Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

venerdì 24 agosto 2018

2° Anniversario del Terremoto ad Amatrice


Post 245 

2° Anniversario del Terremoto ad Amatrice 

Unendolo a Genova, al Pollino (Raganello) ecc. ecc. Per non dimenticare ma anche per sperare (con realismo). Una piccola prosa: 

Riprendo in mano il capolavoro di Bob Dylan “Nashville Skyline”. Riascolto la stupenda “I threw it all away” . Guardo fuori, ci sono gli ulivi nel mio giardino. Ammiro lo sguardo azzurro di mia moglie. Il Mondo è un intero, che si spiega. Perché molte persone credono in Dio? Non lo so. Forse, Dio è per loro quello che per me è il Cuore quando amoreggia con la Testa. Forse. Ne ho comunque rispetto. Il CD continua ad andare, ed io lo seguo. La Società è scomparsa. Ma non è scomparso il Mondo. Ci tocca rifondarlo. Per edificare un’altra Società. Perché? Perché le stelle ci guardano, e non possiamo deluderle più.
Luca Fortunato (Matera)
  

mercoledì 22 agosto 2018

Pollino - torrente Raganello: un'altra tragedia (di mentalità)



Post 244

Pollino-torrente Raganello: un’altra tragedia (di mentalità). 

Mi ha fatto effetto, la notizia. Tre anni fa, ad agosto, vacanze tra Sibari e Civita. Tra mare e montagna. Uniti fisicamente, ecologicamente e simbolicamente da quel torrente. Comunque, il Raganello già lo conoscevo. E da 20 anni. Per non parlare dell’intero Massiccio del Pollino ed in particolare delle “5 sorelle” cioè delle 5 maggiori cime, poste ad “anfiteatro” ed oltre i 2000 metri (Serra Dolcedorme, Monte Pollino, Serra del Prete, Serra delle Ciavole, Serra di Crispo). Da oltre 20 anni. Prima mio nonno paterno, poi mio padre, poi anche gli scout, poi i miei amici più grandi, poi i saggi di montagna e poi la mia stessa esperienza di passeggiatore-escursionista tra le cime e le valli e i torrenti e i boschi di quel magnifico posto del Sud, mi hanno insegnato che, in montagna, non si esce per una escursione o si deve interrompere un’escursione se il tempo è brutto o se solo sembra essere brutto o se le previsioni meteo lo prevedono brutto anche se al momento è bello. Perché in montagna in 10-15 minuti puoi passare dal paradiso all’inferno. Ed Oggi, nel Nostro Tempo, ancor di più, è tutto ancor più vero, con in cambiamenti climatici in corso. Che bisogna allontanarsi dalle cime e dai corsi d’acqua se è previsto il maltempo o se arriva il maltempo. E mille altre saggezze, scientificamente fondate ma, ancor prima, intuitive, euristiche, di buon senso, d’esperienza. Certo, i fatti brutti possono sempre accadere. Anche con il bel tempo. Ma spalancare la porta alla tragedia proprio no. E non si tratta di fatti privati. Siamo in una Società, tutto è pubblico. Ed ora, voglio proprio vedere se oltre a parlare della Natura (che non ha mai colpa) e della