Post 315
La Scienza giusta (e la giusta Tecnica) – 2
…. proseguendo dal post 314 (vedi):
La presa di coscienza
sociale e culturale e la dimostrazione scientifica e tecnica che l’agricoltura
convenzionale svolta nel paradigma del Riduzionismo fosse un guaio erano già
ben mature negli anni 80, come dimostrano i passi di testo di seguito riportati.
Così come oggi ci è ben chiaro che i rimedi di “ammorbidimento” del
Riduzionismo quali la “sostenibilità”, lo “sviluppo sostenibile”, l’agricoltura
integrata, l’agricoltura biologica e l’agricoltura biodinamica (e che dunque
non costituiscono cambi di paradigma ma semplicemente posizioni più ecologiche
sempre all’interno dello stesso paradigma) non abbiano sortito gli effetti
generali, territoriali ed ecosistemici sperati. E che dunque, oggi, l’onestà
intellettuale, la serietà scientifica e la vera competenza tecnica non possano non
indicare la necessità di teorizzare e di sperimentare una nuova agricoltura
olistica (cambiando paradigma e con l’aiuto finanziario dello Istituzioni). Una
nuova agricoltura nel paradigma dell’Olismo, che ancora non esiste nei campi e
nelle aziende ma che è necessario esista, e che è necessariamente sintetizzata
(per logica deduttiva e come ho trattato nel mio Primo Libro – si veda per i
dettagli) in: 1. abolizione della monocoltura; 2. abolizione della
monosuccessione; 3. abolizione dell’uso
di sostanze chimiche di sintesi; 4. fertilizzare e concimare il terreno in modo
esclusivamente organico (ed in modo sintetico-globale e non analitico-parziale).
Ed il tutto tenendo presente che, vista l’esistenza dello speco alimentare in
alcuni Paesi, e visto i significativi cali demografici in corso un po’ il tutto
il Pianeta (altro che la popolazione mondiale cresce e crescerà …. e
proprio l’Italia è uno dei Paesi con un
calo demografico tra i più importanti –
dati ISTAT 2018), il problema della fame nel Mondo non è un problema
quantitativo-produttivo ma è un problema di tipo politico ed etico
primariamente, ed anche un problema logistico, organizzativo e strategico secondariamente:
si tratta, in sintesi, di attuare una distribuzione e una redistribuzione
egualitaria del cibo. Altro che chiacchiere (e “manifestazioni “…). La recente
storia dell’Agricoltura (gli ultimi 75-80 anni) ci dimostra che con il Riduzionismo
(agricoltura convenzionale) e con un suo successivo “ammorbidimento” (agricoltura
integrata, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica) i guai non solo non
sono finiti … ma sono addirittura aumentati! Oggi abbiamo grandi opportunità
dateci dalla tecnologia: GPS, droni, nanoparticelle, ecc. Se però i gioielli
tecnologici andranno a servire (ancora)
il Riduzionismo (“hard” o “soft” che sia), avremo certamente raggiunto il punto
di non ritorno. Se essi invece andranno a servire l’Olismo, forse un Futuro
sarà ancora possibile. E’ una questione di paradigmi, non di altro (si veda il
grafico in calce al presente post). L’ingegno e la competenza del chimico, del
fisico, del biologo, dell’agronomo, dell’ingegnere, ecc. vanno usati per teorizzare
e per
sperimentare nuovi fertilizzanti, nuovi concimi, nuovi schemi
policolturali, nuove consociazioni, nuove rotazioni e avvicendamenti, nuove
tecniche agronomiche, nuovi agrofarmaci, nuovi sistemi di cura, ecc.
compatibili con l’Olismo. La direzione è chiara. E da tempo, purtroppo. Si
recuperi il tempo perso! Ma ora, qui di seguito, leggiamo i passi di testo di
cui dicevo. Quanto a noi, alla prossima! Luca Fortunato (MATERA) WhatsApp
389.4238195
[….]
L’influenza dell’industria farmaceutica sulla pratica della
medicina ha un parallelo interessante nell’influenza dell’industria
petrochimica sull’agricoltura. Gli agricoltori, come i medici, si occupano di
organismi viventi che subiscono danni gravi dall’approccio meccanicistico e
riduzionistico della nostra scienza e della nostra tecnologia. Come l’organismo
umano, il suolo è un sistema vivente che, per essere sano, deve restare in uno
stato di equilibrio dinamico.
[….]
Gli effetti a lungo termine di una “chemioterapia” eccessiva
in agricoltura si sono dimostrati disastrosi per la salute del suolo e delle
persone, per i nostri rapporti sociali e per l’intero ecosistema del pianeta.
In conseguenza del fatto che un anno dopo l’altro si coltivano le stesse piante
usando fertilizzanti sintetici per restituire fecondità al terreno,
l’equilibrio del suolo viene sconvolto. La quantità di materia organica
diminuisce e con essa la capacità del suolo di conservare umidità. Il contenuto
di humus viene esaurito e la porosità del suolo si riduce. Questi mutamenti nella
struttura del suolo comportano una quantità di conseguenze interconnesse.
L’esaurimento della materia organica rende il suolo morto e arido; l’acqua
scorre attraverso di esso, ma senza intriderlo. Il suolo diventa duro,
compatto, costringendo gli agricoltori a usare macchine più potenti. D’altro
canto il suolo morto è maggiormente esposto all’erosione da parte del vento e
dell’acqua, che provocano danni sempre maggiori.
[….]
Lo squilibrio ecologico causato dalle monocolture e da un uso
eccessivo di fertilizzanti chimici ha come conseguenza inevitabile un aumento
enorme degli insetti e delle malattie delle piante, che gli agricoltori
combattono spargendo dosi sempre più massicce di antiparassitari, e combattendo
in questo modo gli effetti di un uso eccessivo di sostanze chimiche attraverso
il ricorso ad altre sostanze chimiche.
[….]
… soltanto una produzione accresciuta risolverà il problema
della fame nel mondo e solo un agribusiness
su vasta scala è in grado di produrre cibo. Questo argomento è ancora usato,
molto tempo dopo che ricerche dettagliate hanno chiarito che il problema della
fame nel mondo non è affatto un problema tecnico, bensì un problema sociale e
politico.
[….]
Quanto più studiamo i problemi sociali del nostro tempo,
tanto più ci rendiamo conto che la visione del mondo meccanicistica e il
sistema di valori ad essa associato hanno generato tecnologie, istituzioni e
stili di vita che sono profondamente malsani.
[….]
Dal libro: “Il punto di svolta” (1982) di Fritjof Capra
(fisico)
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