Post 325
Dai Territori (e dalla Società) arrivano le
conferme paradigmatiche.
N.B. in azzurro, aggiornamenti (il successo dell'articolo presso i lettori ha prodotto contributi che riporto volentieri e richieste di maggiore esplicitazione concettuale di alcuni argomenti molto sentiti e vissuti che soddisfo altrettanto volentieri)
Ultimamente, sto avendo significative conferme di 3 aspetti del
Riduzionismo che in particolare nell’ambito della Scienza e della Tecnica (ma
anche in altri ambiti della Società) creano problemi, spesso davvero grossi e
ancora più spesso irrisolvibili ma perché resi irrisolvibili quando invece con
un approccio diverso cioè olistico quindi con un fare all’interno dell’Olismo
avrebbero potuto essere risolti. Sto parlando 1. dell’uso dei valori medi, 2. dell’uso
dell’esperienza su cose nuove ed inedite, 3. della “legalità artigianale” di
chi non è persona di Legge. Vado a spiegarmi:
1. valori medi di produzione, valori medi di dose di prodotto
da utilizzare, valori medi di tempi di lavoro, ecc. I valori medi (aggiornati e
al passo con i tempi, ovviamente, se poi non sono nemmeno aggiornati e al passo
con i tempi, figuriamoci un po’ …..) sono senz’altro utili a patto, però, di
utilizzarli come base di partenza (orientativa). Considerati, essi vanno poi
adattati al caso specifico. In modo necessariamente euristico. Perché ogni caso
è un caso a sé. Occorre dunque andare dal generale (il valore medio) al
particolare (la singola produzione, la specifica azienda, il singolo terreno,
la particolare coltivazione, la singola patologia, il singolo bosco, lo
specifico fiume, ecc.). Ed in questo risiede il vero esercizio professionale.
Purtroppo, però, come dicevo, a fare bene sono, siamo, in pochi. Anzi in
pochissimi. La maggior parte degli addetti ai lavori si ferma al dato medio, al
valore medio, utilizzandolo tal quale, facendone oggetto di mera e banale
aritmetica (moltiplicazione di kilogrammi/ettaro per gli ettari in questione, moltiplicazione di giorni/ettaro
per gli ettari in questione, moltiplicazione di euro/ettaro per gli ettari in questione, ecc.), senza entrare nelle
peculiarità e specificità del caso (per esempio, in Agricoltura: ; tessitura, struttura, giacitura ed esposizione del terreno; età degli alberi; sesti di impianto; forma di allevamento; tecnologia utilizzata; regime integrato o biologico; andamento climatico tipico o atipico; ecc.). E i guai che costoro provocano sono tanti.
Davvero tanti. Ne sto sentendo davvero di tutti i colori. Più di quello che
potevo immaginare. Ultimamente, spostandomi e viaggiando molto per il mio
lavoro di agronomo (che ha visto e vede l’aggiungersi di nuovi e interessanti
ambiti), incontrando tante e nuove persone in zone territoriali diverse, anche
molto distanti tra di loro, ho avuto modo di acquisire un ventaglio di conoscenze
situazionali molto più ampio ma – ed è questa la cosa interessante – accomunate
da un unico filo conduttore. Per me, e per quelli come me, è ovviamente una
vittoria o meglio una conferma ulteriore di una vittoria già conseguita e da
tempo. E in diversi ambiti. Vittoria inevitabilmente accompagnata da invidie e da
gelosie, da pettegolezzi e dal parlar male, dall’inventarsi storie e dal
mettere in bocca o in penna cose in realtà mai dette o scritte, da tentativi di
bastoni tra le ruote, e via dicendo. Ma questo fa parte del gioco. Poco
importa. Invece, cosa seria, mi chiedo, in questo senso più da cittadino che da
addetto ai lavori: quando finirà la vigliaccheria del dato medio da parte di
molti? E inizierà, invece, il tempo del diffuso coraggio del dato medio euristicamente
adattato al caso specifico? l criteri statistici (i valori medi, appunto) sono
cosa ottima a patto però di farne un uso sensato. Vedremmo, così,
l’Agricoltura, l’Industria, il Commercio, l’Ambiente, la Salute, la Società,
ecc. svoltare per davvero, verso direzioni se non perfette quantomeno
notevolmente migliori, molto migliori. Me ne preoccupo anche come papà di una
bellissima bambina di soli 8 mesi che cresce e gioisce alla grande ma che va
verso un Mondo che sinceramente noi adulti dovremmo per davvero e tutti insieme,
nessuno escluso, provvedere a rivoluzionare, a cambiare, ognuno con il proprio
esempio e con il proprio lavoro, certo, ma secondo un criterio comune
(l’Olismo). Quanti riduzionisti vigliacchi, invece, ci sono! Ancora! La cosa inizia
a diventare un problema troppo serio per la Società e quindi da contrastare per
davvero. E gli scenari sono ovviamente collegati, strettamente collegati, alla
questione Paradigmatica (Olismo/Riduzionismo): un olista non si sognerebbe mai
di fermarsi al dato medio (per sua cultura adotta – tra le tante cose - il
metodo deduttivo, dal generale al particolare, appunto. Uno dei cardini
dell’Olismo), mentre il riduzionista è proprio quello che fa! (per sua
abitudine continua a semplificare ed ad alleggerire riducendo in questo caso la
specificità e la complessità di ogni singolo caso ad una mera media statistica
generalizzata!). E così, i conti economici e/o estimativi non tornano, le concimazioni
e/o somministrazioni d’altro tipo non funzionano come dovrebbero o non
funzionano affatto, ecc. ecc. Sta poi ai pochissimi virtuosi olisti come me
riportare le cose nella giusta dimensione paradigmatico-metodologica o condurle
per la prima volta nella giusta dimensione paradigmatico-metodologica (e i
conti tornano, e i prodotti funzionano, ecc. ecc.). Il che è ottimo. Si lavora
e si fa del bene. Ma, mi chiedo: quando, a livello di Società, a livello
collettivo, svolteremo tutti insieme?
