Post 210
L’Olismo “spirituale” (un buon compagno di
viaggio)
Con questo post si chiude il fuoriprogramma. È stato a puntate, perché
il mio tempo libero è a puntate! Mi auguro di essere riuscito a soddisfare quei
lettori che mi hanno chiesto approfondimenti e direzioni di formazione e
consigli e quant’altro sull’Olismo in generale e sui temi olistici specifici da
me trattati. E mi auguro di concludere alla grande con questo post. Come
vedrete, infatti, si tratta di uno dei testi dell’Umana Cultura tra i più
famosi, tra i più tradotti, tra i più influenti di sempre. E, sebbene tra i più
antichi, risulta essere anche e paradossalmente tra i testi più “moderni” e più
“attuali”. E, sebbene di poche pagine, risulta essere tra i testi più profondi
ed illuminanti che siano mai stati scritti. Un testo, un classico, che come
base o come intermezzo o come coronamento (fate voi) non può assolutamente
mancare in un percorso di formazione olistica che sia davvero tale. Infatti, la
visione unitaria, totale, intera, organica, sintetica, ciclica, complementare,
funzionale e sistemica unitamente ad aspetti intuitivi non-razionalizzabili, misteriosi
ma reali, che lo caratterizzano, ne fanno da sempre un cardine del vero Olismo.
Ad maiora! E al mio 3° libro (anteprima in novembre 2018, disponibilità in
dicembre 2018) che, ricordo, sarà conclusivo tanto del mio progetto editoriale
“Esempi d’Olismo” quanto dei post in questo blog (appositamente creato per
affiancare il progetto editoriale). Ciao a Tutti. Luca Fortunato
Dal libro “Tao te Ching” di Lao Tzu (a cura di Brian Browne
Walker; traduzione e postfazione di Claudio Lamparelli) – Mondadori 1998 e 2017:
Dal testo di Lao Tzu: “Il
Tao è al di là delle parole e al di là della comprensione. Le parole possono
essere usate per parlarne, ma non possono contenerlo.“
“Quando tutti
riconoscono che una cosa è bella, un’altra diventa di conseguenza brutta.
Quando un uomo viene ritenuto buono, un altro viene giudicato cattivo.”
“Fai col non-fare,
agisci col non-agire. Permetti all’ordine di sorgere da solo.”
“Guardato ma non visto,
udito ma non ascoltato, toccato ma non afferrato, senza forma, senza suono,
intangibile: il Tao resiste all’analisi e sfida la comprensione.”
“Ritornare alla radice
è il movimento del Tao. La quiete è il suo metodo. Le diecimila cose sono nate
dall’essere. L’essere è nato dal non-essere.”
“Il non-essere dà
origine all’unità. L’unità dà origine allo yin e allo yang. Lo yin e lo yang
danno origine al cielo, alla terra e agli esseri. Il cielo, la terra e gli
esseri danno origine a tutto ciò che esiste. Quindi ogni cosa esistente porta
in sé lo yin e lo yang, e raggiunge l’armonia mescolando questi due soffi
vitali.”
“Quando il mondo
pratica il Tao, i cavalli lavorano i campi. Quando il mondo ignora il Tao, i
cavalli vengono allevati per la guerra.”
“Ogni essere vivente
rispetta il Tao e onora la natura …. non per obbligo, ma spontaneamente.”
“…., più proibizioni ci
sono, più il popolo diventa povero. Più armi ci sono, più le cose vanno male.
Più astuzie e furberie ci sono, più si fanno follie. Più leggi ci sono, più si
moltiplicano i furfanti. Quindi il saggio dice: io pratico la non-azione e il
popolo si trasforma da sé. Io mi mantengo tranquillo e il popolo fa
naturalmente ciò che è giusto. Io non interferisco, e il popolo prospera
spontaneamente. Io non nutro desideri e il popolo ritorna alla semplicità.”
“Il bene si basa sul
male. Il male si nasconde nel bene: chi conosce il punto di svolta?”
“Le parole hanno una
fonte, gli eventi hanno un’origine.”
“Il saggio non è
malato. Egli considera la malattia come tale. Perciò non è malato.”
“Se i sudditi temono il
tuo potere, allora non hai un vero potere. Lasciali tranquilli nelle loro case.
Rispetta le loro vite ed essi non si stancheranno di te.”
“Niente sotto il cielo
è così morbido e flessibile come l’acqua, eppure niente è altrettanto capace di
vincere il duro e il forte.”
“Il saggio non
accumula. Egli accresce il suo tesoro lavorando per gli esseri umani; accresce
la sua ricchezza dandosi agli altri. La via del cielo benefica tutti e non
danneggia nessuno. La via del saggio lavora per tutti e non contende con
nessuno.”
Dalla postfazione: “[….]
Il Tao può essere assimilato al nostro concetto di Dio? Non nel senso
tradizionale del termine. Se infatti è vero che tutto viene dal “ventre”
fecondo del Tao, è anche vero che esso non è un Creatore a se stante, un
Creatore distinto dalle sue creature. [….] il Tao non è “Persona” nel senso in
cui i monoteisti considerano Dio. [….] Non ci si può rivolgere al Tao come si
prega un Dio o un santo protettore. Il Tao “come il cielo e la terra” non è
“sentimentale” e non considera nessuno indispensabile. [….] Le sue leggi, le
sue “costanti” non sono stabilite in qualche testo sacro, ma sono osservabili e
sperimentabili nella natura stessa, in quel grande ”libro sacro” che è il cosmo
stesso (Questo, si noti, è un atteggiamento scientifico, non fideistico). [….]
L’illuminazione non è un’esperienza del soprannaturale, ma un riconoscimento
del reale, un “saper vedere” senza schemi mentali precostituiti. [….] Ogni cosa
esistente porta in sé lo yang e lo yin. [….] Gli opposti complementari sono in
un continuo rapporto dinamico e dialettico tra di loro. […] I taoisti avevano una visione
straordinariamente moderna della realtà: non esistono valori assoluti, non
esistono enti fissi o immobili, non esistono esseri o cose a se stanti. Ma ogni
cosa è relativa all’altra, è interdipendente rispetto alle altre, fa parte di
un’unità originaria e si trasforma in continuazione secondo un movimento
ciclico; più che di cose dovremmo parlare di processi. [….] E’ incredibile
pensare che 2500 anni fa alcuni uomini già avvertissero i sintomi di quella
crisi ecologica che oggi sono tanto evidenti. […] Sono le convinzioni e le
ambizioni mentali, i valori dell’accumulo, del possesso e dell’espansione, la
mancata visione della totalità dei problemi, la parcellizzazione intellettuale,
l’avidità e l’egoismo che decretano il nostro rapporto distruttivo con la
natura esteriore. [….] Come abbiamo già visto, il Tao non è un “Signore” o un
Dio, che dirige dall’alto le cose; è piuttosto la legge interna che anima
l’universo e che mette in relazione tutti gli enti. Sta in tutte le cose, ma è
anche la totalità. È un principio impersonale, imparziale, che garantisce
l’armonia e l’unità, ma che non si intromette nell’andamento delle cose, non si
sognerebbe mai di fare miracoli o di sovvertire le leggi che si sono generate
dall’interdipendenza universale. [….]”.