Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

lunedì 30 settembre 2019

All'origine dell'Olismo moderno


Post 307

All’origine dell’Olismo moderno 

Avviso ai Lettori: con oggi, si conclude il percorso di questo blog riguardo ai post di testo. Il motivo è presto detto: come ben sapete, nel mio piano editoriale avevo previsto la possibilità di ricevere proposte per la scrittura e la pubblicazione di libri specifici per soddisfare precise esigenze. Libri su commissione per trattare ed esemplificare aspetti particolari e settoriali dell’Olismo. Ebbene, tali proposte (più di una) si sono materializzate (e proposte sia come autore in veste di cittadino, sia come autore in veste di professionista tecnico). E le soddisferò tali proposte e molto volentieri (con i tempi che saranno necessari, ovviamente, da dividere con i tempi a loro volta necessari alla mia attività principale cioè quella di dottore agronomo libero professionista in senso proprio). Pertanto, il blog proseguirà (con tempistiche libere) con post relativi alle copertine e agli indici dei libri e dei dossier di prossima scrittura e pubblicazione (alcuni già annunciati nel blog) e con le dovute indicazioni per la loro reperibilità e il loro acquisto. Nonché con post relativi alle mie altre attività (arte, musica, viaggi territoriali, ecc.).  A presto, dunque. E come sempre, ad maiora! amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195 E-mail lucaf73x@gmail.com oppure fortunato.luca73@libero.it
 
