Post 312
Arte
Pittorica e Olismo
Sull’onda del successo del precedente
post n. 311 su Musica e Olismo (vedi), giro qui sul blog quanto ho indicato ad altri
amici che mi chiedevano esempi di arte pittorica olistica
da osservare oltre che per puro piacere anche
per dare alla mente un’occasione per favorire l’intuizione olistica (vedi
su questo punto sempre il precedente post n. 311 – parte iniziale).
Una selezione, però, anche qui,
all’interno dell’Universo dell’Arte pittorica mi occorre. A parte la pittura
figurativa (che tranne qualche rarissima eccezione – singola opera - non mi ha mai detto e trasmesso nulla di
significativo), darò il mio parere circa l’arte pittorica astratta facendo però
un necessario paragone proprio con la pittura figurativa (del resto, l’arte
pittorica astratta nasce, storicamente, nei primi anni del Novecento, come
esigenza di rottura e di discontinuità rispetto alla secolare tradizione
figurativa).
(nota biografica: ho iniziato a studiare
e ad esercitare sistematicamente l’arte pittorica astratta dal 1996: dipingo su
tela con colori acrilici ed ho all’attivo la partecipazione a diverse mostre
collettive in Italia - Lecce, Roma, Bologna, Cortona (Arezzo), Milano - nonché
una partecipazione con foto delle mie opere in una mostra collettiva in
Argentina a Buenos Aires)
L’arte astratta, nello specifico la
pittura astratta, è complessa ma il discorso sulla sua natura paradigmatica è
paradossalmente molto semplice (il post, infatti, sarà breve. Strano ma è così):
ovviamente, l’avrete già intuito, la pittura astratta è olistica. Il motivo
cercherò di spiegarlo qui di seguito:
se osserviamo un dipinto figurativo (un
ritratto oppure un paesaggio oppure una natura morta, ecc.) il suo significato
(che è soggettivo per ognuno di noi, positivo o negativo che sia) è dato da un
mix di categorie comprensibili e riconducibili alla normale esperienza
quotidiana. La pittura figurativa usa il “linguaggio” comune. La genialità dei
pittori figurativi consiste nelle tecniche, nelle proporzioni, nelle
prospettive, negli equilibri visivi, ecc. Ma il “linguaggio” è quello comune;
se, al contrario, osserviamo un dipinto
astratto (astrattismo lirico come
quello di Kandinsky, neoplasticismo
come quello di Mondrian, suprematismo come
quello di Malevic, espressionismo astratto
- o “action painting” - come quello di Pollock, ecc. ) il suo significato (che
è sempre soggettivo per ognuno di noi, positivo o negativo che sia) è dato da
un emergente quid che se noi
volessimo provare a tradurre, a spiegare, con le sole categorie riconducibili
alla normale esperienza quotidiana mai ci riusciremmo. La genialità dei pittori
astratti (o astrattisti, che dir si voglia) consiste certamente nelle tecniche,
nelle proporzioni, nelle prospettive, negli equilibri visivi, ecc. ma non solo.
Vi è anche la traduzione sulla tela di una intuizione diversa, più profonda,
quasi misteriosa.
La pittura astratta, dunque, è olistica
perché essa va oltre la somma, qualunque somma, di concetti e vocaboli che mai
si possa trovare per spiegarla. E proprio perché astratta (nelle forme e nei colori) ma reale (fisicità, tangibilità, presenza e concretezza dell’opera
d’arte) essa ha qualcosa in più e non
in meno - paradossalmente - della pittura figurativa. Ed è anche questo in più a renderla olistica.
Mentre nella pittura figurativa vi è una
interpretazione creativa da parte dell’artista che interpreta la realtà visiva,
comunque la realtà visiva (persone, animali, piante, cielo, paesaggio, oggetti
vari, ecc.) nella pittura astratta vi è una creazione totale ed una creatività
totale da parte dell’artista (da non confondere con l’arbìtrio totale che
quando presente fa si che la tela dipinta in astratto non sia un’opera d’arte
ma un’accozzaglia di forme e colori).
Provate ad osservare le seguenti opere
d’arte astratta, che indico a titolo puramente esemplificativo ma molto significativo
essendo stati i loro autori i capiscuola all’interno dell’Astrattismo del
Novecento, e ve ne renderete conto (dotati della giusta predisposizione e
sensibilità, ovviamente). Anche osservarle su internet va bene (ma non è la
stessa cosa che osservarle dal vivo presso un museo o una galleria, ovviamente):
A)-“Accento in rosa” – olio su tela –
100,5 x 80,5 cm - (1926) di Vassilij Kandinsky;
B)- “Fuoco nella sera” – olio su cartone –
33,8 x 33,4 cm – (1929) di Paul Klee;
C)-“Composizione suprematista” – olio su
tela – 88,5 x 71 cm – (1916) di Kazimir Malevich;
D)-“Grande composizione A” – olio su tela
– 91 x 91 cm – (1919-20) di Piet
Mondrian;
E)-“One: Number 31” – olio e altre
tecniche - 2,7 x 5,31 m – (1950) di Jackson Pollock.
L’Olismo si esprime anche attraverso meraviglie del genere!
Ciao a Tutti. E a presto con il prosieguo del blog.
Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195
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