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Chicca (olistica) d’agosto
In anteprima dal 3° Libro “Esempi d’Olismo” (per dicembre
2018):
Autore: Luca Fortunato
- Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del
diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).
[…] Vedo la maggior parte dei riduzionisti restare, ancora,
nel Riduzionismo (analitico, algoritmico, induttivo, razionale ecc.). Nonostante
ci siano dimostrazioni, di ogni genere, a favore dell’Olismo (sintetico,
euristico, deduttivo, intuitivo ecc.). Lo vedono e lo capiscono che l’Olismo
funziona meglio. Ma non riescono a trovare il coraggio per superare la paura
per passare, balzare, nell’Olismo. Ma, ultimamente, sto vedendo anche molti
riduzionisti fare figuracce, presi in giro sui social e in tanti altri modi, o
addirittura fare auto-figuracce rilasciando interviste rivelatrici della loro
stessa incompetenza o passare dei guai o avviarsi a passare dei guai, proprio per
essere restati nel Riduzionismo! Pensavano di essere al sicuro e invece sono
passati dalla padella nella brace! Per non passare all’Olismo, sono passati
dalla padella del Riduzionismo alla brace del Riduzionismo! Che furbi, che
furbacchioni! E quindi, ben gli sta! Quando ci vuole ci vuole … Ma la cosa davvero
interessante e che quando il Riduzionismo fa guerra a se stesso, quando la
guerra è interna, paradigmaticamente interna, è tremenda (tesi, contro-tesi, contro-controtesi,
perizie, contro-perizie, super-perizie ecc.) ed è una guerra che è un danno per la Società (in termini di
denaro, di tempo, di disagio ecc.). Si sbranano l’un l’altro. Non hanno nessun
amore per la Scienza, per la Tecnica, per la verità, per l’obiettività, per la
Cultura. Vogliono l’arena, la corrida, i gladiatori, la piazza (anche on-line),
i muscoli, gli insulti, le parolacce, le verità assolute (le loro o di quelli
scelti da loro) e pure precedentemente annunciate e già stabilite, a priori (…
ma non andavano trovate? Ricercate?). Vogliono prevaricare, forzare, provocare,
inventarsi come rivoluzionari (….fino all’altro giorno sono stati conservatori,
nell’establishment …). Come animali feriti o che si ritengono feriti (in modo
paranoico?), vogliono praticare morsi di vendetta o di esibizionismo borioso
per dire “anch’io esisto in queste faccende” …. Mamma mia. Ma come abbiamo
visto, sono cose che gli ritornano indietro, come boomerang, a spaccargli la
testa dura. Ben gli sta! Quando ce vo’ ce vo’ …. Nell’Olismo, invece, non ci
sono mai guerre tra gli olisti. Semmai vi sono confronti. Proprio perché il
Riduzionismo ha una base teorica stretta, dovendosi poi allargare nelle
pratiche, nei tempi, nei costi, nelle tecniche, nelle metodiche, nelle
tecnologie, nelle persone ecc. produce quasi
sempre scontri e divergenze tra gli stessi riduzionisti e disperde intelligenze
e risorse. Sempre all’inseguimento dell’oggettività (che la Scienza moderna ha
decretato essere solo un mito) e senza mai raggiungerla (… semplicemente perché
non esiste!), dando vita ad un circolo vizioso, come un cane che si morde la
coda. Con il risultato finale di scenari inconcludenti o scenari “sistemati”
apposta (il che è ancora peggio. Ed il tempo, a tal proposito, è sempre
galantuomo. Condannando, prima o poi, in piazza e/o in aula, gli imbroglioni
“sistematori”) o, ancora, scenari manipolati nel senso di far passare, per esempio,
per dei successi tecnico-scientifici quelli che in realtà sono stati scopi
raggiunti (quando e se raggiunti) per pure pressioni popolari e conseguenti
