Post 304
Ancora lo “sviluppo sostenibile”?
Sentire parlare ancora
di “sviluppo sostenibile” dopo le fondate critiche di tipo scientifico (e addirittura
di tipo logico) che gli sono state mosse da autorevoli scienziati e studiosi (e
di cui questo blog - così come il vecchio blog - ha dato ampiamente conto) è
francamente incredibile! E’ un po’ come per il fenomeno Xylella-CoDiRO: tra i
dati (ufficiali) e l’interpretazione riduzionistica del fenomeno (il disseccamento
è causato dal batterio Xylella fastidiosa trasportato dall’insetto vettore “sputacchina")
non vi è accordo, ma da parte dell’Establishment si continua a tirare dritto.
Invece di orientarsi verso spiegazioni olistiche del fenomeno (il disseccamento
emerge da tutta una serie di fattori negativi per le piante d’ulivo tra cui
anche ed eventualmente il batterio Xylella fastidiosa trasportato dall’insetto
vettore “sputacchina") come fa la mia teoria, l’Establishment continua su
interpretazioni meccanicistiche e lineari del fenomeno (forse più convenienti anche
se non supportate dai dati?). Ad ogni modo, vorrei qui, con questo post, solo
precisare qualche aspetto paradigmatico sulla questione “sviluppo sostenibile” (che
merita di essere approfondito). Sperando che quanto prima ci si inizi a
rivolgere ad altri concetti (e pratiche conseguenti) per “salvare il Mondo”. Quanto
a noi, a presto (in Ottobre). Au revoir! Luca Fortunato (Matera) 389.4238195
Con lo sviluppo sostenibile si è nel Riduzionismo. Si rimane
nel Riduzionismo. Con esso non avviene nessun cambio di paradigma. Certo, si
ottiene un miglioramento del Riduzionismo. Questo sì. Ma sempre di Riduzionismo
trattasi. Chi crede di fare dell’Olismo con lo sviluppo sostenibile si sbaglia
di grosso (alla luce di vocabolari, enciclopedie, testi, studi, uso storico e
attuale dell’aggettivo olistico e del
sostantivo olismo, ecc. Basta
verificare). E chi addirittura definisce “olistico” in modo esplicito e diretto
lo sviluppo sostenibile, o è un grande ignorante o è un grande mistificatore (e
sempre alla luce di vocabolari, enciclopedie, testi, studi, uso storico e
attuale dell’aggettivo olistico e del
sostantivo olismo, ecc. Verificare,
prego).
Lo sviluppo sostenibile può certamente essere definito integrato ma non olistico. Integrato e olistico sono aggettivi diversi che si
riferiscono a sostantivi diversi (integrazione
e olismo) e che quindi indicano
concetti diversi, come più volte precisato e dimostrato in questo blog, ma
anche altrove. In particolare, mentre olistico
indica sempre qualcosa di integrato,
non è detto che integrato indichi automaticamente qualcosa di olistico. Occorre vedere, verificare
(alla luce delle specifiche paradigmatiche, storicamente affermatesi ed
attualmente rilanciate):
l’intero (cioè il tutto oggetto di studio, indagine,
attenzione, ecc.) è maggiore della
somma e delle relazioni delle parti costitutive? Vi sono le proprietà emergenti? E quelle non-lineari? C’è il quid
emergente in più (semplice o composto)? Viene utilizzato l’approccio sintetico-intuitivo per coglierlo? E il metodo deduttivo per dedurre da esso? E
l’euristica? ecc.
E quindi nel caso dello “sviluppo sostenibile” siamo sicuri
d’esser di fronte ad un qualcosa che è solo integrato
(ma non anche olistico): con esso, infatti, al fine di applicare
un principio pur nobile, giusto e condivisibile (soddisfare
le esigenze della generazione presente senza compromettere la capacità delle
generazioni future di soddisfare le proprie) vengono seguiti un approccio ed un metodo di tipo riduzionistico
con somme lineari e progressive di componenti analitici della Società
(componente economica + componente sociale + componente ambientale + ecc. e
loro “intersezioni”, ecc. ecc.). Cioè Riduzionismo. L’intero è uguale alla
somma e alle relazioni delle parti. Vi sono solo rapporti lineari, logici e
proporzionali (senza proprietà emergenti e
non-lineari, senza quid). Viene utilizzato l’approccio analitico-razionale e l’induzione per “costruire” l’intero
(che in realtà è uno pseudo-intero, è un intero illusorio mancando le proprietà
emergenti e non-lineari, ed il quid).
