Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 31 marzo 2022

Sintesi - 23

Post 394

Sintesi – 23

(anticipo di pubblicazione, la Rubrica proseguirà in Aprile)

Proseguendo dai post n. 393, n. 385, n. 312, ecc. (N.B. cliccando su  “Arte” nella sezione “Etichette” in calce al blog, in basso a destra, avrete tutti i post in merito):  

il mio personale Astrattismo, la mia personale “versione” della pittura astratta, prende il nome di sintetismo astratto. Ho coniato questa espressione – che chi mi ha seguito e recensito negli anni conosce - perché tra tutte le altre possibili mi è sembrata la più adatta a definire la mia personale forma d’arte. Essa, infatti, è basata su una sintesi (di elementi visivi e di elementi teorici presenti nelle diverse “anime” dell’Astrattismo del Novecento, da cui il sostantivo sintetismo) ed è visuale ma non figurativa (da cui l’aggettivo astratto). Tuttavia essa è una forma d’arte molto complessa, decisamente e marcatamente olistica, e dunque sfugge e sempre sfuggirà a una qualsiasi “definizione” che pur ci vuole, che pure è necessaria specialmente per orientare l’osservatore nella comprensione delle mie opere di pittura astratta (oltre al puro godimento o non godimento del loro aspetto estetico, materico, ecc.). Nel Nuovo Libro darò i dettagli (alcuni anche inediti) della mia teoria artistica che nata intuitivamente nel 1996 si è poi razionalizzata e sviluppata in tutti questi anni ed ora ha raggiunto la sua definitiva e matura formulazione.

Qui, ora, per la mission della Rubrica, darò alcuni aspetti generali più che altro del mio rapporto con l’Arte in sé:

non ho mai voluto studiare Arte, ho scelto di rimanere autodidatta. Con tutti il limiti che questo avrebbe certamente comportato, ho sempre visto la cosa come parte importante ed irrinunciabile della mia libertà creativa ed espressiva, anche sotto il profilo della tecnica pittorica. Insomma, non volevo (e mai ho avuto, infatti) condizionamenti scolastici, accademici, ecc. (che inevitabilmente - e giustamente - un percorso di studi, dei corsi, ecc. comportano, devono comportare). Con tutto il rispetto per gli artisti istituzionalizzati, formalizzati, formati, diplomati, laureati (nel senso ben precisato), ho scelto altro per me. Altro che - con tutti i suoi limiti - è stato ed è tuttora fonte di soddisfazione, orgoglio, gioia ma anche di risultati (come avete letto nei post precedenti e in apertura richiamati);  

non ho mai voluto fare dell’Arte il mio lavoro. Un bellissimo hobby che se avesse portato (come di fatto ha portato) anche qualche frutto di tipo economico, lo avrei certamente e ben accolto. Degli extra, insomma, qualcosa in più. Ben accetti. Ma è diverso (è stato diverso, continuerà ed essere diverso). Perché? Il lavoro comporta inevitabilmente compromessi. Deve comportarli. È giusto. È realistico. Sempre nell’alveo della legalità e della legittimità, intendo. Ma è così. E con tutto il rispetto per gli artisti professionisti (alcuni anche invidiosi?) ho scelto altro per me. E così continuerà ad essere.

E tutto ciò fondamentalmente per il seguente motivo:

non ho mai avuto, e non ho, fede in Dio. Non ho mai creduto, e non credo, in Dio. Ma questo è ampiamente noto. Ma cosa c’entra questo con l’Arte, per me? C’entra, perché nell’Arte (in tutta l’Arte: pittura, scultura, musica, cinema, letteratura, ecc, ma specialmente, in modo particolare, nella pittura astratta) io ho sempre trovato, e trovo tuttora, il mio dio. Il dio (terreno, umano, reale, ecc.) in cui comunque credere. E in cui ritrovarmi, risollevarmi, gioire, ecc. Questo è. Non saprei come altro spiegarlo. Di conseguenza, è facile immaginare come io abbia sempre voluto vivere, e viva tuttora, l’Arte nel modo più indipendente possibile dalle contingenze della quotidianità, del lavoro, della Società, della formazione, del mercato, ecc. No?