rimodulazioni politiche o di far passare, altro esempio, per dei successi
politici quelli che in realtà sono state iniziative ed idee professionali. Al
contrario, proprio perché l’Olismo ha una base teorica enorme, potendo fare
economia di pratiche, tempi, costi, tecniche, metodiche, tecnologie, persone
ecc. produce incontri e convergenze tra gli stessi olisti ed ottimizza
intelligenze e risorse. Portando a sintesi, da una parte, l’oggettività (i
fenomeni, i dati, i fatti, le misure, le immagini, le osservazioni ecc.) e,
dall’altra parte, la soggettività (elaborazione-interpretazione euristica e
specifica dei fenomeni, dei dati, dei fatti, delle misure, delle immagini,
delle osservazioni ecc.), per una conoscenza ibrida (oggettiva-soggettiva),
necessariamente ibrida e realistica (come la Scienza moderna indica ed insegna:
Teoria dei Sistemi, Fisica Quantistica ecc.) e per un esercizio professionale
autentico (come, del resto, le stesse deontologie indicano, ma di cui spesso ci
si dimentica). Guardandosi dal non commettere mai errori come considerare un
rilievo strumentale superiore, in senso conoscitivo, ad un rilievo clinico
diretto (visivo, uditivo, tattile ecc.) ma considerandolo per quello che
realmente è e cioè una eventuale, discrezionale integrazione per personale
preferenza di iter diagnostico (iter che se
ritenuto completo e concluso a livello clinico diretto, ha piena valenza
tecnico-legale, sotto la personale responsabilità di chi l’ha eseguito). Leggeteli
i veri protocolli che parlano di queste cose (clinico, strumentale ecc.): c’è
scritto “discrezionale”, “a discrezione”. Basta con gli imbrogli e con gli
imbroglioni. Anzi, è proprio dell’Olismo, ed in questo è confortato dalla
moderna Teoria dei Sistemi, l’esaustività della sola indagine clinica diretta (anche
hi-tech eventualmente: i droni, per esempio. Che rispettano l’approccio
sintetico-olistico-globale) su cui, poi, si attiva, deve attivarsi, il momento
intuitivo e poi ancora il momento deduttivo (la Scienza moderna funziona così,
amici … non lo sapevate? Studiatevi la storia della Scienza del Novecento –
matematica, fisica, biologia, medicina, agronomia, ecologia ecc. - e lo scoprirete. Se non avete una mente
intuitivo-deduttiva non potete stare, Oggi, in Questo Tempo, in un ambito
tecnico-scientifico, avete sbagliato mestiere. Al massimo potete permettervi
l’ambito tecnico-burocratico, anche il tecnico-economico, ecc. Ma perché vi
raccontate e ci raccontate bugie in merito a questioni tecnico-scientifiche?). Con
il risultato finale, l’Olismo, di scenari risolutivi o quantomeno avviati a
qualcosa di buono per davvero. Infatti, il problema non è tanto l’oggettività (soprattutto
oggi con la Tecnologia che disponiamo) quanto garantire l’esistenza della
soggettività (l’elaborazione-interpretazione euristica e specifica deve esserci,
perché chi conosce è la mente dell’uomo e non la vista o l’udito o il tatto o
l’olfatto o il gusto o uno strumento o un
apparecchio o una norma o un protocollo ecc. Chi conosce è la mente
dell’uomo, per mezzo di input sensoriali e/o strumentali e/o normativi, e non
gli input sensoriali e/o strumentali e/o normativi in sé! Ed automaticamente
incasellati, tabulati, utilizzati, “applicati” e resi e restituiti tal quali!).
Ed è garantire altresì la qualità della
soggettività anche a norma di legge (della salute umana ne deve parlare il
medico, della salute e della stabilità di un albero ne deve parlare un
agronomo, dell’arrivo di un nubifragio ne deve parlare il meteorologo, della
stabilità di un palazzo ne deve parlare l’ingegnere o l’architetto ecc.).