Con questo post, vado ad arricchire il blog di quegli aspetti dell’Olismo particolarmente importanti (per le loro implicazioni metodologiche ed operative) nell’ambito del lavoro, delle professioni, dell’impresa, ecc.
L’arricchimento del blog lo farò attraverso alcuni passi di testo originari tratti dal libro fondamentale per la riscoperta e l’affermazione moderna del Paradigma che – ricordiamolo - in Occidente risale addirittura ad Aristotele ma che la Scienza moderna del Novecento ed attuale (relatività einsteiniana, fisica quantistica, teoria dei sistemi, neurobiologia vegetale, teoria della complessità, geometria frattale, ecc.) ha paradossalmente riscoperto ma soprattutto ha confermato nella sua validità.
È stato, così, definitivamente archiviato il Riduzionismo (Galileo, Newton, Cartesio, ecc.), quella lunga parentesi tra il 1500 e il 1800 (ma pur sempre una parentesi nell’intera e ben più ampia Storia) che tanto ha contribuito alla Conoscenza umana ma che come tutte le cose subisce, ha subito, lo scorrere del Tempo. Ma di questo, l’Establishment continua a far finta di non sapere, continuando ad inguaiare Natura, Ambiente e Società.
La Tecnologia al servizio dell’Olismo è un gioiello, al servizio del Riduzionismo è un pericolo che spesso si concretizza in guaio. E del diniego del Riduzionismo circa il progresso delle conoscenze solo la Giustizia può e potrà eventualmente fare qualcosa anche considerando le concrete esperienze professionali e lavorative degli olisti: medici, biologi, agronomi, geologi, fisici, avvocati, ecc. Pochi ma esistono (esistiamo), pochi ma ci sono (ci siamo), pochi ma fanno (facciamo) Olismo per davvero. Ma questo è un altro discorso. Ora andiamo avanti:
il post si concentra sul fondamentale concetto di “intero” (detto anche “tutto”) o sulle sue dirette implicazioni. Per intero o tutto si intende, come sappiamo, un sistema che a seconda del livello di complessità considerato può essere una singola entità come un albero, un animale, una persona, una azienda, una città, un lago, una legge, un testo, ecc. oppure può essere una entità collettiva come un filare alberato, una coltivazione, un bosco, uno sciame, una popolazione, un ordinamento giuridico, ecc.
Ma mentre il Riduzionismo considera l’intero uguale alla somma delle sue parti costitutive (e dunque lo considera analizzabile, conoscibile attraverso l’analisi e successiva induzione di quanto trovato per via analitica), l’Olismo lo considera maggiore della somma delle sue parti costitutive (e dunque lo considera analizzabile fino ad un certo punto – circa alcuni aspetti di base - ma solamente intuibile per la conoscenza dei suoi aspetti davvero importanti, peculiari e caratterizzanti, conoscibile dunque attraverso Intelletto ed Intuizione o direttamente per Intuizione ed in ogni caso per successiva deduzione).
Tale e particolare posizione dell’Olismo è dovuta anche al concetto aggiuntivo e fisico-energetico di campo (anch’esso lo troverete nell’arricchimento testuale del blog, che fa venire i capelli irti ai riduzionisti! ma che le Antiche Civiltà d’Oriente e d’Occidente hanno sempre intuito e che la Fisica moderna del Novecento ha dimostrato effettivamente esistere).
Quanto allo pseudo-olismo, esso cercando di rimediare al necessario ed inevitabile momento intuitivo (perché la maggior parte delle persone non è in grado di attuarlo e di esercitarlo, per questioni di attitudini psicologiche, di cultura ed educazione ricevute, di stile di vita, ecc.) cerca di sostituirlo con la “multidisciplinarità”, l’“interdisciplinarità”, il “360°”, il lavoro collettivo, ecc. non riuscendoci ovviamente e ricadendo, in pratica, nel Riduzionismo (un po’ più allargato, ma sempre di Riduzionismo trattasi).
Certo, il fatto che l’Olismo sia per pochi e non per tutti è un problema che la Società moderna effettivamente ha, e trattasi di un problema di tipo politico (non di tipo scientifico, tecnico, sindacale, ecc.). Ma esso va affrontato nel modo giusto (riforma della Scuola e dell’Università circa i contenuti, gli approcci e i metodi, per favorire un maggior numero di olisti nella Società; formazione professionale vera - e non a perdita di tempo …. – con esempi e testimonianze di declinazione dell’Olismo generale negli ambiti specifici, specialistici, settoriali, particolari, ecc.) e non cercando di aggirare o di manipolare la realtà (pseudo-olismo) o addirittura continuando a negare cosa sia successo - dai primi anni del Novecento sino ad Oggi - circa i contenuti teorici e di conseguenza circa gli approcci e i metodi (di ricerca, di lavoro, ecc.). Questo, però, è ancora un altro discorso.
Inoltre, il post tratta anche del nesso di causalità (rapporto tra causa ed effetto). Anche qui, la differenza tra Riduzionismo ed Olismo è netta e radicale. L’Olismo, infatti, riconosce l’esistenza della catena causale (dei rapporti causa/effetto in seno ai fenomeni fisici, biologici, naturali, sociali, economici, psicologici, ecc.) ma ne dà una interpretazione molto diversa rispetto al Riduzionismo. Il Riduzionismo è meccanicistico e deterministico stabilendo precisi, netti e lineari rapporti di causa/effetto (proprio e sempre in ragione del fatto che per esso l’intero è del tutto razionale cioè uguale alla somma delle sue parti e loro funzioni), l’Olismo invece è organicistico ed emergentista (come da Emergentismo, vedi) considerando rapporti di causa/effetto di tipo circolare, complesso, probabilistico e definibili non più di tanto (proprio e sempre in ragione del fatto che per esso l’intero ha natura ibrida razionale-irrazionale cioè è maggiore della somma delle sue parti e loro funzioni). La Scienza moderna, in particolare la fisica quantistica con i suoi sviluppi nel corso di tutto il Novecento, ha dato ragione all’Olismo ma nei testi olistici originari di inizio Novecento già si trova, già emerge, in forma implicita ma comunque chiara, questa verità.
Infine, ricordiamo anche questo: i gravi ed irrisolti problemi che le cronache ormai logore e noiose ci consegnano (dal degrado della fertilità dei suoli agrari al dissesto idrogeologico generalizzato, dagli effetti dei cambiamenti climatici alle sfasature di filiera e di mercato, dalle controversie giudiziarie in crescita alle nascite in calo, dal fenomeno Xylella-CoDiRO agli schianti arborei nelle Città, dalle demagogiche inconcludenze della Politica alle disuguaglianze sociali in aumento e sempre più pericolose, dalla cimice asiatica al punteruolo rosso, dal divario Nord-Sud in aumento ai flussi migratori divenuti ormai una costante della Nostro Tempo e con cui si può solo imparare a convivere, dall’Europa meramente burocratica alla necessità di un’Europa vera, ecc.) si prestano ad una lettura unitaria, hanno un filo conduttore negativo che li accomuna (pur nella loro diversità):
il Paradigma dell’Establishment rimane ancora il Riduzionismo. Occorre, dunque, un cambio di Paradigma a favore dell’Olismo. Ma la Rivoluzione avverrà comunque. E’ nell’aria ormai. È nell’ordine delle cose. Sta alla Saggezza, giocando d’anticipo ed in fretta, renderla incruenta (facendo anche tesoro degli insegnamenti della Storia).  
Bene. Ora, ognuno si focalizzi sugli interi di proprio interesse o di propria competenza e faccia buona lettura olistica (e non riduzionistica) della cosa (almeno qui, in questo mio blog, è possibile!). Lettura breve ma significativa (ogni passo di testo, infatti, è un oceano di implicazioni, conseguenze, indicazioni, necessità, ecc.).

