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Pollino-torrente Raganello: un’altra tragedia
(di mentalità).
Mi ha fatto effetto, la notizia. Tre anni fa, ad agosto,
vacanze tra Sibari e Civita. Tra mare e montagna. Uniti fisicamente,
ecologicamente e simbolicamente da quel torrente. Comunque, il Raganello già lo
conoscevo. E da 20 anni. Per non parlare dell’intero Massiccio del Pollino ed
in particolare delle “5 sorelle” cioè delle 5 maggiori cime, poste ad “anfiteatro”
ed oltre i 2000 metri (Serra Dolcedorme, Monte Pollino, Serra del Prete, Serra
delle Ciavole, Serra di Crispo). Da oltre 20 anni. Prima mio nonno paterno, poi
mio padre, poi anche gli scout, poi i miei amici più grandi, poi i saggi di
montagna e poi la mia stessa esperienza di passeggiatore-escursionista tra le
cime e le valli e i torrenti e i boschi di quel magnifico posto del Sud, mi
hanno insegnato che, in montagna, non si esce per una escursione o si deve interrompere
un’escursione se il tempo è brutto o se solo sembra essere brutto o se le
previsioni meteo lo prevedono brutto anche se al momento è bello. Perché in
montagna in 10-15 minuti puoi passare dal paradiso all’inferno. Ed Oggi, nel
Nostro Tempo, ancor di più, è tutto ancor più vero, con in cambiamenti
climatici in corso. Che bisogna allontanarsi dalle cime e dai corsi d’acqua se è
previsto il maltempo o se arriva il maltempo. E mille altre saggezze,
scientificamente fondate ma, ancor prima, intuitive, euristiche, di buon senso,
d’esperienza. Certo, i fatti brutti possono sempre accadere. Anche con il bel
tempo. Ma spalancare la porta alla tragedia proprio no. E non si tratta di
fatti privati. Siamo in una Società, tutto è pubblico. Ed ora, voglio proprio
vedere se oltre a parlare della Natura (che non ha mai colpa) e della Sicurezza
(che ci vuole e pure migliore) e della Regolamentazione (che ci vuole e maggiormente
efficace ed efficiente) e delle Responsabilità (che vanno accertate) e del
piano politico, e del piano amministrativo ecc. ecc. ecc. si parlerà della vera
questione cioè della mentalità delle
persone e quindi anche della necessità di porre mano a cosa si insegna o non si
insegna a Scuola, della necessità di badare entro quale Paradigma di Conoscenza
(Olismo o Riduzionismo) si inscrivono teoria e pratica, modo di pensare e modo
di vivere, di scegliere, di agire, della necessità di vivere meno Tecnologia e
meglio usata anziché tanta, troppa, Tecnologia e pure usata male o non usata
affatto! Se lo Stato (che siamo noi, tutti noi, ed i politici e i dirigenti non
arrivano da Marte ….) si porrà, una buona volta, il problema di che tipo di
cittadini ha (e non solamente il problema di cosa hanno i cittadini) e di che
tipo di cittadini vuole (e non solamente il problema di cosa vogliono i
cittadini). Una tragedia dietro l’altra. Genova e il Raganello. E nel mese
d’agosto, simbolo per eccellenza delle vacanze. Occorre riflettere. Niente
contro le vacanze, sia chiaro.
Sacrosante, specialmente per chi lavora per davvero. Ma contro la mentalità
vacanziera sì (posticipare i lavori perché è agosto, farsi le vacanze perché è
agosto, non pensare perché si è in vacanza ecc. ecc. ecc.). Due tragedie,
infatti, accomunate da un unico ed articolato aspetto: da una parte, una mentalità
riduzionistica e lineare (che è inadeguata di fronte all’oggettiva e
non-lineare complessità delle cose e delle situazioni), dall’altra parte un
sentire e un percepire alterato (che non prevede un equilibrio tra teoria e
pratica ma che prevede solo la pratica; che non prevede un equilibrio tra il
fare ed il non fare ma che prevede solo il fare e per questo, spesso, non si
preoccupa della direzione paradigmatica da dare al fare; che non prevede un
equilibrio tra l’ottimismo ed il pessimismo ma che prevede solo l’edonismo; che
non prevede l’equilibrio tra il coraggio e la paura ma che prevede solo la
spavalderia; che non prevede un equilibrio tra l’individuo e il gruppo ma che
prevede solo la logica del gruppo (anche se sbagliata); che non prevede una
sintesi passato-presente-futuro ma che vive di solo presente; che non prevede
il vivere il quid dei luoghi ma che
prevede solo l’uso dei luoghi; che non prevede il vivere le esperienze ma
solamente il consumare le esperienze; che non prevede il vivere la vita ma il
collezionare, l’elencare, il mostrare e l’esibire fatti e risultati di vita,
magari a mezzo selfie; ecc.). Il 99%
delle persone sta diventando o è già diventata qualcosa di terribile. Altro che
piena del Raganello o stralli del ponte Morandi o altre scuse. Luca Fortunato (Matera)
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