Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 19 dicembre 2017

Post del Futuro (sul Libro Terzo - dicembre 2018)



Post 202

Post del Futuro (sul Libro Terzo - dicembre 2018)

Alcuni lettori mi hanno “rimproverato” (… sto scherzosamente esagerando, è ovvio) del fatto di aver dato appuntamento, in questo blog, all’uscita del Libro Terzo, cioè tra un anno (dicembre 2018). Dunque per farmi perdonare - ma senza cambiare il programma - regalo a tutti i lettori (“rimproveratori” e non) qualcosa del Libro Terzo appunto che come potrete vedere è già molto in cantiere …. Ciao a Tutti. E come sempre … ad maiora! Luca Fortunato
P.S. A proposito: il Libro Secondo, disponibile dallo scorso 8 dicembre 2017, ricordo, … sta andando nel Mondo ….. e ci sta andando bene!

Dal Libro Terzo “Esempi d’Olismo” (in fase di stesura, per dicembre 2018): 

Alla mia gioia,
e a quella degli altri.

L’Autore
Luca Fortunato (Matera, 1973) è laureato in Scienze Agrarie e dal 2007 esercita la libera professione nei settori di competenza. È artista autodidatta nel campo della pittura astratta. È bassista blues. È blogger. Questo è il suo terzo ed ultimo libro della serie “Esempi d’Olismo” (libro sempre auto-prodotto, auto-pubblicato e auto-venduto in totale libertà, autonomia ed indipendenza).

 Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

Disegno di copertina: “Gaia” (gennaio 2018) – Luca Fortunato

INDICE

1. AVVERTENZA  pag. 4; 
2. INTRODUZIONE (Invito ai Lettori) pag.6; 
3. Capitolo I : il Cambiamento climatico (visto dall’Olismo di Gaia) pag.7.; 
4. Capitolo II : Agricoltura: alcuni aspetti sociali, economici e politici (visti dall’Olismo) pag. 14;   
4.1 il lavoro agricolo (problematiche, anche burocratiche e soluzioni, anche intelligenti) pag.16;   
4.2 la sicurezza in agricoltura (più complessa di quel che normalmente si pensa ….) pag;
4.3 vincoli politici in agricoltura (esistono sempre. Riconoscerli, gestirli o superarli) pag.; 
4.4 le psicologie e le culture in gioco (quelle rurali, quelle urbane e … quelle giuste!) pag. ; 
4.5  i “N.I.A.” (Nuovi Imprenditori Agricoli) (Sintesi di speranza per la Terra ….) pag. 

5. Fonti:  pag.

INTRODUZIONE

Cari Lettori, con questo terzo libro si conclude il progetto Esempi d’Olismo. Vorrei innanzitutto chiedervi scusa per gli errori di scrittura e di battitura che avete trovato nel Libro Primo e nel Libro Secondo. Per quanto io abbia potuto correggere le mie bozze, qualche errore è sfuggito. Per quanto io abbia potuto cercare di scrivere senza fretta, la fretta è stata presente. 
D’altra parte qualche errore di scrittura e di battitura potrebbe esserci, potrebbe essermi sfuggito, anche in questo Libro Terzo. Nel caso, pazienza.
Il testo di libri del genere non ha una genesi lineare e ordinata. Le intuizioni e le idee sopraggiungono - nella parte conscia della mente - come loro credono e vogliono, quando vogliono ecc. A noi sta di annotarle al meglio (su di un pezzo di carta, in un file di testo ecc.) e di getto (per non perderle). Per poi razionalizzarle e svilupparle. Con calma. Per poi, però, assemblarle e di nuovo di getto! Assemblare idee (vere) e intuizioni (vere) non è un semplice assemblare. Mentre le si assembla, infatti, possono ampliarsi, evolvere e migliorare e, nel caso, ne devi tener conto. Scrivessi manuali! (… con tutto il rispetto per i manuali …). E dunque gli errori sono in agguato. E i correttori automatici …. meglio stendere un pietoso velo ….. E la distrazione c’è pure, specialmente quando il tempo si assottiglia in vista della data di uscita del libro. Non è facile, credetemi. Soprattutto se, come nel mio caso, si fa tutto da soli. È parte del prezzo da pagare per la Libertà, l’Indipendenza, l’Autonomia. Credo, del resto, che a fronte dei contenuti che Vi ho offerto, io sia del tutto perdonabile!
Detto ciò, questo libro è conclusivo del progetto ma non è certo conclusivo o addirittura esaustivo degli esempi che avrei potuto fare circa l’Olismo. E siccome ne ho altri e potrei anche dettagliare e approfondire quelli presenti in tale progetto editoriale, Vi invito a scrivermi e a suggerirmi eventuali temi, tematiche, casi, spunti e quant’altro o esigenze di approfondimento degli esempi fatti.
Il progetto Esempi d’Olismo potrebbe, così, sotto altra forma, continuare ….
Grazie a Tutti. L’Autore

