Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

sabato 11 novembre 2017

L'Olismo nelle Scienze Agrarie - 12



Post 199
L’Olismo nelle Scienze Agrarie – 12
  
Come previsto e promesso, dopo l’Anteprima del mio Secondo Libro (vedi post precedente) continua questa serie di post.

Per tutte le tematiche oggetto di questo post si conviene generalmente (l’ho potuto constatare in diverse e numerose occasioni) su questo: alla fine dei conti si tratta di problemi di natura anche e soprattutto sociale e culturale (oltre che scientifica, tecnologica, tecnica, economica, legale ecc.). E sono d’accordissimo. Tuttavia, in seguito, dopo la giusta osservazione e constatazione, per le vere soluzioni, non ci si muove o ci si muove su strade paradigmaticamente inadeguate. Non sbagliate, ma inadeguate. Cosa propongo:

prima tematica: polizze assicurative e credito in Agricoltura. Come avete potuto constatare nell’Anteprima del mio Secondo Libro (disponibile, ricordo, dall’8 dicembre) vi è un capitolo specifico in cui propongo la mia lettura olistica e inedita (non ho mai sentito o letto nessuno dire o scrivere quello che io ho in mente) delle due questioni (che intanto, come potete vedere, a mio avviso sono intimamente legate e collegate) con specifiche, olistiche e inedite proposte operative. E’ sempre la teoria (spesso troppo assente) che può illuminare la pratica  (spesso troppo enfatizzata). Ed è sempre il paradigma dell’Olismo (e non il Paradigma del Riduzionismo o false versioni dell’Olismo) che può migliorare sensibilmente il tutto. Nel libro, liberamente e legittimamente propongo (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (assicuratori, bancari, imprenditori agricoli ecc.), potrà farlo; 
  
seconda tematica: sicurezza in Agricoltura (macchine, attrezzature, macchinari, impianti ecc.). Come avete potuto constatare dal prospetto del mio Progetto Editoriale (vedi sempre post precedente o altri post sui miei libri) il terzo libro che uscirà l’anno prossimo (dicembre 2018), prevede la trattazione degli aspetti (sempre in chiave olistica ed inedita) economici, sociali e politici relativamente all’Agricoltura. Ebbene, il lettore avrà soddisfazione anche in tal senso (aspetti sociali). A mio avviso, infatti, in tema di sicurezza in Agricoltura, gli addetti ai lavori trattano e aggiornano e divulgano e sensibilizzano ed esercitano (e anche bene devo dire) di normativa, di controlli, di tecnologia, di casistica, di formazione, di aggiornamento ecc. ecc. Tutte cose ottime e necessarie e fatte bene. Prese, però, singolarmente. A pezzi. A settori. L’insieme, il tutto, resta incompleto, a mio avviso, perché privo, sempre a mio avviso, dell’aspetto essenziale della questione, del quid problematico e quindi del quid risolutivo. Del Sole attorno al quale tutti i pianeti (normativa, controlli, tecnologia, formazione ecc.) devono muoversi. Che è rintracciabile nell’aspetto teorico-scientifico, in chiave olistica ovviamente, della sicurezza in generale e specificatamente in Agricoltura. Questa mia tesi dell’incompletezza attuale in tema di Sicurezza la dimostro (con i fatti e con la logica) appunto nel mio terzo libro. E facendolo mostro quello che, secondo me, può essere uno spunto risolutivo per rendere la Sicurezza un Sistema Sicurezza. Il tutto, con anche dei disegni logici molto espressivi. Uno spunto, certo. Su cui dover lavorare, dunque. E tanto. Ma credo che il lettore del mio terzo libro sarà davvero sorpreso di notare cosa manca attualmente in tema di sicurezza in generale e agricola in particolare (non l’ho mai sentito o letto da parte di nessuno, eppure c’è …..) e quindi quale potrebbe essere la strada davvero miglioratrice. Forse sotto gli occhi di tutti ma che i più, forse condizionati dal Riduzionismo, non riescono a vedere. Nel libro, liberamente e legittimamente propongo (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (costruttori, collaudatori, venditori, imprenditori agricoli, operatori ecc.) potrà farlo; 
  
