicazione, appunto – fa sentire forte la sua esistenza.

Ed il lettore ha due interi miei blog (questo e il vecchio) nonché i miei 3 attuali libri (del 2016, 2017, 2018), per ritrovare l’argomento sintesi. Ed il Nuovo Libro continuerà su tale ed importantissimo tema (e con nuove “chicche” davvero interessanti. Vedrete). 

Ad ogni modo, qui, ora, per l’occasione, ricordo solo e brevemente gli aspetti cruciali della questione (che valgono per il tema del post di oggi ma che valgono sempre, in generale). Che sono 6:

1. occorre saper distinguere e di fatto distinguere la vera sintesi dalle pseudo-sintesi (nel linguaggio comune si chiamano “sintesi” tante cose che invece sintesi non lo sono affatto. Gli accostamenti, le aggregazioni, le somme, le accumulazioni, i mucchi, le ammucchiate, ecc. così come i compromessi, le mediazioni, ecc. non sono sintesi);

2. la sintesi deve comprendere tutti gli aspetti, tutti i fattori, tutti i parametri, ecc. Così come tutte le voci, tutte le posizioni, tutte le tesi (anche contrastanti, anche scomode, quindi tesi e antitesi), ecc. In pratica, sia la “maggioranza”, sia la “minoranza” (anche perché, a volte, la minoranza potrebbe essere tale solo in termini quantitativi ma non anche in termini qualitativi; anche perché escludere la minoranza potrebbe essere illegittimo, illegale; ecc.);

3. nella sintesi è fondamentale richiamare e ricordare aspetti di base e premesse che molto spesso la gente comune ma anche gli addetti ai lavori tendono - man mano si va avanti, man mano si procede nelle questioni, man mano ci si allontana dall’inizio - a dimenticare e a perdere di vista. Disorientandosi e disorientando. Un esempio di aspetto di base e di premessa: la Scienza non dà verità assolute, non dà conoscenze incontrovertibili né definitive;

4. nel caso di sintesi da fare, da creare, a cui pervenire, come stadio finale (a differenza delle intuizioni olistiche che ci fanno arrivare nella nostra mente sintesi già intere e complete e che sono l’inizio del processo conoscitivo, “capovolto” rispetto all’ordinario), il processo di sintesi lega in modo intimo, organico e complesso tutti gli elementi esistenti portando gli stessi elementi ad essere superati e trascesi in un livello nuovo e superiore (la sintesi, appunto);

5.” La caratteristica essenziale dell’intuizione e che essa non divide il mondo in cose separate, come fa l’intelletto. E benché Bergson non usi queste parole, potremmo definirla sintetica piuttosto che analitica. In essa c’è una molteplicità “ (Bertrand Russell - filosofo, logico, matematico, scrittore);

6. “ Il razionale e l’intuitivo sono modi complementari della mente umana. Il pensiero razionale è lineare, concentrato e analitico. Esso appartiene al regno dell’intelletto, la cui funzione è quella di discriminare, misurare e categorizzare. La conoscenza razionale tende quindi ad essere frammentata. La conoscenza intuitiva invece si fonda su una esperienza diretta, non intellettuale, della realtà, che sorge in uno stato di coscienza dilatata. Essa tende alla sintesi, è olistica, e non lineare ” (Fritjof Capra – fisico, scienziato delle alte energie, scrittore).

(…… ah, ah, ah,…. me li immagino i professionisti dell’informazione e gli scienziati riduzionisti su queste cose, su queste verità e saggezze  ….. o non le conoscono veramente – e sono dunque  gravemente e veramente ignoranti ;  oppure fanno finta di non conoscerle – e sono dunque degli ipocriti e comunque di fatto ignoranti  davanti ai cittadini; oppure ancora,  le manipolano – e sono dunque degli imbroglioni. In ogni caso, possiamo stare tranquilli che se vedremo risolto il problema della comunicazione, sarà stato per l’applicazione di queste verità e saggezze olistico-intuitive  circa la sintesi (sua natura e sua pratica). Così come possiamo stare tranquillissimi che se non vedremo risolto il problema della comunicazione (come è altamente probabile che sarà …..), sarà stato per l’applicazione delle solite e viziate prassi riduzionistico-analitiche. E la “frittata comunicativa” ci sarà sempre e ancora una volta servita. Peccato, essere diventati – tutti e nel frattempo – allergici alle “uova” …… Rischieremo così uno shock anafilattico, o’ pardon, nessun problema, nel caso … sarà sempre possibile fare una bella endovena di epinefrina, per rimediare! No? …. E vai!  …… ah, ah, ah) 

Ma tutto il discorso, pone anche questo interrogativo. Chi deve fare la sintesi? Se vi sono, come spesso accade, diverse posizioni, diversi soggetti e che legittimamente esprimono la propria posizione, chi deve fare la sintesi? La risposta non può che essere così articolata:

a) ognuno, ogni persona, ogni singola persona, deve avere una formazione e una cultura multidisciplinare, interdisciplinare e multidimensionale, che favorisca nella sua mente, già nella sua mente di singolo soggetto, e quindi già nella sua vita e già nel suo lavoro, la complessità, la sintesi, l’olismo, l’intuizione, ecc. (e qui emerge chiaramente anche l’equivoco e l’impostazione sbagliata dello pseudo-olismo che sposta la multidisciplinarità, l’interdisciplinarità e la multidimensionalità a livello di più persone, ai gruppi di lavoro, ai tavoli, ecc. Come se sommando e accostando diversi e singoli specialisti di stampo analitico-riduzionistico si potesse ottenere il risultato sperato. Per fare una casa non basta ammucchiare mattoni. Giusto?);

b) poi, per questioni di particolari dimensioni (Pandemia, Cambiamento Climatico, Dissesto Idrogeologico, ecc.) creare appositamente, volta per volta, caso per caso, e al livello cruciale da individuare volta per volta e caso per caso, un nucleo di persone oliste o comunque ferrate in Olismo (teorico e pratico) – come da precedente punto a) – un collettivo, dunque, ma nemmeno troppo esteso (diciamo dalle 3 alle 5 persone) che già in proprio e normalmente – nel proprio lavoro, per esempio - praticano la vera sintesi, che si occupi di individuare tutte le “singole voci” e di farne la grande sintesi. E dando indicazioni per le applicazioni operative della stessa (come comunicare la grande sintesi ottenuta, per esempio).

