Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 1 settembre 2019

Ancora lo "sviluppo sostenibile"?


Post 304

Ancora lo “sviluppo sostenibile”?

Sentire parlare ancora di “sviluppo sostenibile” dopo le fondate critiche di tipo scientifico (e addirittura di tipo logico) che gli sono state mosse da autorevoli scienziati e studiosi (e di cui questo blog - così come il vecchio blog - ha dato ampiamente conto) è francamente incredibile! E’ un po’ come per il fenomeno Xylella-CoDiRO: tra i dati (ufficiali) e l’interpretazione riduzionistica del fenomeno (il disseccamento è causato dal batterio Xylella fastidiosa trasportato dall’insetto vettore “sputacchina") non vi è accordo, ma da parte dell’Establishment si continua a tirare dritto. Invece di orientarsi verso spiegazioni olistiche del fenomeno (il disseccamento emerge da tutta una serie di fattori negativi per le piante d’ulivo tra cui anche ed eventualmente il batterio Xylella fastidiosa trasportato dall’insetto vettore “sputacchina") come fa la mia teoria, l’Establishment continua su interpretazioni meccanicistiche e lineari del fenomeno (forse più convenienti anche se non supportate dai dati?). Ad ogni modo, vorrei qui, con questo post, solo precisare qualche aspetto paradigmatico sulla questione “sviluppo sostenibile” (che merita di essere approfondito). Sperando che quanto prima ci si inizi a rivolgere ad altri concetti (e pratiche conseguenti) per “salvare il Mondo”. Quanto a noi, a presto (in Ottobre). Au revoir! Luca Fortunato (Matera) 389.4238195 

