Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 31 gennaio 2023

Anteprima Copertina nuovo libro sulla Tecnica del taglio di ritorno

Post 414

Anteprima Copertina nuovo libro sulla Tecnica del taglio di ritorno

 

 
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Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

Libro chiuso il 31/01/2023 – Pagine 12 – PDF – Self-Publishing - Prezzo: 20 euro

Ricordo che da domani,  1° Febbraio, il libro sarà disponibile ed acquistabile scrivendo al mio indirizzo mail  lucaf73x@gmail.com

Ricordo anche il precedente post 413 con l'anteprima dell’Introduzione.  

E come sempre, ad maiora! amici, ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)

lunedì 23 gennaio 2023

Il mio nuovo e 5° Libro: “Teoria scientifica di tipo olistico sulla tecnica del taglio di ritorno (potatura piante)”.

Post 413

Il mio nuovo e 5° Libro: “Teoria scientifica di tipo olistico sulla tecnica del taglio di ritorno (potatura piante)”.

Carissimi Lettori, eccoci qua: come da programma, dal prossimo 1° febbraio sarà disponibile il mio nuovo e 5° libro, sempre in formato PDF, sempre in self-publishing. Per acquistarlo (al prezzo di euro 20) e riceverlo sulla vostra mail (con la ricevuta) occorre scrivere sempre al mio indirizzo mail: lucaf73x@gmail.com

Ora, qui di seguito, pubblico in anteprima l’Introduzione dello stesso libro.

E come sempre, ad maiora! amici. Ad maiora!

 L’Autore: Luca Fortunato, dottore agronomo (Matera)

WhatsApp: 389.4238195

 ·         

 INTRODUZIONE

La prima volta che ho comunicato pubblicamente qualcosa sulla tematica affrontata nel presente libro è stata il 10 maggio 2019, nella mia città di Matera, presso lo “storico” circolo culturale La Scaletta, nell’ambito di un convegno di cui sono stato uno dei relatori. Questo il titolo del convegno: Considerazioni sulla valorizzazione dei parchi storici, sulla deontologia negli interventi e sul verde urbano, che fu organizzato dall’Ordine Professionale a cui sono iscritto, a cui devo essere iscritto per obbligo di legge (Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Matera)  [….]

Ad ogni  modo, una sintesi del mio intero intervento (dal titolo: Verde (pubblico) e Olismo) la trovate nel post n. 297 nel mio blog “Cittadino olistico”. Qui  riporto, invece, la parte riguardante la specifica tematica affrontata nel presente libro:  

[….] L’unico tipo di taglio tecnicamente e scientificamente corretto è il taglio di ritorno (che asporta un ramo o una branca immediatamente al di sopra dell’inserzione con un ramo o con una branca più giovane. Ciò che rimane sostituirà ciò che è stato asportato. Ritorno, appunto).

Credo che il taglio di ritorno dovrebbe essere l’unico consentito in contesto storico (a parte ovviamente i tagli per forme obbligate giustificati culturalmente, ampiamente giustificati). 

Inoltre, il taglio di ritorno è un taglio olistico o meglio l’unico taglio olistico. La cosa va interpretata in chiave di geometria frattale: interi che vengono “tagliati” per poi auto-ripristinarsi e quindi fermarsi perché nuovamente in equilibrio di interezza (almeno in condizioni fisiologiche, normali). Sto verificando queste mie intuizioni con dei matematici. Mi dicono siano giuste. Vedrò di pubblicare qualcosa in futuro. [….]   

Ebbene, con questo libro, mantengo quella promessa (“vedrò di pubblicare qualcosa in futuro”). Anche e soprattutto perché ho completato di verificare la correttezza delle mie intuizioni (“sto verificando queste mie intuizioni con dei matematici. Mi dicono siano giuste”) … ed è andata bene!

La tematica è certamente per addetti ai lavori (dottori agronomi, dottori forestali, periti agrari, arboricoltori, vivaisti, agricoltori, giardinieri, ecc.) ma a ben vedere (e a ben leggere) è qualcosa che può interessare - e anche affascinare – tutti, davvero tutti.

Il libro è volutamente brevissimo (ma estremamente significativo). È volutamente e solamente un focus schematico di tipo paradigmatico e teorico sulla tematica (molto pratica, molto tecnica). Tutti gli addetti ai lavori, infatti, sanno benissimo cos’è il taglio di ritorno, come esso si esegue, e tutti infatti lo praticano (nei parchi, nei giardini, nelle aziende agricole, ecc.). Non si tratta di fare la lezioncina (banale, scontata, ecc.) come molti fanno purtroppo su questa tematica (… così come su tante altre tematiche! Agronomiche e non …..).

