Post 409
Xylella,
Covid, dissesto idrogeologico, schianti arborei, ecc.: tra errori culturali e
Giustizia.
( N.B. per sopraggiunto
impegno, pubblico in anticipo il post che avrei dovuto pubblicare lunedì.
Pertanto, la nuova serie di post "Generàlia" proseguirà la settimana del 5
dicembre )
Ed
ecco la solita tipologia di notizie (che la “libera”, “pluralistica” e “obiettiva”
stampa italiana, come sempre, ci dà con tempistiche atomiche! e grandi
profondità di pensiero cultural-scientifico …):
-ad
Ischia, dissesto idrogeologico, frane, ecc. (capirai! E dispiace per le vittime);
-in
Puglia, “nuova” zona infetta per Xylella-CoDiRO (capirai. Per giunta, che è
inutile dal punto di vista tecnico-scientifico, come spiego nel mio ultimo
libro. Per giunta, che la nuova denominazione “Valle d’Itria” relativamente ai
luoghi interessati e alla Storia e alla Geografia - almeno finora conosciute - sembra essere una “fantasia burocratica”. Per
giunta, che essa derivi - come le altre ed inutili zone infette - dal solito
lavoro di consulenze esterne – monitoraggio
ARIF – che la Corte dei Conti ha giudicato, pochi giorni fa, come irregolari);
-nuovo
aumento dei casi Covid (ma va … ma davvero ….Ma non era finita?);
-a
Roma, a Monselice (PD), ecc. schianti arborei (capirai. E con tragedie sfiorate
per un pelo, per fortuna);
ecc.
Dunque,
fenomeni, questioni, tematiche, problematiche, cronache, ecc. di tipo
scientifico e tecnico che hanno risentito, e che stanno ancora risentendo,
spesso, troppo spesso, di tanti errori (non si fa; quando si fa si fa nel
Riduzionismo; ecc.). Ma non si tratta “solo” di questo. Tutti questi
diversificati scenari hanno anche un altro tratto in comune, vale a dire la
presenza di errori di tipo culturale e di base che complicano non poco le cose.
In questo post, uno schematico, sintetico ma molto significativo “elenco” di
questi errori culturali e di base in seno alla Scienza, certamente non esaustivo (… la questione è sconfinata,
purtroppo!) ma idoneo a rendere bene l’idea. Con spirito critico ma
assolutamente costruttivo. Per migliorarci. Tutti. Anche perché, fino a quando
sono per davvero errori di tipo culturale e di base, si tratta di cose
certamente brutte e negative e a cui comunque bisogna porre rimedio, se non altro
perché essi conducono poi a danni veri, reali (N.B. l’Olismo aiuta a non
compiere tali errori, il Riduzionismo facilita il compimento di tali errori).
Ma
purtroppo essi, a volte, sono recitati, messi in scena appositamente,
utilizzati per confondere, manipolare e influenzare la pubblica opinione,
portare acqua al proprio mulino in modo scorretto, ecc. (in questi casi,
ovviamente, questi “errori” possono essere oggetto del lavoro della
Magistratura. E così già è, in parte. E lo sarà sempre di più, in modo sempre
più completo).
Buona
lettura e soprattutto buona riflessione. Quanto a noi, alla prossima. E ad
maiora! Luca Fortunato, cittadino olistico (Matera).