Con lo sviluppo sostenibile si è nel Riduzionismo. Si rimane nel Riduzionismo. Con esso non avviene nessun cambio di paradigma. Certo, si ottiene un miglioramento del Riduzionismo. Questo sì. Ma sempre di Riduzionismo trattasi. Chi crede di fare dell’Olismo con lo sviluppo sostenibile si sbaglia di grosso (alla luce di vocabolari, enciclopedie, testi, studi, uso storico e attuale dell’aggettivo olistico e del sostantivo olismo, ecc. Basta verificare). E chi addirittura definisce “olistico” in modo esplicito e diretto lo sviluppo sostenibile, o è un grande ignorante o è un grande mistificatore (e sempre alla luce di vocabolari, enciclopedie, testi, studi, uso storico e attuale dell’aggettivo olistico e del sostantivo olismo, ecc. Verificare, prego).
Lo sviluppo sostenibile può certamente essere definito integrato ma non olistico. Integrato e olistico sono aggettivi diversi che si riferiscono a sostantivi diversi (integrazione e olismo) e che quindi indicano concetti diversi, come più volte precisato e dimostrato in questo blog, ma anche altrove. In particolare, mentre olistico indica sempre qualcosa di integrato, non è detto che integrato indichi   automaticamente qualcosa di olistico. Occorre vedere, verificare (alla luce delle specifiche paradigmatiche, storicamente affermatesi ed attualmente rilanciate):
l’intero (cioè il tutto oggetto di studio, indagine, attenzione, ecc.) è maggiore della somma e delle relazioni delle parti costitutive? Vi sono le proprietà emergenti? E quelle non-lineari? C’è il quid emergente in più (semplice o composto)? Viene utilizzato l’approccio sintetico-intuitivo per coglierlo? E il metodo deduttivo per dedurre da esso? E l’euristica? ecc.
E quindi nel caso dello “sviluppo sostenibile” siamo sicuri d’esser di fronte ad un qualcosa che è solo integrato (ma non anche olistico): con esso, infatti, al fine di applicare un principio pur nobile, giusto e condivisibile (soddisfare le esigenze della generazione presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie) vengono seguiti un approccio ed un metodo di tipo riduzionistico con somme lineari e progressive di componenti analitici della Società (componente economica + componente sociale + componente ambientale + ecc. e loro “intersezioni”, ecc. ecc.). Cioè Riduzionismo. L’intero è uguale alla somma e alle relazioni delle parti. Vi sono solo rapporti lineari, logici e proporzionali (senza proprietà emergenti e non-lineari, senza quid). Viene utilizzato l’approccio analitico-razionale e l’induzione per “costruire” l’intero (che in realtà è uno pseudo-intero, è un intero illusorio mancando le proprietà emergenti e non-lineari, ed il quid). Da questo “intero” non si deduce niente ma sempre in modo analitico ed in funzione di esso si “costruiscono” protocolli, normative, ecc. E per l’applicazione nessuna euristica strategica ma solo mera algoritmica. Dov’è l’Olismo? Infatti, non c’è! Come volevasi Dimostrare! Solo Riduzionismo.
Spesso vengono confusi (o li si vuol confondere apposta) i movimenti all’interno di un Paradigma con i cambi paradigmatici (cose ben diverse).
Rispetto allo sviluppo economico neoclassico (vale a dire l’attuale, in Occidente dalla Rivoluzione Industriale sino ad Oggi, di tipo capitalistico-consumistico), con lo sviluppo sostenibile e i suoi derivati (come ad esempio, l’intensificazione sostenibile) ci si muove sempre all’interno del Riduzionismo verso direzioni più ecologiche, più sociali, più etiche. Il paradigma non viene cambiato, anzi non viene nemmeno messo in discussione! Si cerca solo di riformarlo. Specificatamente, di renderlo un po’ più ecologico, un po’ più sociale, un po’ più etico. Più presentabile, più accettabile. Più morbido, insomma. Ma niente di più. Si fa solo del greenwashing, insomma. Restano intatti, infatti, sia i cardini economico-sociali (capitalismo, consumismo, finanza, mercato, crescita, segmentazione del lavoro, iper-tecnologia, ecc.), sia quelli teorici (il tutto è uguale, riducibile, alla somma delle parti costitutive e loro relazioni), sia quelli metodologici (analisi, induzione, ecc.). Nessun cambio di paradigma, quindi.
Invece, sempre rispetto allo sviluppo economico neoclassico, con la Decrescita o con l’Ipotesi Gaia o con l’Economia circolare o con la Bioeconomia, ecc. (tutti argomenti che il lettore potrà trovare nel blog) si attua o si attuerebbe un cambio di paradigma (un vero cambio di paradigma) entrando nell’Olismo (lasciando il Riduzionismo). Con cardini economico-sociali, teorici e metodologici diversi, completamente diversi. 
Ma un recente “fenomeno” che merita attenzione (maldestro o furbo, è da vedere) è quello (da parte di alcuni) di aprirsi, in prima battuta, al dibattito paradigmatico (quindi al confronto tra Riduzionismo e Olismo, attualmente gli unici paradigmi presenti nel Mondo) per poi però presentare tale dibattito già risolto o meglio già indicato come risolto a favore, guarda un po’, dello “sviluppo sostenibile” (e cioè del Riduzionismo)!
Una falsa intenzione di dibattito, dunque. Una falsa intenzione di confronto. Una falsa apertura. In buona-fede o in mala-fede, questo ci è dato da capire nel prossimo futuro, seguendo gli eventuali sviluppi di tale “fenomeno”, per regolarci (con costoro): collaborare o denunciare. Ma già oggi possiamo affermare che aprire al dibattito-confronto tra paradigmi (al plurale) e contemporaneamente già indicarne uno (al singolare) e per giunta come imprescindibile, trattasi di una contraddizione in termini. (… che non è certamente il massimo per il Presente e per il Futuro nostro ma soprattutto dei nostri figli).  
Il blog seguirà ed approfondirà le direttrici di tale e nuovo fenomeno fornendo una lettura o meglio una contro-lettura di certe questioni. Ve ne è davvero bisogno (come sottolineatomi da alcuni lettori) e il blog lo farà volentieri.   




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