Sicurezza (che ci vuole e pure migliore) e della Regolamentazione (che ci vuole e maggiormente efficace ed efficiente) e delle Responsabilità (che vanno accertate) e del piano politico, e del piano amministrativo ecc. ecc. ecc. si parlerà della vera questione cioè della mentalità delle persone e quindi anche della necessità di porre mano a cosa si insegna o non si insegna a Scuola, della necessità di badare entro quale Paradigma di Conoscenza (Olismo o Riduzionismo) si inscrivono teoria e pratica, modo di pensare e modo di vivere, di scegliere, di agire, della necessità di vivere meno Tecnologia e meglio usata anziché tanta, troppa, Tecnologia e pure usata male o non usata affatto! Se lo Stato (che siamo noi, tutti noi, ed i politici e i dirigenti non arrivano da Marte ….) si porrà, una buona volta, il problema di che tipo di cittadini ha (e non solamente il problema di cosa hanno i cittadini) e di che tipo di cittadini vuole (e non solamente il problema di cosa vogliono i cittadini). Una tragedia dietro l’altra. Genova e il Raganello. E nel mese d’agosto, simbolo per eccellenza delle vacanze. Occorre riflettere. Niente contro le  vacanze, sia chiaro. Sacrosante, specialmente per chi lavora per davvero. Ma contro la mentalità vacanziera sì (posticipare i lavori perché è agosto, farsi le vacanze perché è agosto, non pensare perché si è in vacanza ecc. ecc. ecc.). Due tragedie, infatti, accomunate da un unico ed articolato aspetto: da una parte, una mentalità riduzionistica e lineare (che è inadeguata di fronte all’oggettiva e non-lineare complessità delle cose e delle situazioni), dall’altra parte un sentire e un percepire alterato (che non prevede un equilibrio tra teoria e pratica ma che prevede solo la pratica; che non prevede un equilibrio tra il fare ed il non fare ma che prevede solo il fare e per questo, spesso, non si preoccupa della direzione paradigmatica da dare al fare; che non prevede un equilibrio tra l’ottimismo ed il pessimismo ma che prevede solo l’edonismo; che non prevede l’equilibrio tra il coraggio e la paura ma che prevede solo la spavalderia; che non prevede un equilibrio tra l’individuo e il gruppo ma che prevede solo la logica del gruppo (anche se sbagliata); che non prevede una sintesi passato-presente-futuro ma che vive di solo presente; che non prevede il vivere il quid dei luoghi ma che prevede solo l’uso dei luoghi; che non prevede il vivere le esperienze ma solamente il consumare le esperienze; che non prevede il vivere la vita ma il collezionare, l’elencare, il mostrare e l’esibire fatti e risultati di vita, magari a mezzo selfie; ecc.). Il 99% delle persone sta diventando o è già diventata qualcosa di terribile. Altro che piena del Raganello o stralli del ponte Morandi o altre scuse. Luca Fortunato (Matera)  

