Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 16 febbraio 2020

Alberi (e persone) tra i Paradigmi


Post 326 

Alberi (e persone) tra i Paradigmi

Qualche tempo fa mi è stata chiesta la mia opinione professionale (in qualità di tecnico agronomo con nota esperienza in materia) su una questione molto complicata e delicata (peraltro finita in ambito giudiziario e lì è stata chiesta la mia opinione professionale). L’ho data volentieri e sono felice di aver appreso, nella giornata di ieri, come essa sia stata determinante per la soluzione positiva del problema. Visto che il senso del tutto è di enorme importanza generale, ed anche culturale direi (anche contro le tante inesattezze che purtroppo ancora si sentono in giro, in materia) ho pensato di arricchire il blog con questo ulteriore contenuto. Quanto a noi, ad maiora! E a presto (impegni e nuovi impegni permettendo). Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195 

Un albero è schiantato al suolo. Una perizia diceva che era da abbattere. Domanda: la perizia era giusta, è giusta? Risposta: non è detto. La cosa non è scontata, semplice, lineare. Dipende dalla tipologia dei contenuti della perizia. Mi spiego meglio:
se la perizia presenta concetti in linea con quanto indica il progresso ultimo della Scienza, allora la perizia è giusta. Essa ha effettivamente colto lo stato dell’albero. E si può parlare di Scienza e di Tecnica.
Ma se la perizia presenta concetti che il progresso ultimo della Scienza indica come superati, allora la perizia è inadeguata, comunque inadeguata. E il rapporto che vi è tra l’albero schiantato e la perizia che ne prescriveva l’abbattimento è di pura coincidenza (l’albero si è comportato in quel modo per altre ragioni, altre ragioni rispetto a quelle avanzate e argomentate in perizia e che magari un’altra perizia, fatta in altro modo, avrebbe invece colto). E quindi, in questo caso, non si può parlare propriamente di Scienza e di Tecnica.
Ovviamente, il discorso vale anche nel caso contrario e cioè di albero rimasto in piedi ed integro e di perizia che escludeva avesse dei problemi. Non è detto che la perizia sia giusta. Dipende, appunto. Come abbiamo visto. L’albero potrebbe essere rimasto in piedi ed integro per le ragioni avanzate in perizia oppure per altre ragioni non avanzare in perizia e che, anche qui, un’altra perizia, fatta in altro modo, avrebbe invece e magari colto. Occorre capire, sempre, come stanno le cose.
Questo sia perché una perizia deve presentare oltre agli elementi oggettivi (foto, descrizioni tecniche, dati, rilievi, misure, numeri, ecc.) anche concetti (interpretativi degli elementi oggettivi), sia perché nella Scienza e nella Tecnica esistono (devono esistere) i fatti correlati alla spiegazione, i fatti unitamente alla loro spiegazione, i fatti con motivazione. Sempre. Fatti e teoria: insieme. Inscindibili. Sempre.
Se ci sono solo i fatti o gli elementi oggettivi (positivi o negativi che siano) è solo Empirismo (ma non esercizio di Scienza e Tecnica). Se ci sono solo spiegazioni (evolute o non evolute che siano) è, nel migliore dei casi, Teoria da sperimentare oppure, nel peggiore dei casi, solo Filosofia (ma in ogni caso non esercizio di Scienza e Tecnica).
Ebbene, i fatti sono i fatti (evidenti. Che dire?) ma riguardo alla loro spiegazione sorge il problema perché c’entrano i Paradigmi di Conoscenza (Olismo o Riduzionismo) entro cui la spiegazione è collocata (consapevolmente o inconsapevolmente, da parte di chi spiega i fatti).