Capitolo I 

il Cambiamento climatico  (visto dall’Olismo di Gaia)

Benché il cambiamento climatico sia argomento relativamente recente nell’ambito della Storia (anche contemporanea) della Scienza e della Tecnica, su di esso si è già scritto e detto tanto, forse troppo. Mentre per esso si è fatto poco, troppo poco, anzi quasi niente. O meglio: si sono fatte cose, e se ne fanno, ma sono state, e sono, del tutto inutili (come avremo modo di vedere nel corso di questo breve ma significativo capitolo), perché tutte cose paradigmaticamente inadeguate (come avremo modo di comprendere, anche qui, nel corso di questo breve ma significativo capitolo). 
Ora lasciando al lettore volenteroso ed interessato gli approfondimenti del tema (su libri, siti web e quant’altro), voglio qui trattare di un particolare, anzi particolarissimo, punto di vista in merito al cambiamento climatico ma che è anche un punto di vista generale, in merito cioè all’Ecologia in senso ampio (e di cui, in definitiva, il cambiamento climatico è parte, fa parte).
Un punto di vista noto, direi famoso, ma che, in definitiva, risulta ancora poco utilizzato e che invece ….
Prima, però, di trattare di questo particolarissimo punto di vista ritengo che alcune precisazioni siano doverose:
il cambiamento climatico esiste. Potrebbe sembrare un’affermazione banale e invece non lo è se consideriamo l’esistenza dei negazionisti del cambiamento climatico. L’esistenza del cambiamento climatico, in essere da diversi anni ormai, è mostrato e dimostrato:
dai dati meteorologici;
da grandinate anche in febbraio o in novembre, dal caldo “primaverile” in dicembre, da nubifragi particolarmente intensi e giustamente definiti “bombe d’acqua”, da stati di siccità prolungata anche in autunno e in inverno;
dall’osservazione e dalla misurazione di ghiacci e ghiacciai (che sono diminuiti e si sono assottigliati rispetto al Passato anche recente);
dall’avanzamento dei deserti;
dall’aumento di temperatura delle acque (mari, laghi ecc.);
dalla presenza di organismi viventi (microorganismi, piante, animali) a latitudini inconsuete rispetto al Passato;
dal mancato o incompleto letargo di alcuni animali, da fioriture “primaverili” in inverno;
ecc. ecc. ecc. 
I negazionisti, dunque, o sono stupidi o sono imbroglioni.
Altra precisazione: il cambiamento climatico non è il “riscaldamento globale”. O meglio, il riscaldamento globale è parte del cambiamento climatico che è cosa ben più ampia e complessa (riscaldamento, raffreddamento ecc.). 
Ed infine: quello su cui invece ha ancora senso discutere è la causa o sono le cause del cambiamento climatico attuale. Perché dimostrazioni, in tal senso, ancora non ve ne sono. Il campo scientifico risulta, infatti, diviso in 3 tesi:
1.coloro che ritengono che l’attuale cambiamento climatico sia di origine naturale;
2.coloro che ritengono che l’attuale cambiamento climatico sia di origine antropica;
3.coloro che ritengono che l’attuale cambiamento climatico sia di origine ibrida, cioè naturale e antropica, nello specifico senso che l’attività umana e la presenza umana, particolarmente accentuate negli ultimi 100 anni, abbiano provocato una reazione naturale dell’Ecosistema.
Personalmente, concordo con la tesi n. 3 (origine ibrida). Ed il particolare punto di vista, di cui dicevo in apertura, è anch’esso sintonizzato su questa tesi n. 3 ed ora lo vediamo in dettaglio:
nel 1969 lo scienziato britannico James Lovelock propose il primo abbozzo di quella che poi, nel 1974, è stata battezzata Ipotesi Gaia alla cui stesura e formalizzazione completa contribuì la biologa americana Lynn Margulis.    
Collocata a pieno titolo nel Paradigma dell’Olismo (come avremo modo di vedere meglio in questo paragrafo), l’Ipotesi Gaia venne accolta inizialmente con scetticismo o indifferenza dalla comunità scientifica internazionale (ovvio, no?) ma a partire dagli anni Ottanta essa è stata protagonista di dibattito tra gli scienziati e i ricercatori ed oggi gode dell’importanza che merita (e che in verità ha sempre meritato ...) tant’è che da ipotesi scientifica essa è stata promossa addirittura a teoria scientifica (come è riportato in molte delle odierne enciclopedie).  