Dal libro: “Olismo ed evoluzione”(1926) di Jan Christiaan Smuts (1870 – 1950): 

[…] Un intero è una sintesi o unità di parti, così intima che influenza le attività ed interazioni di quelle parti, dà loro un carattere speciale, le rende diverse da quello che sarebbero state in una combinazione senza tale unità o sintesi […] E’ una nuova struttura di quelle parti con le alterate attività e funzioni che fluiscono da questa struttura [….]
[….] Un intero, che è più della somma delle sue parti, ha qualcosa al suo interno, qualche essenza di struttura e di funzione, qualche specifica relazione interiore, qualche interiorità di carattere o di natura che costituisce quel più […] assume un nuovo carattere di cooperazione – il carattere di gruppi di attività collegate che sono tutte coordinate in intime relazioni e funzioni così da conservare la pianta e preservare le sue attività come intero [….]
[…] Tutte le cose debordano i loro limiti strutturali, l’Azione interna trascende le strutture esterne e abbiamo quindi una tendenza nelle cose che va oltre le cose stesse. [….]  Una cosa non si ferma ai suoi confini o alle superfici che limitano. E’Azione che inonda, passa oltre i suoi limiti, e il “campo” che la circonda è quindi essenziale non solo per correggere la valutazione come cosa ma anche per correggere la comprensione delle cose in generale e specialmente dei modi in cui si influenzano a vicenda” [….]
[…] gli interi possono essere reciprocamente esclusivi, i loro campi si sovrappongono, si penetrano e si rinforzano a vicenda creando così una situazione del tutto nuova[…]
[…] causa ed effetto sono strettamente compenetrati e si abbracciano ed influenzano a vicenda attraverso la interpenetrazione dei loro due campi. [….] L’olismo non spezza la catena causale, non calpesta le leggi della causalità. [….]
[….] l’intero è un fattore attivo di mediazione in qualunque azione avvenga fra i suoi elementi [….] E’ la natura stessa in ciascun caso particolare a mostrare questa creatività interiore e attività trasformativa [….]
[…] Il danno crea il bisogno e il bisogno stimola le parti rimanenti a eseguire le funzioni delle parti danneggiate per ripristinarle in tutto o in parte [….]
[…] L’Olismo sta alla base della tendenza alla sintesi nell’universo ed è il principio che provvede all’origine e al progresso degli interi nell’universo [….] Olismo è il termine coniato, derivante da holos (intero), per definire questo fondamentale fattore operativo nella creazione di interi nell’universo […] L’Olismo nelle sue infinite forme è il principio che lavora la materia grezza o unità di energia non organizzate del mondo, le utilizza e le organizza, le dota di struttura, carattere ed individualità specifiche e alla fine, di personalità, crea per esse  anche bellezza, verità e valore […] L’oggetto del movimento olistico è semplicemente l’Intero […]