giovedì 16 agosto 2018

C'era il ponte Morandi, a Genova


Post 243
C’era il ponte Morandi, a Genova 

Me lo ricordo il ponte Morandi, a Genova. Lo attraversai due volte, un po’ di anni fa, in andata e in ritorno, durante un bel viaggio improvvisato, spontaneo, all’avventura, in auto, dalla lontana Matera nel Sud della Francia (Nizza e dintorni), con una delle tappe nella Città ligure. Non era un ponte come gli altri quel ponte Morandi (e lo dico in senso positivo), ti lasciava una sensazione diversa (di grandiosità, di genialità, di funzionalità particolare). Ed anche allora fu di agosto. Oggi, aspettando – da cittadino - che gli addetti ai lavori, i competenti in materia (ingegneri, architetti, matematici, fisici, geologi ecc.) si esprimano su quel che è successo, nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria che ci sarà, mi viene comunque da pensare quanto segue: voglio proprio vedere cosa salterà fuori. Voglio proprio vedere in quale Paradigma (Riduzionismo oppure Olismo) scriveranno la storia del crollo e la spiegazione del crollo stesso. Voglio proprio vedere se verrà considerata (e se è stata considerata in tutti questi anni) l’assoluta specificità e peculiarità di quel ponte, il quid strutturale e complesso a stralli, del tutto originale e per nulla paragonabile al quid di altri ponti non-strallati o strallati ma comunque diversi. Voglio proprio vedere se la complessità verrà ridotta alla somma delle parti in gioco o se verrà affrontata intera (quantità e qualità del traffico veicolare negli ultimi decenni; fondamenta del pilastro nel greto del torrente; frequenza e qualità delle manutenzioni; interazione tra aria salmastra e calcestruzzo anche alla luce dei cambiamenti climatici negli ultimi anni; interpretazione teorica e complessa dei dati strumentali di monitoraggio strutturale o assenza di tale interpretazione; i pareri non-tecnici dei preoccupati cittadini profani e che i tecnici non devono comunque e mai ignorare ma ascoltare e studiare; ecc. ecc. ecc.). Voglio proprio vedere se il ponte verrà inquadrato nel Nostro Tempo - e che ha subìto il Nostro Tempo  - o se verrà inquadrato nel 1963 - 1967 (… prendendosela, magari, con il grande Morandi! Per uno “scaricabarile storico” e davvero ridicolo …. Mamma mia …). Voglio proprio vedere se l’algoritmica tecnologica verrà presa come conoscenza e soluzione in sé (scenario tipico del Riduzionismo) o se invece verrà coniugata con l’euristica intuitiva (scenario tipico dell’Olismo), ed anche per il futuro (genovese ed italiano). Voglio proprio vedere in quale Paradigma (Riduzionismo oppure Olismo) penseranno e agiranno per i rimedi. Voglio proprio vedere se Genova (ancora Lei ma non solo Lei nel Nostro bellissimo ma sciaguratissimo Paese) sarà un’ennesima “storia all’italiana” o se da Genova l’Italia inizierà a cambiare. Una volta per tutte. Voglio proprio vedere se un Ferragosto insanguinato andrà a scalfire quell’atteggiamento edonistico-gigione tipico dell’italiano medio (che forse è il vero problema di questo Paese), un essere che è intriso, inzuppato di furbizia (che non è l’intelligenza) e di viltà (che non è la paura, che è normale), che esalta il presente – quando il presente gli conviene …. - disarticolandolo dal Passato e dal Futuro oppure che si lamenta del presente – quando il presente non gli conviene …. – agganciandolo al Passato o al Futuro, che le cose brutte capiteranno sempre agli altri, godiamoci la vita, io sto bene e che me frega a me degli altri, lascia stare i “gufi”, le cose mie (private) stanno bene e che me frega a me delle cose pubbliche o pubblico-private (strade, ponti ecc.), salvo “arrabbiarsi” ed “indignarsi” quando le cose pubbliche non funzionano o crollano! “Pretendendole” buone! ecc. Forse, bisogna essere solo un po’ più seri, in questo Paese. Hanno ragione i miei amici francesi (e per fortuna che da sempre sono un italiano un po’ francese, come esperienze, viaggi, letture, testa, modo di fare). Ci vogliono, certo, la prevenzione, la programmazione, la pianificazione, la manutenzione, gli investimenti, il fare ed il fare nella giusta direzione paradigmatica, l’individuazione dei responsabili, ecc. Certo. Ma invocare tutto ciò senza però cambiare il proprio stile di vita e la propria mentalità è la Grande Contraddizione che sta riducendo l’Italia in macerie e nei guai (ponti, strade, edifici, scuole, dissesto idro-geologico, frane, alluvioni ecc.). Senza illusioni ma con sano realismo, voglio proprio vedere come andrà a finire ‘sta storia del ponte Morandi, di Genova e dell’Italia tutta. Vediamo se tra 5 o tra 10 o tra 15 anni avremo imparato l’ennesima lezione, quella odierna, e avremo onorato per davvero chi ha perso la vita in un modo tragico quanto assurdo ed inaccettabile. Luca Fortunato (Matera). P.S. dedicato ai miei  amici liguri.     

domenica 12 agosto 2018

L'Olismo della Teoria dei Sistemi


Post 242

L’Olismo della Teoria dei Sistemi

Con questo post si concludono le anteprime di testo circa il mio 3° libro “Esempi d’Olismo” che uscirà in dicembre 2018. In novembre, l’anteprima di copertina. Ringrazio tutti i miei sostenitori (italiani … ed esteri!). Grazie a tutti per apprezzare i contenuti specifici (paradigmatici, scientifici, tecnici, professionali, metodologici ecc.) del mio Progetto Editoriale ma soprattutto per comprenderne ed apprezzarne il senso (generale, culturale ecc.). Anche nei giorni caldi d’estate! Grazie e buona pausa (buona settimana di Ferragosto) a Tutti. E come sempre ad maiora! Luca Fortunato (Matera).  

P.S. vedi anche i post n. 241, 240, 239 e 238.

Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

[….] La principale fonte bibliografica che ho consultato (e che da anni frequento) circa la straordinaria Teoria dei Sistemi è proprio il famoso, originario ed insuperato libro vale a dire la “Teoria Generale dei Sistemi”, del 1968, del grande biologo austriaco Ludwig von Bertalanffy (1901 – 1972) – Edizione italiana Mondadori (2004). Successivamente arricchitasi grazie all’opera di tanti altri scienziati (biologi, matematici, psicologi ecc.), la Teoria dei Sistemi nella versione del suo padre fondatore Ludwig von Bertalanffy, resta la migliore e quella perfettamente funzionante nella realtà. E comunque è indispensabile per comprendere appieno gli arricchimenti successivi degli altri autori e che hanno confermato ed anzi rafforzato  i concetti e le scoperte di von Bertalanffy. Ebbene, la teoria generale dei sistemi (o teoria dei sistemi o sistemica) vede la Realtà non come un qualcosa caratterizzato dalla legge di causalità lineare (causa/effetto) ma come un intero organismo che coinvolge la totalità delle sue parti costitutive. Si pone in alternativa alla classica impostazione razionalista e meccanicistica del Mondo e della Natura (Cartesio, Galileo ecc.) – che ormai ha solo un valore storico e di percorso compiuto e finito – e si pone in contrasto con ogni tentativo di Riduzionismo che pretende di studiare, in modo analitico, le singole parti del corpo umano, di un albero, di una coltivazione, di un bosco, di una società, di una città, di una popolazione ecc. e successivamente di sommarle perché quel tutto sarebbe (banalmente) uguale alla somma delle parti e delle loro relazioni. […] Il biologo  austriaco Ludwig von Bertalanffy (1901 – 1972) perviene alla definizione di sistema: un complesso di parti le quali, dotate di determinate caratteristiche, istituiscono tra loro relazioni, tale che il comportamento di ciascuna di esse risulta caratterizzato dal legame in cui è coinvolto e viceversa. Tutte insieme conferiscono al sistema proprietà, che non sono la mera derivazione della somma delle note distintive delle parti, ma risultano del tutto originali. Ne deriva che nella totalità dell’organismo strutturato, il singolo elemento, per essere veramente conosciuto, va esaminato in riferimento alla condotta di tutti gli altri e quindi a quella dell’intero sistema, per cui la variazione introdotta in una componente si ripercuote tanto sul funzionamento di  tutto il sistema quanto sul comportamento delle altre componenti. [….] Gli organismi viventi (microorganismi, piante, animali, uomo) sono sistemi aperti. Le loro 4 proprietà sono: 1.Totalità: ogni parte di un sistema è in rapporto tale con le parti che lo costituiscono che qualunque cambiamento in una parte causa un cambiamento in tutte le parti e in tutto il sistema; 2.Non-Sommatività: un sistema non è la somma delle sue parti. L’analisi di segmenti isolati non porterebbe alla comprensione dell’intero sistema. 3.Retroazione: ogni sistema aperto reagisce ai dati di ingresso e li modifica. Risposta positiva: provoca cambiamento, per cui si perde stabilità ed equilibrio. Risposta negativa: utilizza i dati di ingresso in modo tale da mantenere lo stato stazionario del sistema; 4.Equifinalità: gli stessi risultati possono avere origini diverse. Le stesse cause non producono i medesimi effetti e viceversa. […] Date tali proprietà, centrale risulta essere l’intuizione nell’indagine, nello studio, nella comprensione di un sistema, intuizione che riveste anche un ruolo pedagogico in quanto la Teoria dei Sistemi è sì una teoria scientifica dimostrata, funzionante e professionalmente utile e sempre più utilizzata ma è anche un diverso e migliore ed auspicato approccio di Conoscenza Generale che diviene una diversa e migliore ed auspicata concezione della Natura, della Vita, del Mondo, della Società, dell’Uomo. […] Anche la Teoria dei Sistemi, insieme a tante altre scienze moderne e branche moderne del Sapere olistico e del Saper Fare olistico, mostra e dimostra che il Riduzionismo è davvero diventato (alla luce del Novecento e di questo Secolo in corso) un “reato sostanziale”. E ci si augura che esso diventi, nel Futuro, ad opera di coraggiosi legislatori (e su basi scientifiche e sulla scorta d’esperienze scientifiche, tecniche, sociali ecc.) un reato vero e proprio. Per il Bene di Tutti. Nel frattempo, ognuno fa la sua parte all’interno del Tutto: da una parte i riduzionisti (secondo un paradigma superato e che di fatto danneggia la Società anche se ancora legittimamente …..!), dall’altra parte gli olisti (secondo un paradigma in sintonia con il progresso della Scienza, in modo legittimo anch’esso ma anche moralmente giusto). Quanto alla Tecnologia, essa è un mezzo (anche se per qualche idiota o per qualche imbroglione è un fine) ed è evidente, anche alla luce della Teoria dei Sistemi, che nel Riduzionismo è un mezzo che è un demone, mentre nell’Olismo è un mezzo che è un angelo. […]

Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

giovedì 9 agosto 2018

Alberi e Paradigmi


Post 241 

Alberi e Paradigmi 

Gli alberi sembrano essere diventati i protagonisti (a volte a ragione, a volte a torto) di fenomeni complessi, sempre più complessi, in seno alla nostra Società, con risvolti (a volte positivi, a volte negativi) sempre maggiori e di ogni tipo: sociale, civico, etico, politico, mediatico, culturale, giudiziario, scientifico, tecnico, professionale, ecologico, economico ecc. Basti pensare al fenomeno Xylella-CODIRO sugli alberi d’olivo in Salento, alla vicenda degli alberi di pino nel Quartiere Lanera a Matera, alle deforestazioni planetarie ecc. Continuo la trattazione sugli alberi, dal punto di vista olistico e dal mio punto di vista olistico,  nel mio 3° libro “Esempi d’Olismo” in fase di stesura ed in uscita per dicembre 2018 (dopo aver trattato degli alberi nei precedenti Primo Libro e  Secondo Libro già usciti negli anni scorsi - 2016 e 2017 – e che hanno avuto un successo ben oltre le mie aspettative). Qui di seguito un assaggio di quanto verrà abbondantemente ed ulteriormente trattato, dettagliato e dimostrato – con fatti sia reali sia bibliografici - nel mio nuovo e 3° libro, appunto. Felice d’esser utile (e già utile, a quanto pare e a quanto alcuni mi riferiscono) e sempre “in sintonia” con i fatti e le cronache. Ringrazio per avermelo fatto notare ancora. Grazie. Ciao a Tutti. E come sempre ad maiora! Luca Fortunato (Matera) 

P.S. vedi anche i post 240, 239 e 238.   

Legenda: A (albero), C (chioma: branche, rami, foglie ecc.), F (fusto: corteccia, libro, legno ecc.), R (apparato radicale). 

Sintesi schematica: 

1. Paradigma del RIDUZIONISMO: l’albero è un sistema vivente di tipo bio-meccanico. Pertanto, l’albero è una entità riducibile, riconducibile, uguale alla somma delle sue parti costitutive:  A = C + F + R . I fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dal Seicento fino alla fine dell’Ottocento/primi anni del Novecento (Meccanicismo: abiotico e biotico). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo analitico, induttivo, algoritmico, razionale, lineare (esempi: divisione in generi e specie, per la classificazione botanica; metodologie VTA, SIA, SIM, TSE,  per la valutazione di stabilità; nesso di causa/effetto tra microorganismo e malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista, uso dell’analisi, uso dell’induzione, uso integrativo della tecnologia, uso dell’algoritmica anche per le conclusioni (si inquadra il caso in esame in schemi prestabiliti: tabelle, classi ecc.). Scienze di base: fisica classica, biologia, bio-fisica. 

2. Paradigma dell’OLISMO: l’albero è un sistema vivente di tipo complesso cioè è un organismo vivente e quindi è dotato anche di proprietà e dinamiche di tipo emergente (come da Emergentismo). Pertanto, l’albero è una entità maggiore della somma delle sue parti costitutive:  A = (C + F + R) + q . Dove q simboleggia il quid emergente (semplice o composto) dell’albero. Ed ogni albero ha il suo quid, sia se è un albero isolato sia se è un albero come componente di un nucleo arboreo (gruppo, filare, bosco, pineta ecc.). In quest’ultimo caso il quid dell’albero singolo è particolarmente determinato-influenzato dalle caratteristiche del collettivo, del Tutto (nucleo arboreo). I Fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dai primi del Novecento a tutt’oggi (Organicismo e Vitalismo). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo sintetico, deduttivo, euristico, intuitivo, non-lineare (esempi: esistenza di “tipi”, per la classificazione botanica; metodica VOSA - autore Luca Fortunato - per la valutazione di stabilità; pool di cause e concause per l’insorgenza di una malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista anche ed eventualmente integrata dall’uso degli altri 4 sensi, uso della percezione, uso dell’intuizione, uso della deduzione, uso discrezionale della tecnologia, uso dell’euristica anche per le conclusioni (in funzione della specificità del caso in esame si valuta se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti o se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti da modificare o se occorre creare nuovi schemi interpretativi). Scienze di base: fisica moderna, biologia, ecologia, teoria dei sistemi, neurobiologia vegetale, teoria della complessità.