La cosa è certamente complessa e difficile. Ma non è che percorrendo altre strade, semplificando, riducendo, ecc. si possa affrontare e gestire al meglio problemi altrettanto complessi e difficili. O no? E se non durante una Pandemia, quando? Se nemmeno durante una Pandemia (e che si prospetta ancora lunga … mah va’!) quando abbandonare il Riduzionismo, adottare l’Olismo, combattere lo pseudo-olismo? Del resto, a questa rivoluzione paradigmatica e metodologica o si arriverà con le buone (per convincimento e conversione culturale dei riduzionisti e degli pseudo-olisti, ed il mio personale e olistico contributo è in questa cornice che esiste) o si arriverà con le cattive (per la rabbia della gente). All’Establishment la scelta.

 

Arrivederci alla prossima settimana. Con la Sintesi n. 7.

E come sempre, ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)

  

sabato 27 novembre 2021

Sintesi - 5

 Post 365

Sintesi – 5

…. anticipo la pubblicazione di questo post (la settimana, infatti, decorrerà particolarmente ricca di impegni lavorativi. Per merito e per fortuna. Un bel “concentrato” prima della meritata pausa natalizia…. E ad maiora!

Cari Lettori, chi di voi conosce bene questo blog (così come il mio vecchio blog, così come i miei 3 attuali libri) sa bene quanto io citi ed utilizzi lo straordinario lavoro di Albert Einstein. Mostrando di esso anche i caratteri olistici: 

intuizione; deduzione, dal generale al particolare; dalla mente umana alla Natura; dalla teoria ai fatti; dall’intero ai dettagli; immaginazione euristica; il singolo individuo chi intuisce ed elabora da solo e poi mostra i risultati alla comunità; un tecnico – dell’Ufficio Brevetti - di fatto scienziato divenuto solo poi - a risultati già avuti - formalmente scienziato – nell’Università; la Matematica che subentra dopo, a formalizzare intuizioni e concetti liberamente creati; la sintesi intuitiva sempre maggiore delle analisi di essa, delle sue razionalizzazioni; la presenza di un quid intuitivo-conoscitivo in più, “sfuggente” ma determinante; gli aspetti biografici, personali e caratteriali determinanti nel lavoro; sguardo unitario, sintetico e univoco sulla Natura: equivalenza massa-energia, tempo quarta dimensione dello spazio, ecc. ecc.).  

Oggi, riprendiamo (ed ampliamo) un approfondimento in merito alla relatività einsteiniana (che tornerà utile anche per la lettura del Nuovo Libro che vado scrivendo. Vedrete poi, in esso, le particolarità dei collegamenti, la loro attinenza e la loro importanza). Ma ora, domandiamoci:

la relatività einsteiniana (ristretta e generale), c’entra anche con il nostro quotidiano? Riguarda anche le nostre scale dimensionali? Ha a che fare anche con le nostre basse velocità? Con la nostra “normale” vita? E con l’esistenza di ciò che “normalmente” ci circonda (oggetti, piante, animali, ecc.)?

La risposta è SI.

Contro l’ignoranza e la superficialità di molti, la risposta è SI.

Albert Einstein non c’entra solamente con le stelle, i pianeti, le galassie, l’Universo, la velocità della luce, ecc.. L’errore (scientifico ma soprattutto culturale) di molti (anche addetti ai lavori, aimè) è quello di credere che Einstein valga solo nell’infinitamente grande e nell’infinitamente veloce e per certi aspetti anche nell’infinitamente piccolo. Quando, invece, le cosa è ben diversa, e precisamente:

nell’infinitamente grande e nell’infinitamente veloce, e per certi aspetti anche nell’infinitamente piccolo, gli effetti relativistici previsti dalle teorie di Einstein sono facilmente, o comunque maggiormente, comprensibili e/o evidenti. Ma essi ci sono sempre e ovunque. Anche su scala quotidiana. Nostra e delle nostre cose, diciamo così. Dove sono certamente più difficili da comprendere e/o da rilevare. Ma non è che non esistano! O non ci siano! O non agiscano! Anzi, ….. E su certi fenomeni anche del Nostro Tempo e dello nostre Cronache, è davvero un brutto erroraccio – di stampo riduzionistico, guarda un po’ – ignorarli. Non sono affatto trascurabili. Erroraccio da parte dell’Establishment – guarda un po’……. I cui conti, previsioni, gestioni e quant’altro proprio non tornano.

(…. ma gli accademici dell’Establishment … di che cosa si occupano? E i giornalisti dell’Establishment … che cosa e come comunicano? E i professionisti dell’Establishment …. ma cosa diavolo mai vanno applicando? E tutti gli attuali politici? Qui lasciamo perdere, stendiamo un pietoso velo, e ridiamo …… Ad ogni modo, considerando l’intero “panorama” tratteggiato, speriamo solo che ad incontraci sia il caso positivo – cioè la Fortuna – e non il caso negativo – cioè la Sfortuna. Perché a vedere la “scienza” che circola in giro – in merito alla Pandemia più galoppante e più mutante rispetto alle loro “previsioni”; in merito agli alberi in Città; in merito al Territorio inzuppato d’acqua, ecc. ecc. ecc. – non ci resta che affidarci ad “entità superiori extra-umane” – siano esse religiose o meno ….. siano esse per atei o per credenti …..)   

