Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 19 febbraio 2020

Il nuovo del clima cambiato


Post 327 

Il nuovo del clima cambiato

La mission del blog è completamente assolta. E alla grande! Anche alla luce di quest’ultimo post (come vedrete) e del penultimo (come avete visto). E un po’ anche di tutti gli altri post, in realtà! Come un libro, anche questo blog ha avuto un inizio ed è normale che abbia una conclusione. E sono felice che tale e positiva conclusione sia coincisa con questo inizio 2020, che per me è un periodo di svolte (personali, famigliari, lavorative, sociali, ecc.) bellissime ma che richiedono anche tanto impegno esclusivo. A tutti Voi, cari lettori, un carissimo saluto. E ad maiora! Nella vita reale. Sono e sarò sempre e ovviamente a disposizione per ogni cosa (culturale, professionale, editoriale, informativa, didattica, ecc.) sul mio contatto WhatsApp 389.4238195 - Luca Fortunato (Matera). 

Uno studente universitario e un imprenditore mi hanno detto, in pratica, la stessa cosa (sintetizzo il senso del loro comune discorso): con tutta l’esperienza che abbiamo a disposizione (riportata anche in tanti libri, manuali, ecc.) e con tutta la Tecnologia potentissima che Oggi la maggior parte dei Paesi del Mondo possiede, la lotta al cambiamento climatico e specialmente ai suoi effetti non è un’utopia ma è una realistica possibilità. Se non lo si fa per davvero (come di fatto stanno bleffando un po’ tutti i Governi del Pianeta, compreso il Nostro, con tante azioni di “greenwashing” ma nulla di più …) è solo una questione di cattiva Politica.
Personalmente, sono d’accordo al 60%. Dal mio punto di vista, infatti, l’intera questione è più complessa e non può essere ridotta solo alla cattiva Politica che è comunque responsabile del 60%, appunto. Questo sia ben chiaro (specialmente in merito alle sbagliate direzioni di spesa dei soldi pubblici, direzioni di “greenwashing”, appunto, che non reggono ai calcoli matematici di Fisica e di Ecologia applicati alle scale di grandezza degli Ecosistemi – urbani, rurali, forestali, montani, marini, ecc. - che in quel demagogico modo si vorrebbero salvare o che almeno così si cerca di far credere alla pubblica opinione).
Vi è il restante (e comunque pesante) 40% che è costituito da quello che qui di seguito vado a spiegare e di cui sono responsabili – tranne pochissime e rarissime eccezioni personali – la Scuola, l’Università, la Ricerca, le Professioni Tecniche, le Imprese, le Aziende, i Media, ecc.
Anche perché i politici non sono mica dei marziani atterrati di punto in bianco sul Pianeta Terra, sono cittadini che poi – per merito o per soli giochi di potere - diventano politici e che quindi, e in ogni caso, portano in Politica il loro essere cittadini, professionisti, lavoratori, imprenditori, genitori, uomini, donne; i loro pregi i loro difetti, le loro virtù e i loro vizi, ecc.
Ed ora il mio punto di vista (che è una sintesi del mio essere cittadino, del mio essere agronomo, del mio essere studioso e cultore di certe cose):  
di fronte agli attuali cambiamenti climatici non è possibile usare l’esperienza, semplicemente perché di esperienza non ne abbiamo. Trattandosi per l’appunto di un cambiamento (climatico, in questo caso), si tratta di un fenomeno nuovo e che per giunta va strutturandosi di continuo (e così andrà per i prossimi decenni, come la Fisica e la Matematica ci indicano se andiamo a considerare entità, dimensioni e scale di grandezza in gioco). L’esperienza ce l’abbiamo su fenomeni (meteorologici, geologici, idrogeologici, forestali, agronomici, patologici, ecc.) avvenuti in regime di clima stabile e dunque non più utilizzabile Oggi.