1 - identificare la
Scienza con le Istituzioni scientifiche: non sono per forza e
automaticamente la stessa cosa. In altri termini, non è che se un lavoro viene
svolto al di là e al di fuori delle Istituzioni scientifiche, esso non è
scientifico! Così come non è detto che un lavoro solo perché svolto in una
Istituzione scientifica, sia scientifico! La questione oltre che essere logica
è sancita dalla Nostra Costituzione all’art. 33 e le autorevoli interpretazioni
di esso (di giuristi, avvocati, ecc.) determinano il quadro che segue: la libertà di fare scienza è di tutti i
cittadini; non esiste una scienza ufficiale; non esistono fonti scientifiche ufficiali,
ecc. Ma anche la Storia ci viene in aiuto: le istituzioni scientifiche,
infatti, sono nate, sono state create, esistono, per iniziativa individuale o
per iniziativa politica (dunque e in ogni caso per libera scelta – poi
ovviamente normata, legiferata, burocratizzata, ecc. – ma mai e poi mai esistono
per una oggettiva necessità di “ufficializzare” gnoseologia, epistemologia, metodologia,
gestione, ecc. in merito alla conoscenza scientifica e al suo avanzare;
2 - identificare il
prestigio scientifico con le riviste scientifiche:
non sono per forza e automaticamente la stessa cosa. Basti pensare che il diritto d’autore nasce per tutte le opere
letterarie, drammatiche, scientifiche, didattiche, ecc. e qualunque ne sia il modo o
la forma di espressione: scritta o orale (legge 22 aprile 1941, n. 633). Giustamente
la legge riconosce e tutela l’opera
dell’ingegno (scientifico, artistico, ecc.) in quanto esistente e in
quanto tale, indipendentemente dalla
fonte di pubblicazione, divulgazione, ecc. Anche perché in tutto il mondo,
oramai, e da diversi anni, come è ampiamente noto, la prassi della revisione
paritaria (peer review) è
messa sotto critica, sotto accusa (anche da parte di premi Nobel, pensate, come
ad esempio Randy Schekman). Le vengono contestate tante cose
alla “peer review”: prevalenza del formalismo sui contenuti; conservatorismo:
si tendono ad escludere lavori che possano mettere o di fatto già mettono in
discussione interessi consolidati, posizione consolidate, poteri vari, a
discapito ovviamente della verità scientifica, del progresso delle conoscenze,
ecc.; favorisce le gerarchie e i collettivi accademici, istituzionali, editoriali,
mediatici, ecc. a discapito ovviamente degli esterni, dei singoli, ecc. e che
magari hanno più talento, più capacità, ecc.;
3 - identificare la
scienza con i ricercatori (istituzionali). A tal proposito
basta ricordare autorevoli interpretazioni dell’art. 33 della Costituzione come
la seguente: “la libertà di fare scienza
è di tutti, con la esclusione di ogni aprioristica ed esclusiva incorporazione
in categorie privilegiate” - fonte: Treccani, in Diritto costituzionale, la
ricerca scientifica – Diritto on line – 2019). Il “dottorato di ricerca”, ad
esempio, è necessario se si vuol fare la carriera accademica ma non è necessario
per fare ricerca! Che è una libera e creativa attività della mente umana e di
ogni cittadino (e che come tale rimane almeno fino a quando ci saranno saggezze
come quelle dell’art. 33 della Nostra Costituzione! E che prescrive l’Esame di
Stato – per fare il medico, l’ingegnere, l’agronomo, il geologo, ecc. – …. ma non
prescrive altro!);
4 - utilizzare il principio
di autorità. Nella Scienza non vale. Vale
nell’Esercito, nella Chiesa, nella Burocrazia, ecc. ma non nella Scienza
(conseguenza logica dell’art. 33 della Costituzione, a parte l’aspetto
storico-culturale in seno alla Scienza che ha sempre visto la lotta di donne e
uomini contro l’ipse dixit;
5 - utilizzare il
principio di maggioranza. Nella Scienza non vale. Vale in
Politica, nelle assemblee condominiali, ecc. Ma non nella Scienza. Le verità
scientifiche non si decidono a maggioranza! Ciò che viene sostenuto da un singolo
individuo vale tanto quanto ciò che viene sostenuto da più individui. Se poi
quanto sostenuto dal singolo viene dimostrato, comprovato, ecc. e per giunta
contro quanto sostenuto dai più, è la verità scientifica del singolo che va
considerata (grandissimi esempi storici sono stati Galileo Galilei e Albert Einstein);
6 - enfatizzare il
carattere internazionale
dei lavori, delle scoperte, delle sperimentazioni, dei ricercatori, delle
pubblicazioni, ecc. C’è da ricordare – come insegnano gli addetti ai lavori –
che in uno Stato vale una legge, una norma, un regolamento, una tecnica, ecc.