Continuando comunque a chiamarla ipotesi nel modo originario (che l’ha resa famosa, e giustamente), secondo appunto l’Ipotesi Gaia, gli organismi viventi, il clima, le rocce, gli oceani ecc. formano una totalità, un intero, un sistema complesso, un tutt’uno inscindibile, una entità olistica, un super-organismo, Gaia appunto. (“Gaia” sta per la dea Madre universale della cosmogonia dell’Antica Grecia. “Gaia” - adattamento del greco gea = Terra - dalla quale sarebbero stati originati  - ma senza accoppiamento -  Urano (il Cielo), Ponto (il Mare) e i Monti, questi in sostituzione della stessa Gaia che rimaneva al di sopra dei tre elementi costitutivi del mondo. N.B. a “Gaia” ho dedicato la copertina di questo libro).
In tutto il sistema, gli aspetti biotici e gli aspetti abiotici sono ovviamente diversi e distinti, hanno proprie e peculiari caratteristiche, ma sono come due facce della stessa medaglia.
In particolare: l’attività biotica modifica (ma in modo molto più incisivo di quello che si pensava prima di questa ipotesi-teoria) gli aspetti abiotici e questi, a loro volta, influiscono sul mantenimento e sull’evoluzione della vita (ma in modo molto più determinante di quello che si pensava prima di questa ipotesi-teoria). 
Ad esempio, la composizione dell’aria, viene considerata un prodotto del metabolismo di Gaia, il risultato cioè di uno scambio reciproco e attivo di gas tra organismi viventi e atmosfera (N.B. questo contrasta con la visione che la vita si sia “adattata” alla date condizioni abiotiche del Pianeta ….. e che, per giunta, la vita sia stata possibile e sia possibile solo sul Nostro Pianeta ….. date appunto certe condizioni “speciali” ….. e non anche altrove nell’Universo).
E gli organismi viventi, tutti gli organismi viventi, tutta la materia vivente (microorganismi, piante, animali, uomo) sono un’unica entità, una sola cosa. (N.B. questo contrasta con la visione privilegiata dell’essere umano al centro della Natura …..  o addirittura al di sopra della Natura ….. Inoltre contrasta con l’Evoluzione intesa come evoluzione delle specie. L’Evoluzione c’è, esiste per davvero. Darwin in tal senso (sostanziale) ci aveva visto giusto. Ma ad evolversi è il Tutto, tutta Gaia (gli organismi viventi, il clima, le rocce, gli oceani ecc.). Che è cosa molto e ben diversa (salvando comunque Darwin, che resta comunque un grande per aver aperto la strada giusta, e all’epoca poi).
Nel sistema complesso di Gaia, il clima, la temperatura di superficie, la composizione chimica dell’aria, del suolo ecc. si regolano in maniera automatica, o meglio si autoregolano secondo un raffinato e complesso feedback (retroazione) per mantenersi sempre in uno stato favorevole o quasi favorevole alla vita.
Proprio in questo risiede specificatamente il tratto olistico dell’Ipotesi Gaia, il suo collocamento nel Paradigma dell’Olismo:
il sistema Terra è costituito da parti (gli organismi viventi, il clima, le rocce, gli oceani ecc.) ma esso, intero, è superiore alle parti, all’insieme delle parti, è maggiore della somma delle parti, in quanto esprime un quid emergente (Emergentismo) in più che è appunto l’autoregolazione per giunta di tutto il sistema, con il coinvolgimento di tutte le parti, contemporaneamente e intimamente. E questa complessa autoregolazione emerge (Emergentismo) man mano che il sistema evolve dunque in modo non-lineare e in modo euristico come se Gaia fosse “intelligente” (N.B. questo contrasta con un qualcosa di “prestabilito”, con un dato “scopo” da perseguire, con un dato “fine” verso cui tendere, con una visione algoritmica e deterministica della Realtà, con un “disegno” ecc.). Inoltre, vi è un aspetto non-razionale che rende il tutto olistico per davvero, nello stesso tempo realistico, ed è una delle prove più importanti a favore dell’Ipotesi Gaia: secondo le leggi della Fisica e della Chimica (del tutto razionali) l’attuale atmosfera del nostro Pianeta Terra, la composizione dell’aria che respiriamo, non dovrebbe esistere! Non dovrebbe e non potrebbe essere così! Ed invece esiste, c’è ed è “strana” cioè presenta una composizione chimica lontana dal punto di equilibrio voluto dalla Fisica e dalla Chimica: in essa la percentuale di anidride carbonica (CO2) risulta diminuita a favore di quella dell’ossigeno (O2) il cui 21% è proprio quello che consente la Vita e che poi la stessa  Vita – attraverso gli organismi fotosintetici – mantiene e rigenera oppure è proprio quello che è dovuto alla presenza della Vita e che poi tutto il sistema conserva. Il rapporto di causa/effetto (razionale) non è individuabile. Sta di fatto che la cosa (non-razionale) esiste, è intuitiva (non-strana per l’Intuizione) e supportata da dati.