Per me esiste la Realtà che è data dalla Vita e dall’Arte. La Vita (natura, società, lavoro, famiglia, amore, amicizia, ecc.) e l’Arte. Due cose diverse. Reali entrambe, ma diverse. L’Arte è come se fosse “trascendenza” ma sempre in questo Mondo (che è l’unico che io creda esista. Qualcosa di increato deve esistere. Esiste. Per me è il Mondo, l’Universo. Stop. Dire che esiste Dio che ha creato l’Universo sposta la questione su chi ha creato Dio. La cosa non si risolve. Non si risolve in modo razionale. Il Mistero resta. Resta comunque. Può semmai risolversi per fede religiosa. Ma io, appunto, non avendo fede religiosa – e rispettando comunque chi dice di averla -  mi fermo al Mondo, all’Universo. Che, per me, è il Tutto, l’Intero. Con i suoi quid emergenti e olistici, ma che sono sempre e solo immanenti. Il Mondo, l’Universo. Stop. In esso e di esso, poi, ho intuizione. Che è la base della mia conoscenza delle cose. Da cui, poi, mi muovo per logica deduttiva. Rispettando chi conosce o dice di conoscere le cose in modo diverso. Sincerante non so in cosa consista l’altro metodo …. Ma lo rispetto ugualmente! Io so di essere nel “campo giusto”, me lo dicono la Storia della Scienza, la Storia dell’Arte, ecc. i Grandi della Scienza, i Grandi dell’Arte, ecc. E questo mi basta! Che poi l’Establishment per i suoi interessi possa manipolare le cose, far credere altro, far passare altro, è un’altra questione. Il Mondo, l’Universo, dicevo. Per me, sono senza Dio. Le regolarità della Natura, in seno alla Natura, le leggi di Natura, me le spiego con la teoria atea del Caso e della Necessità di Jacques Monod (1910-1976, biologo e scrittore francese, Premio Nobel per la Medicina nel 1965). A cui aggiungo la personale posizione di Albert Einstein in merito a “queste faccende” e cioè la sua non-credenza in un Dio personale (quello del Cristianesimo, dell’Ebraismo, dell’Islamismo, ecc.) ma la credenza nel dio di Spinoza, il dio-natura, il dio-panteistico (che è tutt’altra cosa ed è perfettamente conciliabile anche con l’intuizione scientifica e la razionalità scientifica). Per spiegarmi, invece, il mondo prettamente umano (la società umana, il bene e il male legati agli uomini, ecc.) ho numerose posizioni atee a cui fare riferimento (da Primo Levi a J.-P. Sartre, da Emile Durkheim a Karl Marx a Che-Guevara, ecc.). Insomma, vivo libero e tranquillo. Sempre e ovunque. Anche grazie all’Arte e alla concezione che di essa ho. E al posto/ruolo che le assegno nella Realtà e specialmente in rapporto alla Vita, di “bilanciamento” con la Vita. A molti superficiali può apparire una assurdità che io viva libero e tranquillo, soprattutto tranquillo! Spesso le cronache mi hanno dipinto - e mi dipingono - come arrabbiato. È vero, nel senso che spesso mi sono arrabbiato. E anche tanto. Ma è stato sempre per difesa. Ho incontrato spesso persone che – per un motivo o per un altro – mi hanno attaccato e/o mancato di rispetto. Ho 48 anni e che io ricordi non ho mai attaccato e/o non ho mai mancato di rispetto a nessuno in vita mia. Mi sono sempre e solo difeso. Forse, a volte, con un eccesso di difesa. Questo può esser stato vero. Si, ci può esser stato. Ammetto. A volte ho subito vere, proprie, enormi e ripetute provocazioni (nell’ambito dell’attacco e/o della mancanza di rispetto) che può aver portato ad un mio eccesso di difesa. Ci può esser stato. Ma sempre e solo di difesa si è comunque trattato. E mai di attacco. Questo dovrebbe far riflettere molta gente. Portare verità nelle loro menti, prima che nelle varie cose. Ma sono molto soddisfatto. Questa cosa, ultimamente, da circa 2 anni a questa parte, sta avvenendo. Da parte di molti. Meglio tardi che mai! In uno schifoso contesto generale in cui Tutti Noi ci troviamo (Pandemia e Guerra), sto vivendo comunque (nel mio piccolo, nei miei giorni) questo fenomeno positivo, bello, luminoso, di pace (paradossalmente). Che mi fa piacere, ovviamente. Forse non è proprio un caso che stia accadendo ora. Lo schifo planetario (Pandemia e Guerra) dà il vero senso delle cose? E magari ridimensiona il senso dei conflitti personali? Chissà. Ad ogni modo, sarà stata questa nuova Rubrica Sintesi (che ha chiarito e va chiarendo tante cose, come alcuni mi dicono); sarà stato fare il papà (che ha mostrato il mio lato più umano, come altri mi dicono); sarà stata la scoperta per molti della mia Arte appunto (che ha mostrato un tratto sconosciuto ma bellissimo di me, come altri ancora mi dicono);  ecc. sta di fatto che, da parte di molti, sto ricevendo le loro scuse (a volte esplicite, proprio dichiarate; altre volte implicite, nelle loro azioni, nel loro comportamento, nei fatti, ecc.). Va bene. Va bene (può anche essere che le scuse di qualcuno non siano proprio sincere, ma va bene. Va bene. Va bene lo stesso. Magari è un buon ri-cominciare! No?). E l’Arte? L’Arte c’entra anche in questo? Io credo proprio di si. E Voi che risposta vi date?  

Ciao a Tutti, e a presto.