Si tratta invece di dare un punto di vista innanzitutto inedito e originale ma soprattutto alternativo, e dalla natura teorico-paradigmatica.

Perché, Oggi, le vere necessità sono queste. Non altre. Anche in ambiti ultra-pratici, iper-tecnici,  super-applicativi e stra-conservatori come il tagliare i rami degli alberi! Pensate un po’ ……

Ma giusto per ritornare al nostro argomento, per restare sul nostro argomento, faccio notare che dare fondamento teorico - e quindi scientifico - alla tecnica il taglio di ritorno (come si fa appunto in questo piccolo-grande libro, consentitemelo) equivale a validarla completamente (integrando la dimensione empirica). E se pensiamo che Oggi, in un Tempo di cambiamenti climatici, di nuove malattie, ecc. potare gli alberi provocando loro il minor stress possibile è fondamentale e strategico, ecco che la tecnica del taglio di ritorno - che sappiamo empiricamente essere idonea allo scopo - riceve la giusta validazione anche sul piano teorico, e quindi riceve una completa validazione (ricordiamoci sempre, infatti, che la Scienza è data dai fatti e dalle teorie che spiegano gli stessi fatti. Se ci sono solo i fatti – anche positivi – è solo Empirismo ma non Scienza o non ancora Scienza). 

Buona lettura (…. o meglio buona visione degli schemi).

Matera, 31/01/2023                                                       

Luca Fortunato, dottore agronomo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

lunedì 2 gennaio 2023

One Health (& One Medicine)

Post 412

One Health (& One Medicine)   

N.B. aggiornamento (in giallo – vedi nel testo) del 17/01/2023

N.B. aggiornamento (in verde – vedi nel testo) del 18/01/2023

Si fa un gran parlare di “One Health” cioè di “una sola salute” per indicare come effettivamente la salute umana, la salute animale, la salute vegetale e la salute dell’ambiente-ecosistema, siano tutte intimamente legate e tutte intimamente interdipendenti tra di loro, a formare un unicum multidimensionale ed integrato ma anche e soprattutto olistico.

In sé, questo gran parlare non è un male. Anzi …  

Il problema è la superficialità (specialmente giornalistica e specialmente politica, come in tante altre questioni del resto) con cui si affronta il tema One Health. Così come la manipolazione, la distorsione, ecc. sempre in merito a questa cruciale tematica. Per esempio, l’Establishment affronta questa tematica che è appunto una tematica olistica cioè collocata nell’Olismo rimanendo nel Riduzionismo! Usa pure l’aggettivo olistico senza però entrare nell’Olismo, restandone fuori, facendo pseudo-olismo dunque, snaturando lo stesso e autentico carattere olistico della questione traducendolo solamente come “integrato”, “multidisciplinare”, “interdisciplinare”, “transdisciplinare” , ecc. Sappiamo che così non è.

La multidisciplinarità, l’interdisciplinarità, la transdisciplinarità, l’integrazione, ecc. possono essere certamente buone strade, buone vie, per arrivare all’Olismo, per favorire l’Olismo, ma non sono esse stesse l’Olismo! L’Olismo è qualcosa di più, di ancora di più. E l’Olismo deve essere innanzitutto in seno all’individuo, alla singola persona, conquista individuale, prassi professionale individuale, ecc. non si acquisisce nella dimensione collettiva. La dimensione collettiva può essere un fattore di risoluzione in casi e in situazioni caratterizzati da difficoltosa componente logistico-organizzativa, questo sì. Ma in un collettivo occorre entrarci già da olisti.  

Del resto, siamo abituati a queste manipolazioni-distorsioni (stolte o furbesche che siano). Pensate, che, di recente, giusto per fare un ennesimo esempio, ho visto trattare l’argomento olistico One Health su un quotidiano (nazionale!) che per “approfondire” l’argomento è andato ad intervistare esponenti accademici della scienza analitico-riduzionistica! Cioè i nemici giurati dell’Olismo paradigma nel quale è invece collocata One Health! Una tale contraddizione (stolta o furbesca che sia) se non fosse soprattutto tragica, ci farebbe solo ridere …. Niente di nuovo, dunque, se non che sulla Salute non si scherza e non si deve consentire a nessuno di scherzare. Ma di questo si occuperà la Legge, grazie anche al contributo di denunce civico-culturali come quelle di questo blog, come quelle dei miei libri, ecc. Tempo al tempo (e avete già visto - su altre tematiche trattate da questo blog, anche di recente - di come il Tempo sia sempre Galantuomo in tal senso ….). Ma ora andiamo avanti (con il post):

