Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 11 febbraio 2018

L'Olismo "spirituale" (un buon compagno di viaggio)



Post 210 

L’Olismo “spirituale” (un buon compagno di viaggio)

Con questo post si chiude il fuoriprogramma. È stato a puntate, perché il mio tempo libero è a puntate! Mi auguro di essere riuscito a soddisfare quei lettori che mi hanno chiesto approfondimenti e direzioni di formazione e consigli e quant’altro sull’Olismo in generale e sui temi olistici specifici da me trattati. E mi auguro di concludere alla grande con questo post. Come vedrete, infatti, si tratta di uno dei testi dell’Umana Cultura tra i più famosi, tra i più tradotti, tra i più influenti di sempre. E, sebbene tra i più antichi, risulta essere anche e paradossalmente tra i testi più “moderni” e più “attuali”. E, sebbene di poche pagine, risulta essere tra i testi più profondi ed illuminanti che siano mai stati scritti. Un testo, un classico, che come base o come intermezzo o come coronamento (fate voi) non può assolutamente mancare in un percorso di formazione olistica che sia davvero tale. Infatti, la visione unitaria, totale, intera, organica, sintetica, ciclica, complementare, funzionale e sistemica unitamente ad aspetti intuitivi non-razionalizzabili, misteriosi ma reali, che lo caratterizzano, ne fanno da sempre un cardine del vero Olismo. Ad maiora! E al mio 3° libro (anteprima in novembre 2018, disponibilità in dicembre 2018) che, ricordo, sarà conclusivo tanto del mio progetto editoriale “Esempi d’Olismo” quanto dei post in questo blog (appositamente creato per affiancare il progetto editoriale). Ciao a Tutti. Luca Fortunato  

Dal libro “Tao te Ching” di Lao Tzu (a cura di Brian Browne Walker; traduzione e postfazione di Claudio Lamparelli) – Mondadori 1998 e 2017: 

Dal testo di Lao Tzu: “Il Tao è al di là delle parole e al di là della comprensione. Le parole possono essere usate per parlarne, ma non possono contenerlo.“
“Quando tutti riconoscono che una cosa è bella, un’altra diventa di conseguenza brutta. Quando un uomo viene ritenuto buono, un altro viene giudicato cattivo.”
“Fai col non-fare, agisci col non-agire. Permetti all’ordine di sorgere da solo.”
“Guardato ma non visto, udito ma non ascoltato, toccato ma non afferrato, senza forma, senza suono, intangibile: il Tao resiste all’analisi e sfida la comprensione.”
“Ritornare alla radice è il movimento del Tao. La quiete è il suo metodo. Le diecimila cose sono nate dall’essere. L’essere è nato dal non-essere.”
“Il non-essere dà origine all’unità. L’unità dà origine allo yin e allo yang. Lo yin e lo yang danno origine al cielo, alla terra e agli esseri. Il cielo, la terra e gli esseri danno origine a tutto ciò che esiste. Quindi ogni cosa esistente porta in sé lo yin e lo yang, e raggiunge l’armonia mescolando questi due soffi vitali.”
“Quando il mondo pratica il Tao, i cavalli lavorano i campi. Quando il mondo ignora il Tao, i cavalli vengono allevati per la guerra.”
“Ogni essere vivente rispetta il Tao e onora la natura …. non per obbligo, ma spontaneamente.”
“…., più proibizioni ci sono, più il popolo diventa povero. Più armi ci sono, più le cose vanno male. Più astuzie e furberie ci sono, più si fanno follie. Più leggi ci sono, più si moltiplicano i furfanti. Quindi il saggio dice: io pratico la non-azione e il popolo si trasforma da sé. Io mi mantengo tranquillo e il popolo fa naturalmente ciò che è giusto. Io non interferisco, e il popolo prospera spontaneamente. Io non nutro desideri e il popolo ritorna alla semplicità.”
“Il bene si basa sul male. Il male si nasconde nel bene: chi conosce il punto di svolta?”
“Le parole hanno una fonte, gli eventi hanno un’origine.”
“Il saggio non è malato. Egli considera la malattia come tale. Perciò non è malato.”
“Se i sudditi temono il tuo potere, allora non hai un vero potere. Lasciali tranquilli nelle loro case. Rispetta le loro vite ed essi non si stancheranno di te.”
“Niente sotto il cielo è così morbido e flessibile come l’acqua, eppure niente è altrettanto capace di vincere il duro e il forte.”
“Il saggio non accumula. Egli accresce il suo tesoro lavorando per gli esseri umani; accresce la sua ricchezza dandosi agli altri. La via del cielo benefica tutti e non danneggia nessuno. La via del saggio lavora per tutti e non contende con nessuno.”