Luca Fortunato (Matera)

lunedì 28 marzo 2022

Sintesi - 22

 Post 393

Sintesi - 22

Riprendiamo il discorso del post 385/Sintesi – 18 (che invito a tenere particolarmente presente). E riprendiamo il discorso con un focus sull’Astrattismo, appunto. Vedrete, infatti, che oltre ad essere una lettura di cultura (che fa sempre bene) in essa vi saranno tratti olistici, tratti d’Olismo che (oltre a quelli maggiori e già trattati) servono ugualmente. Sia per una completezza d’esposizione, sia per la mission del blog e del progetto in corso (Nuovo Libro e Movimento nascente). Buona lettura, dunque. E come sempre … ad maiora! amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera)

L'Astrattismo  è l’insieme delle ricerche (estetiche e teoriche) concretizzatesi in movimento artistico (secondo alcuni) o in corrente artistica (secondo altri) o in tendenza artistica (secondo altri ancora) ma che nasce, di fatto, nei primi anni del Novecento in Europa, specialmente in Germania. E, di fatto, concretizzatasi specialmente in pittura astratta.

Il tratto comune delle diverse forme ed espressioni dell’Astrattismo (astrattismo lirico, astrattismo geometrico, suprematismo, espressionismo astratto, ecc. - il lettore approfondisca in autonomia) è il seguente:

si usano colori e linee, punti, forme libere e/o forme geometriche, allo scopo di creare una composizione visuale ma non figurativa cioè indipendente dalla rappresentazione di oggetti reali (naturali o artificiali).

Dunque, si viene a creare e si sviluppa una forma d’arte che è frattura totale, discontinuità totale, rivoluzione totale, avanguardia totale rispetto alla tradizione e all’esperienza. Non più imitazione e/o interpretazione della realtà naturale e/o artificiale (Naturalismo, Impressionismo, Espressionismo, Dadaismo, Cubismo, ecc.) ma creazione a prescindere dalla realtà naturale e/o artificiale, creazione indipendentemente dalla realtà naturale e/o artificiale (il termine astrattismo infatti nasce dal verbo astrarre nel suo particolare significato – tra i diversi che lo stesso verbo ha - di “a prescindere da” , “indipendentemente da”).

Ed ogni opera astratta è creazione totale, è creazione intera. Ma non è libertà totale nel senso di puro arbitrio. La differenza tra la creazione totale e la libertà totale intesa come puro arbitrio la si può comprendere in questo modo:

a prescindere dal fatto che un’opera astratta (come qualsiasi opera, del resto) possa piacere o meno all’osservatore, se è arte cioè creazione totale di essa oltre alla dimensione estetica e all’impatto estetico (positivo o negativo che sia) si riesce a cogliere comunque un senso, un significato, un perché, una intenzionalità, una motivazione, una comunicazione, ecc. A volte in modo esplicito, a volte in modo sfumato (e questo anche a seconda della sensibilità e/o della preparazione di chi osserva), ma si riesce a cogliere il messaggio che l’artista ha voluto trasmettere. Se, al contrario, non è arte cioè puro arbitrio la cosa è limitata alla sola dimensione estetica, al solo impatto estetico (positivo o negativo che sia). La cosa è certamente complicata e complessa. Per esempio, un osservatore potrebbe trovare un significato anche in una tela dipinta con solo puro arbitrio così come non trovarne alcuno in una autentica opera d’arte astratta. Ma la questione rimane e nei termini appunto esposti. Non a caso, infatti, nell’Astrattismo è fondamentale il rapporto tra teoria e opera d’arte, tra la teoria dell’artista e le sue opere, tra la filosofia dell’artista e le sue creazioni. Non a caso, infatti, la maggior parte degli artisti astratti (o astrattisti) ha scritto la propria teoria o l’ha comunque comunicata ed è bene che chi osserva un’opera d’arte astratta la tenga presente. Per capire l’opera stessa oltre che osservarla e provare emozioni (Olismo), e non solamente osservarla e provare emozioni (Riduzionismo). Anche perché, in termini rigorosi, nel secondo e riduzionistico scenario non si tratterebbe propriamente di Astrattismo (né da parte di chi propone le opere né da parte di chi ne fa esperienza).

Altro aspetto da considerare: se è vero come è vero che l’arte astratta è totalmente emancipata dalla rappresentazione della realtà naturale e/o artificiale essa è comunque reale, è comunque parte della Realtà, se non altro per la concretezza materiale delle opere, delle opere che sono comunque oggetti (e spesso pure di grande valore oltre che artistico e culturale anche economico). E quindi l’Astrattismo, in definitiva, testimonia e ricorda a tutti noi – in modo olistico - che vi è anche una terza componente della realtà (oltre alla naturale e oltre all’artificiale) e che essa è anche molto potente: la componente mentale, la componente psicologica, la componente puramente mentale-psicologica dell’essere umano (intuizione, immaginazione, sensibilità, percezione, ideazione, logica, intelligenza, proporzione, pensiero, interiorità, intenzionalità, volontà, pulsione, fantasia, creatività, ecc. ed il tutto diviso tra conscio e inconscio e tra razionale e irrazionale e tra passato e futuro, ecc.).

Dunque, l’Astrattismo è davvero un (bellissimo) paradosso: a dispetto del suo nome o meglio a dispetto di una lettura superficiale o distratta del suo nome, esso è completo ed è realistico. Oltre ad essere anche olistico (ma questo lo sapevamo già).