Inizialmente definito omeostatico (1974) da Lovelock e Margulis, il super-organismo Gaia è poi stato meglio definito come omeoreotico  (1988) da Lovelock, cioè un super-organismo che con le sue auto-regolazioni può pervenire ad ottimizzazioni per la vita ma può pervenire anche a situazioni non ottimali per la vita. Questa doppia possibilità, anche di imperfezione, rende il Sistema vero, reale, realistico. Tant’è che nelle loro opere, i due studiosi, Lovelock e Margulis, dedicano molta attenzione alla tendenza dell'uomo (che è parte di Gaia, è componente di Gaia) a degradare l'Ambiente per soddisfare le proprie esigenze. E quando tale tendenza antropica è esagerata, Gaia reagisce. E può farlo anche a discapito dell’uomo stesso:
l’intero sistema (Gaia) infatti reagisce a favore della vita tutta …. non della vita umana! Per Gaia la vita umana non è privilegiata: la vita umana è una parte, solo una parte, della materia vivente (microorganismi, piante, animali, uomo). Materia vivente che, tutta, è a sua volta parte di tutto il Sistema (materia vivente e materia non vivente).
La reazione di Gaia è oggettiva, automatica. Ed è olistica: guarda al Tutto, e non solo al presuntuoso e superbo essere umano …. Sta (o meglio stava ….!) all’uomo e alla sua intelligenza il non disturbare più di tanto, il non provocare oltre, il super-organismo Gaia affinché non gli si ritorca contro (o meglio, non gli si doveva ritorcere contro ……!). 
Guardando ora al clima da questo punto di vista, guardandolo da Gaia, dall’Olismo di Gaia, l’attuale cambiamento climatico è una componente della attuale reazione di Gaia alla esagerata attività umana (industrializzazione, urbanizzazione, agricoltura intensiva, sfruttamento delle risorse naturali, inquinamento ecc.) e alla esagerata presenza umana (le ultime stime danno la popolazione umana mondiale superiore ai 7 miliardi).                           
O meglio: l’attuale cambiamento climatico è una componente della attuale reazione di Gaia alla esagerata attività umana e alla esagerata presenza umana che sono in essere da tempo e di cui oggi, solo oggi, iniziamo a vedere gli effetti. Infatti, uno degli aspetti fondamentali dell’Ipotesi Gaia è il seguente:
le reazioni di Gaia hanno tempi lunghi (50 anni, 100 anni) a volte lunghissimi (secoli) perché si tratta di effetti di retroazione secondo le leggi della Cibernetica (che, ricordiamo, è la scienza che studia i principi di funzionamento dei sistemi complessi - siano essi delle macchine o degli organismi viventi - con particolare attenzione ai processi di regolazione e di controllo e di flusso delle informazioni).
In pratica, paghiamo oggi i guai che sono iniziati con la Rivoluzione Industriale, a partire dalla metà del XVIII secolo, e che poi si sono progressivamente acutizzati, nel corso del tempo, fino a noi.   
Da tutto quanto esposto, discende questo: 
noi – esseri umani - non possiamo far nulla nel breve termine e su piccola scala per evitare gli effetti (per noi negativi) delle reazioni di Gaia. 
Le dimensioni in gioco nelle dinamiche di Gaia, le scale di grandezza, così come la dilatazione dei tempi, rendono vano e illusorio ogni nostro, umano, tentativo di sottrarci ai guai che noi stessi (genere umano) abbiamo stimolato in Gaia se perseguiamo, continuiamo a perseguire, azioni ecologiche su piccola scala (dove per piccola scala si intende non-globale) e secondo programmi a breve termine (dove per breve termine si intende inferiore ai 50 anni). 
 [….]
Se non ci saranno politiche ed azioni ecologiche estreme e radicali in tutti i Paesi del Mondo, contemporaneamente e continuativamente, e in ogni ambito di essi (agricoltura, industria, servizi, energia, urbanizzazione, demografia ecc.) nulla di serio e nulla di efficace verrà fatto. E le reazioni di Gaia continueranno, e i guai aumenteranno, ed il punto di non-ritorno verrà raggiunto. Nessun pessimismo. Nessun catastrofismo. Solo realismo.
 [….]
Ed è da tenere presente (per le leggi della Cibernetica, come prima evidenziato) che dal momento in cui si iniziasse (ed anche bene) i primi effetti positivi non si avrebbero prima di 100 anni ….. Lo si farebbe, dunque, lo faremmo, per gli altri, non certo per noi. Per coloro che ci saranno in futuro (se ci saranno), dopo di noi, molto dopo di noi.
[….]
 Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).