di carattere internazionale, sovranazionale, comunitario, ecc. sempre e solo se
non in contrasto, non in conflitto, con la Costituzione
dello Stato. Altrimenti, o si cambia la Costituzione o buonanotte al carattere
“internazionale”. E qui in Italia abbiamo appunto l’art. 33. Pertanto, se un
lavoro internazionale viene presentato e/o considerato internazionale come puro
dato di fatto, bene. Altrimenti, se viene presentato e/o considerato perché
internazionale (come se valesse di più perché internazionale, come se fosse
degno perché internazionale, ecc.) ciò, in Italia, non è possibile;
7 - se funziona è
scientifico. La cosa non è scontata. Una tecnica,
una tecnologia, un prodotto, un composto, una sostanza, un protocollo, ecc.
possono anche funzionare, produrre fatti positivi, ecc. ma non per questo sono
scientifici. Possono essere benissimo delle tecniche, o dei prodotti, o dei
protocolli, ecc. funzionanti ma empirici (non scientifici). Come per esempio
tutto ciò che inventarono gli Antichi Egizi, gli Antichi Romani, gli Antichi
Greci, ecc. Dov’è dunque il discriminante tra cose funzionanti empiriche e cose
funzionanti scientifiche? A parità di fatti positivi, il discriminante risiede
nella teoria. Senza una teoria
scientifica di spiegazione dei fatti (pur positivi), si è solo nell’Empirismo
(non si è nella Scienza). Con una teoria scientifica di spiegazione dei fatti,
invece, si è nella Scienza (o si entra nella Scienza). Ma allora il cittadino
(paziente, imprenditore, commerciante, agricoltore, ecc.) potrebbe chiedersi?
Ma se la cosa funziona che mi interessa a me sa sia “empirica” o “scientifica”?
In realtà, vi è una enorme differenza: solo nella Scienza (e non anche
nell’Empirismo) si ha la garanzia di trovarsi di fronte ad un vero e sano funzionamento
(con anche tutti i suoi limiti, oggettivi) ma vero e sano funzionamento (e non
solo apparente - pensiamo all’effetto
placebo, per esempio - e/o non solo apparentemente sano – pensiamo al
doping, per esempio, pensiamo all’accanimento terapeutico, altro esempio, ecc.).
Certo, poi ognuno è libero di affidarsi o alla Scienza o all’Empirismo (ognuno
si assume le proprie responsabilità). Ma nessuno è libero di presentare come
“scientifiche” cose che in realtà sono solo empiriche (fossero anche
funzionanti e/o elaborate e presentate in “veste scientifica”): e non perché i
fatti non siano veri e/o non siano positivi ma perché lo status del tutto non è
scientifico in quanto privo di teoria. È diverso);
8 – basta la
spiegazione dei fatti. Non è così, non è sufficiente. Una teoria
scientifica è una spiegazione dei fatti ma è una spiegazione dei fatti molto
particolare, che deve avere determinate caratteristiche (storicamente
determinatesi e conservatesi perché funzionanti e risolutive). Sintetizzando da
diverse e autorevoli fonti (Treccani, Garzanti, testi di Albert Einstein,
Popper, ecc.) possiamo definire teoria
scientifica come un insieme
complesso, coordinato, unitario e organico di varie ipotesi (di origine
intuitiva o logica o ibrida), insieme che spiega diversi aspetti, dati, fatti,
dinamiche, ecc. di un determinato fenomeno (o addirittura l’intero fenomeno), che
ha parametri misurabili, che permette di fare previsioni (logico-deduttive),
che sia sperimentabile e verificabile, che abbia la possibilità di essere
tradotto in un modello matematico o che sia già tradotto.