Considerazioni pratico-quotidiane:

spesso – e dopo più di un secolo che ormai l’Astrattismo esiste, ha influenzato Architettura, Moda, Pubblicità, ecc., ha visto alcune opere di pittura astratta raggiungere quotazioni economiche da capogiro, ecc. – molta gente (quindi non tutta, per fortuna) ritiene l’Astrattismo facile o comunque più facile rispetto, per esempio, al Naturalismo, all’Impressionismo, al Cubismo, ecc. A parte il fatto che ogni arte o tipo di arte ha le sue peculiari ragioni per nascere e svilupparsi (e quindi i paragoni tra le arti – che sono tutte autonome – non hanno veramente senso), l’Astrattismo è, al contrario, difficile per tante ragioni (come di può dedurre dal discorso  fatto finora) ma specialmente per una: occorre evitare la banalità visiva che è facile da aversi quando si utilizzano colori, linee, punti, forme libere e/o forme geometriche indipendentemente dalla rappresentazione di oggetti naturali o artificiali. Provasse la gente a dipingere una tela in astratto e a non farla banale! (e quindi anche e magari vedersela ammessa in una mostra collettiva, recensita su una rivista specializzata, quotata, venduta, ecc. ecc. ecc.). E poi se ne può parlare;

spesso di fronte ad un’opera astratta molta gente dice frasi tipo “Eh.. ma io non la capisco”. Certo, che se non ci si informa sulla teoria dell’artista astratto (l’abbiamo detto in precedenza)…. è davvero difficile capire un’opera astratta! A meno di non essere dotati di una enorme capacità intuitivo-deduttiva. Ma non si chiede tanto alla gente, per carità. Si chiede, però, di leggere qualcosa, prima o dopo l’osservazione di un’opera astratta (meglio prima …). E così – vi assicuro – l’esperienza dell’arte astratta avrà tutt’altro “sapore”. E questo a prescindere dal fatto che la teoria dell’artista (che spesso è correlata alla sua biografia, al suo stile di vita, ecc.) possa piacere o meno. Così come a prescindere dal fatto che l’opera possa piacere o meno. Per comprendere, per capire, occorre conoscere, comunque conoscere. E per esprimere giudizi fondati (positivi o negativi che siano) occorre aver compreso, capito. Non si sfugge. Ma questo, credo, valga sempre. Nell’Arte come nella Vita. No?

spesso molta gente, molte persone scelgono di acquistare oggetti d’arredamento (mobili, tavoli, sedie, ecc.) ma anche di uso più quotidiano (borse, vestiti, ecc.) che riproducono particolari tratti direttamente dai grandi capolavori dell’Astrattismo (opere di Mondrian, opere di Kandinsky, opere di Pollock, ecc.). Ma lo sanno? Ne sono consapevoli? Sanno che quella bellezza, quella estetica, quel Bello che le ha così “attirate” tanto da fargli acquistare quegli oggetti (spesso anche costosi), è Astrattismo?    

Morale della Favola:   (…. non c’è bisogno che la dica! …..).  

W l’Astrattismo, W l’Olismo, W l’Arte (tutta). Sempre!

 

venerdì 25 marzo 2022

Intermezzo

 Post 392

Intermezzo – Esempi di Paesaggio del Sud (Basilicata, Puglia – Marzo 2022)

 










Per apprezzarli basta una certa sensibilità, ma per valorizzarli occorre certamente l’Olismo. Nel Nuovo Libro, dimostrazioni (anche contro il Riduzionismo e contro lo pseudo-olismo che - da sempre - li hanno condannati ad una non-valorizzazione) e soddisfazioni (con spunti di speranza per il Futuro).   

Luca Fortunato (Matera)

venerdì 11 marzo 2022

Sintesi - 21

Post 391

Sintesi – 21

N.B. avviso ai Lettori: per positivi ma diversi impegni di lavoro (anche fuori Città e anche fuori Regione) anticipo la pubblicazione di questa Sintesi e la Rubrica proseguirà dalla settimana del 28 Marzo. Sarò comunque e sempre contattabile – da Tutti e per qualsiasi cosa – su WhatsApp tel. cell. 389.4238195. A presto, dunque. E ad maiora! Luca Fortunato (Matera).  

Continuiamo nell’”universo” Blues, questa volta focalizzando l’attenzione sulla musica “blueseggiante”. Dunque, una musica non propriamente Blues (come abbiamo già visto e precisato nel precedente post 389) ma una musica con forti e marcate influenze e sonorità Blues (tale da poter essere comunque considerata nell’universo Blues, inteso in senso ampio ma rigoroso). Si tratta soprattutto di rock bluseggiante.  

Ora, fermo restando il fatto che le preferenze musicali soggettive, di ognuno di noi, sono sempre legittime e sacrosante, è anche vero che da un punto di vista oggettivo, tecnico-artistico, la musica bluseggiante suonata da chi suona o ha suonato il Blues è altra cosa rispetto alla musica blueseggiante suonata da chi ruba dal Blues qualche accordo, qualche scala, qualche graffio di voce, ecc., da chi imita solamente qualcosa del Blues, ecc. da chi rimane blueseggiante in modo superficiale, ecc. ecc. ecc.