Ma ecco degli esempi (qui solamente indicati o brevemente commentati, che poi il lettore volenteroso potrà approfondire per conto proprio sia nel Web, sia su un buon libro di Fisica, ecc.) di “relatività einsteiniana quotidiana” …. che definiamo così solo per capirci. Perché, in verità, la Realtà è unica ed intera:  

1.il funzionamento dei sistemi GPS (dell’auto, dello smartphone, della trattrice agricola, ecc.);

2.il colore giallo dell’oro (tenete presente una fede nuziale?, una catenina?, ecc. ecc.);

3.lo stato liquido del mercurio (tenete presente il classico termometro per misurare la nostra temperatura corporea?);

4.il funzionamento degli elettromagneti (per esempio, quelli dei tralicci della luce);

5.il funzionamento dello schermo dei vecchi televisori (a raggi catodici);

6.l’energia nucleare (e qui abbiamo un bel problema. Benché sia una prova - e che prova! - dell’esattezza delle intuizioni di Einstein, era il caso di farne una tecnologia? Arrivare addirittura a creare bombe nucleari? E centrali nucleari? No, certamente.  Come esemplificato dal comportamento - non affatto contraddittorio ma anzi enormemente saggio ed etico - dello stesso Einstein che - più volte, nella sua vita – si è opposto allo “sfruttamento” energetico e/o militare di  E=mc2 . Una equazione bellissima, che spiega anche altre mille cose della Realtà, che può essere applicata in altre e per altre mille cose, ……);

7.un sasso (o qualsiasi altra cosa: goccia d’acqua, albero, mela, ecc.) che cade a terra. Su questo ascoltiamo direttamente A. Einstein: “Se lasciamo cadere a terra un sasso e ci chiediamo il perché del fenomeno, in genere rispondiamo: perché esso è attratto dalla terra. La fisica moderna dà una risposta alquanto diversa, giacché lo studio dei fenomeni elettromagnetici ci impone di concludere che in natura in ogni azione a distanza interviene un mezzo intermediario. Per esempio, se una calamita attrae un pezzo di ferro non ci si deve limitare a credere che essa abbia una diretta azione sul ferro attraverso lo spazio vuoto, ma si deve immaginare, con Faraday, che esso suscita nello spazio circostante una certa realtà fisica che si chiama "campo magnetico. Ed è questo campo che agisce sul pezzo di ferro, e lo fa muovere verso la calamita. In modo analogo si concepisce anche la forza di gravitazione. La terra agisce sul sasso indirettamente: essa produce intorno a sé un campo di gravitazione che agisce sul sasso e ne provoca la caduta”.

Insomma, l’idea è ben resa.

E specialmente per le scienze non esatte (Biologia, Medicina, Agraria, Geologia, ecc.) continuare – da parte della maggior parte degli addetti ai lavori – a contestualizzarle e a viverle nella cornice della Fisica Classica e non invece come dovrebbe essere fatto nella cornice delle Fisica Moderna (relatività einsteiniana, appunto, ma anche fisica quantistica) va ad aggiunge alla loro già costitutiva ed ineliminabile non-esattezza ulteriori fattori di non-esattezza (e questi, sì che invece sono eliminabili). La Società può ancora permettersi questo?  

E come se non bastasse, la Società può permettersi anche alcune contraddizioni? Una per esempio: ci sono persone che (nella loro vita, nel loro lavoro, nella loro professione, ecc.) utilizzano il GPS ma disattendono Einstein! Utilizzano una tecnologia che funziona grazie ad Einstein ma disattendono Einstein sul piano teorico, paradigmatico, metodologico, scientifico, tecnico, culturale, ecc. La Società può ancora permettersi queste tipologie di “schizofrenia” ? 

Arrivederci alla settimana del 6 dicembre, con la Sintesi n. 6.

Luca Fortunato (Matera).

 

 

domenica 21 novembre 2021

Sintesi - 4

 Post 364

Sintesi – 4

pubblicato il 22/11/2021 ore 08:50 AM

Anche quest’anno la Giornata Nazionale degli Alberi (21 novembre) è passata nella più totale demagogia, con i soliti “bla bla bla”. Mentre e paradossalmente le cronache, sia locali sia nazionali, ci restituiscono le solite e tristi notizie in merito agli alberi, in particolare in merito agli abbattimenti arborei. In calce al post, ri-propongo il fondamentale schema paradigmatico e metodologico in merito agli alberi, ma ora vi dico di più:

nel Nuovo Libro, mostrerò, dimostrerò e denuncerò un aspetto particolare e molto grave in merito agli alberi e che è collegato anche al numero sempre significativamente alto di abbattimenti arborei. E cioè questo: ci sono dei Committenti (sia privati sia pubblici) che in merito alla valutazione di stabilità degli alberi indicano una particolare metodologia, un particolare protocollo, un particolare schema, ecc. (tra i tanti esistenti) che il tecnico incaricato dovrà seguire per il suo lavoro di valutazione degli alberi. Un “obbligo di fatto” che è illegittimo (lo dimostrerò nel Nuovo Libro); un condizionamento professionale che è grave sotto l’aspetto sia scientifico sia deontologico (lo dimostrerò nel Nuovo Libro). La scelta metodologica e paradigmatica è e deve essere una prerogativa del tecnico incaricato, sotto ovviamente la sua piena responsabilità, ma sempre e comunque libera (tutto nel Nuovo Libro, con documenti e supporti anche di un certo tipo. Vedrete).

