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Maltempo a Matera, in Basilicata, in Puglia
Scenari, quelli di oggi,
che purtroppo si sono riproposti. Scenari visti e rivisti : strade a mo’ di
torrente o di fiume; piazze a mo’ di lago o di mare; alberi spezzati o
interamente caduti; cartelloni, serre e tetti danneggiati; colture e campagne
disastrate; smottamenti; ecc. ecc. ecc. (… ma che cosa altro ci potevamo aspettare
dopo un Ottobre atipico nel senso di troppo caldo e di troppo siccitoso? L’intuizione
lo suggeriva certamente, le “analisi” bisogna vedere ….). Così come, purtroppo,
si sono registrate le solite banalità di commento, le solite lamentele, le
solite inconcludenze d’intento, i soliti errori (e tanto a livello teorico-valutativo
quanto a livello pratico-applicativo). Scenari di oggi che andranno a
riproporsi nel prossimo futuro, purtroppo, se non si cambierà modo (paradigma)
di intendere e di gestire i fenomeni di cambiamento climatico e conseguenti
effetti. Non si tratta di essere “gufi”, si tratta invece di essere realisti. Alcuni
mi hanno chiesto un commento. Lo faccio volentieri. O meglio, lo ri-faccio
volentieri (chi conosce il blog lo sa). Ma nel rifarlo, un elemento di novità
vi è comunque: alcuni passi di un recente libro che non solo dimostrano
(casomai ce ne fosse davvero il bisogno) la fondatezza di certe tesi (e mie
tesi) ma anche che chi non è
sintonizzato con certe cose è davvero ed ormai fuori dal mondo. Cerchiamo,
dunque, di andare in ambiti teorico-pratici più adeguati … Sperando in una
vera svolta. Che è sempre più urgente. Quanto a noi, alla prossima (si spera in
Dicembre … come da programma!). Ciao a Tutti. Luca Fortunato (Matera) WhatsApp
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Una cosa sono i sistemi
complicati (automobile, trattrice agricola, computer, Web, GPS, edificio,
aeroplano, altoforno, stazione spaziale, ecc.), altra cosa sono i sistemi complessi (albero, bosco,
coltivazione, corpo umano, cane, cavallo, sciame, mandria, batterio, colonia
batterica, bacino idrografico, terreno, suolo, azienda agricola, atmosfera, clima, territorio, città,
ecosistema, agroecosistema, ecosistema urbano, ecc.).
I primi (i sistemi complicati), per essere studiati e
gestiti, al netto dell’uso della Tecnologia anche la più avanzata che si possa
trovare, necessitano indifferentemente o di Riduzionismo (intelletto, analisi, dettagli,
meccanicismo, induzione, linearità, nesso di causa/effetto, algoritmica, ecc.)
o di Olismo (intuizione, sintesi, quadro d’insieme, organicismo, deduzione,
non-linearità, dinamiche emergenti, quid emergente, caso, euristica, ecc.).
I secondi, invece, (i sistemi complessi) necessitano di
Olismo, il Riduzionismo è inadeguato per essi.
E' chiaro, dunque dove è l’errore. No? Commesso, ancora
commesso, dai riduzionisti. Che costituiscono il 99% dell’Establishment
(politico, dirigenziale, accademico, scientifico, tecnico, professionale,
culturale, economico, ecc.). Purtroppo.
Non è che con gli olisti (e con il loro Cambio di Paradigma) si
risolverebbero tutti i problemi. La bacchetta magica non ce l’ha nessuno. Ma le
cose migliorerebbero certamente. E di tanto. Il popolo, la gente, deve
ribellarsi in tal senso. Pretendere che i riduzionisti si convertano all’Olismo
o restino a casa. E pretendere che agli olisti già esistenti e con una certa
esperienza di applicazione del paradigma olistico (come il sottoscritto) gli si
dia più spazio. Più spazio concordato. Certamente. Concordato quanto si voglia
(… per non “urtare” sensibilità personali …. Così dicono …. Mah …). Ma che ci
sia, sto benedetto spazio in più! No? Ma di questo, si vedrà. Per ora, leggete i
passi di testo qui di seguito riportati. Ed una mia chiosa finale. E avrete le
idee ancora più chiare:
[….] Le proprietà dei
sistemi complessi non sono direttamente deducibili o spiegabili sulla base
delle proprietà delle singole parti che li compongono. Questa caratteristica è
abitualmente definita emergenza. Si riferisce a modelli di comportamento nuovi
che si producono sulla base della quantità e della qualità delle relazioni o
interazioni fra le componenti (parti, entità o agenti che dir si voglia).
Inoltre, le componenti sono spesso assai numerose e diversificate. E, perché
“emergano” nuovi modelli di comportamento, la densità delle relazioni fra
componenti deve superare una certa soglia critica. [….] A differenza delle
proprietà di un sistema complesso, le proprietà di un sistema complicato sono
riconducibili, con maggiore o minore difficoltà, alla somma o combinazione
additiva delle proprietà delle singole parti. Le interazioni fra le componenti
dei sistemi complessi, invece, sono spesso “non lineari” [….] molte proprietà
esibite dei sistemi complessi non dipendono da leggi necessitanti ed
inflessibili, ma non sarebbero altro che “accidenti congelati” (frozen
accidents), acquisizioni storiche contingenti, conseguenti alla casualità di
singoli eventi. In definitiva, le proprietà dei sistemi complessi sono esiti di
un intreccio, spesso difficile da decifrare, di leggi e di storia, di principi
generali e di singolarità uniche e irripetibili. Questa caratteristica è
definita contingenza. [….]
Dal libro “Il tempo
della complessità”, autore Mauro Ceruti, editore Raffaello Cortina (2018)
Dunque, oltre ad alcuni aspetti prettamente scientifici e
tecnici (appena citati, anche in modo autorevole, e valevoli per lo specifico
tema odierno ma anche in generale) vi è un ulteriore scenario sempre
scientifico e tecnico ma anche di tipo culturale e oserei dire anche di tipo
psicologico che merita attenzione: la pianificazione
(e non solamente la regolamentazione), la strategia
(e non solamente la tattica), il medio
e il lungo periodo (e non solamente il breve periodo) e la prevenzione (e non solamente la gestione
– e la lamentazione - dei fatti accaduti) sono un qualcosa di assolutamente
naturale nell’Olismo e per gli olisti, mentre vanno a costituire uno “sforzo”
(quando e se attuato) nel Riduzionismo e per i riduzionisti (e per questo non
sempre dai risultati sperati. Anzi ….). Bisogna davvero ribellarsi contro il
Riduzionismo e contro le forme di pseudo-olismo (multidisciplinarità,
interdisciplinarità, 360°, ecc.) e pretendere l’Olismo (vero). Non c’è altra
strada. Spesso ci si preoccupa solo delle “carte” senza badare anche e
soprattutto al “gioco” da giocare (a buoni intenditori poche parole). Ed anche
i fatti di oggi (a Matera, a Policoro, a Santeramo in Colle, a Gioia del Colle,
ecc.) ce lo hanno ricordato con enorme e smisurata forza.