Andando noi a vedere solo la musica blueseggianate d’autore, vera forma d’arte e che conserva il quid emergente olistico (vedi post 389), essendo il campo comunque sterminato, mi limiterò a segnalarvi (qui di seguito) solo alcuni grandi musicisti e/o grandi gruppi musicali (… alcuni vi sorprenderanno collocati qui!) e alcuni loro brani o da loro interpretati (in ogni caso stupendi, ma anche molto significativi per il senso del post). Lasciando, poi, a voi lettori la libertà di esplorare (spero, con criterio) tutto il resto dell’universo blues e blueseggiante.

Buon ascolto, dunque:

1. Eric Clapton – brani: After midnight (1988 Version), - Pretending - Bad Love - I Can't Stand It - Hello Old Friend - Tangled in Love (1985 Version).   

2. Gruppo “Cream” – brani: Sunshine Of Your LoveCrossroads – Spoonful -  I’m So Glad.

3. Gruppo “The Doors” – brani: Roadhouse Blues - When the Music's Over - Love Me Two Times - Break on Through (To the Other Side) - The Crystal Ship - Love Her Madly - L.A. Woman. 

4. Gruppo “The Blues Brothers” – brani: She Caught the Katy - Peter Gunn Theme - Gimme Some Lovin’.

5. Gruppo “CCR - Creedence Clearwater Revival” -  brani: Suzie Q. - I Heard It Through The Grapevine - Green River -  I Put a Spell on You - Before You Accuse Me - Cotton Fields - The Midnight Special.

6. Bob Dylan – brani: Subterranean Homesick Blues -Tombstone Blues - Just Like Tom Thumb's Blues - One More Cup of Coffee -  Thunder on the Mountain.

 

 

 

 

mercoledì 9 marzo 2022

Intermezzo: Guerra Russia - Ucraina

Post 390

Intermezzo: Guerra Russia – Ucraina

Alcuni lettori mi hanno contattato chiedendomi se il blog e il Nuovo Libro tratteranno della Guerra Russia – Ucraina. Ho dato la mia risposta. Essendo il tema  estremamente grave ed importante, ho ritenuto di pubblicare il senso sintetico della mia risposta. – Luca Fortunato (Matera)

Nel post n. 386 del 22/02/2022 e relativo aggiornamento del 25/02/2022, ho dato il mio pensiero iniziale. L’ho fatto da comune cittadino che in funzione delle notizie che i media forniscono si fa una idea in merito. Essendo la questione più che mai in corso di svolgimento ed essendo enorme da tutti i punti di vista, e dovendo uscire il nuovo libro il 29 dicembre cioè tra 9-10 mesi, nel Nuovo Libro ci potrà essere, al massimo, solo un brevissimo capitolo. Spero di riuscirci e spero di farlo comunque in modo significativo. Ovviamente, la mia eventuale scrittura in merito sarà esclusivamente sotto il profilo paradigmatico Olismo/Riduzionismo e molto, molto in generale. Le specificità, i dettagli, ecc. li lascio ai giornalisti, ai militari, ai politici, ai geo-politologi (che sembrano aver sostituito i virologi ….), agli economisti, ecc. Certo, concordo con voi, che gli aspetti generali siano sempre essenziali, utili addirittura, contro un certo pensiero che invece li considera superflui, inutili addirittura, ecc. Ma questo attiene anche alla intelligenza o alla stupidità degli esseri umani contro cui è quasi impossibile riuscire a fare qualcosa! Si può invece fare sempre qualcosa contro la loro ignoranza o contro la loro deformazione professionale specialistica o contro la loro inconsapevolezza paradigmatica e metodologica, ecc. E se riuscirò a scrivere qualcosa, come dicevo, da inserire all’ultimo nel Nuovo Libro, sarà solo in questa ultima e articolata prospettiva di senso e di significato. Che per me e per voi è importantissima, ovviamente. E questo ci basta. Deve bastarci (non so se ho reso l’idea ….). Per quanto riguarda, invece, l’altro fronte delle mie scritture cioè questo blog, il tema Russia – Ucraina non sarà presente o più presente. Per due motivi: il primo è che la Rubrica Sintesi (e che costituisce comunque la logica e virtuosa conclusione del blog) deve occuparsi di tutti i temi del progetto (Nuovo Libro e Movimento nascente), finire di occuparsene come è giusto che sia nei confronti di tutto il pubblico dei lettori; il secondo, riguarda l’estrema delicatezza dell’argomento Guerra e specialmente con gli eventi in corso! Un libro lo ritengo un luogo e uno spazio idoneo per cose del genere, anche per cose del genere. Un blog, invece no (N.B. il post 386 è stato scritto quando vi era la crisi conflittuale Russia - Ucraina e non ancora la guerra Russia – Ucraina).  La scrittura immediata e diretta – consentita da un blog – e la relativa lettura immediata e diretta dei suoi contenuti, a cavallo degli eventi in corso, vanno bene per tantissime cose (anche Pandemia, come avete visto). Ma non per una Guerra. Almeno, questa è la mia opinione. Con un libro e in un libro, invece, la cosa è, e potrà essere, ben diversa. Una cosa conclusiva – in questa sede - però va detta e la dico: è mio personale pensiero che la Pace, ogni Pace, vada costruita con le parti in conflitto, con tutte le parti in conflitto, riconoscendo le ragioni delle parti, di tutte le parti, trovando una sintesi tra le parti (dare qualcosa ma non tutto a una parte, dare qualcosa ma non tutto all’altra parte). La Pace non si costruisce certamente considerando solo un lato! né si costruisce scendendo in piazza a “manifestare” (!?!), facendo disegnini colorati, intonando canzonette, ecc.! né inviando armi! né offendendo personalmente! né sanzionando una economia (per giunta avendo un’economia che in parte esiste anche grazie all’economia che si sanziona!?!)! Esiste la Guerra, che è il Male assoluto, che è sempre uno sbaglio. Ma esiste! E’ un dato di fatto! La si poteva evitare? Certo che sì. La Guerra, ogni Guerra, è sempre evitabile. Ma ora c’è. Che si fa di concreto e di realistico? Che si fa di concreto e di realistico per farla smettere, per avere la Pace? Oltre al Dolore e all’Economia di dolore (già esistenti e che possono peggiorare enormemente), si rischia la Terza Guerra Mondiale (nucleare). Forse, è il caso di abbandonare il Riduzionismo …  