Ma vi dicevo anche di un altro aspetto della questione: il numero sempre significativamente alto di abbattimenti arborei, che le cronache ci restituiscono. Che va valutato ovviamente in percentuale e non in assoluto. Su tot alberi valutati quanti ne sono stati valutati da abbattere? Ebbene, come ben sapete (anche dai miei libri) la mia metodica olistica assicura una percentuale di abbattimento intorno al 10% (su 10 alberi – di un filare arboreo, per esempio, 1 albero da abbattere; su 30 alberi - di un gruppo arboreo, per esempio, 3 alberi da abbattere; su 1000 alberi – di una Città, per esempio – 100 da abbattere). Il 10%.

 Ma vi siete presi la briga di vedere quant’è la percentuale di abbattimento delle altre metodologie? Dalle cronache che io ho seguito (e che mostrerò nel Nuovo Libro, con dovizia di particolari) siamo su percentuali che mediamente vanno dal 40% all’80% !!! e in alcuni casi – sempre più frequenti, vedrete – addirittura dal 90% al 100% !!!??!!

Il motivo? Si tratta sia del solito Riduzionismo tecnico-scientifico (vedere schema in calce al post) ma anche di qualcos’altro (come ho fatto intravedere al lettore in questo post). Comunque, leggerete tutto nel Nuovo Libro. Abbiate fede!  

Vi saluto con lo schema di sempre, dandovi appuntamento alla settimana prossima con la Sintesi n. 5. Sperando che lo schema entri nella zucca dura di alcuni. Per il bene degli Alberi (ma anche per il bene Nostro, che sotto gli alberi, camminiamo, sostiamo, ecc.):

posti: A (albero), C (chioma: branche, rami, foglie ecc.), F (fusto: corteccia, libro, legno ecc.), R (apparato radicale), abbiamo:

1. Paradigma del Riduzionismo: l’albero è un sistema vivente di tipo biomeccanico. Pertanto, l’albero è una entità riducibile, riconducibile, uguale alla somma delle sue parti costitutive: A = C + F + R . I fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dal Seicento fino alla fine dell’Ottocento/primi anni del Novecento (Meccanicismo: abiotico e biotico). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo analitico, induttivo, algoritmico, razionale, lineare (esempi: divisione in generi e specie, per la classificazione botanica; metodologie VTA, SIA, SIM, TSE, per la valutazione di stabilità; nesso di causa/effetto tra microorganismo e malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista, uso dell’analisi, uso dell’induzione, uso integrativo della tecnologia, uso dell’algoritmica anche per le conclusioni (si inquadra il caso in esame in schemi prestabiliti: tabelle, classi ecc.). Scienze di base: fisica classica, biologia, bio-fisica;

2. Paradigma dell’OLISMO: l’albero è un sistema vivente di tipo complesso cioè è un organismo vivente e quindi è dotato anche di proprietà e dinamiche di tipo emergente (come da Emergentismo). Pertanto, l’albero è una entità maggiore della somma delle sue parti costitutive: A = (C + F + R) + q . Dove q simboleggia il quid emergente (semplice o composto) dell’albero. Ed ogni albero ha il suo quid, sia se è un albero isolato sia se è un albero come componente di un nucleo arboreo (gruppo, filare, bosco, pineta ecc.). In quest’ultimo caso il quid dell’albero singolo è particolarmente determinato influenzato dalle caratteristiche del collettivo, del Tutto (nucleo arboreo). I Fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dai primi del Novecento a tutt’oggi (Organicismo e Vitalismo). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo sintetico, deduttivo, euristico, intuitivo, non-lineare (esempi: esistenza di “tipi”, per la classificazione botanica; metodica V.O.S.A. - autore Luca Fortunato - per la valutazione di stabilità; pool di cause e concause per l’insorgenza di una malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista anche ed eventualmente integrata dall’uso degli altri 4 sensi, uso della percezione, uso dell’intuizione, uso della deduzione, uso discrezionale della tecnologia, uso dell’euristica anche per le conclusioni (in funzione della specificità del caso in esame si valuta se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti o se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti da modificare o se occorre creare nuovi schemi interpretativi). Scienze di base: fisica moderna, biologia, ecologia, teoria dei sistemi, neurobiologia vegetale, teoria della complessità.

Luca Fortunato (Matera)

 

venerdì 19 novembre 2021

Aggiornamento su Xylella

 Post 363

Aggiornamento su Xylella

Cari Lettori, Vi informo cha da oggi in poi, l’argomento Xylella-CoDiRO lo troverete solo nel mio Nuovo Libro e con novità davvero importanti (dunque protetto dal diritto d’autore, così come lo è già nei miei libri precedenti). E lo troverete eventualmente (se qualcuno vorrà) nell’ambito del mio lavoro d’agronomo (e dunque protetto dalle leggi del caso). Il motivo è presto detto (bellissimo ma anche delicato):

come ho evidenziato nel precedente post n. 362, nel punto 2, dall’anno scorso, ma di più nel corso di quest’anno, e ancor di più proprio in questi ultimi giorni, sono arrivate prove di validità della mia teoria olistica in merito al disseccamento degli ulivi.  Così come è arrivata prova di validità del mio protocollo sperimentale circa i rimedi tecnico-agronomici (che, ricordo sempre, non sono rimedi curativi. Sono invece rimedi per una convivenza la più virtuosa possibile con la malattia in atto cioè per prolungare il più possibile la vita degli ulivi colpiti e/o per contenere il più possibile la percentuale di perdita di ulivi. Non c’è cura per il disseccamento degli ulivi, né ci potrà mai essere come si deduce dal concetto di stress medio presente nella mia teoria, in formula matematica Sm). È tutto nel Nuovo Libro. Non vi preoccupate! Un anno di pazienza e leggerete tutto.