la tematica One Health è antica ma viene “riscoperta” solo Oggi perché Oggi gli scenari sanitari sono diventati davvero tragici (per tutte le entità: uomini, animali, piante, ambiente-ecosistema) e quindi sono diventati inaccettabili. Beh, specialmente in ambito scientifico e tecnico, le cose andrebbero comprese, “viste” e “previste” con il potere della mente (intuizione e/o logica deduttiva) e comprovate sperimentalmente, e non certo “acquisite” perché ci si va a sbattere contro! Ma tant’è … (evidentemente non tutti gli scienziati e non tutti i tecnici sono davvero tali ….   Sopravviveremo!).

La Salute non è questione solamente di Medicina (umana, animale, vegetale). La Salute non è questione solamente di medici (che sono: per le persone, i medici-chirurgi; per gli animali, i medici veterinari; per le piante, i dottori agronomi; per l’ambiente-ecosistema: geologi, ingegneri, biologi, dottori agronomi, fisici, chimici, ecc.). E in Medicina - e con tutte le tipologie di medici - non è nemmeno e solo questione di “materia” ma anche di “energia” (o meglio è solo questione di energia: E=mc2 docet) e di “contesto” :

-le persone senza sintomi e segni fisici di malattia non è detto che siano in salute! (esistono anche malattie inizialmente asintomatiche. E comunque esclusa pure ogni dimensione fisica di malattia, la salute è anche questione di benessere psicologico e di benessere sociale);

-le piante agrarie che producono non è detto che siano in salute! (esistono anche malattie che permettono la produzione ma che poi, e specialmente nel medio-lungo termine - 5-10-15 anni -  come per gli alberi in produzione agraria, diventano gravi ed anche mortali. E comunque, una pianta agraria può produrre anche se “accanita terapeuticamente” e/o “dopata” e/o “avvelenata” ecc.: possiamo parlare di “salute”? anche in rapporto ai consumatori e/o all’ambiente e/o all’etica-deontologìa?);

-i suoli (urbani, forestali, ecc.) sistemati prima dei cambiamenti climatici in corso non è detto che siano in “salute” solo perché non hanno ancora manifestato segni di “malattia idrogeologica” (andrebbero comunque compensati in funzione dei mutati regimi di piogge, temperature, ecc.);

-gli alberi urbani “capitozzati” non sono e non saranno più sicuri! Si continua a potare “alla selvaggia” (in tutte le città italiane, compresa la mia …) senza selezionare i rami da tagliare distinguendoli, dunque, da quelli da lasciare. Si tagliano tutti i rami! Credendo e illudendosi ma soprattutto facendo credere e facendo illudere i cittadini che così gli alberi cresceranno più forti e più stabili. Niente di più falso: gli alberi selvaggiamente potati-capitozzati avranno maggiori probabilità – rispetto agli alberi potati con criterio e dunque e paradossalmente meno potati - di ammalarsi (di malattie fungine, batteriche, virali, ecc.), di subire attacchi e danni da parte di insetti, di avere squilibri metabolici ed energetici, di avere rami in sovrannumero e più deboli, di essere più instabili (con maggiori probabilità di schiantarsi al suolo e/o di far schiantare al suolo o su macchine o su persone, ecc. parti di essi). Cioè … si otterrà esattamente il contrario di ciò che si credeva di dover ottenere!  Mamma mia … quanta incompetenza e/o quanta speculazione (economica, logistica, ecc.) continuano ad esserci …. (continuano …..);

ecc.