domenica 19 novembre 2017

ANTEPRIMA Secondo Libro - L'INTRODUZIONE



Post 201
ANTEPRIMA Secondo Libro – L’ INTRODUZIONE

Ricordando a tutti i lettori del blog che a partire dal prossimo 8 dicembre vi aspetto nei miei contatti (lucaf73x@gmail.com oppure fortunato.luca73@libero.it) per l’acquisto del mio Secondo Libro “Esempi d’Olismo” in PDF (vedi anche post 198 del 6 novembre: Copertina, bio Autore, Indice, Progetto Editoriale ecc.), eccovi in Anteprima l’Introduzione. Ciao a tutti. Il blog va in vacanza per 1 anno fino al Terzo Libro. E come sempre ad maiora! Luca Fortunato

INTRODUZIONE

Questa Introduzione è un arricchimento all’Introduzione del Primo Libro. Si procederà, dunque, in modo agile, schematico e mirato. 

Complessità, Riduzionismo, Olismo

Un’ottima e sintetica definizione in senso scientifico (che, ricordo, è il senso utilizzato nell’intero Progetto Editoriale di 3 libri, non il senso comune) di complessità la dà Garzanti nel volume “Scienze”:
Complessità: termine con il quale si designano i caratteri comuni ai fenomeni di organizzazione, specialmente nella sfera dei processi biologici e cognitivi. Presupposto per la nozione è il principio secondo cui il tutto è più della somma delle parti, vale a dire che le caratteristiche interessanti di un sistema complesso, si tratti di un sistema fisico, di un organismo o di un sistema sociale, non sono riducibili alla somma delle sue parti costitutive. […]
Nello stesso volume, un’ottima e sintetica definizione del nostro “nemico” cioè il Paradigma dell’Establishment (politico, istituzionale, mediatico, editoriale, accademico, professionale ecc.) con già indicata, per fortuna, la contrapposizione di rimedio:
Riduzionismo: tesi epistemologica secondo cui entità e fenomeni complessi possono essere ridotti alla somma di entità più semplici, analizzabili singolarmente, che li costituiscono e li spiegano dal punto di vista ontologico e causale; p.e. la temperatura viene spiegata interamente con la cinetica dei gas, o nella sociobiologia si tende a riportare fenomeni sociali complessi a unità semplici (geni). In base a questo principio, i concetti di discipline come la biologia, la chimica o l’ecologia sarebbero traducibili nei concetti della fisica classica, considerata la disciplina fondamentale. All’approccio riduzionista si contrappone lo studio delle dinamiche dei sistemi complessi, che sottolinea come la semplice somma delle parti non rende conto della ricchezza fenomenologica di questi sistemi (vedi Complessità).
E dunque, sempre nel volume indicato, l’ottima definizione del nostro amico cioè il Paradigma di quei pochi e virtuosi politici, di quei pochi e virtuosi dirigenti, di quei pochi e virtuosi studiosi, di quei pochi e virtuosi ricercatori, di quei pochi e virtuosi professionisti, di quei pochi e virtuosi imprenditori, di quei pochi e virtuosi comunicatori ecc. collocati, tanto virtuosamente quanto legittimamente, al di fuori dell’Establishment:
Olismo: tesi epistemologica secondo la quale l’organismo (biologico o psichico) deve essere studiato in quanto totalità organizzata e non in quanto somma di parti discrete. 
Essendo, tuttavia, il nostro amico ancora “giovane”, in via di completa definizione nei saperi ufficiali (ed anche in ciò risiede la sua forza) vi aggiungo altre ed altrettanto autorevoli definizioni: 
Da Treccani (vocabolario): Olismo: teoria biologica generale, derivata dal vitalismo, proposta negli anni Venti in contrapposizione al meccanicismo, secondo la quale le manifestazioni vitali degli organismi devono essere interpretate sulla base delle interrelazioni e delle interdipendenze funzionali tra le parti che compongono l’individuo, il quale nel suo complesso presenta caratteristiche proprie, non riconducibili alla somma delle sue parti.
Da Treccani (enciclopedia): Olismo: tesi secondo cui il tutto è più della somma delle parti di cui è composto. Questo principio generale è stato variamente articolato in diverse discipline. […]
Da Simone (dizionario): Olismo: termine che indica la teoria della conoscenza secondo la quale i sistemi complessi (organismi biologici, menti, sistemi sociali e normativi) presentano caratteristiche che non sono presenti nei loro singoli elementi costitutivi, per cui devono essere studiati nella loro totalità e non in quanto somma di parti. 