L’uso dell’esperienza ha senso su cose e su casi simili anzi molto simili, quasi uguali. Oggi di simile al Passato ormai non c’è più nulla. Davvero più nulla:
i nubifragi dalla atipica e notevole  intensità (giustamente definiti “bombe d’acqua”) e dalla frequenza in aumento sono fenomeni nuovi;
la scomparsa di interi ghiacciai e la elevata e rapida tropicalizzazione dei mari sono fenomeni nuovi;
il disseccamento degli ulivi in Puglia (e potenzialmente nell’Area Mediterranea) è cosa del tutto nuova e secondo la mia teoria olistica il cambiamento climatico c’entra tantissimo nel suo manifestarsi (parametro Sm: generale; parametro Sf: specifico per il Salento; in  D = [ (h) Sf + P tr ] Sm  . Ricordate?);
l’elevata frequenza degli schianti arborei urbani è del tutto nuova;
la Tempesta Vaia è stato un fenomeno del tutto nuovo nella sua interezza (nell’insieme dei sui vari aspetti e parametri);
un Gennaio ed un Febbraio come quelli appena trascorsi, con giornate calde e siccitose da vestirsi con le maniche corte, io di 46 anni e tante altre persone più grandi di me (età di 60 anni, di 70 anni, di 80 anni, di 90 anni) non li ricordiamo o non li ricordiamo di tale entità;
ecc.
E la lista potrebbe continuare davvero per molto. Ma il senso è chiaro. No?
Dunque, l’esperienza, quell’esperienza, ha certamente un valore di tipo storico-culturale (anche affettivo, se vogliamo, perché no) ma nulla di più. Nulla di più sul piano tecnico. Oggi ce la dobbiamo cavare in modo diverso ed anzi il continuare ad utilizzare l’esperienza di allora per i nuovi scenari di Oggi è addirittura controproducente. Una specie di paraocchi che impedisce di vedere il nuovo che è anche e soprattutto negativo, certamente. Ma il nemico va guardato negli occhi e con occhi liberi.
L’unico modo sensato di affrontare gli attuali cambiamenti climatici (come del resto va affrontata ogni vera novità, specificatamente ogni nuovo problema e ancor più nel dettaglio ogni nuovo problema scientifico e/o tecnico) è quello di prendere i concetti scientifici generali (collocati nel miglior Paradigma di Conoscenza disponibile che Oggi è rappresentato dall’Olismo) e di ingegnarsi, volta per volta, caso per caso, nell’applicarli in modo euristico (cioè secondo intuizione e successive deduzioni logiche. Ed anche con un pizzico di creatività).
Per esempio, il cambiamento climatico incide significativamente sulla fisiologia e sulla patologia dell’organismo vegetale, dell’organismo animale, dell’organismo umano che di conseguenza diventano “nuove fisiologie” e “nuove patologie” (da intuire). E quindi le tecniche da applicare loro devono essere ripensate (dedotte dalle nuove conoscenze intuitive) e applicate loro in modo diverso (euristico). Altro esempio: il cambiamento climatico incide significativamente sulla struttura del terreno così come sulle strutture antropiche (in legno, in cemento, in acciaio, in pietra, ecc.) che assumono nuovi comportamenti (da intuire). E quindi, anche qui, le tecniche da applicare loro devono essere ripensate (dedotte dalle nuove conoscenze intuitive) e applicate loro in modo diverso (euristico).
E’ normale che alcune persone (dalla mentalità un po’ rigida o dalla storia di vita e/o di lavoro un po’ accidentata), reagiscano con diffidenza, scetticismo, nervosismo, pessimismo, incredulità, a volte anche giudicando perentoriamente (“sono fesserie”, “è ignoranza delle cose”, “è inesperienza”, “non è così”, “ma che dice?”, “è impossibile”, “sono fantasie”, “non esageriamo”, ecc.). Occorre avere pazienza con queste persone (sempre che se la meritino, però, la pazienza, cioè sempre che non sconfinino nella maleducazione, nella scostumatezza, nell’insulto, nell’attacco personale, addirittura a volte – mi dicono - nel reato di diffamazione e/o calunnia, travisando apposta quanto diversamente