Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 29 ottobre 2020

Flash d'Olismo - 2

 Post  340

Flash d’Olismo – 2

“La società non è una semplice somma di individui; al contrario, il sistema formato dalla loro associazione rappresenta una realtà specifica dotata di caratteri propri.

La sociologia, pertanto, non è ausiliaria rispetto a qualsiasi altra scienza, ma è essa stessa una scienza distinta e autonoma”

In queste brevi ma significative frasi di Emile Durkheim (grande sociologo, autorevole esponente dell’Olismo moderno, di cui il blog ha dato ovviamente conto, si veda in particolare il post n. 133) è indicata, a mio modesto, modestissimo parere (ma motivato e fondato parere) un po’ la chiave di volta per venire a capo degli enormi e complessi problemi (pandemia da Coronavirus compresa, anzi molto, molto compresa!) che la Società attuale vive e vivrà. Chiave di volta articolata in 2 punti:

1.Occorre innanzitutto smetterla con il Riduzionismo analitico, puntiforme, settoriale e quantitativo  (gli individui, i comportamenti individuali, i settori economici uno ad uno, ecc. ecc.) per approdare invece all’Olismo e specificatamente posizionare attenzione e azione a livello sintetico, globale, intero, sistemico e qualitativo come appunto indica Durkheim. Notate il principio olistico (“non è una semplice somma” dice Durkheim) e la sua esplicitazione funzionale-qualitativa cioè la presenza del quid emergente oltre la somma di parti e loro relazioni (“sistema” con “caratteri propri” evidenzia infatti Durkheim).

Se c’è invece qualcosa di certamente individuale, è che ogni persona (ogni politico, ogni medico, ogni economista, ogni tecnico, ogni cittadino, ogni imprenditore, ogni professionista, ecc.) debba effettuare (nella propria vita, nel proprio lavoro, ecc.) questo passaggio (dal Riduzionismo all’Olismo). Ed Oggi più che mai! Sia perché la cosa (il cambio di Paradigma) è valida in sé (l’Olismo è oggettivamente migliore del Riduzionismo), sia perché quando una persona arriva nella “stanza dei bottoni” si porta con sé tutta la sua storia (formazione, forma mentis, modus operandi, ecc.) e non può certo, di colpo, applicare l’Olismo (se non lo conosce o se anche lo conoscesse non ne avesse esperienza di applicazione). Non vi pare? E infatti sempre il Riduzionismo ci propinano! Magari condito con varie e diverse “salse” (“multidisciplinarità”, “interdisciplinarità”, “sostenibilità”, “sviluppo sostenibile”, “task force”, ecc. ecc. ecc.) ma sempre di Riduzionismo trattasi. Non meravigliamoci dunque che le cose non funzionino, ancora non funzionino, con anche e conseguente rabbia della gente. No? 

La cosa più grave, che sta emergendo con tutta la sua forza, in questi nuovi giorni drammatici per l’Italia e il Mondo intero, è la totale assenza di visione d’insieme, di visione sistemica, di visione globale, di visione organica, di visione strategica, di visione preventiva, di sintesi. Che sono le specialità dell’Olismo! Che sono le incapacità del Riduzionismo!

E se poi ci si mette pure lo pseudo-olismo (terribile, mascherata e pericolosa forma di Riduzionismo) che crede o vuol far credere che sintesi voglia dire semplicemente sommare, accostare, aggregare, ammucchiare, accumulare, ecc. (persone, dati, competenze, saperi, azioni, ecc. ecc. ecc.), la frittata è servita. La vera sintesi, invece, lo sappiano, l’abbiamo detto tante volte, è altra cosa. Ma lo ripetiamo, è meglio. Ne abbiamo due tipologie: a) la sintesi che l’uomo crea: un fondere intimamente cose diverse (anche opposte) generando una nuova, diversa, superiore e olistica entità (la sintesi, appunto: fusione di saperi a generare nuova, diversa, superiore e olistica conoscenza; fusione di esigenze a generare nuova diversa, superiore e olistica strategia; ecc.); b) la sintesi che l’uomo rileva nella realtà, che già esiste nella realtà (naturale, sociale, ecc.) come sistema complesso cioè come entità olistica (maggiore della somma delle sue parti costitutive): il corpo umano, un albero, una città, una azienda, un ecosistema, un mercato, la Società, ecc. e che è conoscibile nella sua interezza (parti + relazioni tra le parti + quid emergente) solo tramite l’intuizione (e successive deduzioni logiche da essa).