E circa la prevenzione della malattia? Malattia non ancora in atto? Dunque sempre sul fronte non-curativo? E che per la particolarità della mia teoria, la prevenzione è sempre una forma di convivenza? E,…. qui, amici cari, novità nella novità! Ed anche qui, è tutto nel Nuovo Libro. Non vi preoccupate! Un anno di pazienza e leggerete tutto, anche in merito a ciò.

Insomma, è bellissimo, come dicevo. Ma è anche cosa delicata. No? Per questo ultimo aspetto, quindi, ho anche contattato un legale di mia fiducia, che è stato informato di tutto, che ha tutte le mie carte, foto, calcoli, ecc., e che è pronto ad intervenire casomai a qualcuno gli venisse in mente di fare il furbo o di agire comunque in modo scorretto. Ho depositato tutto e depositerò man mano la cosa si aggiorna (in termini di miei scritti, di miei lavori, di ulteriori prove dovessero sopraggiungere, di sviluppi vari, di notizie, ecc.) ecc. Non si sa mai.

Al contempo, invito ancora una volta, e anzi ora a maggior ragione, chiunque volesse contattarmi, a farlo. Se mi si vuole contattare, ma vi sono timidezze o scetticismi o  credenze di doversi attenere a formalismi, ecc., invito a vincere eventuali timidezze o scetticismi o false credenze, ecc. Basta muoversi con lealtà, rispetto e correttezza, e niente è precluso. Anzi, tutto si apre! Poi ci si siede ad un tavolo e, insieme, ci si viene incontro, nei limiti del possibile. Per quanto mi riguarda, fermo restando la teoria, il protocollo e la sua applicazione in funzione del singolo uliveto (aspetti che già per loro definizione non si potevano modificare, ma che ora, con prove della loro validità, sono giustamente diventati intoccabili!), su tutto il resto (di operativo, di logistico, di strumentale, di organizzativo, di commerciale, di comunicativo, ecc. ecc. ecc.), avoglia a trovare compromessi! Nel senso positivo del concetto, ovviamente. Sintesi delle esigenze. Perché no?

Bene.

Ora, nel salutarvi, vi ricordo il prosieguo della Nuova Rubrica “Sintesi”, con la n. 4, la settimana prossima. A prestissimo, quindi. E come sempre ….. ad maiora! (… ma stavolta, …. è proprio il caso di dirlo!)

Luca Fortunato (Matera)

fortunato.luca73@libero.it

lucaf73x@gmail.com

WhatsApp: 389.4238195

domenica 14 novembre 2021

Sintesi - 3

 Post 362

pubblicato lunedì 15/11/2021 ore 02:00 AM

Sintesi – 3

Precisazioni olistiche su: Pandemia Covid, Xylella, Clima.

Come è noto, più aumenta il tuo successo, più aumentano i tuoi nemici. Non che io debba difendermi da loro (e qui per giunta). Le loro “argomentazioni” sono talmente vuote e deboli (sono dettate infatti dalla sola invidia) che mi viene solo da ridere …. Ma ritengo, per Voi Lettori del blog, tutti Voi lettori, che siete tanti e di diversa tipologia, ritengo, dicevo, utile qualsiasi occasione di chiarezza, che possa essere anche un punto di riferimento, visto che il blog tratta di argomenti tosti, difficili e complessi. E che per questo possono essere anche oggetto di distorsioni e/o di speculazioni. Con questo intento, e solo con questo intento, dunque, vado qui di seguito a chiarire alcuni “punti” particolarmente “vivi”, diciamo così. Lo faccio volentieri, e senza fatica per giunta.

1.io sono vaccinato (ho fatto le due dosi previste per il tipo di vaccino che mi hanno indicato) ed ho dunque il mio bel Green Pass. E allora? Io comunque non sono mai stato d’accordo su quanto è stato fatto, e non sono d’accordo su quanto ancora si fa, in merito alla Pandemia, come ho più volte già evidenziato in questo blog. Non bisogna essere necessariamente No Vax per non essere d’accordo! Le cose sono complesse. Ci sono anche le questioni paradigmatiche. Io, per esempio e per l’appunto, sono un “olista Pro Vax” (se così posso auto-etichettarmi, per farmi capire) ma in disaccordo con la gestione riduzionistica  (sanitaria ed economica) che fino ad ora ci hanno propinato. E nel Nuovo Libro mi spiegherò molto più dettagliatamente ed approfonditamente. E con supporti documentali di un certo tipo. Vedrete. Del resto, la quarta ondata in corso dimostra due cose, apparentemente contraddittorie ma che in realtà sono due facce della stessa e complessa medaglia (e che danno ragione all’Olismo e torto al Riduzionismo): a) livello individuale-personale: il vaccino serve per non contrarre forme gravi della malattia; b) livello collettivo-sociale (Società): il vaccino (vuoi per le varianti del virus, vuoi per la comunque contagiosità dei vaccinati, vuoi per la non obbligatorietà vaccinale, ecc.) non è sufficiente. Vaccino sì, e tutto il resto? Scomparso? Ammorbidito? Erroraccio da Riduzionismo! Siamo infatti e appunto alla quarta ondata e alla terza dose vaccinale. Sempre ad inseguire (induttivamente) i fatti? Mai a pensare di prevenirli (deduttivamente)? E fino a quando? E, in ogni caso, a che prezzo?