sostenuto). Anche perché ogni tesi (piccola o grande che sia), specialmente nuova, specialmente in un “clima nuovo”, specialmente scientifica e tecnica, può (anzi deve) essere sottoposta a sperimentazione, a prova. Solo la realtà sperimentale e di prova può pronunciarsi. Nessun altro. Avanzare tesi nuove, è legittimo. Anche dubitare di esse, è legittimo. Ci mancherebbe. Ma proprio per questo occorre sperimentare e provare. Sempre. La sintesi dialettica (tra l’istanza di novità – concettuale e/o pratica - e la resistenza alla novità) è - e non può che essere - la sperimentazione, il provare le cose. Chi si sottrae a questo – o cerca di sottrarre altri a questo – merita di essere perseguito (a livello etico-personale, sicuramente; a livello giudiziario, da far valutare. Specialmente se il soggetto ha ruoli e responsabilità di tipo collettivo, rappresentativo, ecc. e magari usa il suo status per influenzare le persone. Fatto gravissimo). Tutto ciò per mostrare che non si tratta solo di cattiva Politica. C’è tanto da cambiare anche nella Società civile, purtroppo.
Ovviamente la maggior parte dell’Establishment (che rifiuta il vero Olismo e ancor di più l’Euristica ed anche e gravemente precludendo ad essi ogni possibilità di sperimentazione e di prova, e questo, notare bene, è il vero atteggiamento antiscientifico, la vera Anti-Scienza) non fa nulla di tutto ciò, continuando alla vecchia maniera, riempiendosi soltanto la bocca di tante inutilità (riduzionistiche) e poi, peggio ancora, quando decide di passare dalle parole (comunque e già sbagliate) alle azioni e ai fatti (alle cosiddette “concretezze”….), producendo tantissime inutilità (iper-riduzionistiche. Perché riduzionistiche due volte: tanto in teoria quanto in pratica).
Non ci meravigliamo, dunque, se le cose stanno andando sempre peggio in merito ai cambiamenti climatici e ai loro effetti (finora contrastati in modo del tutto inadeguato).
Ed il vero peccato ed il vero paradosso del Nostro Tempo è che noi disponiamo di una Tecnologia grandissima e bellissima che se solo fosse utilizzata diversamente (cioè nell’Olismo e secondo Euristica, superando e lasciando alle spalle il Riduzionismo e l’Algoritmica) potrebbe risolvere e mitigare tanto, ma davvero tanto. Si utilizzano computer, droni, GPS, radar, tomografi e quant’altro sempre per studiare per mezzo dell’analisi (Riduzionismo) invece che studiare per mezzo della contestualizzazione sistemica e sintetica (Olismo); li si usa sempre a supporto dell’induzione (dal particolare al generale) invece che utilizzarli a supporto della deduzione (dal generale al particolare); li si usa sempre a supporto della razionalità (della stessa e identica razionalità che secondo un circolo vizioso, avvitata su sé stessa, diviene inutilmente iper e astratta razionalità) invece di utilizzarli per sperimentare, provare, testare, confermare e corroborare l’intuizione; li si usa sempre per compilare conoscenze già note (come se esse fossero valide per l’eternità ….) invece che per creare nuove conoscenze (come è invece richiesto Oggi); ecc.
Le specifiche paradigmatiche sono ormai ben note ai lettori del blog! No? (The End).

P.S. 1 - lo studente - dopo aver dialogato con me e dopo aver letto diversi libri olistici da me suggeriti – alcuni anche scritti da Premi Nobel – ha poi cambiato idea. Ora è d’accordo con la mia versione (60 % cattiva Politica + 40% inadeguatezza della Società civile). Terminati gli Studi, nel mondo del lavoro sarà probabilmente un olista. Glielo auguro. E me lo auguro! 

P.S. 2 - l’imprenditore, dopo alcuni caffè presi insieme, ha intenzione di rendere olistica almeno la gestione della sua azienda! Ci stiamo organizzando!


       

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