giovedì 19 settembre 2019

Xylella e l'Establishment


Post 306 

Xylella e l’Establishment 

proseguendo dal precedente post n. 305 ed aggiornando definitivamente la situazione alle ore 18:00 del 26/09/2019 (in azzurro, vedi), alle ore 13:30 del 24/09/2019 (in verde, vedi), alle ore 14:00 del 20/09/2019 (in giallo, vedi) in funzione delle ultime notizie e di alcuni spunti di riflessione e segnalazioni di alcuni addetti ai lavori): 

“Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato” . Questa frase di Albert Einstein riassume perfettamente l’errore che l’Establishment sta continuando a fare sul piano scientifico e tecnico permanendo nel Riduzionismo senza invece attuare un cambio di paradigma a favore dell’Olismo. Ma di questo ne abbiamo parlato in abbondanza, né siamo sorpresi, e saranno comunque  i fatti dei prossimi anni (e non dei prossimi mesi … o delle prossime annate agrarie o olearie ….) a darne pienamente ragione (stiamo parlando di ulivi, di agro-ecosistema; di paesaggio; ecc. Se è vero come è vero che l’orizzonte temporale distingue, in Politica, tra statisti, politici e politicanti, forse è il caso di applicare tale saggezza anche in altri settori della Società! Ma tant’è).
Quello che invece oggi emerge di nuovo (e di negativo, purtroppo ed ancora) è un aspetto complesso (e delicato) che potremmo così riassumere:  siamo sicuri che l’ufficialità dell’Establishment sia davvero tale? Non è che l’ufficialità invocata, mostrata, imposta, ecc. è in realtà in contraddizione con la vera ufficialità (quella cristallizzata nella Costituzione italiana, nelle norme vigenti, in regolamenti, in codici vari, in compendii professionali, ecc. ecc.). Io sono un tecnico (un agronomo), non sono una persona di Legge (avvocato, giurista, ecc.). Ma amici di Legge mi hanno confermato che gli interrogativi che mi sono posto (così, per puro buon senso, da cittadino) meritano di essere approfonditi perché “è molto probabile che essi colgano un qualcosa che se davvero esistesse meriterebbe d’essere giudicato” (così una persona di Legge).
Si invoca la Scienza, ad esempio. Ma dov’è, dove è scritta, una definizione ufficiale ed univoca di Scienza? Per giunta, si confondono gli studi di alcuni autori con la Scienza. Si confondono le Istituzioni con la Scienza.  E poi: anche scienziati e ricercatori "ufficiali", ecc. che improvvisamente diventano antiscientifici o incompetenti! 
E poi: usare pesticidi (o agrofarmaci che dir si voglia ...) su vasta scala (territoriale ed ecosistemica) suona "scientifico" o "antiscientifico"?  
Si invoca la ricerca, altro esempio. Ma se invocare la ricerca vuol dire bisogno di avere risposte (che non ci sono), su che basi allora si decide (senza quelle risposte)? Per giunta, si prendono risultati non-definitivi di sperimentazioni ancora in corso e li si decanta e li si osanna! Per non parlare del carattere non significativo da un punto di vista statistico di queste sperimentazioni: effettuate solo in un luogo del Salento o in troppo pochi luoghi del Salento, le si generalizza per l'intero Salento, l'intero Sud Italia e l'intero Maditerraneo (senza specificità pedologiche, micro-climatiche, ecc.).   
E poi: le teorie sono teorie. Di esse si può solo fare una cosa: sperimentarle o non sperimentarle. Ma solo in base alle sperimentazioni si possono giudicare. Chi giudica (in positivo o in negativo) una teoria senza che essa sia stata sperimentata (e a dovere) o è un ignorante o è un imbroglione (da far giudicare). 
E poi ed ancora: chi rappresenta chi? E i diritti delle minoranze o di chi ha posizioni diverse ma ugualmente legittime? E le defezioni? Altro che essere in prima linea ....
Ed i principi di autorità (sicuramente legittimi nell’Esercito) e di maggioranza (sicuramente legittimi in Democrazia, in Parlamento, ecc.) sono legittimi anche nel caso e nel contesto di cui trattasi?  