Intuizione, Mente, Psicologia

Visto che il modus operandi olistico ha il suo fulcro nell’intuizione la sola azione mentale che la persona umana possiede per afferrare quel quid emergente in più della somma delle parti di cui è composto un sistema complesso (sia esso un sistema fisico o un organismo biologico o un sistema sociale ecc.), ne consegue che l’importanza della Psicologia nell’esercitare l’Olismo (in biologia, in medicina, in ecologia, in agronomia, in geologia, in economia, in ingegneria, nell’arte ecc.) è enorme. Pertanto riporto un brevissimo ma interessantissimo e illuminante passo che è in seno proprio all’attualità del campo di studi denominato Filosofia della Mente. Il passo di testo è tratto dal  volume 8 della Storia della Filosofia – La biblioteca di Repubblica – L’Espresso: 
[…] per i sostenitori delle teorie dell’intenzionalità ciò che caratterizza in modo irriducibile gli atti mentali è quella proprietà che vede nei desideri, nelle credenze e nelle percezioni qualcosa dotato di senso e non semplicemente la somma o la sequenza di una serie di fatti che stanno da qualche parte nel nostro cervello o nella nostra mente: ascoltare una musica non è sentire una mera sequenza di onde sonore ma una esperienza intenzionale dotata di senso. […] 

Teoria e Sperimentazione

Un ottimo passo, sintetico e significativo, sul rapporto moderno (Novecento) e di fatto attuale (gli altri rapporti infatti risalgono al 1700 … al 1600 ….) tra la fase teorica e la fase sperimentale nella Scienza e nella Tecnica:
Dal volume 7 della Storia della Filosofia – La biblioteca di Repubblica – L’Espresso:
[…] Al contrario, Duhem nega qualsiasi corrispondenza tra fatto bruto e fatto scientifico. Le ipotesi di una teoria non hanno significato empirico diretto. I simboli della conoscenza scientifica non richiedono una relazione di somiglianza con ciò che essi rappresentano (La teoria fisica: il suo oggetto e la sua struttura. 1906-1914). Ciò che la scienza si prefigge è piuttosto di stabilire una corrispondenza tra insiemi di segni e insiemi di fenomeni. Secondo Duhem, quindi, da un lato è possibile che il sapere scientifico prenda l’avvio da ipotesi costruite ex novo, dall’altro il confronto con l’esperienza è richiesto solo nella fase finale del processo scientifico. Data la mancanza di una corrispondenza biunivoca tra ipotesi e fatti, questo confronto non implica la verifica di una sola ipotesi isolata ma di un gruppo di ipotesi. Da qui l’importante tesi duhemiana della “teoreticità dell’osservazione”: non esistono osservazioni pure in diretto contatto con i fatti bruti. Osservazioni e misurazioni fisiche sono sempre fatte alla luce di una teoria, di un linguaggio scientifico. […]

Mission

Mi affido al noto biologo Richard Dawkins che nel suo noto libro “Il gene egoista” (1995) scrive:
[…] Siate consapevoli che se desiderate, come me, costruire una società in cui i singoli cooperino generosamente e senza egoismo al bene comune, dovete aspettarvi poco aiuto dalla natura biologica. Bisogna cercare di insegnar generosità e altruismo, perché siamo nati egoisti. Bisogna cercare di capire gli scopi dei nostri geni egoisti, per poter almeno avere la possibilità di alterare i loro disegni, qualcosa a cui nessun’altra specie ha mai aspirato.
  