Garantita la soggettività in tal senso, il resto è, e non può che essere,
fiducia. Oltre, sarebbe immotivato scetticismo, prematura diffidenza o semplice
mentalità ottusa o, ancora, semplice vigliaccheria (che non è la paura, che è
normale). Ogni giorno compiamo, e non possiamo non compiere, atti di fiducia:
quando saliamo su un’ auto guidata da un amico o da un parente che ci dà un
passaggio; quando prendiamo l’autobus, il treno, l’aereo ecc.; quando
consumiamo un alimento entro la data (stabilita ed apposta da altri); ecc.
Occorre riflettere. Sempre. E se risulterà che la fiducia è stata mal riposta, allora
ci rivolgeremo alla Magistratura. In cui dovremo avere fiducia. Ma altre
strade, no. Altri modi, no. Si possono anche avere nobili scopi (salvare gli
alberi, salvare le acque, salvare il Cielo e la Terra, ecc.) ma se i metodi
seguiti sono sbagliati (collocati nel Riduzionismo, per esempio), il Tutto sarà
sbagliato. Anche a scopo raggiunto. Scopi e metodi devono essere un tutt’uno
inscindibile. Devono essere entrambi giusti. Se il nobile scopo sarà stato
raggiunto con metodi giusti, bene. Onore al merito ed ai vincitori. Se il
nobile scopo sarà stato raggiunto con metodi sbagliati, male. Disonore
all’imbroglio e condanna per i falsi vincitori. Ritornando ora alla questione
fiducia: conosco un tizio che una sera, mentre bevevamo una birra insieme ad
altri amici, iniziò ad accusare fitte intermittenti alla testa con
significativo calo della vista da un occhio. Mi chiese cosa egli avesse. Gli risposi
che non essendo un medico (ma un agronomo) non potevo saperlo ma gli dissi
comunque di non sottovalutare la cosa, di farsi visitare subito da un medico, e
mi resi disponibile ad accompagnarlo al pronto soccorso. Avevo comunque intuito
che si trattava di qualcosa di serio, immaginavo qualcosa al nervo ottico, e che
comunque non era “un colpo d’aria” …. Ma egli lasciò perdere. Continuò a
divertirsi nella serata …. Anche gli altri (idioti), con frasi del tipo: “Non
ti preoccupare, capita anche a me, quando è umida l’aria, poi passa”. La
mattina seguente peggiorò e solo allora si decise per andare in ospedale. Ma “non
fidandosi” del medico che trovò (e che gli aveva detto che la cosa era seria –
infiammazione del nervo ottico! - ma
ancora recuperabile e che per questo doveva iniziare subito le cure e che
comunque se si fosse recato, ieri sera, subito al pronto soccorso, per una prima
flebo di cortisone, i danni sarebbero stati già arginati …..) ha perso del
tempo prezioso (1 anno), ricercando altri medici, e quando è andato da un altro
medico nel frattempo trovato, questi gli ha detto che se si fosse fatto curare
subito, 1 anno prima, alla prima insorgenza dei sintomi, l’occhio (ormai
irrimediabilmente cieco) l’avrebbe avuto ancora buono. Certo, il primo medico
avrebbe potuto sbagliarsi, ma la storia rende bene l’idea delle stupidità che a
volte commettiamo. Su quali basi il cittadino non-medico ha giudicato
(negativamente, nel caso in questione) il primo medico? In base all’accento? In
base al vestito che indossava? In base al colore della pelle? Perché nella
stanza c’era l’effige di Che Guevara piuttosto che di Mussolini? Per il tipo di
scrittura? Diceva Sartre che nel momento in cui mi rivolgo a qualcuno (perché
io non conosco la questione mentre quel qualcuno ne ha la competenza per
conoscerla) non posso che seguire quanto egli mi indicherà. È un rischio certo,
ma è il rischio minore. Nelle consulenze (mediche, agronomiche, geologiche
ecc.) cerchiamo una conoscenza della realtà che noi mai potremmo avere oppure
cerchiamo conferma di quanto desideriamo? Cerchiamo un parere qualificato o
cerchiamo quanto ci conviene? La scientificità anche dei comportamenti e nei