Ed ancora: la stampa "ufficiale" da sempre racconta solo una parte della vicenda (quella nel Riduzionismo) e non l'intera vicenda (omettendo l'Olismo che invece esiste e dice la sua). Si strumentalizzano foto che possono avere spiegazioni diverse (una cosa è ciò che si osserva altra cosa è la sua spiegazione).
Insomma, ne vedremo delle belle! (contro le balle … e che non sono quelle di fieno). 
Darò il mio contributo (da cittadino e da autore) ad un dossier che uscirà nei prossimi mesi su questi aspetti. Questo, è un invito che ho accettato. E molto volentieri. Noi forniremo il materiale (per diritto di cronaca e per diritto di critica). La Giustizia, poi ed eventualmente, farà il resto.  
Ad maiora!  
Luca Fortunato (Matera)
WhatsApp 389.4238195


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venerdì 13 settembre 2019

Io nel "caos Xylella" ? No, grazie.


Post 305 

Io nel “caos Xylella” ? No, grazie. 

A beneficio dei lettori del blog (contro “voci” che mi vedrebbero verso un coinvolgimento da teorico – libera osservazione nei campi e libera elaborazione sulla mia scrivania – a sperimentalista – nei campi), pubblico – in edizione straordinaria, vista l’importanza della cosa - la risposta che ieri ho dato a chi autorevole mi ha gentilmente contattato ma che per ragioni di privacy non indicherò. Importante (in questo blog) è il contenuto della mia risposta. Quanto a noi, a presto (in Ottobre, come sapete). Luca Fortunato (Matera). WhatsApp 389.4238195
  