Dalla postfazione: “[….] Il Tao può essere assimilato al nostro concetto di Dio? Non nel senso tradizionale del termine. Se infatti è vero che tutto viene dal “ventre” fecondo del Tao, è anche vero che esso non è un Creatore a se stante, un Creatore distinto dalle sue creature. [….] il Tao non è “Persona” nel senso in cui i monoteisti considerano Dio. [….] Non ci si può rivolgere al Tao come si prega un Dio o un santo protettore. Il Tao “come il cielo e la terra” non è “sentimentale” e non considera nessuno indispensabile. [….] Le sue leggi, le sue “costanti” non sono stabilite in qualche testo sacro, ma sono osservabili e sperimentabili nella natura stessa, in quel grande ”libro sacro” che è il cosmo stesso (Questo, si noti, è un atteggiamento scientifico, non fideistico). [….] L’illuminazione non è un’esperienza del soprannaturale, ma un riconoscimento del reale, un “saper vedere” senza schemi mentali precostituiti. [….] Ogni cosa esistente porta in sé lo yang e lo yin. [….] Gli opposti complementari sono in un continuo rapporto dinamico e dialettico tra di loro. […]  I taoisti avevano una visione straordinariamente moderna della realtà: non esistono valori assoluti, non esistono enti fissi o immobili, non esistono esseri o cose a se stanti. Ma ogni cosa è relativa all’altra, è interdipendente rispetto alle altre, fa parte di un’unità originaria e si trasforma in continuazione secondo un movimento ciclico; più che di cose dovremmo parlare di processi. [….] E’ incredibile pensare che 2500 anni fa alcuni uomini già avvertissero i sintomi di quella crisi ecologica che oggi sono tanto evidenti. […] Sono le convinzioni e le ambizioni mentali, i valori dell’accumulo, del possesso e dell’espansione, la mancata visione della totalità dei problemi, la parcellizzazione intellettuale, l’avidità e l’egoismo che decretano il nostro rapporto distruttivo con la natura esteriore. [….] Come abbiamo già visto, il Tao non è un “Signore” o un Dio, che dirige dall’alto le cose; è piuttosto la legge interna che anima l’universo e che mette in relazione tutti gli enti. Sta in tutte le cose, ma è anche la totalità. È un principio impersonale, imparziale, che garantisce l’armonia e l’unità, ma che non si intromette nell’andamento delle cose, non si sognerebbe mai di fare miracoli o di sovvertire le leggi che si sono generate dall’interdipendenza universale. [….]”.

venerdì 9 febbraio 2018

Biodiversità, Cultura, Teoria, Olismo



Post 209 

Biodiversità, Cultura, Teoria, Olismo

Sintesi di un bel dialogo, di qualche sera fa, dal valore anche generale ed anche per questo meritevole di essere pubblicato. Ad maiora! (…. ed il cammino sta dando più riscontri del previsto …. Grazie. Grazie davvero) Luca Fortunato 