terza tematica: la necessità oggettiva (visti i cambiamenti climatici, viste le oscillazioni di mercato, viste le nuove richieste informativo-salutistico-culturali del consumatore ecc.) di diversificare le colture, gli allevamenti, e i loro prodotti, di farne filiere tracciate, compiute e corte, il tutto in direzione della qualità piuttosto che della quantità, discorso oggettivamente valido soprattutto per l’Italia che ha una dimensione media aziendale piccola rispetto ad altri Paesi (Francia, Spagna, Russia, U.S.A., Brasile ecc.). Ebbene, di questa tematica ne ho tracciato il perimetro sensato (come giusto che fosse in un discorso paradigmatico, per giunta  introduttivo) nel Primo Libro. Chi lo ha letto lo sa. Continuerò nel terzo libro: aspetti economici, sociali, politici (politici in senso etimologico ….). Nei miei libri, liberamente e legittimamente propongo cose olistiche e inedite (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (imprenditori agricoli), potrà farlo;

quarta tematica: l’Agricoltura come rimedio alla crisi economica-occupazionale-sociale? Certo che sì. Ed il fenomeno che vede dedicarsi all’Agricoltura anche persone di estrazione non rurale, prettamente cittadina, è in crescita. A patto, però, e questo vale per tutti, di differenziarsi rispetto alle produzioni tradizionali (che – in modo giusto o ingiusto, leale o sleale – subiscono comunque, e sempre di più, la concorrenza oggettivamente superiore di altri Paesi mediterranei e non); a patto, però, di procedere su idee innovative e in modo sperimentale, dunque dalla teoria alla pratica (e non in senso contrario) e specificatamente dalla teoria di tipo alternativo alla pratica di tipo sperimentale (e non di procedere su idee tradizionali fosse anche in modo innovativo oppure di procedere su idee innovative ma in modo standardizzato e burocratico); a patto, però, di stabilire le diverse operazioni colturali (lavorazioni del terreno, concimazioni, potature ecc.) stagione per stagione, mese per mese, vista l’esistenza dei cambiamenti climatici; a patto, però, di basarsi sulle proprie finanze e risorse (da integrare eventualmente con aiuti pubblici e/o credito) che dovranno servire anche per stipulare adeguata polizza assicurativa soprattutto riguardo le avversità atmosferiche. Nei miei libri, liberamente e legittimamente propongo cose olistiche e inedite (chi, se non un laureato in Agraria, se ne deve far carico?). Poi chi eventualmente vorrà provare, sperimentare (imprenditori agricoli), potrà farlo.

Ciao a tutti. E come sempre, ad maiora!  Luca Fortunato 

P.S. alcuni si sorprendono. Conoscendomi per la maggiore come scrittore (blogger, autore di libri, professionista che scrive ecc.), come artista che non parla e non canta (pittore astratto e bassista blues), quelle poche volte che parlo in pubblico lo apprezzano dicendomi che ho una dialettica da far invidia ai politici! Al netto, si intende, di emozioni che ogni tanto mi vengono, perché non sono allenato a parlare in pubblico, sarà vero? Non lo so. Ringrazio comunque per l’apprezzamento. E quindi mi chiedono: ma perché non parli anche, oltre che scrivere? I motivi sono due, uno soggettivo l’altro oggettivo. Quello soggettivo: adoro scrivere. Quello oggettivo: la scrittura, e di conseguenza la lettura di altri, così come la loro rilettura dei miei scritti, favorisce il trattare, e quindi il comprendere, argomenti particolari per la loro complessità. Complessità che esiste. Che dunque non ha senso negare. Ma che non può essere nemmeno aggirata o ridotta. La furbizia (per l’aggiramento) o la pecca paradigmatica (per la riduzione tanto di tempo quanto di contenuto quanto ancora di modalità di comunicazione) non vanno bene per conoscere e gestire la complessità. Vanno bene per altro, ma non per la complessità, specialmente se tecnico-scientifica. Per la quale, invece, occorrono l’intelligenza (cosa diversa dalla furbizia ….), il giusto paradigma (l’Olismo naturalmente ….), e il giusto tempo (ore, più appuntamenti ecc. E non minuti, frazioni di ora ecc.). Magari, se mi proponessero di parlare per un paio di ore per argomento complesso (e non un paio di minuti …..) lo farei pure. Intanto, l’esistenza dei miei scritti (e delle mie tele dipinte e delle mie linee di basso blues) è, come sempre, assicurata.

Nessun commento:

Posta un commento