2.riguardo agli ulivi che ancora disseccano in Puglia, nella mia teoria olistica – precisamente nel pool multifattoriale – che in formula matematica è P - c’è – e c’è sempre stato - anche il batterio Xylella fastidiosa e il suo principale vettore sputacchina (basta leggere per bene e per intero i miei 3 libri “Esempi d’Olismo”, 2016- 2017- 2018). Ma nonostante questo, io spiego la cosa in modo diverso dal riduzionistico (meccanicistico e deterministico) rapporto lineare di “causa-effetto” (batterio-disseccamento), come è noto. E mi dispiace per i miei “nemici”, ma come già vi erano indizi di validità della mia teoria (negli anni 2016-2018), ora, anni 2020- 2021, sono arrivate anche ben 3 prove della sua validità. Prove.  Avete letto bene. Due prove di validità in merito alla teoria in sé (spiegazione del disseccamento, poi formalizzata anche in modello matematico) ed una prova di validità in merito ai rimedi tecnico-agronomici (che dalla teoria discendono). Il tutto, nel Nuovo Libro. Vedrete (vedranno). E forse altre prove, su altri ulivi pugliesi, arriveranno per la fine dell’anno prossimo, per l’uscita del Nuovo Libro. Chissà. Per dire, ad ogni modo, che non bisogna essere necessariamente complottisti e/o negazionisti per pensarla diversamente sul disseccamento degli ulivi. Io, per esempio e per l’appunto, che non sono né un complottista  né un negazionista sono però un olista (e agronomo, quindi sto nel mio mestiere sugli ulivi e loro malattia) e del batterio vedo certamente un ruolo nell’insorgenza del disseccamento su alcuni ulivi, ma è un ruolo diverso e secondario, con relative implicazioni, significati, ecc. Come è noto. Altri fattori, a mio avviso, sono ben più determinanti nell’insorgenza del disseccamento. Come è noto. Ma ora, dicevo, sono giunte anche prove di validità (non solamente indizi di validità) in merito alla mia teoria, al mio protocollo sperimentale, ecc. Sapevo di essere nel giusto, ma ora ne ho la certezza. Così come ne hanno certezza coloro che hanno sempre creduto in me e/o coloro che hanno sempre e comunque lasciato una porta aperta alla mia teoria (e coloro, invece, che l’hanno sempre tenuta chiusa? Nonostante la teoria venisse da un addetto ai lavori (agronomo)? Nonostante i numerosi indizi di validità? Per qualcuno di responsabilità, si configurano reati per questi suoi comportamenti evitanti? Vedrete nel Nuovo Libro). D’altra parte, ci sono ancora media (anche professionali, vedrete nel Nuovo Libro) che chiamano “virus” la Xylella fastidiosa! Tra batteri e virus vi è una tale e abissale differenza, che tali “tastiere umane” più che andare dietro a fantasie di complotto o di negazione, farebbero bene ad aprire qualche libro di Scienze (anche delle Scuole Medie, andrebbero bene. Non è necessario che si sforzino su testi universitari di Biologia o di Agraria, ecc.). Così come, sia non-addetti ai lavori, sia addetti ai lavori (sorprendente, vero?) farebbero bene ad aprire qualsiasi libro diverso ma altrettanto autorevole in merito ai concetti di “salute” e di “malattia” (giusto per rimanere nel mio campo, cioè la salute e la malattia delle piante, e giusto per ri-dare l’idea a Voi lettori: per l’Olismo, non esistono “malattie radicali”, “malattie fogliari”, “malattie dei frutti”, “malattie dei vasi” ecc. Esistono piante malate cioè malate per intero che manifestano - a volte anche a seconda del contesto - segni e sintomi a carico di parti (foglie, radici ecc.). E’ ben diverso. La malattia (da non confondere ovviamente con la lesione) è sempre sistemica, totale. Così anche la guarigione. La cosa ovviamente ha ricadute metodologiche e operative enormi. La diagnosi viene completamente rivista. Così come la prognosi (previsione), così come la terapia. Ovviamente, la cosa davvero enorme e rivoluzionaria è che non è corretto nemmeno inquadrare la cosa in modo riduzionistico dal punto di vista delle cause. Secondo l’Olismo, infatti, non esistono “malattie virali”, “malattie batteriche”, “malattie fungine” ecc. Ci sono i virus, i batteri, i funghi ecc. Li troviamo effettivamente sulle piante malate e nelle piante malate ecc. Ma  quali sono i rapporti di causa/effetto? O anche di causa/effetti? O ancora di cause/effetto? Se non di cause/effetti? L’Olismo non commette l’errore di  ridurre tali rapporti a rapporti lineari ma li intende in modo non-lineare perché intesi in modo emergente (vedi Emergentismo) anche e soprattutto per l’enorme ruolo che gioca sempre la componente ambientale (che è sempre molto complessa ed eterogenea e comprende anche l’aspetto antropico) nell’insorgenza della malattia. E che va sempre rapportata alla componente genetica. Ma anche una lesione (a cui accennavo prima, sempre e comunque distinta dalla malattia propriamente intesa) è sempre sistemica, totale: se taglio le radici, anche le lontane foglie ne risentono. Se taglio le foglie, anche le lontane radici ne risentono. Se urto il fusto, anche i fiori ne risentono. E così via ……. Non esistono lesioni “localizzate”. Esiste una pianta intera lesionata in un punto. È ben diverso. Ma non esistono nemmeno trattamenti “localizzati”. Se irroro le foglie ne risente l’intera pianta. Se concimo il suolo ne risente l’intera pianta. Se poto un ramo ne risente l’intera pianta (figuriamoci se  ne “capitozzo” la chioma !). Se non poto un ramo da potare ne risente l’intera pianta (e sia se cade tutta intera, sia se a cadere è  solo quel ramo). Figuriamoci se tratto l’ambiente o rado al suolo un intero ambiente o ecc. ecc. ecc.).  