2.Occorre smetterla di rivolgersi sempre e solo alla scienza economica per risolvere questioni economiche. Potrebbe sembrare un controsenso ma non lo è. Se si smettesse, una buona volta (e se non ora, quando?), di considerare tutte le altre scienze (Ecologia, Sociologia, Geologia, Agronomia, Biologia, Medicina, Farmacia, ecc.) subordinate all’Economia, e invece si cominciasse a considerare ogni scienza un intero, cioè degna e autonoma, e quindi ci si rivolgesse anche ad ognuna di loro per trovare soluzioni, forse (forse) è proprio nella Sociologia che - Oggi più che Mai - la Società potrebbe trovare soluzione ai suoi mali (anche economici, anche ecologici, anche sanitari, ecc.) essendo essa, la Sociologia, “non ausiliaria rispetto a qualsiasi altra scienza” come dice Durkheim ma semmai d’ausilio all’Uomo, cosa molto e ben diversa. D’aiuto all’Uomo, alle sue indagini, comprensioni, scelte, decisioni, ecc. Anche le più tecniche. Del resto, cosa dovrebbe essere la Tecnica di Oggi se non la Sintesi tra le Scienze Naturali e le Scienze Sociali? Tra la Scienza e l’Umanismo? Data la Complessità della Società di Oggi, essere tecnici senza includere nella Tecnica anche le “Lettere” non vuol dire essere tecnici ma solamente creatori e/o esecutori di tecnicismi, che è cosa molto e ben diversa. E sono gli aridi  tecnicismi che ci hanno condotto nello sfacelo in cui siamo. Circa la Pandemia, ad esempio, grazie a questi tecnicismi di tecnici riduzionisti ci siamo addirittura illusi (e cullati) di avere un virtuoso “modello italiano” di gestione della stessa Pandemia (“modello” in verità bocciato sia da Harvard, sia dai medici cinesi, vedi post 331). Magari un po’ più di umiltà e di ascolto da parte del borioso Establishment italiota non ci avrebbe condotto impreparati alla seconda ondata (prevedibile, anzi prevista!). Occorre ragionare seriamente su tutte queste cose, e agire di conseguenza. E denunciare chi ancora si ostina a ostacolare il quanto mai necessario cambio di Paradigma. E smettiamola (smettessero) anche con il confondere Tecnica e Tecnologia! Smettiamola (smettessero) anche con il ridurre l’Innovazione alla sola componente tecnologica (dimenticando o trascurando la componente teorica)! E poi smettiamola (smettessero) con l’anacronistica distinzione tra politici e tecnici!

Insomma, la Pandemia da Coronavirus sta solo acutizzando mali e problemi che la Società si trascina da tempo, da molto e troppo tempo. Specialmente per viltà e/o furbizia da parte dell’Establishment (specialmente economico-finanziario- bancario- capitalistico, ma non solo) e del suo becero Riduzionismo. Questa mi sembra l’unica verità su cui occorre davvero lavorare (…. io ci lavoro da 15 anni!). Se non per noi stessi facciamolo almeno per i nostri figli. E (ri)preciso una cosa: io me la passo bene, come sempre. Sperando ovviamente di non beccarmi il virus! Anche in questa Pandemia, nonostante questa Pandemia, il lavoro (plurisettoriale, per merito e per fortuna) non mi manca, è richiesto, è necessario. E c’è chi crede nel mio lavoro (ringrazio e continuo). Questo per dire che me ne potrei stare buono, zitto e fermo, a “coltivare il mio orto”, ma la mia coscienza me lo vieta. Sono o non sono una piccola parte del Tutto (la Società)? È la Società che mi dà senso o no? Come potrei non occuparmene, seppure secondo le mie limitate (ma a quanto sembra significative e da alcuni anche apprezzate) competenze e capacità?

E abbiamo, tutti, certamente un buona base di partenza e di ispirazione: l’Olismo del grande Durkheim, appunto.