Gentile XXXXXXXXX ,
La ringrazio per avermi scritto ed invitato ma non ho proprio alcuna voglia (né alcun bisogno) di venirmi a buttare nel “caos Xylella” visto che sul fenomeno del disseccamento degli ulivi permane un clima avvelenato, troppo avvelenato, già di per sé sufficiente a declinare il Suo invito da parte di chi, come me, non ha alcun obbligo ad accettare e che per giunta ha in altri settori delle Scienze Agrarie le sue buone e prevalenti occupazioni professionali e lavorative.   
Clima troppo avvelenato che comunque non consente, non consentirebbe, la piena comprensione della mia teoria e dunque la piena attuazione del relativo protocollo sperimentale visto che essi sono olistici. L’Olismo è già difficile da masticare in uno scenario di “pace” figuriamoci in uno scenario di “guerra”.
Richiede, richiederebbe, tanto una predisposizione culturale e psicologica (per il necessario cambio di paradigma, dal Riduzionismo) quanto un clima di serenità e di onestà intellettuale (affinché se ne comprendano appieno i particolari metodologici, scientifici, matematici, tecnici, operativi, gestionali). Tutte precondizioni che francamente non vedo. 
Dovessero esserci un giorno (queste necessarie precondizioni), dovessi constatare parole e scritti di tono diverso e di contenuto diverso (da parte dell’Establishment accademico, professionale, agricolo, mediatico, ecc.) allora e solo allora potrò valutare proposte. Sempre che, nel frattempo, qualche ulivo, nel Mediterraneo, dovesse ancora esserci!
Perché è ovvio che non avendo sperimentato ed attuato rimedi olistici (come quelli da me indicati ed incentrati non sul batterio - che pur esiste ed agisce in qualche caso - ma su tutta una serie di ben altri e più importanti fattori: D = [(h)Sf + P tr ]Sm ) ma avendo continuato con rimedi riduzionistici (incentrati sul batterio quali abbattimenti, lotta al vettore, reimpianti, ecc.) le cose siano peggiorate (i cimiteri d’ulivi aumentati, le zone territoriali coinvolte aumentate, ecc.) o siano solo apparentemente e momentaneamente migliorate (innesti di Leccino, di Favolosa, ecc.) e che dunque se nel Riduzionismo si continuerà “a fare”, il destino del Mediterraneo olivicolo è segnato (in negativo, ovviamente).
Dovessero, invece, continuare a non esserci queste precondizioni, preferirò domani (come già preferisco oggi) che il mio lavoro teorico sul fenomeno Xylella-CoDiRO vada nel Futuro, ai posteri, così com’è (puro, intero, con numerosi e significativi indizi di validità, stimato da pochi ma di un certo livello) piuttosto che vederlo utilizzato ed applicato male in un contesto del tutto inadeguato.
Del resto, il rispetto del diritto d’autore mi spetta e mi spetterebbe in ogni caso se qualcuno decidesse comunque di utilizzare il lavoro. È un diritto di chiunque poter  fruire liberamente delle mie idee (quelle che sono state pubblicate) fatto salvo, appunto, il rispetto del diritto d’autore. Quanto alle mie idee non pubblicate (protocollo per la sperimentazione della mia teoria e dei rimedi) ho stabilito e chiaramente comunicato (nel mio 2° Libro) chi può accedervi e come.       
Ad ogni modo, mi fa piacere che Lei lo abbia letto il mio lavoro e che abbia constatato, tra i tanti aspetti di esso, come si tratti di qualcosa di assolutamente alternativo ma che non sia assolutamente “negazionista” (il batterio c’è ma con un ruolo diverso nell’insorgenza del disseccamento; intere aree “desertiche” con ulivi totalmente rinsecchiti  ci sono – ovviamente … -  ma se ne dà una spiegazione diversa; ecc.) né sia “complottista” (i complotti interessano solo le menti degli allucinati e dei paranoici). Forse per questo esso fa paura ai riduzionisti che fanno finta di non conoscerne l’esistenza. Su questo siamo d’accordo, io e Lei. Poco male, però, Le faccio notare, visto che esso (il mio lavoro) è pubblicato, depositato nelle sedi dovute e pure ufficialmente divulgato. Sarà facilissimo dimostrare, un domani, che chi doveva sapere sapeva e che se qualcosa avrebbe dovuto fare (promuoverne la sperimentazione) non l’ha fatto.
Ma tutto ciò di buono da parte Sua è comunque poco, troppo poco, ancora troppo poco, mi creda, per un mio coinvolgimento.
La sperimentazione di una teoria olistica e, in caso di positività della sperimentazione, la sua successiva applicazione tecnico-pratica sono cose davvero difficili e che appunto richiedono, richiederebbero, un contesto idoneo (che ancora non c’è). Mi creda. Che poi l’Olismo (in questo caso, il mio Olismo) sembrerebbe essere l’unica speranza, beh mi lasci distinguere tra unica speranza e ultima speranza. Una cosa è l’unicità dell’alternativa paradigmatica (in questo caso, dal mio lavoro rappresentata, già rappresentata, già e da sempre esistente) altra cosa sarebbe l’ultima speranza … che saprebbe di ripiego! Lei certamente conviene con me che trattasi di scenari completamente diversi. No? Così come sono certo che Lei convenga con me che il primo scenario sia accettabile, il secondo del tutto inaccettabile!  
Nulla di personale nei Suoi confronti, dunque, così come nei confronti dei Suoi “colleghi” cioè di tutti coloro che dal Riduzionismo hanno iniziato a liberarsi. Solo ed ancora delle incompatibili oggettività (che ancora ci collocano in Mondi diversi).
Ad un nostro e futuro aggiornamento, dunque. Eventualmente.
Cordialissimi saluti
dott. Luca Fortunato
Matera, 12/09/2019  

domenica 1 settembre 2019

Ancora lo "sviluppo sostenibile"?