Così come non bisogna confondersi e far confondere (spesso anche appositamente, in modo furbesco, truffaldino, speculativo, ecc.) tra cura (correlata alla guarigione, che può portare alla guarigione, che porta alla guarigione, che ha un termine temporale quello appunto della guarigione, ecc.) e terapia o rimedio o altro (di supporto, di miglioramento, di trattamento dei sintomi, di convivenza con la malattia, di contrasto alla malattia, di trattamento della malattia cronica, di aiuto continuativo nel tempo, ecc.). Sono cose ben diverse. A parte le cure palliative (capitolo particolarissimo, anche come vocaboli ed espressione) e che sono un discorso completamente a parte, le cure (propriamente intese) sono particolari terapie finalizzate alla guarigione. Esiste la grande famiglia delle terapie (protocolli di supporto, di miglioramento, di trattamento dei sintomi, di convivenza con la malattia, di contrasto alla malattia, di trattamento della malattia cronica, ecc.) all’interno della quale vi sono anche le cure (protocolli terapeutici di guarigione). La confusione (colposa o dolosa che sia), nasce anche dal fatto che del vocabolo “cura” esiste anche un significato comune (non tecnico, non scientifico) cioè “premura, interessamento, impegno, riguardo, attenzione, custodia, manutenzione virtuosa, gestione positiva, ecc.“ o esistono significati anche tecnici e scientifici ma non-medici, non-sanitari che riguardano altri importanti aspetti ma che prescindono dalla salute/malattia, come ad esempio “cure parentali” , “cure colturali”, ecc. C’è da dire che anche nella comunicazione medica (umana, animale, vegetale, ambientale, che sia) a volte vengono commessi errori di confusione-comunicazione, anche gli addetti ai lavori sbagliano. Il punto, però, è capire la natura dello sbaglio: se è solo distrazione, un farsi trascinare nel linguaggio comune, ecc. poco male, da correggere comunque e in seguito (sia chiaro), ma ci può stare. Altro discorso, invece, è speculare (economicamente, commercialmente, politicamente, mediaticamente, ecc.) sui significati dei vocaboli, marciare, giocare su di essi  e con essi. Del resto, la differenza tra terapia e cura rispecchia anche la differenza (culturale di base) tra l’Antica Grecia e l’Antica Roma: “terapia” infatti viene dal greco antico ed è un concetto tipicamente ampio, generale, omnicomprensivo, (olistico), ecc. mentre “cura” viene dal latino ed è un concetto tipicamente ristretto, specifico, settoriale, (riduzionistico), ecc. Ma andiamo avanti:

ed Oggi, in un Tempo di estrema complessità (con dinamiche di tipo emergente per l’accentuata multifattorialità e multidimensionalità dei fenomeni), anche in Medicina (umana, animale, vegetale, ambientale) c’è da aspettarsi sempre di più – realisticamente – scenari di terapia o di rimedio (e quindi di convivenza con i fenomeni patologici, contrastandone o prevenendone i danni maggiori) e non invece scenari di cura (e quindi il raggiungimento della guarigione, del superamento dei fenomeni patologici). Parallelamente, il concetto di salute (umana, animale, vegetale, ambientale), Oggi in un Mondo e in una Società sconvolti come non mai deve necessariamente – e realisticamente – purtroppo, essere rivisto (ammorbidito, reso più sfumato, relativizzato, ecc.), pensando alla salute più come uno stato in cui l’organismo (umano, animale, vegetale) o l’ecosistema riesce a vivere evitando o  contrastando il più possibile i danni maggiori o severi (tenendosi – aimè – i danni, i sintomi e i segni minori e meno gravi) piuttosto che uno stato in cui l’organismo (umano, animale, vegetale) o l’ecosistema vive nel completo benessere (senza sintomi, senza segni, senza danni, ecc. O senza più sintomi, senza più segni, senza più danni, ecc. cioè guarito).

E non è questione nemmeno di Farmacia, così come di Tecnologia, ecc. ecc. ecc.

La Salute è anche Economia (che evidentemente non può essere quella capitalistica, consumistica, di mercato, “occidentale”, ecc.); è anche Ecologia (la scienza ecologica, di competenza dei laureati nelle Facoltà di Biologia, Scienze, Agraria, ecc. che tra le tante cose mostra e dimostra i limiti degli ecosistemi e qui si ritorna all’Economia e nel senso evidenziato); è anche Geografia fisica (e non Geografia politica: i virus, i batteri, i miceti, gli insetti, gli inquinanti, ecc. non badano certo ai confini nazionali, regionali, provinciali, …. O no?); è anche Psicologia e Cultura (specialmente nel senso di porre l’accento non sull’Avere ma sull’Essere per favorire anche il benessere mentale che insieme al benessere fisico va a determinare l’intera e olistica Salute tanto individuale quanto collettiva); ecc. ecc. ecc.

One Health … si riempiono la bocca, la penna e la tastiera di One Health ma non sanno nemmeno che cosa veramente sia o lo sanno ma vanno all’imbroglio … One Health, come no ….