 Luca Fortunato (Matera)

 


        

 

lunedì 26 ottobre 2020

Flash d'Olismo - n. 1

 Post 339

Flash d’Olismo - n. 1

Grazie ad alcuni lettori per avermi fatto notare come le mie considerazioni olistiche ci azzeccano! Soddisfazione personale, certo. Ma mi auguro che il progetto in corso (libro e movimento) dia frutti di consapevolezza collettiva e di azione collettiva. Perché dei guai del Riduzionismo ne fanno le spese tutti. Fino a quando il Riduzionismo nuocesse solo ai riduzionisti …. Ma non è affatto giusto che il Riduzionismo dia problemi, ancora problemi, anche agli olisti! E no! Ecco perché il libro ed il movimento. Ecco perché la denuncia, l’esercizio del diritto di cronaca e di critica, a colpi di dossier. E, contemporaneamente, la proposta di una strada diversa. Nel frattempo, prima dell’uscita del libro (che sarà in dicembre 2022) ho deciso, per accompagnare i lettori, di creare questa nuova e piccola (ma significativa) rubrica, che uscirà impegni di lavoro e di famiglia permettendo e quando le cronache (grandi e piccole) indicheranno che ce n’è bisogno!

Seconda ondata epidemiologica da Coronavirus: del tutto prevedibile, come la Scienza ha più volte indicato, come la Storia della Medicina e delle Epidemie faceva facilmente presagire. Eppure …. Eppure, ancora una volta, anche stavolta! la maggior parte delle persone non ha attivato un minimo di spostamento della propria attenzione mentale al futuro (di pochi mesi!, per giunta, mica di anni o decenni!) ma ha continuato con la propria attenzione mentale cristallizzata nel presente. Un irresponsabile abbassamento della guardia (abbastanza generalizzato: da parte di politici, economisti, burocrati, imprenditori, commercianti, medici addirittura, cittadini, ecc.) è andato in scena per tutta l’estate fino ad ora. Cosa mai ci potevamo aspettare in questo modo, se non la ripresa della crescita della curva epidemiologica? Qui c’entrano eccome i paradigmi: il Riduzionismo genera la divisione mentale ed analitica tra Passato, Presente e Futuro con conseguente illusione nella percezione del Tempo e conseguenti errori nelle considerazioni, scelte ed azioni; l’Olismo, invece, fa percepire all’individuo il Presente ma sempre in correlazione intuitiva, sintetica, organica ed unitaria con il Passato (che si conosce attraverso la memoria, le notizie, l’esperienza, la storia, ecc.) ed il Futuro (che si immagina attraverso il buon senso ed un minimo di logiche deduzioni). E di queste dimensioni paradigmatiche il mio nuovo libro ne darà ampiamente conto.  Ovviamente. Ma più che i paradigmi, qui, su questo triste punto, c’entra proprio l’intelligenza! Tutti gli esseri umani ne sono dotati, ma non tutti la usano! Purtroppo. E poi: o si chiude tutto o non si chiude niente. Che senso ha prendersela con bar, ristoranti, cinema, palestre, scuola, ecc. e non con tutto il resto? Che senso ha chiudere a orari? O si chiude o non si chiude. Che senso ha aiutare economicamente alcuni e non tutti? O si instaura una economia d’emergenza (o di guerra, come giustamente dicono alcuni economisti) o ha davvero poco senso. Anche qui, c’entrano eccome i paradigmi. Anche su questo, il mio nuovo libro approfondirà. Ovviamente. Ma il punto è: ci si rende conto che ci troviamo in un fenomeno (la pandemia) di portata storica e di portata eccezionale? Come si fa, nemmeno stavolta, a non affrontare la cosa in modo complessivo e simultaneo (Olismo)? Continuando invece e ancora in modo settoriale e per gradi (Riduzionismo)? E poi (e concludo questo punto): come si fa a ragionare ancora per entità (tipico del Riduzionismo) e non per rapporti tra entità (tipico dell’Olismo): per esempio, la Scuola in sé non c’entra un bel niente con la ripresa della curva epidemiologica. C’entra, invece ed eccome, l’utilizzo dei trasporti (specialmente pubblici) per andare a Scuola. Tradotto: se si voleva la Scuola in presenza e senza contribuire alla ripresa della crescita della curva epidemiologica  è sui Trasporti (in generale ed in particolare) che occorreva agire non tanto sui banchi scolastici! O no? Del resto, non dimentichiamo che dalla Cina il Coronavirus si è diffuso su scala globale anche e soprattutto per i trasporti  ed i “trasportati” che presentano alte, altissime frequenze “post-moderne” e “capitalistico-consumistiche”, forse da ripensare (si va in vacanza troppo facilmente e sempre con la “mania esotica” e magari si conosce pochissimo il proprio Paese …..; si cerca di far “carriera” anche accettando-  e spesso anche troppo disinvoltamente e senza magari un reale bisogno - trasferte, trasferimenti, appuntamenti, ed eventi “oltreoceano”…..ecc.);