Ed il progresso ultimo della Scienza (da non confondere con il progresso ultimo della Tecnologia) indica come valido l’Olismo e come superato il Riduzionismo. In particolare, il progresso ultimo della Scienza (specialmente con la Teoria dei Sistemi, con la Teoria della Complessità, con le proprietà emergenti della Materia, ecc. e con relativa e corposa bibliografia anche da parte di Premi Nobel) dà ragione all’Olismo (e torto al Riduzionismo) indicando l’impossibilità di studiare un sistema (e l’albero è un sistema per giunta di tipo complesso) per mezzo dell’analisi. E siccome la stabilità dell’albero è una proprietà sistemica (dell’intero sistema albero ed è dovuta all’intero sistema albero anche considerando le stabilità delle sue singole parti -apparato radicale, fusto, chioma - e loro componenti - ramo, branca, radice, legno, ecc.), ne consegue che per valutarla adeguato risulti l’Olismo, inadeguato risulti invece il Riduzionismo.   
Inoltre, l’utilizzo di Tecnologia (strumentazioni e quant’altro) è una eventuale scelta e preferenza personale (discrezionale) a servizio dell’indagine e della spiegazione che in ogni caso (o per via solamente clinico-visiva o per via clinico-visiva e strumentale) alla fine avranno o un habitus olistico (intuitivo, sintetico, euristico, deduttivo, ecc.) o un habitus riduzionistico (analitico, algoritmico, induttivo, esclusivamente razionale, ecc.). Il primo habitus (olistico), in linea con il progresso ultimo della Scienza. Il secondo habitus (riduzionistico), superato dal progresso ultimo della Scienza.   
E tutto questo con consapevolezza o inconsapevolezza di chi ha svolto il lavoro. E qui emerge l’importanza di una vera Formazione e di un vero Aggiornamento (universitario e post-universitario professionale) incentrati sui Paradigmi di Conoscenza e non su tanto altro che o non serve affatto o che serve davvero a poco. La consapevolezza paradigmatica è fondamentale. Ma quanti ce l’hanno? Quanti la insegnano? Quanto la promuovono? Quanti si fanno carico di farsene una o di chiederne una?
Inoltre, vi è il paradosso dei paradossi:
il Riduzionismo (non più valido sul piano scientifico) è anche molto costoso, molto oneroso dal punto di vista economico. Non ha sostenibilità economica. I riduzionisti analitici spesso si affidano a strumentazioni costose e le cui misurazioni costano molto ma sono del tutto prive di significato scientifico-paradigmantico relativamente alla valutazione di stabilità. Se, ad esempio, si vogliono conoscere la resistenza e la sanità del legno del fusto di un albero – per soddisfare alcune necessità di conoscenza da parte dell’Industria del Legno, ad esempio – si possono benissimo utilizzare il martello ad impulsi, il resistografo, ecc. Ma cosa c’entrano queste misurazioni in punti legnosi dell’albero relativamente alla valutazione di stabilità dell’albero essendo la stabilità dell’albero un qualcosa di sistemico (interazione radici-fusto-chioma)? Ed infatti, alberi dal legno sano si schiantano ugualmente (magari per un problema radicale o per uno sviluppo squilibrato della chioma) così come alberi dal fusto cavo resistono in piedi (magari per una riuscita compensazione fisio-energetica tra il fusto cavo e la chioma sana o tra il fusto cavo e le radici sane). Come la mettiamo con questi fatti? E con la loro spiegazione? Il Riduzionismo non li spiega, mentre l’Olismo lo fa.  
Al contrario, l’Olismo (valido sul piano scientifico) è anche poco costoso, poco oneroso dal punto di vista economico. Se si usa l’Olismo, dunque, si usa un paradigma scientificamente valido e per giunta economicamente (ed eticamente) sostenibile.
Insomma, la verità (spesso complessa e articolata) prima o poi emerge. Sempre. E sempre emergerà. Basta, ad esempio, qualcuno esperto di Paradigmi e di Metodi che, con anche il supporto di adeguata e aggiornata bibliografia scientifica, mostri e dimostri (a chi di dovere) come stanno veramente le cose. Come è successo nel caso appena citato in apertura e che per ovvie ragioni di privacy non è possibile dettagliare oltre. Basta, però, averne dato il senso (importantissimo).  
Auguri.



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