Del resto, è da decenni che la logica olistica alla base di One Health ha ispirato documenti e impegni ufficiali (Dichiarazione di Alma Ata del 1978, Carta di Ottawa del 1986, ecc.)  ma alla fine, in pratica, i suoi principi (olistici) e i suoi logici risvolti (olistici) sono stati completamente disattesi o solo parzialmente seguiti (dall’Establishment) sia per l’imbroglio pseudo-olistico (prima evidenziato) che porta soprattutto a non far funzionare le cose (l’Olismo o lo si fa per davvero e per intero o è inutile, così come è per ogni altra cosa complessa), sia per la mancanza di buon senso (come appena evidenziato) specialmente di tipo previsionale, sia per giganteschi interessi economici (industriali, farmaceutici, ecc.) tutti basati sul Riduzionismo e che sono da difendere a spada tratta! E della verità scientifica (che ce l’ha l’Olismo)? Chi se ne frega! Questa è l’attuale situazione!  

Arricchisco, dunque, questo blog con 3 brevi ma significativi contenuti. Che possano contribuire ad orientare correttamente il lettore sulla vera natura teorica di una tematica così importante e dunque, di conseguenza, sul giusto ed efficace modo di portarla avanti, di gestirla, di praticarla, di valorizzarla, di farla funzionare, di applicarla, di farla essere utile e risolutiva.

I 3 e seguenti contenuti sono riferiti – come testo - alla Medicina umana ma valgono anche per la Medicina animale e per la Medicina vegetale. Anzi, Oggi sappiamo con certezza che così è, e che dunque sia assolutamente necessario farle valere per tutte e 3 le Medicine (umana, animale, vegetale) come appunto indica “One Health” per ottenere anche e soprattutto un unicum concettuale, paradigmatico e metodologico – fermo restando le specificità e le differenze tra organismo umano, organismo animale, organismo vegetale  - tra medici-chirurgi, medici veterinari, dottori agronomi. Dunque, anche e soprattutto “One Medicine”. Che sia incentrata soprattutto sull’abbandono del Riduzionismo, sulla lotta anche legale-giudiziaria  allo pseudo-olismo e sull’adozione dell’Olismo, e che infine venga trasferito al resto della Società (insomma, fare sul serio, basta chiacchiere e/o contraddizioni e/o imbrogli e/o manipolazioni. Giusto per stare alle ultime ed emblematiche cronache delle ultime settimane:

-Covid: un virologo ha affermato “la pandemia è finita”, il giorno dopo un altro virologo ha affermato “la pandemia non è finita” ! Oppure: “l’influenza sarà peggiore del Covid” ! Oppure ancora: “La pandemia è colpa della Cina”, quando invece la zoonosi Covid si è originata e si evolve (muta) in Cina ma la pandemia Covid si è scatenata e si scatena per i numerosissimi viaggi da e per la Cina per affari e/o turismo in perfetto stile di vita occidentale! Ed il modello cinese di gestione del Covid resta valido, comunque valido (specialmente se consideriamo la popolazione della Cina - 1 miliardo e 400 milioni di persone ! -  in confronto a quella di piccoli Paesi come l’Italia - 60 milioni di persone  … (!) - e che dopo 3 anni stanno ancora al punto di prima! Ma di che parliamo …..). Ecc. Se fosse solo commedia (e invece e purtroppo è anche e soprattutto tragedia, specialmente comunicativa) ci divertiremmo solo, come “cittadini-spettatori” ….

- Xylella degli Olivi: ci sono cure per gli olivi (!?!). La Società tutta aspetta con ansia di constatare il risultato di guarigione degli olivi dalla malattia del disseccamento rapido (se è cura deve esserci guarigione che interrompe/interromperà la stessa cura). Per brindare tutti alla fine della tragedia ma soprattutto per festeggiare il Premio Nobel (per la Medicina, o per la Chimica, o per la Fisica, ecc.) che verrà conferito a chi ha ideato e/o scoperto tali cure (come minimo il Premio Nobel per loro) … Mah …. Se fosse solo una barzelletta (e invece è tragedia di tipo illusorio-speculatorio in più,  in una tragedia agro-ecosistemica già grande di suo) ci faremmo solo una bella risata …..Dopo l’illusione preventiva (monitoraggio del batterio; abbattimenti delle piante positive al batterio; lotta al principale vettore del batterio cioè all’insetto sputacchina; resistenze e/o tolleranze genetiche al batterio in cultivar/genotipi d’olivo; ecc.) vanno verso l’illusione curativa! Poveri ulivi …. Sono passati anni e anni, ma la pace per loro sembra essere ancora molto lontana …… Mamma mia …. Contro il disseccamento rapido degli ulivi – che non è causato dal batterio (come da narrazione da Establishment) ma emerge da un complesso di fattori tra cui vi è anche e a volte il batterio, cosa molto e ben diversa (come da mia teoria 20216-2017 comprovata 2020-2022 e per giunta con esperienze positive di applicazione dei rimedi di convivenza) - non c’è alcuna possibilità di prevenzione così come non c’è alcuna possibilità di cura. È un fatto oggettivo. C’è solo la possibilità di conviverci cioè di prevenire e/o di contrastare i danni maggiori e più severi (tenendosi, mettendo in conto, i danni minori e meno severi). Anche questo è un fatto oggettivo. Purtroppo, non lo vogliono capire o meglio, ora, non lo vogliono accettare (visto che il sottoscritto ha appunto comprovato scientificamente – e sia a livello teorico sia a livello tecnico - la cosa: resoconto nel mio recente libro di ottobre 2022, che comunque il suo successo - di vasto pubblico e in tutta Italia - l’ha avuto, l’ha già avuto, giusto per la cronaca …. Fessi coloro che non lo conoscono e/o non lo seguono. Coloro che invece lo conoscono e lo seguono, si troveranno bene). Gli ulivi: sarà il Tempo e/o la Legge a pensarci (a meno che qualcuno dell’Establishment non riesca a trovare onestà intellettuale & coraggio: mi mandi una bella PEC e si lavori – insieme – sulla giusta strada ……. Senza tante storie. Chi o cosa impedisce questo? Per me, sarebbe un qualcosa in più e di soddisfazione in più, certo. Ma per gli ulivi e i per i territori olivicoli sarebbe qualcosa di diverso, qualcosa di base … altro che chiacchiere); 

