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Cambiamenti
climatici: la Storia potrebbe ripetersi.
I miei impegni (di lavoro e di
famiglia) sono aumentati. Per merito e per fortuna. Il mio tempo libero, di conseguenza,
è diminuito. Ma nei limiti del possibile, qualcosa in questo blog riuscirò
sempre a pubblicarla. State tranquilli, lettori miei! Ora, qui di seguito,
qualcosa che merita davvero di essere trattata da questo mio blog e dal mio
Olismo. Buona lettura, dunque. E come sempre ad maiora!, amici. Ad maiora! Luca
Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195
Sulle cause
del crollo improvviso e drammatico, nell’arco di pochi decenni, dell’Impero
Assiro in Mesopotamia, Siria, Palestina ed Egitto, circa 2700 anni fa, gli
storici si sono sempre divisi.
Tuttavia, un
recente studio pubblicato il 13/11/2019 sulla rivista Science Advances
dimostra come un ruolo determinate sia stato giocato dal cambiamento del clima
che si configurò soprattutto con prolungati e ripetuti periodi di siccità.
Essendo la
società assira una società agricola elementare, in particolare senza l’utilizzo
della tecnica dell’irrigazione, essa dipendeva quasi del tutto dalla
stagionalità, in particolare dalle precipitazioni stagionali.
E quindi alteratosi
il clima, divenuto particolarmente siccitoso, esso contribuì in maniera
determinante all’indebolimento dell’Impero Assiro nella sua componente
fondamentale (l’agricoltura) e quindi alla sua conseguente scomparsa. Infatti,
i vicini Babilonesi che avevano un’agricoltura più progredita, in particolare
con l’utilizzo della tecnica irrigua, ebbero una sorte diversa, almeno in
merito al cambiamento climatico di allora.
La
ricostruzione storico-climatica è stata possibile grazie al rinvenimento di
alcune stalagmiti nella grotta di Kuna Ba (a 300 Km a Sud-Est dell’attuale
Mosul, dove sorgeva Ninive):
crescendo,
le stalagmiti fossilizzano nella loro struttura calcarea i rapporti isotopici
di ossigeno ed uranio presenti nell’acqua percolante. La variazione del
rapporto degli isotopi dell'ossigeno è in correlazione all’intensità delle
piogge, mentre l’uranio decade secondo tempi calcolabili permettendo una certa
datazione.
Ad ogni
modo, da questo interessante studio si può trarre almeno una importantissima considerazione:
il fatto che
2700 anni fa, senza industrie, con un impatto minimo, anzi ultra-minimo,
dell’Uomo sull’Ambiente, ci sia stato un cambiamento climatico (uno dei tanti,
a quanto sembra, nel corso della Storia del Pianeta Terra), dimostra che i
cambiamenti climatici pre-industriali avevano cause solamente naturali.
Dunque
sbaglia quel Riduzionismo antropocentrico che considera i cambiamenti climatici
causati solamente dall’Uomo (industria, agricoltura, urbanizzazione,
popolazione, ecc.) e a cui l’Uomo stesso può porre rimedio (riduzione delle
emissioni, fonti energetiche alternative, sviluppo sostenibile, ecc).
Ma sbaglia
anche quel Riduzionismo naturalistico che considera anche Oggi, ancora Oggi, in
piena civiltà industriale, con un impatto estremo dell’Uomo sull’Ambiente, i
cambiamenti climatici causati solo da dinamiche naturali (….. come se ci
trovassimo ancora al Tempo degli Assiri!) e che l’Uomo deve ineluttabilmente
subire.
E quindi
l’Olismo, che invece sostiene la natura ibrida e complessa dei cambiamenti
climatici moderni cioè dovuti sia a dinamiche naturali sia ai fattori umani e
precisamente a fattori umani che hanno innescato una reazione naturale (vedi,
ad esempio, l’Ipotesi Gaia), ha ricevuto un ulteriore conforto in merito alla
sua validità. Ne discende la giusta sintesi: noi, Oggi, possiamo certamente
fare qualcosa e dobbiamo certamente fare qualcosa, ma secondo realismo non
secondo demagogia o stolto ottimismo. Considerate le enormi scale di grandezza
in gioco (va fermato o rallentato sensibilmente il cambiamento del clima del
Pianeta Terra …. e non in qualche punto del Pianeta Terra …..) e considerata
altresì la natura appunto ibrida e complessa dell’attuale cambiamento
climatico, solo intere Società ecologiste, le Nazioni e i Paesi ecologisti
nella loro interezza e totalità, possono davvero ed eventualmente fare
qualcosa. Come? Con politiche (nazionali coordinate a livello internazionale) di
un certo tipo, vale a dire riforme
rivoluzionarie (complete, intere, totali, profonde, radicali, severe, repentine,
veloci, sinergiche, contemporanee, simultanee) improntate alla Decrescita con il supporto della Scienza
moderna e olistica e delle Professioni Tecniche esercitate nell’Olismo moderno.
Ne saremo (tutti)
capaci?
La Storia,
intanto, e come sempre, ci avverte.
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