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Il nuovo del clima cambiato
La mission del blog è completamente assolta. E alla grande! Anche alla
luce di quest’ultimo post (come vedrete) e del penultimo (come avete visto). E
un po’ anche di tutti gli altri post, in realtà! Come un libro, anche questo
blog ha avuto un inizio ed è normale che abbia una conclusione. E sono felice
che tale e positiva conclusione sia coincisa con questo inizio 2020, che per me
è un periodo di svolte (personali, famigliari, lavorative, sociali, ecc.)
bellissime ma che richiedono anche tanto impegno esclusivo. A tutti Voi, cari
lettori, un carissimo saluto. E ad maiora! Nella vita reale. Sono e sarò sempre
e ovviamente a disposizione per ogni cosa (culturale, professionale,
editoriale, informativa, didattica, ecc.) sul mio contatto WhatsApp 389.4238195
- Luca Fortunato (Matera).
Uno studente universitario e un imprenditore mi hanno detto, in
pratica, la stessa cosa (sintetizzo il senso del loro comune discorso): con
tutta l’esperienza che abbiamo a disposizione (riportata anche in tanti libri,
manuali, ecc.) e con tutta la Tecnologia potentissima che Oggi la maggior parte
dei Paesi del Mondo possiede, la lotta al cambiamento climatico e specialmente ai
suoi effetti non è un’utopia ma è una realistica possibilità. Se non lo si fa per
davvero (come di fatto stanno bleffando un po’ tutti i Governi del Pianeta, compreso
il Nostro, con tante azioni di “greenwashing” ma nulla di più …) è solo una questione
di cattiva Politica.
Personalmente, sono d’accordo al 60%. Dal mio punto di vista,
infatti, l’intera questione è più complessa e non può essere ridotta solo alla cattiva
Politica che è comunque responsabile del 60%, appunto. Questo sia ben chiaro
(specialmente in merito alle sbagliate direzioni di spesa dei soldi pubblici,
direzioni di “greenwashing”, appunto, che non reggono ai calcoli matematici di
Fisica e di Ecologia applicati alle scale di grandezza degli Ecosistemi –
urbani, rurali, forestali, montani, marini, ecc. - che in quel demagogico modo si
vorrebbero salvare o che almeno così si cerca di far credere alla pubblica
opinione).
Vi è il restante (e comunque pesante) 40% che è costituito da
quello che qui di seguito vado a spiegare e di cui sono responsabili – tranne
pochissime e rarissime eccezioni personali – la Scuola, l’Università, la
Ricerca, le Professioni Tecniche, le Imprese, le Aziende, i Media, ecc.
Anche perché i politici non sono mica dei marziani atterrati
di punto in bianco sul Pianeta Terra, sono cittadini che poi – per merito o per
soli giochi di potere - diventano politici e che quindi, e in ogni caso,
portano in Politica il loro essere cittadini, professionisti, lavoratori,
imprenditori, genitori, uomini, donne; i loro pregi i loro difetti, le loro
virtù e i loro vizi, ecc.
Ed ora il mio punto di vista (che è una sintesi del mio
essere cittadino, del mio essere agronomo, del mio essere studioso e cultore di
certe cose):
di fronte agli attuali cambiamenti climatici non è possibile
usare l’esperienza, semplicemente perché di esperienza non ne abbiamo.
Trattandosi per l’appunto di un cambiamento
(climatico, in questo caso), si tratta di un fenomeno nuovo e che per giunta va strutturandosi di continuo (e così andrà per
i prossimi decenni, come la Fisica e la Matematica ci indicano se andiamo a
considerare entità, dimensioni e scale di grandezza in gioco). L’esperienza ce
l’abbiamo su fenomeni (meteorologici, geologici, idrogeologici, forestali,
agronomici, patologici, ecc.) avvenuti in regime di clima stabile e dunque non
più utilizzabile Oggi.
L’uso dell’esperienza ha senso su cose e su casi simili anzi
molto simili, quasi uguali. Oggi di simile al Passato ormai non c’è più nulla.