Stop tema-argomento.      

lunedì 7 marzo 2022

Sintesi - 20

Post 389

Sintesi – 20

Come da programma, continua la Rubrica Sintesi (che, ricordo, vi accompagnerà settimanalmente, per gli aspetti generali della questione paradigmatica Riduzionismo/Olismo,  fino all’uscita del mio Nuovo Libro - il 29 dicembre – e che sta avendo un bel successo presso voi lettori. Vi ringrazio).

E continua e continuerà, come da programma, su tutti gli altri argomenti (Arte, Musica, Città di Matera, Sud, Cattiva Burocrazia, Movimento nascente, ecc.) rispetto cioè a quelli già abbondantemente trattati (Scienza, Tecnica, Economia, Ecologia, Agraria, Società, Giustizia, Pandemia, Politica, ecc., Guerra).

Tengo a precisare, però, che non c’è stata, e non c’è, distinzione tra argomenti “principali” ed argomenti “secondari”. Sia ben chiaro. Tutti sono importanti e tutti sono primari. Vi è stata solo una maggiore trattazione di alcuni argomenti rispetto ad altri per questioni di pura cronaca (e relative dialettiche in Società). È ben diverso.

Ad ogni modo, dopo il post 385 su Arte pittorica e Olismo, oggi riprendiamo l’Olismo nella Musica. Focalizzerò l’attenzione solo sul genere Blues – il genere che conosco meglio - rimandandovi per una più completa trattazione del tema Olismo/Musica sia al Nuovo Libro sia al post 311 del 18/10/2019. - Luca Fortunato (Matera)

Musica e Olismo: focus sul Blues.

Il Blues (che è il mio genere musicale, che  ascolto, studio e soprattutto suono da sempre, da più di 30 anni a questa parte, dal 1989: basso elettrico, basso elettroacustico, chitarra ritmica) è olistico. Ricordiamo perché:

la struttura di base di un tipico giro Blues è di soli 3 accordi (fondamentale, di quarta, di quinta: per esempio in Do abbiamo accordi Do, Fa, Sol o meglio accordi Do7, Fa7, Sol7) ma essa viene arricchita e resa complessa dalle scale blues (esempio in Do sono le note: Do, Mi-b, Fa, Sol-b, Sol, Si-b, Do) e dalle cosiddette blu notes cioè la terza nota, la quinta nota e la settima nota della scala blues che vengono suonate “calanti” cioè abbassate di circa un semitono (esempio in Do sono le note: Mi-b blu, Sol-b blu, Si-b blu) e che sono, quindi, note atipiche, fuori regola, fuori tonalità, “dissonanti”, che fanno emergere un quid particolarissimo ed unico (che non si riesce a comprendere, né a trovare, analizzando un brano Blues, ed approcciando ad un brano Blues con i soli e razionali criteri dell’armonia musicale). 

Quid che costituisce appunto il tipico suono Blues, la tipica atmosfera Blues. La bravura, l’arte, la maestrìa e l’intuizione dei musicisti blues (chitarristi, bassisti, pianisti, ecc.) risiede anche e soprattutto nella capacità di saper utilizzare, con una certa e necessaria dose di improvvisazione, le scale blues e le blu notes (al momento giusto, nel punto giusto, in maniera netta o velata, ecc.) per rendere ogni giro di blues, ogni brano blues (sebbene costituito da soli 3 accordi di base e che per giunta si ripetono ciclicamente di solito secondo un giro di 12 battute) unico, originale, particolare, espressivo, inimitabile ed in qualche modo sempre nuovo. 