Luca Fortunato (Matera)

domenica 18 ottobre 2020

Anteprima Nuovo Libro (alcuni contenuti) - 1

 Post 338

Anteprima Nuovo Libro (alcuni contenuti) - 1

 

….. proseguendo dai post n. 334, n. 335, n. 337 (vedi): 

 

INDICE

1.Introduzione

2.Capitolo I : I Paradigmi di Conoscenza e di Metodo (dall’Antichità ad Oggi):

2.1 IL RIDUZIONISMO

2.1.1 classico

2.1.2 rivisitato (pseudo-olismo)

2.2 L’OLISMO

2.2.1 originario

2.2.2 moderno

2.3 Il Problema dei Paradigmi nella Società (specialmente odierna):

2.3.1 paradigmi ed Establishment

2.3.2 paradigmi e Religione

2.3.3 paradigmi e Politica

2.3.4 paradigmi e cittadini

2.3.5 paradigmi e Cultura

2.3.6 paradigmi e Scienza

2.3.7 paradigmi e Arte

2.3.8 paradigmi e Tecnologia

3.Capitolo II : Fatti, Fenomeni, Eventi, in rapporto ai Paradigmi (dal 2012 al 2022):

sez. A: Pandemia Coronavirus (virus Sars-Cov2; malattia: Covid-19):

A.1, A.2, A. 3 …………..

sez. B : Agricoltura:

B.1, B.2, B.3: ……………………..

sez. C: Città, Verde, Alberi, Rifiuti:

C.1, C.2, C.3, …………………..

sez. D: Ambiente, Paesaggio, Ecologia, Territorio:

D.1, D.2, D.3, …………………

sez. E: Diritto, Legge, Legalità, Giustizia:

E.1, E.2, E.3, ……………………

sez. F: Corporazioni Professionali e Produttive:

F.1, F.2, F.3, ……………………………….

sez. G: Economia, Mercato, Impresa:

G.1, G.2, G.3, ………………….

sez. H: Burocrazia:

H.1, H.2, H.3, ……….

sez. I:  Scuola e Università:

I.1, I.2, I.3, ……………….

sez. L: Media, Stampa, Web:

L.1, L.2, L.3, ……………..

sez. M: Arte:

M.1, M.2, M.3, …..

sez. N: Politica:

N.1, N.2, N.3, ………

4.Capitolo III: Movimento in Società:

4.1 Nome, Motto, Logo

4.2 Statuto

4.3 Organi

4.4 Attività e mezzi

5. DOCUMENTI, FONTI, TESTIMONIANZE

6. BIBLIOGRAFIA

 

L’AUTORE: Luca Fortunato (Matera, 1973) è laureato in Scienze Agrarie e dal 2007 esercita la libera professione di Dottore Agronomo in diversi settori di competenza: consulenze tecniche in ambito giudiziario civile, penale e amministrativo (CTP, CTU); valutazione visiva della stabilità degli alberi; monitoraggio aspetti agronomici in zone Rete Natura 2000; promozione e assistenza tecnica di prodotti per le produzioni vegetali; libera ricerca teorica (Xylella-CoDiRO, Punteruolo rosso, tecnica del taglio di ritorno, fertilità del terreno, ecc.). È artista autodidatta nel campo della pittura astratta (ha partecipato a diverse mostre collettive nazionali). È bassista blues (con all’attivo diverse esperienze concertistiche). È blogger. Sposato, è padre di una bellissima bambina. Inizialmente su basi liceali di Filosofia e su basi universitarie di Ecologia, da oltre 20 anni è appassionato e libero studioso dei Paradigmi (Riduzionismo/Olismo), lettore di Aristotele, Ippocrate, Goethe, Smuts, Durkheim, Marx, Einstein, Capra, Dworkin, Duhem, Quine, ecc. Da oltre 15 anni applica consapevolmente l’Olismo nel suo lavoro e nella sua vita. Questo è il suo quarto libro (sempre autoprodotto, autopubblicato, autovenduto, nel nome dalla libertà, dell’autonomia e dell’indipendenza). 