Davvero più nulla:
i nubifragi dalla atipica e notevole intensità (giustamente definiti “bombe
d’acqua”) e dalla frequenza in aumento sono fenomeni nuovi;
la scomparsa di interi ghiacciai e la elevata e rapida tropicalizzazione
dei mari sono fenomeni nuovi;
il disseccamento degli ulivi in Puglia (e potenzialmente
nell’Area Mediterranea) è cosa del tutto nuova e secondo la mia teoria olistica
il cambiamento climatico c’entra tantissimo nel suo manifestarsi (parametro Sm: generale; parametro Sf: specifico
per il Salento; in D = [ (h) Sf
+ P tr ] Sm . Ricordate?);
l’elevata frequenza degli schianti arborei urbani è del tutto
nuova;
la Tempesta Vaia è stato un fenomeno del tutto nuovo nella
sua interezza (nell’insieme dei sui vari aspetti e parametri);
un Gennaio ed un Febbraio come quelli appena trascorsi, con
giornate calde e siccitose da vestirsi con le maniche corte, io di 46 anni e tante
altre persone più grandi di me (età di 60 anni, di 70 anni, di 80 anni, di 90
anni) non li ricordiamo o non li ricordiamo di tale entità;
ecc.
E la lista potrebbe continuare davvero per molto. Ma il senso
è chiaro. No?
Dunque, l’esperienza, quell’esperienza, ha certamente un
valore di tipo storico-culturale (anche affettivo, se vogliamo, perché no) ma
nulla di più. Nulla di più sul piano tecnico. Oggi ce la dobbiamo cavare in
modo diverso ed anzi il continuare ad utilizzare l’esperienza di allora per i
nuovi scenari di Oggi è addirittura controproducente. Una specie di paraocchi
che impedisce di vedere il nuovo che
è anche e soprattutto negativo, certamente. Ma il nemico va guardato negli
occhi e con occhi liberi.
L’unico modo sensato di affrontare gli attuali cambiamenti
climatici (come del resto va affrontata ogni vera novità, specificatamente ogni
nuovo problema e ancor più nel dettaglio ogni nuovo problema scientifico e/o tecnico) è quello di prendere i
concetti scientifici generali (collocati nel miglior Paradigma di Conoscenza
disponibile che Oggi è rappresentato dall’Olismo) e di ingegnarsi, volta per
volta, caso per caso, nell’applicarli in modo euristico (cioè secondo
intuizione e successive deduzioni logiche. Ed anche con un pizzico di
creatività).
Per esempio, il cambiamento climatico incide
significativamente sulla fisiologia e sulla patologia dell’organismo vegetale,
dell’organismo animale, dell’organismo umano che di conseguenza diventano “nuove fisiologie” e “nuove patologie” (da intuire). E quindi
le tecniche da applicare loro devono essere ripensate (dedotte dalle nuove
conoscenze intuitive) e applicate loro in modo diverso (euristico). Altro
esempio: il cambiamento climatico incide significativamente sulla struttura del
terreno così come sulle strutture antropiche (in legno, in cemento, in acciaio,
in pietra, ecc.) che assumono nuovi
comportamenti (da intuire). E quindi, anche qui, le tecniche da applicare
loro devono essere ripensate (dedotte dalle nuove conoscenze intuitive) e
applicate loro in modo diverso (euristico).
E’ normale che alcune persone (dalla mentalità un po’ rigida
o dalla storia di vita e/o di lavoro un po’ accidentata), reagiscano con
diffidenza, scetticismo, nervosismo, pessimismo, incredulità, a volte anche
giudicando perentoriamente (“sono fesserie”, “è ignoranza delle cose”, “è
inesperienza”, “non è così”, “ma che dice?”, “è impossibile”, “sono fantasie”, “non
esageriamo”, ecc.). Occorre avere pazienza con queste persone (sempre che se la
meritino, però, la pazienza, cioè sempre che non sconfinino nella
maleducazione, nella scostumatezza, nell’insulto, nell’attacco personale, addirittura
a volte – mi dicono - nel reato di diffamazione e/o calunnia, travisando
apposta quanto diversamente sostenuto). Anche perché ogni tesi (piccola o
grande che sia), specialmente nuova, specialmente in un “clima nuovo”, specialmente
scientifica e tecnica, può (anzi deve) essere sottoposta a sperimentazione, a
prova. Solo la realtà sperimentale e di prova può pronunciarsi. Nessun altro. Avanzare
tesi nuove, è legittimo. Anche dubitare di esse, è legittimo. Ci mancherebbe.