La Biodiversità presenta 4 livelli, interagenti tra di loro in modo complesso dando luogo a proprietà emergenti (Emergentismo): il 1° livello è la diversità genetica (all’interno di una stessa specie); il 2° livello è la diversità delle specie (all’interno di uno stesso ecosistema); il 3° livello è la diversità degli ecosistemi o dei paesaggi intesi in senso ecologico (all’interno di un ambiente, di un territorio, di un Paese ecc.); il 4° livello è la diversità culturale (tra le diverse popolazioni umane e/o all’interno di una stessa popolazione umana). Ebbene, su tutto questo l’Olismo ci sta. Il Riduzionismo, invece, commette (ancora …) diversi errori: quanto al 1° ed al 2° ed al 3° livello, si focalizza eccessivamente sull’aspetto quantitativo (il numero, la conta, di geni e di specie e di ecosistemi). Se da un lato è certamente vero che maggiore è il numero di geni e di specie e di ecosistemi maggiore è la biodiversità, dall’altro è certamente vero che se quei numeri, quelle quantità, non vengono poi interpretati in modo funzionale, dinamico, qualitativo e complesso, e specialmente tenendo conto delle proprietà emergenti a cui danno luogo, si sarà fatto poco o nulla. Con conseguenti azioni infondate o quasi infondate. Quanto al 4° livello, il Riduzionismo o lo ignora del tutto o lo sottovaluta. Esso, invece, è molto importante, specialmente quando le diverse culture umane, le diverse espressioni culturali umane (storiche, politiche, filosofiche, economiche, religiose, sociologiche, artistiche ecc.) hanno un rapporto diretto con le entità e le dinamiche naturali (basti pensare, per esempio, all’Agricoltura e alle sue diverse forme e modalità – monocoltura/policoltura; intensivo/estensivo; convenzionale, integrato, biologico, biodinamico; agroecologia; tipologie di sistemazione del terreno; tipologie irrigue; tipologie di potatura; proprietà, affitto; usi civici; ecc. -  e più in generale all’Uso del Suolo: coltivazioni, pascolo, bosco, città, verde urbano, verde periurbano, industrie, strade, dighe ecc.). Infine, quanto al tutto (1°, 2°, 3°, 4° livello), quanto alla Biodiversità in sé, il Riduzionismo, specialmente Oggi con una certa enfasi e moda sulla Biodiversità,  tende a perdere di vista che essa (la bio-diversità) è solo un aspetto della parte biotica della realtà, a sua volta intimamente correlata e connessa all’altra parte della realtà, quella abiotica, a formare (entrambe) un Tutto (organico, complesso, inscindibile e olistico). Morale della favola (anche qui): prima di fare, fare teoria. Anche perché, in linea generale, l’aumento di biodiversità è cosa positiva. In linea generale, però. Ogni situazione necessita di essere valutata. Ogni caso necessita di un inquadramento specifico. Dal generale al particolare. Sempre. Esempi di problematiche: aumentare la biodiversità? Se sì, aumentarla ma a quale livello? Solo ad un livello o a più livelli? Contemporaneamente? Quali conseguenze, quali previsioni? Come fare per ottimizzare il tutto? Cosa migliorerà? Niente peggiorerà? Quell’intervento come si ripercuoterà sull’intero? E l’intero come lo influenzerà? Chiarire, teorizzare per bene, procedere. E nell’Olismo, magari!        

giovedì 1 febbraio 2018

Matera senza Olismo



Post n. 208

Matera senza Olismo

Matera Capitale europea della Cultura per il 2019 …. Mi chiedete un (altro ….) parere (…. forse perché il tempo all’appuntamento con il 2019 è diventato di mesi, non più di anni, e la Città va sempre peggio?). Da olista, in questo caso materano, cosa posso dirvi? Il mio olismo mi suggerisce la seguente riflessione (da abbinare ai tanti post che ho scritto, in questo blog e nell’altro blog, su Matera, in tutti questi anni, e che sono tutti in sintonia tra di loro): 