- Xylella degli Agrumi: … vi ricordate che tra i miei prossimi libri (come da Piano Editoriale, vedi post 407) vi è anche quello – disponibile dal 1° Marzo 2023 - sulla Salute e sulla Malattia delle Piante - mia teoria olistica generale (e inedita)? Ebbene, la Xylella degli Agrumi di cui stiamo avendo notizia in questi giorni (dal Portogallo) ci calza proprio a pennello! Vi ho aperto e aggiunto, infatti, il relativo capitolo (…. anche perché, qui da noi in Italia – stando alle primissime cronache e dichiarazioni – già iniziano a sbagliare, già iniziano con un approccio sbagliato, già iniziano a confondere entità in gioco, concetti e quant’altro, già iniziano a scegliere direzioni di azione sbagliate, già - in preda alla paura, N.B., altro che Scienza e Tecnica …..  – iniziano a concepire solo muscoli, forza, ecc.  già il Riduzionismo inizia a posizionarsi  …..  E quindi già mi forniscono - a me olista nell’Olismo e con teorie perfettamente calzanti anche per altre colture oltre all’olivo – materiale su cui scrivere o meglio contro-scrivere. E faccio notare che l’esistenza della mia e inedita teoria generale è stata dichiarata pubblicamente su questo blog da tempo, e dunque in tempi non sospetti. Si dice che la fortuna aiuti le menti preparate. Ed è proprio così! Avanti dunque con un'altra e fondata battaglia! Per amore degli alberi (tutti). Sempre);

- Verde sportivo: “Quando entravo in campo, ricordo che l'erba aveva un odore strano, non naturale, certamente diverso da quello che senti quando la tagli nel giardino di casa tua. Ecco, vorrei sapere cosa c'era nei pesticidi che usavano per la manutenzione dei campi da gioco o magari nei coloranti che facevano rimanere il manto di un bel verde". Anche così si è espresso, con coraggio, in questi giorni, Dino Baggio (ex calciatore, centrocampista, allenatore di calcio) – fonte: “La Repubblica” 17/01/2023. Ebbene, l’ipotetica correlazione anche tra la gestione-manutenzione dei prati dei campi di calcio e le numerose e frequenti morti di calciatori e per malattie di un certo tipo, andrebbe effettivamente indagata e studiata. Anche qui, vi è tutto il senso olistico di “One Health” (e che sempre ed in ogni caso non deve guardare in faccia a nessuno! e a nessun tipo di interesse! La Salute al primo posto. Sempre. Per di più, che in questo tipo di scenario abbiamo anche un certo tipo di paradosso salute/malattia visto che trattasi soprattutto e comunque di sport. Ed estenderei tutta la questione anche e più in generale al verde ornamentale, al verde urbano, al verde industriale, ecc. Non si sa mai ….);