Ma in questa Sintesi, oltre a ricordarvi alcuni dei grandi nomi del Blues, voglio indicarvi anche un loro brano (eseguito come autori-interpreti o interpreti). Sia per darvi un’occasione di delizia (per le vostre orecchie, per la vostra mente, per il vostro animo), sia per farvi rendere conto di quale sia il vero Blues (differenziandolo, così, da altri generi – stupendi anch’essi – ma che molti ignorantoni, molti superficialoni, molti modaioloni, confondono o spacciano per “blues”! E invece così non è). Infine, ci sarà una nota storica e contenutistica sul Blues. Ascoltate e leggete:

 Esempi di vero Blues classico :

1.Elmore James: brano It Hurts Me Too

2.Howlin’Wolf: brano Smokestack Lightning

3.John Lee Hooker: brano Dimples

4. Muddy Waters: brano Hoochie coochie man 

5.B.B. King: brano Rock Me Baby

6.Albert King: brano Blues Power

7.Sonny Boy Williamson: brano Help me

Esempi di vero Blues moderno :

8.Alexis Korner: brano Slow Down

9.Eric Clapton: brano Early In The Morning

10.John Mayall: brano The Mists of Time

11.Peter Green: brano Feeling Good

12.Gene Deer: brano Midnight Healing

13.David Gogo: brano This Is A Man's World.

Esempi di vero Blues in cui risalta anche il basso elettrico:

14.B.B. King: brano The Thrill Is Gone  

15. Eric Clapton: brano I'm Tore Down

16. Buddy Guy:  brano My Time After A While

17.Booker T & the M G 's: brano (strumentale) Green Onions

18.The Blues Brothers: brano Sweet Home Chicago

Nota:

il nome blues  deriva dalla locuzione inglese “to feel blue” “essere malinconico”. Anche dall’espressione "to have the blue devils" “avere i diavoli blu” col significato di "essere agitato-malinconico”.

Il tono dei brani blues, infatti, è malinconico (senza però essere triste) ed è altresì molto emotivo-emozionale (senza però essere sentimentale).

I testi, le canzoni blues trattano temi quali: la discriminazione razziale, la povertà, le gioie e i dolori dell’amore, le gioie e i dolori dell’alcol, le donne e il sesso, i gesti eroici contro i soprusi, le violenze, i viaggi, i vagabondaggi, i rifugi di fortuna, gli incroci stradali e ferroviari (anche come metafore esistenziali), la libertà (spesso sognata), la solitudine, la vita difficile, cruda, spesso improvvisata e trascinata, ma sempre degna di essere vissuta, fiera ed orgogliosa.

Non a caso, il blues (per l’etimologia ma ancora di più per i temi che tratta e per l’effettiva biografia del tipico ed originario bluesman) viene definita anche “La Musica del Diavolo”.

Il blues nasce nel Sud degli Stati Uniti d’America, prima della guerra di secessione, da una complessa sintesi tra elementi della cultura del proletariato rurale afroamericano (da una parte) e aspetti della colta tradizione musicale europea (dall’altra).  

Il blues arcaico nacque in rapporto con i canti che gli afroamericani intonavano durante i duri lavori nei campi agricoli (di cotone, soprattutto) e durante le forme di prigionia cui spesso venivano sottoposti da parte dei “signori” bianchi.

Successivamente (tra il 1870 e il 1930)  si materializzò il blues classico, quasi sempre strutturato su un giro di 12 battute, con 3 accordi, con uso delle blu notes, e il cui testo verbale-musicale presenta il seguente schema: 1.affermazione o domanda,  2.riaffermazione o nuova domanda, 3.conclusione o risposta. L’esecuzione risulta quasi sempre lenta (come tempo musicale), ma vi sono anche blues veloci (da non confondere con pezzi di Rhythm and Blues, veloci ma con caratteristiche diverse). Il ritmo, invece, è quasi sempre sincopato.

Dal punto di vista dell’evoluzione strumentale: dopo la fine della schiavitù, il canto venne accompagnato da strumenti quali il banjo e l’armonica. Successivamente, la chitarra conquistò un ruolo predominante. Il passo successivo, fu l’introduzione di strumenti quali gli ottoni e il pianoforte. E, infine, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’introduzione e l’uso sempre più importate, nella formazione blues, della batteria e del contrabbasso successivamente sostituito dal basso elettrico, ne strutturarono definitivamente il sound che continua ad esistere (identico) nel blues moderno beneficiando, però, dell’evoluzione tecnologica, elettronica e digitale (purezza del suono, particolari effetti sonori, potenza del suono, ecc.).   

Generi derivati dal Blues e/o affini (“bluseggianti”) – ma distinti dal Blues – sono: Rhythm and Blues (R&B), Rock and roll, Blues-Rock, Country-Blues, Soul, ecc. Per non parlare, poi, di cosa nel Jazz si intenda per “blues” (!?!). È tutt’altra cosa, sacrosanta ma è altra cosa!