Post 304

Ancora lo “sviluppo sostenibile”?

Sentire parlare ancora di “sviluppo sostenibile” dopo le fondate critiche di tipo scientifico (e addirittura di tipo logico) che gli sono state mosse da autorevoli scienziati e studiosi (e di cui questo blog - così come il vecchio blog - ha dato ampiamente conto) è francamente incredibile! E’ un po’ come per il fenomeno Xylella-CoDiRO: tra i dati (ufficiali) e l’interpretazione riduzionistica del fenomeno (il disseccamento è causato dal batterio Xylella fastidiosa trasportato dall’insetto vettore “sputacchina") non vi è accordo, ma da parte dell’Establishment si continua a tirare dritto. Invece di orientarsi verso spiegazioni olistiche del fenomeno (il disseccamento emerge da tutta una serie di fattori negativi per le piante d’ulivo tra cui anche ed eventualmente il batterio Xylella fastidiosa trasportato dall’insetto vettore “sputacchina") come fa la mia teoria, l’Establishment continua su interpretazioni meccanicistiche e lineari del fenomeno (forse più convenienti anche se non supportate dai dati?). Ad ogni modo, vorrei qui, con questo post, solo precisare qualche aspetto paradigmatico sulla questione “sviluppo sostenibile” (che merita di essere approfondito). Sperando che quanto prima ci si inizi a rivolgere ad altri concetti (e pratiche conseguenti) per “salvare il Mondo”. Quanto a noi, a presto (in Ottobre). Au revoir! Luca Fortunato (Matera) 389.4238195 