3.riguardo alle cause degli attuali cambiamenti climatici, di fatto, esiste lo scenario che segue. Le varie e diverse posizioni in merito, possono essere così riassunte: tesi n. 1: origine naturale (ciclo naturale di cambiamento del clima, come altre volte nella Storia del Pianeta); tesi n. 2: origine antropica (le attività umane – in particolare con le emissioni di CO2– hanno causato il cambiamento climatico); tesi n. 3: origine ibrida (naturale e antropica: l’attività umana e la presenza umana, particolarmente accentuate negli ultimi 100 anni, hanno provocato una reazione naturale – di difesa, una specie di “febbre” - dell’Ecosistema, come compatibile con l’Ipotesi Gaia). Personalmente, mi ritrovo nella tesi n. 3. Che, non a caso, è una tesi olistica. Anzi, è l’unica tesi olistica. Ma a parte questo, a parte la mia personale precisazione-collocazione, quanti sono i media che si occupano dell’intero scenario? Di tutte e 3 le tesi? Che mi risulti, nessuno. Nessun media. E forse anche di questo dovremmo iniziare a occuparci seriamente. Tutti noi, ….. cittadini! O no? Che sintesi mai si potrebbe trovare se non si dà voce a tutte le voci? Sono 30 anni infatti che abbiamo solo dei “bla bla bla”. Anche a causa di una informazione parziale e, di conseguenza, di una coscienza collettiva parzialmente informata e quindi parzialmente formata. Anche perché una cosa sono i rimedi e le prospettive che discendono dalla tesi 1 (in pratica, accettare il corso degli eventi …!); altri sono i rimedi e le prospettive che discendono dalla tesi 2 (“sviluppo sostenibile” in generale e riduzione delle emissioni di CO2 in particolare, con calcoli deterministici! e tempi medio-lunghi ma prevedibili! di rimedio…..); altri ancora sono i rimedi e le prospettive che discendono dalla tesi 3 (vedasi, ad esempio, il mio Terzo Libro “Esempi d’Olismo” – 2018). Si tratta di enormi differenze teoriche che hanno enormi e differenti risvolti (pratici, applicativi, tecnici, progettuali, strategici, sociali, economici, umanitari, psicologici, comportamentali, ecc.).   

Morale della Favola:

questo tipo di precisazioni, tutte e 3 le precisazioni (in medicina umana in merito alla Pandemia, e vi ho parlato da cittadino; in medicina vegetale in merito al fenomeno Xylella-CoDiRO, e vi ho parlato da agronomo quindi da addetto ai lavori; in“medicina planetaria” in merito ai cambiamenti climatici in sé, e vi ho parlato e basta … tanto gli altri son sempre e comunque dei “bla bla bla”), è bene siano avvenute, visto che ignoranti e/o speculatori in tal senso, ci sono in giro. Superficialoni (spesso da tastiera, anche professionale purtroppo) che meriterebbero una lezione (di Olismo e non). E l’avranno. Tempo al tempo. E nelle sedi opportune.

Certo, esistono soggetti (e tra i più disparati) che fanno un uso distorto e modaiolo del sostantivo olismo e del suo relativo aggettivo, olistico, legandoli in modo superficiale, e più che altro secondo una furbizia commerciale e comunicativa, a cose che sono invece molto serie e importanti (filosofie orientali, per esempio).

Così come esistono soggetti pseudo-olistici che usano, per esempio, l’aggettivo olistico slegandolo dal significato del sostantivo olismo e dunque usano l’aggettivo olistico solo come falso sinonimo di “integrato” o di “globale” o di “360°” o di “completo”, o di “multidisciplinare”, ecc. distorcendone e depotenziandone il vero significato (una fesseria tanto lessicale, quanto sostanziale, ma che per qualcuno potrebbe configurasi anche come reato, vedrete nel Nuovo Libro). Di questi pseudo-olisti, c’è chi addirittura definisce “olistico” lo sviluppo sostenibile! Niente di più sbagliato. Lo sviluppo sostenibile è certamente integrato ma non è anche olistico. È  facile da dimostrare (anche con supporto bibliografico autorevole). Vedrete nel Nuovo Libro (vedranno).

Ma tutte queste forme di distorsione che cosa vogliono dire? Cosa vorrebbero dire? Assolutamente nulla rispetto agli altri, cioè ai veri olisti – come me - che invece fanno un uso corretto, documentato, bibliografico, proprio, storico, scientifico del sostantivo olismo e del relativo aggettivo, olistico.

I superficialoni si occupassero di altro, di tanto altro, ma non certo di Paradigmi di Conoscenza e di Metodo (Riduzionismo, pseudo-olismo, Olismo). Si tratta di cose serie, troppo serie. Su cui la Società si sta giocando troppe cose. Troppe.

Anche perché, almeno per gli argomenti di questo post, è da notare che siamo sempre nell’ambito della Scienza. E a tal proposito vanno spese due significative parole: una cosa è la Scienza, altra cosa sono le Istituzioni scientifiche. Non si faccia confusione. Una cosa è la Scienza, che è libera, (lo dice anche la Nostra Costituzione). E chiunque può farla. Chiunque può intuire verità scientifiche. E chiunque ha il diritto di ragionare su di esse, di manifestare il suo pensiero in merito, ecc. E le competenze? Sono  molto relative: lo sappiamo, no, che, per esempio, vi sono illustri veterinari che si occupano non solo dell’origine della Pandemia (dovendosi trattare di una zoonosi, ci può stare) ma anche e proprio della salute umana in Pandemia! E quindi a meno di non volere sostenere una certa forma di “abusivismo professionale”, non resta che riconoscere l’assoluta relatività ed indicatività delle competenze. Altra cosa sono le Istituzioni scientifiche, che possiedono e gestiscono, più che altro, gli apparati spesso tecnologici per un certo tipo di sperimentazioni e/o produzioni. Non si faccia confusione. Una cosa sono le conoscenze scientifiche e il loro progresso (che può avvenire da parte di chiunque) altra cosa è la loro validazione sperimentale, la loro applicazione, ecc. (che non può avvenire da parte di chiunque, ovviamente). Ma anche su questo, sarò più preciso nel Nuovo Libro. E con risvolti davvero inediti quanto fondati. Vedrete.  

