Post 323
Lessico tecnico – scientifico - 3: analisi e sintesi
proseguendo dai post
319 e 322 (vedi):
Una cosa è il significato comune del termine analisi : dal Vocabolario Treccani: 2. Nell’uso com.,
con sign. più generico, esame accurato, indagine, studio, altra cosa è il suo
significato proprio, scientifico, tecnico: sempre dal Vocabolario Treccani, [dal gr. ἀνάλυσις,
der. di ἀναλύω «scomporre, risolvere nei suoi
elementi»]. – 1. Scomposizione di
un tutto, concreto o astratto, nelle parti che lo costituiscono, soprattutto a
scopo di studio.
Il significato n. 1, quello scientifico e tecnico, ha
notevolissime implicazioni paradigmatiche, metodologiche, operative, procedurali,
professionali e lavorative. Basti pensare all’analisi del sangue, all’analisi
del terreno, all’analisi di una azienda, all’analisi di un fenomeno, ecc. Ma l’analisi così propriamente intesa
costituisce, come abbiamo già in parte visto nel precedente post 322, il grande
problema di approccio paradigmatico in seno alla Scienza, alla Tecnica e alle
Professioni dall’inizio del Novecento a tutt’oggi. O meglio: il problema è
stato risolto dalla Scienza moderna ed è stato risolto in senso negativo, come
abbiamo sempre e già visto nel post 322 – il citato del fisico Fritjof Capra
che riassume in pratica tutto il senso unitario della Scienza del XX secolo. Anche
se l’Establishment continua a fare orecchie da mercante. Ad ogni modo, la
conseguenza è che per studiare, indagare, conoscere e comprendere realmente un sistema complesso (il corpo umano,
l’albero, ecc.) occorre un altro modo di procedere, non-analitico. E lo abbiamo
visto nel corso di tutto il blog. Un modo che ha i suoi cardini
nell’intuizione, nella sintesi, nella deduzione, nell’euristica, nella
non-linearità.
Ma ora vorrei continuare per evidenziare al meglio un
particolare aspetto dell’intera problematica:
opposta all’analisi è la sintesi.
Ma anche qui occorre distinguere il significato comune del termine: dal
Vocabolario Treccani: 2. Nel linguaggio
com., l’operazione intellettuale con cui di una materia, di un’argomentazione,
di un insieme logico o anche di un complesso di fatti si raccolgono i concetti
o gli elementi essenziali; quindi, genericam., compendio, esposizione
riassuntiva), dal suo significato tecnico-scientifico:
sempre dal Vocabolario Treccani, [dal
lat. tardo synthĕsis,
gr. σύνϑεσις «composizione», der. di συντίϑημι «mettere insieme» (comp. di σύν «con, insieme» e τίϑημι
«porre»)]. – 1. In generale,
composizione, combinazione di parti o elementi che ha per scopo o per risultato
di formare un tutto (in contrapp. ad analisi). Con accezioni proprie nelle varie discipline
e tecniche.
Ebbene, la comprensione umana (come ci mostra e
dimostra tanto l’esperienza pratica quanto l’elaborazione filosofica) può
avvenire secondo due modalità: quella razionale e quella intuitiva. Secondo la
modalità razionale, abbiamo una prima fase che è l’analisi ed una seconda fase
che è la sintesi. Analisi e sintesi opposte ma complementari a definire un
unico, intero e completo ciclo conoscitivo. Mentre secondo l’altra modalità,
quella intuitiva, attraverso l’intuizione abbiamo una conoscenza immediata e
diretta che è una sintesi immediata e diretta (da Bertrand Russell: “[…] La caratteristica essenziale dell’intuizione è che essa non
divide il mondo in cose separate, come fa l’intelletto. E benché Bergson non
usi queste parole, potremmo definirla sintetica piuttosto che analitica. In
essa c’è una molteplicità […]” ).
E dall’intuizione, in un secondo momento, è possibile
dedurre. Dunque, in realtà, alla prima modalità razionale (analisi e sintesi)
manca l’intuizione mentre la seconda modalità intuitiva viene comunque e
successivamente completata con l’intervento della razionalità (deduzione,
logica deduttiva). La prima modalità (razionale o meglio esclusivamente
razionale composta di analisi e sintesi) è tipica del Riduzionismo mentre la
seconda modalità (intuizione e deduzione) è tipica dell’Olismo. Tutte le
scoperte scientifiche del XX secolo (da Albert Einstein a Wolfang Pauli, da Alexander
Fleming a Max Planck, ecc.) sono avvenute secondo la seconda modalità
(intuizione e deduzione). E già qui il lettore ha ben chiaro il guaio del
permanere del Riduzionismo da parte dell’Establishment, purtroppo, che contraddittoriamente
utilizza la tecnologia derivata dalle scoperte di Einstein, Planck, ecc. ma ne
rifiuta le implicazioni teoriche, paradigmatiche, metodologiche, professionali,
deontologiche, ecc. Bella roba! Ma andiamo avanti:
1. data l’esistenza di proprietà
emergenti nei sistemi complessi - che li rendono maggiori della somma delle
loro parti costitutive (Olismo) - la
sintesi successiva all’analisi (della prima modalità) non sarà mai all’altezza
della sintesi diretta cioè dell’intuizione (della seconda modalità). In altri
termini, la complessità in seno ad un sistema (sistema complesso) è tale che
l’analisi – per quanto approfondita e tecnologica possa essere - non ne troverà
mai l’interezza (strutturale e/o funzionale) e dunque la sintesi che da quella
analisi deriverà – per quanto accurata potrà essere - sarà sempre incompleta,
troppo incompleta. Mentre, invece, l’intuizione (che va sempre ed ovviamente
verificata sperimentalmente) riesce a trovare l’interezza di quella
complessità. E le deduzioni da essa possono avvenire (per via logica). In ogni
caso, (cioè intuizione giusta o intuizione sbagliata, alla luce di una
sperimentazione), l’analisi non è necessaria;
2. quando il Riduzionismo effettua il suo ciclo razionale
completo (analisi e sintesi) in fondo non è male anche se l’Olismo è comunque
migliore ed è da preferire specialmente quando ci sono in ballo salute,
sicurezza, legalità, ecc. Ma il guaio nel guaio è che la maggior parte dei
riduzionisti si ferma all’analisi! Senza nemmeno completare il (loro!) ciclo
conoscitivo con la sintesi (correlazioni e rapporti tra i dati analitici e tra
questi e il contesto situazionale). La maggior parte dei riduzionisti prende
decisioni in base alla sola analisi! Snaturando lo stesso Riduzionismo che -
già inferiore all’Olismo – peggiora ulteriormente divenendo solo ed
esclusivamente (e del tutto arbitrariamente) analitico! E così, troppi medici
prescrivono terapie sulla sola base di analisi (del sangue, delle urine, ecc.)