2. se si ha esperienza su un qualcosa e la si utilizza su
cose simili, la cosa è sensata ed effettivamente può funzionare. Ma se si ha esperienza su un qualcosa e la si
utilizza su cose nuove, addirittura inedite ed uniche, la cosa è davvero
stupida! Ed infatti non funziona! Su cose nuove ed inedite è meglio essere
novizi che di carriera! L’esperienza non sempre è positiva. A volte, condiziona
troppo impedendo così di comprendere cose nuove secondo la loro specificità, la
loro peculiarità, la loro novità, appunto. Specialmente davanti a problemi nuovi vale ciò che diceva Albert Einstein e cioè che non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l'ha generato. Anche qui: chi lavora nell’Olismo è
“immune” dal commettere certe fesserie, chi invece lavora nel Riduzionismo ci
si va proprio ad infilare tutto intero in un tunnel del genere! E che è senza
uscita! Vallo a fa’ capì ….! A certi “automi”!
Ma tant’è. Eppur mi chiedo: quando, a livello di Società, a livello collettivo,
svolteremo tutti insieme?
3. “legalità artigianale”: è messa in atto da chi è persona
non di Legge, da chi non è laureato in Legge ma si avventura ugualmente su
leggi, decreti, norme, regolamenti, ecc. Commentando, interpretando, prendendo
posizione, giudicando (giusto/sbagliato; vero/falso; legittimo/illegittimo;
corretto/scorretto; ecc.). E spesso con piglio e atteggiamento abusivamente
“poliziesco”. Per quanto di Tecnica possa trattare una norma, lasciamo le norme
alle persone di Legge. A noi Tecnici spettano la fisica, la chimica, la
matematica, la biologia, l’agronomia, la patologia, la tecnologia, l’ecologia, l’economia,
l’estimo, i metodi, i paradigmi, le teorie scientifiche, le sperimentazioni, le
prove, ecc. Dobbiamo essere olisti nelle nostre cose. Olismo non vuol mica dire
“allargarsi” su cose che spettano ad altri! La differenza tra il seguire una norma (che un Tecnico può e
deve fare nello stretto ambito del suo incarico, ruolo e compito) e il giudicare (positivamente o
negativamente) persone o cose o situazioni o fatti in relazione ad una norma (che un Tecnico non può e non deve fare, specialmente
al di fuori e al di là dei suoi incarichi, ruoli e compiti, a meno che non sia stato
espressamente incaricato dall’Autorità Giudiziaria e relativamente ad argomenti
davvero molto ristretti e molto particolari), è spesso sottile, molto sottile.
Ma esiste. Sempre. Nell’ambito del mio lavoro (dottore agronomo), esercito
anche in ambito giudiziario e in modo ben ampio (ambito civile, ambito penale,
ambito amministrativo; come consulente tecnico d’ufficio e come consulente
tecnico di parte e in questo ultimo caso in diversi Fori del Sud Italia). Mi
confronto con tanti Tecnici ma anche con tante persone di Legge, insomma.
Dunque, vi assicuro che conosco ciò di cui parlo (a differenza di tanti
“avventurieri”, “artigiani” ed “abusivi” delle norme!). Credetemi: tra la
non-retroattività delle norme (salvo eccezioni particolarissime) e la vacatio legis (sostanziale), tra la
gerarchia delle fonti (la Nostra Costituzione, ad esempio, resta superiore, qui
da noi in Italia, rispetto ad una norma europea o internazionale) e i combinati
disposti (interazioni tra norme), tra de iure e de facto (norma de facto, ad esempio), ecc. occorre lasciare le norme, i decreti, ecc. a
chi è persona di Legge. Ne sto sentendo, invece, di tutti i colori sugli “artigiani”
(ed “abusivi”) delle norme (e che magari farebbero bene, invece, ad
approfondire e ad aggiornare le loro di cose! Senza andare nell’orto altrui!):
mettono nei guai un sacco di gente e spesso finiscono anche loro nei guai. Per
poi chiamare chi deve rimediare! A ognuno il suo, insomma. Ma anche qui mi
chiedo (più da cittadino, è chiaro): quando, a livello di Società, a livello
collettivo, svolteremo tutti insieme?
In conclusione, ho pensato questo: accetto di impegnarmi
anche diversamente (oltre la mia professione e i miei libri), per i prossimi e
futuri periodi, come molti in questi giorni e in queste ore mi stanno chiedendo
di fare. Do la mia disponibilità. Ringrazio e sarà fatto. Vedremo, poi, in che
modo, a che livello, in che ambito, in che momento. Ma lo farò. lo faremo.
Insieme. Certamente. Sto conoscendo tanti, ma davvero tanti, che hanno avuto o
che hanno enormi problemi causati da tanti, troppi, “addetti ai lavori” che
rispetto ai punti 1, 2 e 3 trattati in questo post si comportano secondo il
buio del Riduzionismo e non secondo la luce dell’Olismo. E se oltre ad essergli
d’aiuto come addetto ai lavori posso essergli d’aiuto anche in altro modo (come
“cittadino particolarmente impegnato”, diciamo così …..), perché no? Ne vedremo
delle belle, insomma. Come sempre. E come è giusto
che sia.
Ad maiora!
Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195
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