Da questo “intero” non si deduce niente ma sempre in modo analitico ed in
funzione di esso si “costruiscono” protocolli, normative, ecc. E per
l’applicazione nessuna euristica strategica ma solo mera algoritmica. Dov’è
l’Olismo? Infatti, non c’è! Come volevasi Dimostrare! Solo Riduzionismo.
Spesso vengono confusi (o li si vuol confondere apposta) i
movimenti all’interno di un Paradigma con i cambi paradigmatici (cose ben
diverse).
Rispetto allo sviluppo economico neoclassico (vale a dire
l’attuale, in Occidente dalla Rivoluzione Industriale sino ad Oggi, di tipo
capitalistico-consumistico), con lo sviluppo sostenibile e i suoi derivati
(come ad esempio, l’intensificazione sostenibile) ci si muove sempre
all’interno del Riduzionismo verso direzioni più ecologiche, più sociali, più
etiche. Il paradigma non viene cambiato, anzi non viene nemmeno messo in
discussione! Si cerca solo di riformarlo. Specificatamente, di renderlo un po’
più ecologico, un po’ più sociale, un po’ più etico. Più presentabile, più accettabile.
Più morbido, insomma. Ma niente di più. Si fa solo del greenwashing, insomma. Restano intatti, infatti, sia i cardini
economico-sociali (capitalismo, consumismo, finanza, mercato, crescita, segmentazione
del lavoro, iper-tecnologia, ecc.), sia quelli teorici (il tutto è uguale,
riducibile, alla somma delle parti costitutive e loro relazioni), sia quelli
metodologici (analisi, induzione, ecc.). Nessun cambio di paradigma, quindi.
Invece, sempre rispetto allo sviluppo economico neoclassico,
con la Decrescita o con l’Ipotesi Gaia o con l’Economia circolare o con la
Bioeconomia, ecc. (tutti argomenti che il lettore potrà trovare nel blog) si
attua o si attuerebbe un cambio di paradigma (un vero cambio di paradigma)
entrando nell’Olismo (lasciando il Riduzionismo). Con cardini
economico-sociali, teorici e metodologici diversi, completamente diversi.
Ma un recente “fenomeno” che merita attenzione (maldestro o
furbo, è da vedere) è quello (da parte di alcuni) di aprirsi, in prima battuta,
al dibattito paradigmatico (quindi al confronto tra Riduzionismo e Olismo,
attualmente gli unici paradigmi presenti nel Mondo) per poi però presentare
tale dibattito già risolto o meglio già indicato come risolto a favore, guarda
un po’, dello “sviluppo sostenibile” (e cioè del Riduzionismo)!
Una falsa intenzione di dibattito, dunque. Una falsa
intenzione di confronto. Una falsa apertura. In buona-fede o in mala-fede,
questo ci è dato da capire nel prossimo futuro, seguendo gli eventuali sviluppi
di tale “fenomeno”, per regolarci (con costoro): collaborare o denunciare. Ma già
oggi possiamo affermare che aprire al dibattito-confronto tra paradigmi (al
plurale) e contemporaneamente già indicarne uno (al singolare) e per giunta come
imprescindibile, trattasi di una contraddizione
in termini. (… che non è certamente il massimo per il Presente e per il Futuro
nostro ma soprattutto dei nostri figli).
Il blog seguirà ed approfondirà le direttrici di tale e nuovo
fenomeno fornendo una lettura o meglio una contro-lettura di certe questioni.
Ve ne è davvero bisogno (come sottolineatomi da alcuni lettori) e il blog lo
farà volentieri.
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