Paradossale ma sensato. Davvero sensato in quanto essendo noi persone umane, pur ammirando, studiando e rispettando la Natura, siamo - in definitiva - chiamati a trascenderla con la Cultura e con l’Etica. E cosa se non L’Olismo può aiutarci a raggiungere un così alto, nobile, straordinario e umano risultato?  

Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

sabato 11 novembre 2017

La Conoscenza olistica

post 200

L'Olismo nelle Scienze Agrarie - 12



Post 199
L’Olismo nelle Scienze Agrarie – 12
  
Come previsto e promesso, dopo l’Anteprima del mio Secondo Libro (vedi post precedente) continua questa serie di post.

Per tutte le tematiche oggetto di questo post si conviene generalmente (l’ho potuto constatare in diverse e numerose occasioni) su questo: alla fine dei conti si tratta di problemi di natura anche e soprattutto sociale e culturale (oltre che scientifica, tecnologica, tecnica, economica, legale ecc.). E sono d’accordissimo. Tuttavia, in seguito, dopo la giusta osservazione e constatazione, per le vere soluzioni, non ci si muove o ci si muove su strade paradigmaticamente inadeguate. Non sbagliate, ma inadeguate. Cosa propongo:

prima tematica: polizze assicurative e credito in Agricoltura. Come avete potuto constatare nell’Anteprima del mio Secondo Libro (disponibile, ricordo, dall’8 dicembre) vi è un capitolo specifico in cui propongo la mia lettura olistica e inedita (non ho mai sentito o letto nessuno dire o scrivere quello che io ho in mente) delle due questioni (che intanto, come potete vedere, a mio avviso sono intimamente legate e collegate) con specifiche, olistiche e inedite proposte operative. E’ sempre la teoria (spesso troppo assente) che può illuminare la pratica  (spesso troppo enfatizzata). Ed è sempre il paradigma dell’Olismo (e non il Paradigma del Riduzionismo o false versioni dell’Olismo) che può migliorare sensibilmente il tutto. Nel libro, liberamente e legittimamente propongo (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (assicuratori, bancari, imprenditori agricoli ecc.), potrà farlo; 
  
seconda tematica: sicurezza in Agricoltura (macchine, attrezzature, macchinari, impianti ecc.). Come avete potuto constatare dal prospetto del mio Progetto Editoriale (vedi sempre post precedente o altri post sui miei libri) il terzo libro che uscirà l’anno prossimo (dicembre 2018), prevede la trattazione degli aspetti (sempre in chiave olistica ed inedita) economici, sociali e politici relativamente all’Agricoltura. Ebbene, il lettore avrà soddisfazione anche in tal senso (aspetti sociali). A mio avviso, infatti, in tema di sicurezza in Agricoltura, gli addetti ai lavori trattano e aggiornano e divulgano e sensibilizzano ed esercitano (e anche bene devo dire) di normativa, di controlli, di tecnologia, di casistica, di formazione, di aggiornamento ecc. ecc. Tutte cose ottime e necessarie e fatte bene. Prese, però, singolarmente. A pezzi. A settori. L’insieme, il tutto, resta incompleto, a mio avviso, perché privo, sempre a mio avviso, dell’aspetto essenziale della questione, del quid problematico e quindi del quid risolutivo. Del Sole attorno al quale tutti i pianeti (normativa, controlli, tecnologia, formazione ecc.) devono muoversi. Che è rintracciabile nell’aspetto teorico-scientifico, in chiave olistica ovviamente, della sicurezza in generale e specificatamente in Agricoltura. Questa mia tesi dell’incompletezza attuale in tema di Sicurezza la dimostro (con i fatti e con la logica) appunto nel mio terzo libro. E facendolo mostro quello che, secondo me, può essere uno spunto risolutivo per rendere la Sicurezza un Sistema Sicurezza. Il tutto, con anche dei disegni logici molto espressivi. Uno spunto, certo. Su cui dover lavorare, dunque. E tanto. Ma credo che il lettore del mio terzo libro sarà davvero sorpreso di notare cosa manca attualmente in tema di sicurezza in generale e agricola in particolare (non l’ho mai sentito o letto da parte di nessuno, eppure c’è …..) e quindi quale potrebbe essere la strada davvero miglioratrice. Forse sotto gli occhi di tutti ma che i più, forse condizionati dal Riduzionismo, non riescono a vedere. Nel libro, liberamente e legittimamente propongo (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (costruttori, collaudatori, venditori, imprenditori agricoli, operatori ecc.) potrà farlo; 
  