Con lo sviluppo sostenibile si è nel Riduzionismo. Si rimane nel Riduzionismo. Con esso non avviene nessun cambio di paradigma. Certo, si ottiene un miglioramento del Riduzionismo. Questo sì. Ma sempre di Riduzionismo trattasi. Chi crede di fare dell’Olismo con lo sviluppo sostenibile si sbaglia di grosso (alla luce di vocabolari, enciclopedie, testi, studi, uso storico e attuale dell’aggettivo olistico e del sostantivo olismo, ecc. Basta verificare). E chi addirittura definisce “olistico” in modo esplicito e diretto lo sviluppo sostenibile, o è un grande ignorante o è un grande mistificatore (e sempre alla luce di vocabolari, enciclopedie, testi, studi, uso storico e attuale dell’aggettivo olistico e del sostantivo olismo, ecc. Verificare, prego).
Lo sviluppo sostenibile può certamente essere definito integrato ma non olistico. Integrato e olistico sono aggettivi diversi che si riferiscono a sostantivi diversi (integrazione e olismo) e che quindi indicano concetti diversi, come più volte precisato e dimostrato in questo blog, ma anche altrove. In particolare, mentre olistico indica sempre qualcosa di integrato, non è detto che integrato indichi   automaticamente qualcosa di olistico. Occorre vedere, verificare (alla luce delle specifiche paradigmatiche, storicamente affermatesi ed attualmente rilanciate):
l’intero (cioè il tutto oggetto di studio, indagine, attenzione, ecc.) è maggiore della somma e delle relazioni delle parti costitutive? Vi sono le proprietà emergenti? E quelle non-lineari? C’è il quid emergente in più (semplice o composto)? Viene utilizzato l’approccio sintetico-intuitivo per coglierlo? E il metodo deduttivo per dedurre da esso? E l’euristica? ecc.
E quindi nel caso dello “sviluppo sostenibile” siamo sicuri d’esser di fronte ad un qualcosa che è solo integrato (ma non anche olistico): con esso, infatti, al fine di applicare un principio pur nobile, giusto e condivisibile (soddisfare le esigenze della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie) vengono seguiti un approccio ed un metodo di tipo riduzionistico con somme lineari e progressive di componenti analitici della Società (componente economica + componente sociale + componente ambientale + ecc. e loro “intersezioni”, ecc. ecc.). Cioè Riduzionismo. L’intero è uguale alla somma e alle relazioni delle parti. Vi sono solo rapporti lineari, logici e proporzionali (senza proprietà emergenti e non-lineari, senza quid). Viene utilizzato l’approccio analitico-razionale e l’induzione per “costruire” l’intero (che in realtà è uno pseudo-intero, è un intero illusorio mancando le proprietà emergenti e non-lineari, ed il quid). Da questo “intero” non si deduce niente ma sempre in modo analitico ed in funzione di esso si “costruiscono” protocolli, normative, ecc. E per l’applicazione nessuna euristica strategica ma solo mera algoritmica. Dov’è l’Olismo? Infatti, non c’è! Come volevasi Dimostrare! Solo Riduzionismo.
Spesso vengono confusi (o li si vuol confondere apposta) i movimenti all’interno di un Paradigma con i cambi paradigmatici (cose ben diverse).
Rispetto allo sviluppo economico neoclassico (vale a dire l’attuale, in Occidente dalla Rivoluzione Industriale sino ad Oggi, di tipo capitalistico-consumistico), con lo sviluppo sostenibile e i suoi derivati (come ad esempio, l’intensificazione sostenibile) ci si muove sempre all’interno del Riduzionismo verso direzioni più ecologiche, più sociali, più etiche. Il paradigma non viene cambiato, anzi non viene nemmeno messo in discussione! Si cerca solo di riformarlo. Specificatamente, di renderlo un po’ più ecologico, un po’ più sociale, un po’ più etico. Più presentabile, più accettabile. Più morbido, insomma. Ma niente di più. Si fa solo del greenwashing, insomma. Restano intatti, infatti, sia i cardini economico-sociali (capitalismo, consumismo, finanza, mercato, crescita, segmentazione del lavoro, iper-tecnologia, ecc.), sia quelli teorici (il tutto è uguale, riducibile, alla somma delle parti costitutive e loro relazioni), sia quelli metodologici (analisi, induzione, ecc.). Nessun cambio di paradigma, quindi.
Invece, sempre rispetto allo sviluppo economico neoclassico, con la Decrescita o con l’Ipotesi Gaia o con l’Economia circolare o con la Bioeconomia, ecc. (tutti argomenti che il lettore potrà trovare nel blog) si attua o si attuerebbe un cambio di paradigma (un vero cambio di paradigma) entrando nell’Olismo (lasciando il Riduzionismo). Con cardini economico-sociali, teorici e metodologici diversi, completamente diversi. 
Ma un recente “fenomeno” che merita attenzione (maldestro o furbo, è da vedere) è quello (da parte di alcuni) di aprirsi, in prima battuta, al dibattito paradigmatico (quindi al confronto tra Riduzionismo e Olismo, attualmente gli unici paradigmi presenti nel Mondo) per poi però presentare tale dibattito già risolto o meglio già indicato come risolto a favore, guarda un po’, dello “sviluppo sostenibile” (e cioè del Riduzionismo)!
Una falsa intenzione di dibattito, dunque. Una falsa intenzione di confronto. Una falsa apertura. In buona-fede o in mala-fede, questo ci è dato da capire nel prossimo futuro, seguendo gli eventuali sviluppi di tale “fenomeno”, per regolarci (con costoro): collaborare o denunciare. Ma già oggi possiamo affermare che aprire al dibattito-confronto tra paradigmi (al plurale) e contemporaneamente già indicarne uno (al singolare) e per giunta come imprescindibile, trattasi di una contraddizione in termini. (… che non è certamente il massimo per il Presente e per il Futuro nostro ma soprattutto dei nostri figli).  
Il blog seguirà ed approfondirà le direttrici di tale e nuovo fenomeno fornendo una lettura o meglio una contro-lettura di certe questioni. Ve ne è davvero bisogno (come sottolineatomi da alcuni lettori) e il blog lo farà volentieri.