Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

lunedì 5 ottobre 2020

L'esistenza del dualismo metodologico (per fortuna)

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L’esistenza del dualismo metodologico (per fortuna)

In Occidente, la tradizione storica e filosofica ci consegna, fino ai nostri giorni, due concezioni della Società, che costituiscono anche e soprattutto due diversi approcci metodologici:

da una parte, l’individualismo metodologico e liberale, dall’altra il collettivismo o olismo metodologico.

Ora, chi voglia far davvero e bene Politica e a qualsiasi livello (comunale, regionale, nazionale, ecc.) non può non confrontarsi con esse, se non altro per serietà, scegliendo chiaramente uno dei due campi e comportandosi di conseguenza. Anche perché tutti i tentativi di mediazione o ibridazione tra le due opposte concezioni sono risultati, nel corso di diversi secoli e fino ad oggi, infruttuosi, inefficaci, inefficienti. Ma andiamo ad approfondire: 

1.individualismo metodologico e liberale: dovuta a John Locke (ripresa e sviluppata poi da altri: Max Weber, Joseph Schumpeter, Friedrich von Hayek, ecc.), vede la Società come da Riduzionismo vale a dire come somma di individui: ogni persona, ogni individuo, ha diritti pre-sociali cioè immanenti all’individuo stesso a prescindere dal suo essere in Società, dal suo ruolo in Società, ecc. Per questo, la Società è somma di individui, solo somma di individui. Caratteri, dinamiche e poteri della Società sono riconducibili, riducibili, agli individui e loro aggregati di settore (corporazioni professionali, ad esempio). Di conseguenza, lo Studio della Società prevede un metodo inizialmente di tipo analitico, algoritmico, lineare e settoriale e successivamente, a conclusione, di tipo sommatorio, induttivo, quantitativo. Sotto il profilo etico-morale, la libertà dell’individuo (libertà personale e libertà economica, specificatamente) è assoluta, naturale, sacra, inviolabile ed è la Società che deve adattarsi ad essa (regolamentando, legiferando, organizzandosi, ecc. in funzione della liberà individuale);    

2.collettivismo o olismo metodologico: presente già in Aristotele (che poneva prima la polis e poi l’individuo), ripresa da Rousseau, Durkheim, Marx, ecc. vede la Società come da Olismo vale a dire come maggiore della somma degli individui: ogni persona, ogni individuo, ha diritti sociali cioè derivanti dall’essere in Società, dall’avere un ruolo in Società, ecc. Per questo, la Società, che conferisce significato agli individui, è una entità superiore agli individui stessi che pur l’hanno generata ma che in seguito ha acquisito caratteri, dinamiche e poteri propri e indipendenti, non più riconducibili, non più riducibili, agli individui e loro aggregati. Di conseguenza, lo Studio della Società prevede un metodo inizialmente di tipo direttamente globale, sistemico, qualitativo, sintetico, intero, intuitivo, euristico e successivamente, a sviluppo e a conclusione, di tipo deduttivo. Sotto il profilo etico-morale, la libertà dell’individuo (libertà personale e libertà economica, specificatamente) è  relativa alla Società in cui vive (Società che regolamenta, legifera, si organizza, ecc. in funzione dell’interesse generale - e non di intersessi particolari - e in funzione della Libertà di Tutti: ricchi e poveri, forti e deboli, occupati e disoccupati, sani e malati, ecc.).

Ora, entrambe le concezioni hanno dignità e legittimità (anche storica e culturale) ad esistere e ad essere scelte, seguite, praticate, applicate, ecc. E a contendere l’una contro l’altra. Specie in Democrazia. E a vincere, a volte l’una a volte l’altra. Soprattutto in Democrazia. Ad alternarsi.

Ma se la prima concezione è “carne” e la seconda è “pesce”, vi è un problema ancora più grande, peggiore, più grave: l’esistenza di entità politiche che non sono “né carne né pesce”. Nel caso, nel caso di una loro affermazione, la battaglia sarà ancora più dura. Certo. Ma sempre possibile da vincere. Nessuno impressiona nessuno.