quanti cittadini materani sono coinvolti e/o si sentono coinvolti? Nelle specifiche iniziative di Matera 2019 e non in altre che ci sono state, ci sono e ci saranno a prescindere? Matera ha più di 60.000 abitanti. Quando ad esempio si afferma che 6.000 persone sono state coinvolte in quella o in quell’altra iniziativa, specifica di Matera 2019, si parla  del solo 10% dei materani. Vale a dire che il 90%, la stragrande maggioranza della gente, la quasi totalità dei materani, non ci ha visto nulla di interessante. Se anche si parlasse del 15% o del 20% o del 25% o del 30% o del 50% si tratterebbe sempre di cifre, di quote, di quantità, non all’altezza della situazione (“capitale” deve essere che il 90% dei materani è coinvolto o si sente coinvolto e non che solo il 10% di essi, o poco più, ne va a formare una elite chiusa ed indaffarata con la cultura). I dettagli vanno sempre rapportati al quadro generale, all’intero, perché se ne possa cogliere il vero senso, il vero significato. Questo prevede l’Olismo (ma anche qualsiasi approccio di buon senso …). In questo caso, poi, più che mai gli aspetti quantitativi riconducono agli aspetti qualitativi e viceversa. Trattandosi, appunto, di Cultura. O meglio, Cultura è quello che vorrebbero far credere … Ad ogni modo, qual è il motivo del grande disinteresse? Probabilmente le cose proposte sono carenti, in sé, di significato. Ma molto più probabilmente il loro significato è carente (se non addirittura stridente) in rapporto al contesto generale di Matera: un emblema negativo continua ad essere, per esempio, l’assenza della Ferrovia dello Stato. Cosa evidentemente inaccettabile per la maggior parte dei materani. Né l’assenza della Ferrovia dello Stato la si può ammorbidire con un riduzionismo praticone-logistico (ci sono le FAL, Bari è vicina ed altre simili scuse) perché l’assenza della Ferrovia dello Stato è inaccettabile anche e soprattutto sul piano della dignità, anche simbolica ma non solo, per una Città come Matera specialmente nel contesto regionale, meridionale, italiano ed …. europeo! L’integrazione di tutti gli aspetti (anche simbolici, psicologico-culturali ed etico-morali, dunque) prevede l’Olismo (ma anche qualsiasi approccio di buon senso …). L’aspetto “europeo” poi ha il sapore dell’assurdo: una Capitale europea della Cultura senza i treni statali proprio non si può sentire! proprio non la si può digerire! Oppure, altro emblema negativo, è continuare a “tentare il futuro”, navigando a vista, provando e riprovando (polo del salotto, set cinematografici, B&B, street food ecc.), carpendo occasioni, che lasciano il tempo-periodo che trovano, secondo un metodo induttivo che dai particolari “vorrebbe” arrivare al generale (ma a cui puntualmente non arriva), senza, invece, scegliere una precisa e definitiva Idea Generale di Matera con conseguenti, deduttivi, interventi di sviluppo (strutturali ed occupazionali) duraturi, proiettati nel lungo termine. Cosa, anche questa, evidentemente inaccettabile per la maggior parte dei materani. Ed ora veniamo alla qualità della vita in Città: a me, da quando è stata designata Capitale per il 2019, Matera mi sembra solo peggiorata. Trovare un parcheggio per l’auto è diventata un’impresa! Tornare a casa senza farsi uno shampoo per lavare via il puzzo del “food”, che in certi punti cittadini e in certi orari è davvero incredibile, è praticamente impossibile! La qualità (di menu e di tempi di cortesia) nei ristoranti, è, in genere, scaduta, molto scaduta, a causa del paradigma “turistico-quantitativo” che domina la città!  ecc. ecc. ecc. Se prima Matera aveva dei problemi, ora non solo ne ha di più e di nuovi, ma ha anche l’illusione del suo riscatto. Il Riduzionismo è paradossale: riducendo entità, criteri, parametri, concetti, idee ed azioni, aumenta i guai! Non essendo capace di far fronte alla Complessità, rende le cose “complesse”. L’Olismo non possiede certo la bacchetta magica e la capacità di far miracoli. Ma simili scenari non li produrrebbe mai! Questo è poco ma sicuro. Gli scenari olistici, come tutti gli scenari paradigmatici del mondo, hanno anche’essi difetti, imperfezioni, aspetti da migliorare, cose da correggere ecc. Ci mancherebbe. Ma in comparazione con le negatività del Riduzionismo non c’è storia, non c’è partita. Ed oramai, a pochi mesi dal 2019, il 2019 sarà come sarà. Nulla è più possibile fare per salvarlo. Troppo poco il tempo tecnico per invertire la rotta. Il 2019 avrà certo delle luci, ma le sue enormi ombre ne faranno l’ennesima occasione sprecata, ed una Vittoria di Pirro, ed un Volo di Icaro. Ma se niente oramai si può fare perché il 2019 segni la Svolta per Matera, già da oggi, e per tutto il 2018, ed attraversando tutto il 2019, uscendo nel 2020 e proiettandosi nei prossimi 20 anni almeno, qualcosa la si può ancora fare per Matera: proprio imparando da questo ennesimo errore (cioè una risposta paradigmatico-metodologica inadeguata rispetto al riconoscimento ricevuto) scegliere realisticamente il destino-identità della Città, dedurre le cose da fare per costruirlo, pianificare e programmare tali cose, e farle, coerentemente e con continuità politica, amministrativa e civica. Negli anni. Tanti (10, 15, 20 anni). E fino in fondo. Questo sì che sarebbe riscatto. Un’utopia realizzata. Altro che chiacchiere. Ma ci vogliono persone capaci di esprimere intelligenza e non furbizia; strategia e non tattica; ideazione e non solo esecuzione; euristica e non algoritmica; deduzione e non induzione; inclinazione all’Interesse Generale e al Bene Comune e non inclinazione agli interessi particolari e al bene di pochi; visione olistico-sintetico-intuitiva e non visione riduzionistico-analitico-razionale; amore per Matera e non amore per quello che Matera può dare; interesse per la pratica che sperimenta e/o applica la teoria e non per la pratica senza teoria; ideazione, pianificazione e programmazione secondo un adattamento virtuoso e realistico in funzione del contesto generale (politico, amministrativo, logistico, finanziario, tecnico  ecc.) e non il contrario; dal generale ai particolari e non il contrario; determinazione e iniziativa autonoma ed indipendente da parte dei cittadini (… e se aiuto pubblico arriva tanto di guadagnato) e non scegliere e fare in funzione dell’aiuto pubblico o con la speranza dell’aiuto pubblico (…. che se poi non arriva, che fai?); ecc. ecc. ecc. Ciao a Tutti. Luca Fortunato (cittadino materano e niente affatto sorpreso … anzi). 
 