senza rapportare quei dati analitici tra di loro e tra loro e l’interezza del
paziente (storia medica e personale del paziente, stile di vita, luogo di vita
del paziente, psicologia e carattere del paziente, ecc.). E così la salute del
paziente non migliora realmente; stesso scenario per molti agronomi circa la
fertilità del terreno, la sicurezza del cibo, la stabilità dell’albero, la
salute dell’azienda agricola, il realismo delle stime, la dinamica delle
malattie vegetali, ecc.; per molti geologi circa il regime del fiume, la
stabilità del versante montuoso, ecc.; per molti economisti circa la stabilità
della filiera, il mercato giusto, ecc. Pagine e pagine analitiche, lunghi
elenchi di tanti e minuziosi dati, fatti, dettagli, ecc. ma senza alcuna sintesi
funzionale tra di essi e dunque con conseguenti “ricette”, proposte, “piani
d’azione” infondati o fondati su troppo poco (paradossalmente). L’inutilità che
la gente ama! Ma che, prima o poi, le si ritorce contro. Ma la gente, proprio
per questo, finalmente sta iniziando ad aprire gli occhi;
3. anche nell’Olismo a volte è presente l’analisi ma con un ruolo diverso, sempre
ben diverso, di quello che ha nel Riduzionismo. Nell’Olismo l’analisi non serve a conoscere come
invece serve nel Riduzionismo (nell’Olismo la conoscenza avviene, è già avvenuta,
tramite l’intuizione), serve invece a comunicare a terzi (a chi legge, a chi
ascolta, ecc.) ciò che è stato intuito, serve a mettere in linguaggio
comprensibile ai più ciò che è stato intuito, serve a mostrare e a dimostrare alla
mente analitico-razionale (dei più) ciò che è chiaro ed acquisito dalla mente
sintetico-intuitiva (dei pochi);
4. nelle buone Facoltà di Medicina (cosa confermatami da
diversi amici medici – olisti, naturalmente - alcuni anche di altissimo livello
nazionale ed internazionale) viene insegnato ai futuri medici, appunto, che la
clinica è superiore all’analisi e pertanto è la clinica, fermo restando l’analisi,
che deve orientare le scelte terapeutiche del medico e non il contrario. Cosa
vuol dire? Facciamo due esempi: se un
paziente ha valori analitici (del sangue, delle urine, ecc.) alterati ma egli sta
comunque bene, si sente bene, vive bene, non accusa sintomi e segni patologici,
è di questo che il medico deve tenere principalmente presente nelle prescrizioni
da fare al paziente (e non tanto dei dati analitici alterati sebbene essi siano
da tenere sotto controllo). Se, al contrario, un altro paziente ha valori
analitici (del sangue, delle urine, ecc.) normali ma egli si sente comunque male,
vive male, ecc. è di questo che il medico deve tenere principalmente presente
nelle prescrizioni da fare al paziente (e non tanto dei dati analitici normali).
Questo è Olismo, signore mie e signori miei, e trova il suo perché nel fatto
che il corpo umano, essendo un sistema complesso, è non-lineare nel suo comportamento
(salute, malattia, ecc.) e che il livello macroscopico è sempre più importante
del livello microscopico, che il quadro generale e d’insieme è sempre più determinante
ed influente degli aspetti settoriali e particolari. Questo buon orientamento
paradigmatico e metodologico in Medicina vale – deve valere - anche in
Biologia, in Agronomia, in Patologia vegetale, in Geologia, in Economia, in
Estimo, in Sociologia, in Psicologia, nel Diritto, ecc.
A presto, amici. Con il prosieguo della serie. E ad maiora!
Augurandoci che l’Olismo guadagni sempre più terreno, anche
denunciando in sede giudiziaria il Riduzionismo se necessario. Con tanto di
documentazioni e bibliografie e testimonianze reali, ecc. Senza paura. Il
vento, ora, è davvero cambiato. Ci è voluto quasi un secolo, purtroppo, perché
la mentalità analitico-razionale (riduzionistica) iniziasse ad indebolirsi tra
la gente e sempre tra la gente la mentalità sintetico-intuitiva (olistica)
iniziasse a rafforzarsi. Ma ora ci siamo. Siamo davvero al punto di svolta. E a
quella parte virtuosa di addetti ai lavori (ai Tecnici con la T maiuscola) il
dovere di sposare il Paradigma giusto. Perché la gente abbia una valida
compagnia con cui intraprendere e continuare il Viaggio verso il Futuro.
Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195