Insomma, è giunto il Tempo (per Tutti) del vero cambiamento paradigmatico (abbandonare il Riduzionismo, adottare l’Olismo, combattere lo pseudo-olismo) e, contemporaneamente, il Tempo di pagare il conto (per coloro che è giusto che lo paghino). Personalmente, ho sempre dato, e ora con il Nuovo Libro darò ancora di più, il mio contributo.  

Ad maiora! E vi ricordo, il prosieguo di questa Nuova Rubrica “Sintesi”, con la numero 4, la settimana prossima. Un carissimo saluto e a prestissimo.

Luca Fortunato (Matera).   

 

lunedì 8 novembre 2021

Sintesi - 2

 Post 361

Sintesi – 2

…. proseguendo con la Nuova Rubrica (vedi precedenti post n. 359 e n. 360):

Della mia personale biblioteca, ri-segnalo Oggi, a Tutti Voi Lettori, un libro grazie al quale ho appreso cose nuove ma grazie al quale ho anche trovato  conferma di tanti miei cavalli di battaglia. Il libro si intitola “Quando i numeri ingannano – Imparare a vivere con l’incertezza” di Gerd Gigerenzer, scienziato cognitivo, psicologo, dell’Istituto Max Planck di Berlino ed edito da Cortina. Il libro – che consiglio davvero a tutti  – mette in luce un problema enorme: medici, avvocati, magistrati, politici, professionisti, imprenditori, amministratori pubblici, giornalisti, comuni cittadini usano, citano, manipolano, portano a prova dati statistici senza avere le giuste competenze per valutarli criticamente.

Presentati come “oggettivi” e “certi”, in realtà di quei dati statistici se ne ignora o se ne dimentica – da parte di comuni cittadini ma anche da parte di addetti ai lavori ed è qui il vero guaio - l’origine o meglio la natura dell’origine e dunque il significato o meglio il vero significato. La maggior parte delle persone, non riuscendo a staccarsi dal bisogno ossessivo ed iper-razionalistico di certezze e di avere certezze – così caratteristico della cultura occidentale e del Riduzionismo specialmente scientifico – guardano a tutto ed anche ai dati statistici in modo distorto cioè “certo”, “oggettivo”, “vero”, “determinato”, “preciso” ecc. arrivando- come evidenzia il libro – all’”illusione di sapere”. E arrivando a prendere decisioni sbagliate. Che, come ben evidenzia il libro, soprattutto in certi ambiti della Società come l’ambito medico e l’ambito giuridico possono avere conseguenze gravi.

Tutto ciò perché la maggior parte delle persone  (cittadini e professionisti e ad ogni livello) non è attrezzata ad affrontare l’incertezza, il probabile, il ragionamento probabilistico, le previsioni probabilistiche, il relativo ecc. Vere essenze dei dati statistici perché vere essenze della Realtà.

Del resto, ho sempre pensato e ho sempre sostenuto – per studi uniti ad esperienze ma soprattutto al buon senso - che la Statistica e i suoi dati sono neutri e neutrali. Tutto dipende da come li si usa, da come li si contestualizza, da come li si interpreta. Ed il libro conferma proprio questo.

Per quanto riguarda specificatamente la mission di questo blog, vedo - ancora una volta  - l’Olismo essere più saggio e più attrezzato del Riduzionismo. Se infatti i dati statistici vanno non solo interpretati (e mai usati tal quali) ma vanno per giunta interpretati correttamente, vuol dire che essi vanno soprattutto contestualizzati. E cosa se non l’Olismo è maestro della contestualizzazione? Cosa se non il Riduzionismo è, invece, maestro della decontestualizzazione?

E per quanto riguarda specificatamente la mission del Nuovo Libro, in esso mostrerò, dimostrerò e denuncerò diversi fatti ed episodi di Riduzionismo e di pseudo-olismo (che ho incontrato specialmente come professionista, ma anche come cittadino) in merito sia all’uso tal quale di dati statistici sia all’uso distorto di essi:

dati numerici utilizzati tal quali e non contestualizzati;

dati numerici medi non adeguati al caso specifico;

dati numerici presentati come “certi”, “inconfutabili”, come Verità Assolute, “divine”!;

dati numerici presentati e considerati “precisi” e “affidabili” perché derivanti da macchine e tecnologie (…. senza considerare, però, che l’Uomo ha usato macchine per misurare cose che non servivano! Tralasciando di valutare, invece, quelle che servivano per davvero!);

non pretese da parte dell’Autorità dell’interpretazione e dell’adeguamento di dati numerici bibliografici medi e generici ai casi specifici in questione (dunque comportamenti omissivi dell’Autorità, molto gravi, come tutti possiamo intuire, che fanno passare cose a dir poco “non vere” …. Il tutto, per incompetenza tecnico-scientifica e/o per voluto silenzio …..);

vere e proprie cantonate di interpretazione numerica;

sfruttamento di convenienti percentuali ma errate perché slegate e/o volutamente slegate dal vero intero, dal reale 100%; 

ecc.

Chiudo questa Sintesi -2 con due bellissime (e molto attinenti) frasi:

“Non esistono fatti, solo interpretazioni” (F. W. Nietzsche)

“Non tutto ciò che può essere contato, conta. E non tutto ciò che conta, può essere contato” (Albert Einstein)

 Alla prossima settimana. Con la prossima Sintesi.

Luca Fortunato (Matera)