P.S. secondo il mio piano editoriale (come avete anche potuto apprendere da precedenti post), in futuro, e precisamente in dicembre 2020, sarà disponibile un mio libro su Matera. Sempre auto-prodotto, auto-pubblicizzato, in formato PDF, ecc. Ci inizierò a lavorare concretamente dall’anno prossimo, ma l’intuizione di fondo e le idee di base e le proposte di base sono già nella mia testa. E mi sa proprio che ci ho azzeccato! Mi sa proprio che ci avrò azzeccato! A parte il carattere inedito e di novità che anche in questo caso garantirò (è già garantito). Piacerà o non piacerà, verrà utilizzato (fatti salvi i diritti d’autore) o meno, non mi interessa. Le intuizioni e le idee mi saltano in testa, mi arrivano. E nel mio tempo libero (poco in verità, ma cerco di ricavarne sempre un po’), mi piace scrivere, fotografare ecc. Il mio contributo l’avrò dato. E volutamente dopo il 2019. Si accettano, sin d’ora, eventuali amicizie e sinergie di collaborazione, suggerimenti e quant’altro di costruttivo. Contatto: lucaf73x@gmail.com oggetto e-mail: “Libro su Matera”. Oppure scrivere su WhatsApp: tel cell 389.4238195. Ci si prende un caffè e si ragiona un po’.