Contatti: fortunato.luca73@libero.it ; lucaf73x@gmail.com ; 

WhatsApp 389.4238195

Foto: Matera, 16/10/2020


 

 

lunedì 5 ottobre 2020

L'esistenza del dualismo metodologico (per fortuna)

 Post 337

L’esistenza del dualismo metodologico (per fortuna)

In Occidente, la tradizione storica e filosofica ci consegna, fino ai nostri giorni, due concezioni della Società, che costituiscono anche e soprattutto due diversi approcci metodologici:

da una parte, l’individualismo metodologico e liberale, dall’altra il collettivismo o olismo metodologico.

Ora, chi voglia far davvero e bene Politica e a qualsiasi livello (comunale, regionale, nazionale, ecc.) non può non confrontarsi con esse, se non altro per serietà, scegliendo chiaramente uno dei due campi e comportandosi di conseguenza. Anche perché tutti i tentativi di mediazione o ibridazione tra le due opposte concezioni sono risultati, nel corso di diversi secoli e fino ad oggi, infruttuosi, inefficaci, inefficienti. Ma andiamo ad approfondire: 

1.individualismo metodologico e liberale: dovuta a John Locke (ripresa e sviluppata poi da altri: Max Weber, Joseph Schumpeter, Friedrich von Hayek, ecc.), vede la Società come da Riduzionismo vale a dire come somma di individui: ogni persona, ogni individuo, ha diritti pre-sociali cioè immanenti all’individuo stesso a prescindere dal suo essere in Società, dal suo ruolo in Società, ecc. Per questo, la Società è somma di individui, solo somma di individui. Caratteri, dinamiche e poteri della Società sono riconducibili, riducibili, agli individui e loro aggregati di settore (corporazioni professionali, ad esempio). Di conseguenza, lo Studio della Società prevede un metodo inizialmente di tipo analitico, algoritmico, lineare e settoriale e successivamente, a conclusione, di tipo sommatorio, induttivo, quantitativo. Sotto il profilo etico-morale, la libertà dell’individuo (libertà personale e libertà economica, specificatamente) è assoluta, naturale, sacra, inviolabile ed è la Società che deve adattarsi ad essa (regolamentando, legiferando, organizzandosi, ecc. in funzione della liberà individuale);    

2.collettivismo o olismo metodologico: presente già in Aristotele (che poneva prima la polis e poi l’individuo), ripresa da Rousseau, Durkheim, Marx, ecc. vede la Società come da Olismo vale a dire come maggiore della somma degli individui: ogni persona, ogni individuo, ha diritti sociali cioè derivanti dall’essere in Società, dall’avere un ruolo in Società, ecc. Per questo, la Società, che conferisce significato agli individui, è una entità superiore agli individui stessi che pur l’hanno generata ma che in seguito ha acquisito caratteri, dinamiche e poteri propri e indipendenti, non più riconducibili, non più riducibili, agli individui e loro aggregati. Di conseguenza, lo Studio della Società prevede un metodo inizialmente di tipo direttamente globale, sistemico, qualitativo, sintetico, intero, intuitivo, euristico e successivamente, a sviluppo e a conclusione, di tipo deduttivo. Sotto il profilo etico-morale, la libertà dell’individuo (libertà personale e libertà economica, specificatamente) è  relativa alla Società in cui vive (Società che regolamenta, legifera, si organizza, ecc. in funzione dell’interesse generale - e non di intersessi particolari - e in funzione della Libertà di Tutti: ricchi e poveri, forti e deboli, occupati e disoccupati, sani e malati, ecc.).

Ora, entrambe le concezioni hanno dignità e legittimità (anche storica e culturale) ad esistere e ad essere scelte, seguite, praticate, applicate, ecc. E a contendere l’una contro l’altra. Specie in Democrazia. E a vincere, a volte l’una a volte l’altra. Soprattutto in Democrazia. Ad alternarsi.