Detto questo, però, per amor del vero, va detta anche un'altra cosa: è un fatto, storicamente determinato ed accertato, che solo la seconda concezione (collettivismo o olismo metodologico) trovi conforto e corrispondenza nella Scienza moderna (dai primi del Novecento in poi: relatività einsteiniana, fisica quantistica, teoria della complessità, teoria dei sistemi, proprietà emergenti della materia, ecc.). Il perché è argomento troppo specifico e troppo vasto per questa sede. Ma nel mio nuovo libro, che vado scrivendo, dedico un intero capitolo proprio all’approfondimento di questa tematica (e che comunque, chiunque può approfondire, già approfondire, nel Web o su qualche buon testo di Filosofia, di Sociologia, di Filosofia della Scienza, di Metodologia scientifica, ecc.):

una sorprendente corrispondenza, amicizia, tra il moderno progresso delle Scienze Naturali (fisica, chimica, biologia, geologia, ecc.) e una parte delle Scienze sociali ed umane (sociologia, diritto, psicologia, economia, politologia, ecc.).  

Insomma, sembra che il Mondo debba oggettivamente “nutrirsi” più di “pesce” che di “carne”! Se vuole restare in “salute” (sociale, politica, economica, ecologica, ecc.)! No? E che le “specializzazioni” e le “competenze”, specialmente lavorative, vadano intese oggettivamente in maniera più flessibile e relativa piuttosto che rigida e assoluta. No?

E poi vi è, appunto, la grande questione del metodo o meglio dei metodi (al plurale): infatti, come nella Sociologia e nella Politica moderne vi è l’esistenza di due metodi (e non solamente di uno), anche nelle Scienze Naturali moderne non esiste più “il metodo scientifico” (come ai tempi del buon Galileo Galilei e successivi quattro secoli) ma esistono i metodi scientifici (come da Albert Einstein in poi, fino a tutt’oggi): l’induttivo e il deduttivo. Entrambi a carattere sperimentale, entrambi legittimi, entrambi con punti di forza e punti di debolezza, sono però molto diversi:

1.metodo scientifico induttivo: osservazione, individuazione del problema o del quesito, ipotesi, previsione/i, misurazione-esperimento, risultati, analisi ed elaborazione dei risultati, teoria. Tale metodo è tipico (ma non esclusivo) del Riduzionismo.  

2.metodo scientifico deduttivo: nascita di un problema o di un quesito, ipotesi e/o teoria (di tipo razionale o di tipo intuitivo; con osservazione o senza), deduzioni logiche, previsione/i da verificare tramite osservazione-misurazione-sperimentazione. Tale metodo è tipico (ma non esclusivo) dell’Olismo.  

Pertanto, chi continua a parlare di “metodo” (al singolare) e sia nell’ambito delle scienze naturali che nell’ambito delle scienze sociali, o non conosce la Storia o fa finta di non conoscerla. Ed è giusto che la sua ignoranza o il suo imbroglio vengano denunciati (culturalmente, scientificamente, tecnicamente, professionalmente. Esercizio del diritto di cronaca e del diritto di critica. Uno degli scopi del mio Nuovo Libro). Se poi si tratta di imbroglio (e non di ignoranza), è giusto che la denuncia abbia seguito anche sul piano legale-giudiziario (uno degli scopi del Movimento nascente). 

Anche perché (e concludo) il dualismo metodologico è una fortuna, non è divisione ma ricchezza: l’avere due metodi nell’ambito delle Scienze (rispettivamente naturali e sociali, dunque 4 metodi in totale, 2 nelle une, 2 nelle altre) permette la scelta metodologica, l’alternativa metodologica cosa che potrebbe davvero tornare utile specialmente quando uno dei due metodi ha condotto l’individuo o la comunità in un vicolo cieco, ad arenarsi, a bloccarsi, a ritardare soluzioni, a peggiorare la situazione, ecc. La Storia delle Scienze insegna anche in tal senso. No?

Un carissimo saluto, veramente a Tutti!

Luca Fortunato (Matera) 

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