Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

sabato 23 novembre 2019

L'Economia: tra Riduzionismo e Olismo (... da troppo tempo!)


Post 321 

L'Economia: tra Riduzionismo e Olismo (… da troppo tempo!)

Con questo post (dedicato ad un tema attualissimo e ricorrente) si conclude l’anno del blog. Ad anno nuovo, già da Gennaio, il blog riprenderà la pubblicazione. Il 2020 sarà dedicato alla nuova serie di post “Lessico tecnico-scientifico” (vedi post n. 319) e alle recensioni dei miei nuovi libri che inizieranno a materializzarsi (vedi post n. 308). Ne vedremo delle belle! Ve lo assicuro. Ciao a Tutti. E come sempre, ad maiora, amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195 

Già negli anni ’70 - ’80 è stato chiaro, e scientificamente appurato, come l’Economia svolta ancora nel paradigma del Riduzionismo fosse ormai divenuta inadeguata nel mondo complesso che andava sempre più formandosi. L’Economia continuava a ridurre la dimensione economica (sia micro che macro) ad un unico parametro cioè il denaro, nonostante la complessità (delle varie società e del mondo intero) andava sempre più aumentando. L’Establishment è stato sordo e cieco di fronte a quanti andavano criticando la dimensione puramente monetaria dell’Economia che risultava gravemente priva di concetti e parametri di tipo energetico, ecologico, sociale e antropologico-culturale e che non si potevano più ignorare. Ma non semplicemente accostandoli ed aggregandoli ai modelli economici (“multidisciplinarità”, “interdisciplinarità”, “360°”, “sostenibilità”, “sviluppo sostenibile”, ecc.) ma proprio da includere e da portare a sintesi nei modelli economici (creare nuove dimensioni concettuali economiche di tipo olistico – vedi ad esempio l’opera di Georgescu-Roegen - e relative e deduttive conseguenze – vedi ad esempio la Decrescita). Cosa ben diversa. Continuando invece nel Riduzionismo “contabile”, il tecnico (in questo caso, l’economista) continuava erroneamente a percepire quel fosse e quale dovesse essere la sua “professione tecnica” considerando l’Ecologia, la Fisica, la Sociologia e l’Antropologia altre questioni. Così, l’Establishment (di allora ma rimasto tal quale da allora!) ha notevolmente contribuito, in questo caso in merito agli aspetti economici, a consegnarci l’attuale Società che è divenuta sempre più complessa (e questo era inevitabile, destino naturale dell’Umanità nel Tempo) ma anche sempre più inguaiata (e questo era evitabile, cambiando paradigma cioè entrando nell’Olismo). Oggi sembra che la storica lezione (cioè la necessità dell’Olismo o meglio la necessità di riscoprire l’Olismo - che è antichissimo – e di rilanciarlo ed applicarlo in chiave moderna sui problemi della modernità) sia stata recepita da pochissimi e virtuosi economisti contro la stragrande maggioranza dei propri colleghi (gli economisti riduzionisti). Il che vuol dire che la sfida è durissima ma che è anche possibile farla, lanciarla per davvero. E vincerla. Vincerla per davvero. Come, del resto, è nella Biologia, nella Medicina, nell’Agronomia, nella Geologia, nel Diritto, ecc. La questione paradigmatica (Olismo/Riduzionismo) riguarda l’intera Società, ogni suo settore, ogni professione.  Ma per restare al tema odierno (l’Economia e i Paradigmi e a tal proposito ricordo, in particolare, il post n. 302 che suggerisco di ricercare e di rileggere), riporto qui di seguito dei passi di testo davvero illuminati ed illuminanti:  

[….] E’ probabile che l’economia rimanga una disciplina appropriata ai fini di calcoli e di varie analisi di microaree, ma i suoi metodi non sono più adeguati per l’esame di processi macroeconomici. […] I fenomeni macroeconomici dovranno essere studiati all’interno di uno schema concettuale fondato sull’approccio sistemico e usando un nuovo insieme di concetti e di variabili. Uno degli errori principali in tutte le scuole attuali di pensiero economico è l’insistenza a usare il denaro come unica variabile per misurare l’efficienza di processi di produzione e di distribuzione. Usando esclusivamente questo criterio, gli economisti trascurano il fatto importante che la maggior parte delle attività economiche del mondo consistono in una produzione informale fondata sul valore d’uso, su sistemi di baratto e su intese reciproche di partecipazione in beni e servizi, tutte cose che si verificano al di fuori delle economie monetarie. [….] Mentre nell’attuale sistema bancario e finanziario mondiale le unità monetarie possono essere deformate quasi ad arbitrio dal potere di grandi istituzioni, l’uso sempre più generalizzato di carte di credito, di sistemi elettronici di attività bancaria e di trasferimento fondi, e altri strumenti della moderna tecnologia dei computer e delle telecomunicazioni hanno aggiunto strati successivi di complessità che rendono quasi impossibile usare il denaro come sistema esatto per misurare le transazioni economiche nel mondo reale. [….] Nella nuova cornice concettuale una fra le variabili più importanti per misurare le attività economiche sarà l’energia, così essenziale per tutti i processi industriali. [….] La misurazione dell’efficienza dei processi di produzione in termini di energia netta, che è oggi ampiamente accettata, suggerisce come altra variabile importate per l’analisi dei fenomeni economici l’entropia, una quantità connessa alla dissipazione di energia. Il concetto di entropia fu introdotto nella teoria economica da Nicholas Georgescu-Roegen, la cui opera è stata descritta coma la prima riformulazione generale dell’economia dopo Marx e Keynes. [….] Come i concetti di efficienza e di PNL, anche quelli di produttività e di profitto dovranno essere definiti all’interno di un ampio contesto ecologico e dovranno essere connessi alle due variabili basilari dell’energia e dell’entropia. [….] 

Dal libro “Il punto di svolta” (1982) di Fritjof Capra (fisico).


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