Ma proprio per questo occorre sperimentare e provare. Sempre. La sintesi
dialettica (tra l’istanza di novità – concettuale e/o pratica - e la resistenza
alla novità) è - e non può che essere - la sperimentazione, il provare le cose.
Chi si sottrae a questo – o cerca di sottrarre altri a questo – merita di
essere perseguito (a livello etico-personale, sicuramente; a livello
giudiziario, da far valutare. Specialmente se il soggetto ha ruoli e
responsabilità di tipo collettivo, rappresentativo, ecc. e magari usa il suo
status per influenzare le persone. Fatto gravissimo). Tutto ciò per mostrare
che non si tratta solo di cattiva Politica. C’è tanto da cambiare anche nella
Società civile, purtroppo.
Ovviamente la maggior parte dell’Establishment (che rifiuta
il vero Olismo e ancor di più l’Euristica ed anche e gravemente precludendo ad
essi ogni possibilità di sperimentazione e di prova, e questo, notare bene, è
il vero atteggiamento antiscientifico, la vera Anti-Scienza) non fa nulla di
tutto ciò, continuando alla vecchia maniera, riempiendosi soltanto la bocca di
tante inutilità (riduzionistiche) e poi, peggio ancora, quando decide di passare
dalle parole (comunque e già sbagliate) alle azioni e ai fatti (alle cosiddette
“concretezze”….), producendo tantissime inutilità (iper-riduzionistiche. Perché
riduzionistiche due volte: tanto in teoria quanto in pratica).
Non ci meravigliamo, dunque, se le cose stanno andando sempre
peggio in merito ai cambiamenti climatici e ai loro effetti (finora contrastati
in modo del tutto inadeguato).
Ed il vero peccato ed il vero paradosso del Nostro Tempo è
che noi disponiamo di una Tecnologia grandissima e bellissima che se solo fosse
utilizzata diversamente (cioè nell’Olismo e secondo Euristica, superando e
lasciando alle spalle il Riduzionismo e l’Algoritmica) potrebbe risolvere e
mitigare tanto, ma davvero tanto. Si utilizzano computer, droni, GPS, radar,
tomografi e quant’altro sempre per studiare per mezzo dell’analisi (Riduzionismo)
invece che studiare per mezzo della contestualizzazione sistemica e sintetica
(Olismo); li si usa sempre a supporto dell’induzione (dal particolare al
generale) invece che utilizzarli a supporto della deduzione (dal generale al
particolare); li si usa sempre a supporto della razionalità (della stessa e
identica razionalità che secondo un circolo vizioso, avvitata su sé stessa,
diviene inutilmente iper e astratta razionalità) invece di utilizzarli per sperimentare,
provare, testare, confermare e corroborare l’intuizione; li si usa sempre per
compilare conoscenze già note (come se esse fossero valide per l’eternità ….)
invece che per creare nuove conoscenze (come è invece richiesto Oggi); ecc.
Le specifiche paradigmatiche sono ormai ben note ai lettori
del blog! No? (The End).
P.S. 1 - lo studente - dopo aver dialogato con me e dopo aver letto diversi libri olistici da me
suggeriti – alcuni anche scritti da Premi Nobel – ha poi cambiato idea. Ora è
d’accordo con la mia versione (60 % cattiva Politica + 40% inadeguatezza della
Società civile). Terminati gli Studi, nel mondo del lavoro sarà probabilmente
un olista. Glielo auguro. E me lo auguro!
P.S. 2 - l’imprenditore, dopo alcuni caffè presi insieme, ha
intenzione di rendere olistica almeno
la gestione della sua azienda! Ci stiamo organizzando!