Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 7 novembre 2019

La Scienza giusta (e la giusta Tecnica) - 2


Post 315 

La Scienza giusta (e la giusta Tecnica) – 2 

…. proseguendo dal post 314 (vedi): 

La presa di coscienza sociale e culturale e la dimostrazione scientifica e tecnica che l’agricoltura convenzionale svolta nel paradigma del Riduzionismo fosse un guaio erano già ben mature negli anni 80, come dimostrano i passi di testo di seguito riportati. Così come oggi ci è ben chiaro che i rimedi di “ammorbidimento” del Riduzionismo quali la “sostenibilità”, lo “sviluppo sostenibile”, l’agricoltura integrata, l’agricoltura biologica e l’agricoltura biodinamica (e che dunque non costituiscono cambi di paradigma ma semplicemente posizioni più ecologiche sempre all’interno dello stesso paradigma) non abbiano sortito gli effetti generali, territoriali ed ecosistemici sperati. E che dunque, oggi, l’onestà intellettuale, la serietà scientifica e la vera competenza tecnica non possano non indicare la necessità di teorizzare e di sperimentare una nuova agricoltura olistica (cambiando paradigma e con l’aiuto finanziario dello Istituzioni). Una nuova agricoltura nel paradigma dell’Olismo, che ancora non esiste nei campi e nelle aziende ma che è necessario esista, e che è necessariamente sintetizzata (per logica deduttiva e come ho trattato nel mio Primo Libro – si veda per i dettagli) in: 1. abolizione della monocoltura; 2. abolizione della monosuccessione;  3. abolizione dell’uso di sostanze chimiche di sintesi; 4. fertilizzare e concimare il terreno in modo esclusivamente organico (ed in modo sintetico-globale e non analitico-parziale). Ed il tutto tenendo presente che, vista l’esistenza dello speco alimentare in alcuni Paesi, e visto i significativi cali demografici in corso un po’ il tutto il Pianeta (altro che la popolazione mondiale cresce e crescerà …. e proprio  l’Italia è uno dei Paesi con un calo demografico tra i più importanti  – dati ISTAT 2018), il problema della fame nel Mondo non è un problema quantitativo-produttivo ma è un problema di tipo politico ed etico primariamente, ed anche un problema logistico, organizzativo e strategico secondariamente: si tratta, in sintesi, di attuare una distribuzione e una redistribuzione egualitaria del cibo. Altro che chiacchiere (e “manifestazioni “…). La recente storia dell’Agricoltura (gli ultimi 75-80 anni) ci dimostra che con il Riduzionismo (agricoltura convenzionale) e con un suo successivo “ammorbidimento” (agricoltura integrata, agricoltura biologica, agricoltura biodinamica) i guai non solo non sono finiti … ma sono addirittura aumentati! Oggi abbiamo grandi opportunità dateci dalla tecnologia: GPS, droni, nanoparticelle, ecc. Se però i gioielli tecnologici  andranno a servire (ancora) il Riduzionismo (“hard” o “soft” che sia), avremo certamente raggiunto il punto di non ritorno. Se essi invece andranno a servire l’Olismo, forse un Futuro sarà ancora possibile. E’ una questione di paradigmi, non di altro (si veda il grafico in calce al presente post). L’ingegno e la competenza del chimico, del fisico, del biologo, dell’agronomo, dell’ingegnere, ecc. vanno usati per teorizzare e  per  sperimentare nuovi fertilizzanti, nuovi concimi, nuovi schemi policolturali, nuove consociazioni, nuove rotazioni e avvicendamenti, nuove tecniche agronomiche, nuovi agrofarmaci, nuovi sistemi di cura, ecc. compatibili con l’Olismo. La direzione è chiara. E da tempo, purtroppo. Si recuperi il tempo perso! Ma ora, qui di seguito, leggiamo i passi di testo di cui dicevo. Quanto a noi, alla prossima! Luca Fortunato (MATERA) WhatsApp 389.4238195

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L’influenza dell’industria farmaceutica sulla pratica della medicina ha un parallelo interessante nell’influenza dell’industria petrochimica sull’agricoltura. Gli agricoltori, come i medici, si occupano di organismi viventi che subiscono danni gravi dall’approccio meccanicistico e riduzionistico della nostra scienza e della nostra tecnologia. Come l’organismo umano, il suolo è un sistema vivente che, per essere sano, deve restare in uno stato di equilibrio dinamico.
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Gli effetti a lungo termine di una “chemioterapia” eccessiva in agricoltura si sono dimostrati disastrosi per la salute del suolo e delle persone, per i nostri rapporti sociali e per l’intero ecosistema del pianeta. In conseguenza del fatto che un anno dopo l’altro si coltivano le stesse piante usando fertilizzanti sintetici per restituire fecondità al terreno, l’equilibrio del suolo viene sconvolto. La quantità di materia organica diminuisce e con essa la capacità del suolo di conservare umidità. Il contenuto di humus viene esaurito e la porosità del suolo si riduce. Questi mutamenti nella struttura del suolo comportano una quantità di conseguenze interconnesse. L’esaurimento della materia organica rende il suolo morto e arido; l’acqua scorre attraverso di esso, ma senza intriderlo. Il suolo diventa duro, compatto, costringendo gli agricoltori a usare macchine più potenti. D’altro canto il suolo morto è maggiormente esposto all’erosione da parte del vento e dell’acqua, che provocano danni sempre maggiori.
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Lo squilibrio ecologico causato dalle monocolture e da un uso eccessivo di fertilizzanti chimici ha come conseguenza inevitabile un aumento enorme degli insetti e delle malattie delle piante, che gli agricoltori combattono spargendo dosi sempre più massicce di antiparassitari, e combattendo in questo modo gli effetti di un uso eccessivo di sostanze chimiche attraverso il ricorso ad altre sostanze chimiche.
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… soltanto una produzione accresciuta risolverà il problema della fame nel mondo e solo un agribusiness su vasta scala è in grado di produrre cibo. Questo argomento è ancora usato, molto tempo dopo che ricerche dettagliate hanno chiarito che il problema della fame nel mondo non è affatto un problema tecnico, bensì un problema sociale e politico.
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Quanto più studiamo i problemi sociali del nostro tempo, tanto più ci rendiamo conto che la visione del mondo meccanicistica e il sistema di valori ad essa associato hanno generato tecnologie, istituzioni e stili di vita che sono profondamente malsani.
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Dal libro: “Il punto di svolta” (1982) di Fritjof Capra (fisico) 


 

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