Sul Blues, hanno detto (giustamente):

L'hanno chiamata l'età dell'ansia, ma forse sarebbe meglio definire la nostra epoca "secolo del blues", in onore del malinconico genere musicale nato intorno al 1900 nel delta del Mississippi. Il blues è da sempre un modo di essere, prima ancora che un tipo di musica.“ [..] “Ora che in tutto il mondo la gente comincia a sentire il gusto amaro dell'epoca postindustriale, il blues del delta ha trovato un pubblico mondiale” - Alan Lomax (etnomusicologo statunitense);

“Il blues è la musica del diavolo e noi i suoi figli“ —  Walter Mosley (scrittore statunitense);

“Mi piacciono i musicisti blues, jazz e country perché non fanno altro che continuare ad esplorare la propria musica. Ciò che conta è che musicisti, poeti e artisti in genere continuino a esplorare il proprio campo d’azione”- Jim Morrison (The Doors);

“Con gli occhiali neri dei 'Blues Brothers' il mondo appare più tranquillo, 'cool' e suggestivo. Vale la pena provare.“ – Dan Aykroyd (attore, musicista).

venerdì 4 marzo 2022

Intermezzo - (cattiva burocrazia)

Post 388

Intermezzo – (cattiva burocrazia)

In questi giorni, confrontandomi con specialisti (dirigenti, ex dirigenti, avvocati, magistrati, ecc.), ho avuto conferma di alcune mie intuizioni circa la Cattiva Burocrazia (vedi per esempio, post 384). Siccome certe questioni interessano, purtroppo, moltissimi cittadini, imprenditori, professionisti, ecc. qui di seguito schematizzo alcuni casi tipo in cui molti di voi lettori si potranno certamente riconoscere, trovando, magari, anche qualche spunto (fondato) di risoluzione o di proposta di risoluzione (ovviamente il post non è per quei cittadini vigliacchi, che attaccano il ciuccio dove vuole il padrone burocratico anche quando il padrone burocratico è palesemente in torto!).

Il blog serve anche a questo. Aiuto volentieri. Ci si aiuta volentieri. Si ricambia con piacere. E come sempre, ad maiora! amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera)  

Primo caso tipo:

Le regole dell’Ente prevedono 4 casi: A, B, C, D. La realtà, invece, presenta 5 casi: A, B, C, D, E. In particolare: A, B, C, D, sono casi puri, mentre E è il caso ibrido- complesso cioè presenta diversi elementi riconducibili a diversi casi puri; presenta coincidenza di caratteristiche riconducibili a due o più casi puri; ecc.

È evidente come le regole dell’Ente siano state scritte male, mancando della possibilità di inquadrare burocraticamente anche il caso reale E. Andrebbero, dunque, riviste e riscritte.

Ma ora sono quelle.

Che succede, dunque, se all’Ente perviene una istanza con un caso reale di tipo A? Nessun problema. Così se perviene l’istanza con caso B o C o D.

Ma che succede, invece, se all’Ente perviene una istanza con caso reale E? Gli scenari possibili sono 2:

1.l’Ente si ingegna, trova una sintesi euristica tra le regole (da rispettare) e la realtà (da rispettare). Una motivata deroga, per esempio; una giustificata dilazione, altro esempio; una richiesta di motivazione-delucidazione per dare fondamento alla  flessibilità da attuare, per riesaminare, ecc. ancora un altro esempio. Ho reso l’idea. Flessibilità virtuosa. Buona burocrazia;

2.l’Ente pretende di ridurre la realtà alle regole. Pretende che siano le regole ad essere rispettate cambiando la realtà! Pretende che siano solo le regole ad essere rispettate (benché difettose) cambiando i connotati alla realtà (che invece va rilevata e presentata così come è. Per scienza, deontologia, ecc.). Questo perché l’Ente pretende che la realtà E venga presentata come A o B o C o D. Pretende, in definitiva, che si menta, che si imbrogli, che si manipoli la realtà e l’istanza, pure di incasellare il tutto nelle regole! Rigidità viziosa. Cattiva burocrazia. Ma è solo questo?

Fino a quando la rigidità dell’Ente è iniziale ma poi cede per entrare nello scenario 1, in fondo la si può tollerare, è cosa brutta assai, ma occorre sentire anche un po’ di pena e di pietà per gente dai neuroni così malmessi! Ma se la rigidità dell’Ente non cede, e beh li sorge un bel problema: occorre comunque resistere per non essere comunque complici di manipolazioni del genere, di manipolazioni della realtà di fatto. Ed eventualmente denunciare anche.

E il tutto è, ovviamente, riconducibile alla questione paradigmatica: lo scenario 1 o regole complesse (con A, B, C, D, E) sono nell’Olismo. Lo scenario 2 o regole semplicistiche (con solo A, B, C, D) sono nel Riduzionismo.

Secondo caso tipo:

L’Ente indica il proprio sito web, e i propri moduli sullo stesso. Addirittura, indica siti web e relativi moduli di altri Enti (addirittura non necessari per lo specifico e peculiare caso di cui trattasi, di cui ci si sta occupando). Ma ecco la sorpresa: l’Ente non si accorge che i moduli sul proprio sito web, non sono aggiornati! Recano diciture vecchie, di cose abrogate! Lo scenario - comico per certi versi – è invece cosa molto seria. Immaginate i cittadini che istruiscono una pratica con il vecchio modulo “ufficiale”! Immaginate la credibilità dell’Ente, anche ed eventualmente in sede legale!  

Morale della Favola:

L’Italia va liberata anche da queste cose! Con il mio Nuovo Libro e relativo Movimento nascente, verrà dato un contributo significativo anche a questo. 

Contatto (per info, segnalazioni, adesioni, ecc.):

Luca Fortunato (Matera)

WhatsApp: tel. cell. 389.4238195

(preferibilmente, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 12,30)