-Ischia: “la tragedia è stata colpa dell’abusivismo”, “bisogna combattere l’abusivismo” ecc. ecc. ecc. Sappiamo invece che la frana si è originata sulla sommità del monte (senza case) per una combinazione di “malattia ambientale”, di “scarsa salute ambientale”, tra una pioggia eccezionale (per cambiamento climatico) e la fragilità costitutiva del terreno di origine vulcanica. Che poi, giù, a valle, case (che hanno subìto il fenomeno naturale) non dovevano proprio esserci (ma da sempre, dall’intera storia dell’isola ….), non dovevano proprio essere costruite (per Scienza nel corso della Storia …. su un isola dal terreno vulcanico non si deve proprio abitare, costruire, edificare, …. Al massimo coltivare, passeggiare, ecc. Pochissime persone, dalla presenza saltuaria, con rischi bassissimi, ecc.) è cosa verissima … ma è altro discorso! I “minestroni concettuali” (autentici aimè o recitati apposta …) di certo non aiuteranno a risolvere o a contenere il problema! O no? Voi che dite?

-cinghiali: annoso problema ed ancora irrisolto per l’approccio sempre riduzionistico adottato! Il problema dei cinghiali (sovrannumero, incidenti stradali, danni agricoli, diffusione della PSA, ecc.) è un problema complesso, multifattoriale e multidimensionale che c’entra con la salute/malattia dell’ecosistema in generale e non può essere certamente ridotto a misure “settoriali”, “mirate”, “specifiche”, “monotematiche”, “di forza”, ecc.: chiusini, recinti, sterilizzazioni, ecc. per arrivare  all’ultima “genialata fascistoide” della caccia urbana tipo Far West! Mamma mia …. (povera Scienza, povera Tecnica, povera Cultura, povera Società, povera Italia ….);

Ecc.

Ma ora veniamo ai 3 contenuti che vi annunciavo (e impariamo qualcosa sulla vera natura di One Health):  

1 - […] Alla medicina olistica della persona, attenta alla sintesi di sintomi e segni basata sull’osservazione di reazioni e comportamenti, si è sostituita rapidamente una medicina analitica, che disseziona organi e apparati e si basa, in larga misura, su rilevazioni oggettive di laboratorio e strumentali. […] La medicina viene così intesa sempre più come servizio e spinta ad attrezzarsi con opportune tecnologie e competenze per questo servizio. […] Va da sé che questa mentalità “asettica”, favorita da una crescente burocratizzazione della professione medica, riduce e ridurrà sempre di più, nel prossimo futuro, le occasioni per il tradizionale rapporto fiduciale medico-paziente […] Per quanto riguarda i medici esperti in tecnologie sofisticate, occorre la disponibilità a riconoscere che l’uomo è assai di più della somma di dati analitici e che l’osservazione e l’esperienza sono ancora elementi essenziali al ragionamento clinico […] - Dal Volume 13, alla voce “Medicina”, de “L’Enciclopedia – La biblioteca di Repubblica” - UTET (2003).  