comportamenti è una cosa seria. Occorre accettare la realtà, con le sue forze e
con i suoi limiti. Quanto poi al rapporto olisti/riduzionisti,
Olismo/Riduzionismo, lo abbiamo detto tante volte: l’Olismo conosce il
Riduzionismo ma, senza negarlo, lo supera e non ne ha più bisogno. Il
Riduzionismo, invece, non conosce l’Olismo e quindi non ne potrebbe nemmeno
parlare. Nel silenzio, in tal caso, vi sarebbe almeno del buon senso. Nel
parlare, invece, si scriverebbe, ogni volta, un ennesimo capitolo nel grande
libro della stupidità umana. E ben gli sta, ai riduzionisti! Anche in tal
senso. Ma su una cosa dobbiamo riflettere tutti: i guai che i riduzionisti
provocano (per l’inadeguatezza del Riduzionismo nell’affrontare entità
complesse, fenomeni complessi, scenari complessi) danneggia gli stessi
riduzionisti ma anche tutti noi (specialmente quando i riduzionisti affrontano
entità, fenomeni e scenari di tutti: acqua, cibo, verde pubblico, spazi
pubblici, sanità, economia nazionale ecc.). Dobbiamo denunciare. Quanto agli
olisti, essi non hanno certo la bacchetta magica, corrono anche loro i loro
rischi, hanno anche loro i loro limiti, l’Olismo ha anch’esso limiti e difetti.
Ci mancherebbe. Ma alla luce delle nuove conoscenze (scientifiche, economiche,
sociali ecc.) il Riduzionismo è sceso ad un livello 5 (di insufficienza) mentre
l’Olismo è salito ad un livello 7 (di più che sufficienza). Ed i “successi” del
Riduzionismo, spesso rapidi e “populisti”, poi, nel tempo, si rivelano essere
stati solo apparenti, e crollano, spesso anche in ambito giudiziario. Al
contrario, i successi dell’Olismo, più lenti ad essere compresi dalla gente,
poi, nel tempo, si rivelano essere autentici, solidi, spesso anche in ambito
giudiziario, ma soprattutto si rivelano essere buoni per tutti. Del resto, come
potrebbe mai essere diversa la realtà visto che il Riduzionismo (nato nel Seicento)
è stato successivamente sconfessato dalla Scienza nel corso di tutto il
Novecento? E visto che l’Olismo (nato più di 5.000 anni fa) è stato riportato
in auge, riscoperto, confermato e dimostrato dalla Scienza nel corso di tutto
il Novecento così come dalla Scienza di questi anni 2000? Il Riduzionismo
esiste ancora solo per interessi economici e di potere su di esso basati. Con
la Scienza non ha più nulla a che fare. E da un bel po’ di tempo. Leggete i
libri “Il punto di svolta” e “Il Tao della Fisica” dello scienziato Fritjof
Capra. Leggete il libro “Contro il metodo” del filosofo P. K. Feyerabend. E
tutti gli altri e numerosi libri del genere, che trovate nelle biblioteche e
nelle librerie di tutta Italia e di tutto il Mondo. E capirete e distinguerete
chi conosce (o può conoscere) davvero gli alberi e chi no. Chi conosce (o può
conoscere) davvero il corpo umano e chi no. Chi conosce (o può conoscere )
davvero la Natura e chi no. Chi conosce (o può conoscere) davvero la Società e
chi no. E così via. Diceva il grande Albert Einstein - di cui tutti noi, oggi,
utilizziamo i risvolti pratici delle sue teorie: “La mente intuitiva è un dono sacro, e la mente razionale è un fedele
servo. Noi abbiamo creato una Società che onora il servo e ha dimenticato il
dono”. Bene, ora entriamo nello specifico di alcune vicende di cronaca. Se
ne denuncerà il Riduzionismo (dimostrando che si è trattato di Riduzionismo,
per eventuali, ed ancora possibili, azioni di vera denuncia o, se vicende ormai
consumate e concluse, come materiale d’esempio per eventuali e futuri casi
simili). E le si riscriverà – immaginandole – nell’Olismo. […]
Autore: Luca Fortunato
- Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del
diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).
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