Ma se la prima concezione è “carne” e la seconda è “pesce”, vi è un problema ancora più grande, peggiore, più grave: l’esistenza di entità politiche che non sono “né carne né pesce”. Nel caso, nel caso di una loro affermazione, la battaglia sarà ancora più dura. Certo. Ma sempre possibile da vincere. Nessuno impressiona nessuno.

Detto questo, però, per amor del vero, va detta anche un'altra cosa: è un fatto, storicamente determinato ed accertato, che solo la seconda concezione (collettivismo o olismo metodologico) trovi conforto e corrispondenza nella Scienza moderna (dai primi del Novecento in poi: relatività einsteiniana, fisica quantistica, teoria della complessità, teoria dei sistemi, proprietà emergenti della materia, ecc.). Il perché è argomento troppo specifico e troppo vasto per questa sede. Ma nel mio nuovo libro, che vado scrivendo, dedico un intero capitolo proprio all’approfondimento di questa tematica (e che comunque, chiunque può approfondire, già approfondire, nel Web o su qualche buon testo di Filosofia, di Sociologia, di Filosofia della Scienza, di Metodologia scientifica, ecc.):

una sorprendente corrispondenza, amicizia, tra il moderno progresso delle Scienze Naturali (fisica, chimica, biologia, geologia, ecc.) e una parte delle Scienze sociali ed umane (sociologia, diritto, psicologia, economia, politologia, ecc.).  

Insomma, sembra che il Mondo debba oggettivamente “nutrirsi” più di “pesce” che di “carne”! Se vuole restare in “salute” (sociale, politica, economica, ecologica, ecc.)! No? E che le “specializzazioni” e le “competenze”, specialmente lavorative, vadano intese oggettivamente in maniera più flessibile e relativa piuttosto che rigida e assoluta. No?

E poi vi è, appunto, la grande questione del metodo o meglio dei metodi (al plurale): infatti, come nella Sociologia e nella Politica moderne vi è l’esistenza di due metodi (e non solamente di uno), anche nelle Scienze Naturali moderne non esiste più “il metodo scientifico” (come ai tempi del buon Galileo Galilei e successivi quattro secoli) ma esistono i metodi scientifici (come da Albert Einstein in poi, fino a tutt’oggi): l’induttivo e il deduttivo. Entrambi a carattere sperimentale, entrambi legittimi, entrambi con punti di forza e punti di debolezza, sono però molto diversi:

1.metodo scientifico induttivo: osservazione, individuazione del problema o del quesito, ipotesi, previsione/i, misurazione-esperimento, risultati, analisi ed elaborazione dei risultati, teoria. Tale metodo è tipico (ma non esclusivo) del Riduzionismo.  

2.metodo scientifico deduttivo: nascita di un problema o di un quesito, ipotesi e/o teoria (di tipo razionale o di tipo intuitivo; con osservazione o senza), deduzioni logiche, previsione/i da verificare tramite osservazione-misurazione-sperimentazione. Tale metodo è tipico (ma non esclusivo) dell’Olismo.  

Pertanto, chi continua a parlare di “metodo” (al singolare) e sia nell’ambito delle scienze naturali che nell’ambito delle scienze sociali, o non conosce la Storia o fa finta di non conoscerla. Ed è giusto che la sua ignoranza o il suo imbroglio vengano denunciati (culturalmente, scientificamente, tecnicamente, professionalmente. Esercizio del diritto di cronaca e del diritto di critica. Uno degli scopi del mio Nuovo Libro). Se poi si tratta di imbroglio (e non di ignoranza), è giusto che la denuncia abbia seguito anche sul piano legale-giudiziario (uno degli scopi del Movimento nascente). 

Anche perché (e concludo) il dualismo metodologico è una fortuna, non è divisione ma ricchezza: l’avere due metodi nell’ambito delle Scienze (rispettivamente naturali e sociali, dunque 4 metodi in totale, 2 nelle une, 2 nelle altre) permette la scelta metodologica, l’alternativa metodologica cosa che potrebbe davvero tornare utile specialmente quando uno dei due metodi ha condotto l’individuo o la comunità in un vicolo cieco, ad arenarsi, a bloccarsi, a ritardare soluzioni, a peggiorare la situazione, ecc. La Storia delle Scienze insegna anche in tal senso. No?

Un carissimo saluto, veramente a Tutti!

Luca Fortunato (Matera) 

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