2 - […] Nell’intera storia della scienza occidentale lo sviluppo della biologia è andato di pari passo con quello della medicina. È naturale quindi che la visione meccanicistica della vita, una volta affermatasi saldamente in biologia, abbia dominato anche gli atteggiamenti dei medici nei confronti della salute e della malattia. L’influenza del paradigma cartesiano sul pensiero medico produsse il cosiddetto modello biomedico che costituisce la fondazione concettuale della moderna medicina scientifica. Il corpo umano è considerato una macchina che può essere analizzata scomponendola nelle sue parti; la malattia è vista come il cattivo funzionamento di meccanismi biologici che vengono studiati dal punto di vista della biologia cellulare e molecolare; il ruolo del medico consiste nell’intervenire, fisicamente o chimicamente, per correggere il cattivo funzionamento di un meccanismo specifico. Tre secoli dopo Cartesio la scienza della medicina è ancora fondata, come scrive George Engel, sulla “nozione del corpo come macchina, della malattia come conseguenza di un guasto della macchina e del medico come colui che ha il compito di intervenire per riparare la macchina”. Concentrandosi su frammenti di corpo sempre più piccoli, la medicina moderna perde spesso di vista il paziente come essere umano, riducendo la salute ad un fenomeno meccanico [….] Il concetto di salute, come quello di vita, non può essere definito con precisione e in effetti le due cose sono strettamente connesse. Il significato che si attribuisce alla parola “salute” dipende dalla concezione che si ha dell’organismo e della sua relazione con l’ambiente. Al mutare di questa concezione da una cultura ad un’altra, e da un’era ad un’altra, mutano anche le nozioni di salute. Il concetto ampio di salute di cui avremo bisogno per la nostra trasformazione culturale – un concetto che comprende dimensioni individuali, sociali ed ecologiche – richiederà una concezione sistemica degli esseri viventi, e corrispondentemente, una concezione sistemica della salute. Per cominciare, può essere utile la definizione di salute fornita dall’OMS nel preambolo della sua costituzione: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o di infermità”. Benché la definizione dell’OMS sia un po’ irrealistica, descrivendo la salute come una condizione statica di perfetto benessere, anziché come un processo in continua mutazione ed evoluzione, essa include però la natura olistica della salute [….] La relazione tra medicina e salute è difficile da valutare perché la maggior parte delle statistiche sanitarie utilizzano l’angusto concetto biomedico di salute, definita come assenza di malattia. Una stima significativa, dovrebbe occuparsi tanto della salute dell’individuo quanto di quella della società [….] Le cause della nostra crisi sanitaria sono molteplici. Esse possono essere sia all’interno sia all’esterno della scienza medica, e sono connesse inestricabilmente alla più ampia crisi sociale e culturale [….] L’influenza dell’industria farmaceutica sulla pratica della medicina ha un parallelo interessante nell’influenza dell’industria petrochimica sull’agricoltura. Gli agricoltori, come i medici, si occupano di organismi viventi che subiscono danni gravi dall’approccio meccanicistico e riduzionistico della nostra scienza e della nostra tecnologica. […] L’uso massiccio dei fertilizzanti chimici e degli insetticidi modificò l’intero tessuto dell’agricoltura e dell’allevamento. L’industria riuscì a convincere i coltivatori che potevano far denaro coltivando su vaste estensioni di terreno una singola pianta molto redditizia e controllando con sostanze chimiche lo sviluppo di erbacce e di insetti. I risultai di questa pratica delle monocolture furono grandi perdite di varietà genetica nei campi e di conseguenza un grave aumento del rischio che grandi colture venissero distrutte da un singolo insetto nocivo. Le monocolture incisero negativamente anche sulla salute delle persone che vivevano nelle aree agricole, che non poterono più procurarsi una dieta bilanciata da cibi vegetali prodotti in luogo e furono quindi più esposte a malattie. […] Gli effetti a lungo termine di una “chemioterapia” eccessiva in agricoltura si sono dimostrati disastrosi per la salute del suolo e delle persone, per i nostri rapporti sociali e per l’intero ecosistema del pianeta. In conseguenza del fatto che un anno dopo l’altro si coltivano le stesse piante usando fertilizzanti sintetici per restituire fecondità al terreno, l’equilibrio del suolo viene sconvolto. La quantità di materia organica diminuisce, e con essa la capacità del suolo di conservare umidità. Il contenuto di humus viene esaurito e la porosità del suolo si riduce. Questi mutamenti nella struttura del suolo comportano una quantità di conseguenze interconnesse […] - Dal libro: “Il punto di svolta” (1982) di Fritjof Capra (fisico, scienziato).

3 - […] La caratteristica più importante della concezione del mondo orientale – si potrebbe quasi dire la sua essenza – è la consapevolezza dell’unità e della mutua interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi, la constatazione che tutti i fenomeni del mondo sono manifestazioni di una fondamentale unicità. Tutte le cose sono viste come parti interdipendenti e inseparabili di questo tutto cosmico, come differenti manifestazioni della stessa realtà ultima. Le tradizioni orientali si riferiscono costantemente a questa realtà ultima, indivisibile […]  Nella vita ordinaria, non siamo consapevoli di questa unità di tutte le cose, ma dividiamo il mondo in oggetti e in eventi separati. Naturalmente, questa divisione è utile e necessaria per muoverci nel nostro ambiente quotidiano, ma non è un aspetto fondamentale della realtà. È un’astrazione ideata dal nostro intelletto che distingue e classifica. Credere che i nostri concetti astratti di “cose” e di “eventi” separati siano realtà della natura è un’illusione. […] La fondamentale unicità dell’universo non è solo la caratteristica principale dell’esperienza mistica, ma è anche una delle più importanti rivelazioni della Fisica moderna […] – Dal libro: “Il Tao della Fisica” (1975) di Fritjof Capra (fisico, scienziato).

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 Salutissimi

Luca Fortunato (Matera)

P.S. ricordatevi delle prossime disponibilità di auto-pubblicazione 2023 riguardo ai miei nuovi libri PDF, così come della costante possibilità di acquisto riguardo ai miei libri PDF (vecchi e recenti) già auto-pubblicati (rileggete il mio Piano Editoriale completo, aggiornato a dicembre 2022, post n. 407. Grazie a tutti per i successi già ottenuti … e già vi dedico i futuri successi!).