terza tematica: la necessità oggettiva (visti i cambiamenti climatici, viste le oscillazioni di mercato, viste le nuove richieste informativo-salutistico-culturali del consumatore ecc.) di diversificare le colture, gli allevamenti, e i loro prodotti, di farne filiere tracciate, compiute e corte, il tutto in direzione della qualità piuttosto che della quantità, discorso oggettivamente valido soprattutto per l’Italia che ha una dimensione media aziendale piccola rispetto ad altri Paesi (Francia, Spagna, Russia, U.S.A., Brasile ecc.). Ebbene, di questa tematica ne ho tracciato il perimetro sensato (come giusto che fosse in un discorso paradigmatico, per giunta  introduttivo) nel Primo Libro. Chi lo ha letto lo sa. Continuerò nel terzo libro: aspetti economici, sociali, politici (politici in senso etimologico ….). Nei miei libri, liberamente e legittimamente propongo cose olistiche e inedite (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (imprenditori agricoli), potrà farlo;

quarta tematica: l’Agricoltura come rimedio alla crisi economica-occupazionale-sociale? Certo che sì. Ed il fenomeno che vede dedicarsi all’Agricoltura anche persone di estrazione non rurale, prettamente cittadina, è in crescita. A patto, però, e questo vale per tutti, di differenziarsi rispetto alle produzioni tradizionali (che – in modo giusto o ingiusto, leale o sleale – subiscono comunque, e sempre di più, la concorrenza oggettivamente superiore di altri Paesi mediterranei e non); a patto, però, di procedere su idee innovative e in modo sperimentale, dunque dalla teoria alla pratica (e non in senso contrario) e specificatamente dalla teoria di tipo alternativo alla pratica di tipo sperimentale (e non di procedere su idee tradizionali fosse anche in modo innovativo oppure di procedere su idee innovative ma in modo standardizzato e burocratico); a patto, però, di stabilire le diverse operazioni colturali (lavorazioni del terreno, concimazioni, potature ecc.) stagione per stagione, mese per mese, vista l’esistenza dei cambiamenti climatici; a patto, però, di basarsi sulle proprie finanze e risorse (da integrare eventualmente con aiuti pubblici e/o credito) che dovranno servire anche per stipulare adeguata polizza assicurativa soprattutto riguardo le avversità atmosferiche. Nei miei libri, liberamente e legittimamente propongo cose olistiche e inedite (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (imprenditori agricoli), potrà farlo.

Ciao a tutti. E come sempre, ad maiora!  Luca Fortunato 

P.S. alcuni si sorprendono. Conoscendomi per la maggiore come scrittore (blogger, autore di libri, professionista che scrive ecc.), come artista che non parla e non canta (pittore astratto e bassista blues), quelle poche volte che parlo in pubblico lo apprezzano dicendomi che ho una dialettica da far invidia ai politici! Al netto, si intende, di emozioni che ogni tanto mi vengono, perché non sono allenato a parlare in pubblico, sarà vero? Non lo so. Ringrazio comunque per l’apprezzamento. E quindi mi chiedono: ma perché non parli anche, oltre che scrivere? I motivi sono due, uno soggettivo l’altro oggettivo. Quello soggettivo: adoro scrivere. Quello oggettivo: la scrittura, e di conseguenza la lettura di altri, così come la loro rilettura dei miei scritti, favorisce il trattare, e quindi il comprendere, argomenti particolari per la loro complessità. Complessità che esiste. Che dunque non ha senso negare. Ma che non può essere nemmeno aggirata o ridotta. La furbizia (per l’aggiramento) o la pecca paradigmatica (per la riduzione tanto di tempo quanto di contenuto quanto ancora di modalità di comunicazione) non vanno bene per conoscere e gestire la complessità. Vanno bene per altro, ma non per la complessità, specialmente se tecnico-scientifica. Per la quale, invece, occorrono l’intelligenza (cosa diversa dalla furbizia ….), il giusto paradigma (l’Olismo naturalmente ….), e il giusto tempo (ore, più appuntamenti ecc. E non minuti, frazioni di ora ecc.). Magari, se mi proponessero di parlare per un paio di ore per argomento complesso (e non un paio di minuti …..) lo farei pure. Intanto, l’esistenza dei miei scritti (e delle mie tele dipinte e delle mie linee di basso blues) è, come sempre, assicurata.