9 – se non è nei
canali ufficiali e/o secondo modalità standard, ecc. non sono tenuto a
conoscere, a considerare, a studiare, ad approfondire, ecc. quel lavoro, quel
libro, quella teoria, quella scoperta, quella tecnologia, quell’autore, ecc. Qui
l’errore è tanto semplice da capire e trovare, quanto grave - sul piano civile
e penale - per chi lo dovesse effettivamente compiere (specialmente per i soggetti
pubblici). Come mi hanno insegnato amici di Legge (avvocati, giuristi, ecc.). Semplice
da capire e trovare: non esistendo una scienza ufficiale, esistendo sempre il
diritto d’autore e con qualunque mezzo, ecc. ecc. – come abbiamo visto nei punti precedenti –
va da sé che non esistano “canali ufficiali”. Grave (sul piano civile e
penale): colpa, colpa generica, colpa
specifica, colpa grave? Non vi dicono niente queste espressioni? Non dolo, ma
colpa. Si è puniti lo stesso. E in questioni tecnico-scientifiche più che in
altre - dove infatti è più evidente il
discrimine tra il potere/non potere salvare vite (umane, animali, vegetali);
tra il potere/non potere limitare i danni (ambientali, territoriali, urbani,
agricoli, ecc.); e così via, tutto il discorso assume un carattere più
forte;
10 – la critica come
attacco personale. La Scienza non è mai un fatto personale nel senso che se
la persona X attraverso la sua teoria Y critica, confuta, supera, ecc. la
teoria Z della persona W, vuol dire che X ha esercitato solamente il legittimo diritto di critica su Z e non su W! (sebbene
compaia il nome di W). La cosa è talmente logica e trasparente che chi se la
prende o se la prendesse sul personale non solo non sa più cosa sia la Scienza
e come essa debba progredire, ma ha certamente seri problemi psicologici (da
far curare. Si può guarire da debolezze caratteriali del genere. La scienza Psicologia
moderna ci riesce);
(….
l’elenco ovviamente potrebbe continuare. I punti sono davvero tanti. Ma ho reso
l’idea. Del resto, i punti esposti sono più che sufficienti – come assicurato
dagli esperti - per portare anche un po’di Giustizia in tante e delicate
vicende - Covid, Xylella, dissesto idrogeologico, schianti arborei, ecc. – che
purtroppo necessitano di azioni mirate anche in sede giudiziaria. Infatti e
purtroppo, ci sono persone (a vario titolo) e associazioni (di varia tipologia)
che fanno lo sporco gioco di compiere apposta quegli elencati errori, cercando
di confondere e di manipolare la pubblica opinione. Bisogna smascherarli e
farli punire. Lo si deve a tanti che hanno subito perdite e/o danni evitabili.
O che potrebbero subirli. Perché hanno seguito o potrebbero seguire vie
“ufficiali”, “maggioritarie”, “collettive”, “ben volute”, “accreditate”, “sponsorizzate”,
“patrocinate”, “istituzionali”, “internazionali”, “premiate”, ecc. ma che per
tutto ciò non è detto, non è scontato, non è automatico, che siano scientifiche
(come abbiamo visto nel corso di tutto il presente post). Anzi, in alcuni casi
si hanno le prove, si hanno già le prove, che non siano scientifiche e/o che
siano superate da altre esistenze scientifiche (per giunta, in alcuni casi, ritenute
“non-scientifiche”, “anti-scientifiche”, “pseudo-scientifiche”, ecc. – e qui ci sono gli estremi pure per le
querele - e che invece scientifiche lo
sono, eccome).
Dunque:
attenzione gente! Attenzione! …. Non fatevi confondere, ingannare, non fatevi
manipolare, andate a fondo nelle cose, informatevi ascoltando tutte le campane,
usate la testa oltre le apparenze, verificate, chiedete, non abbiate paura del
Potere ma sfidatelo …. La Giustizia prima o poi punisce gli imbroglioni, i manipolatori,
ecc. specialmente quando a essere spesi sono soldi pubblici, specialmente
quando si danneggia l’ambiente (bene pubblico e collettivo), ecc. Però prima
che arrivi la Giustizia - che ha i suoi tempi – fate attenzione.
Io,onorato
e orgoglioso di contribuire – per quel che posso: con questo mio blog, con i
miei libri, con il mio lavoro, ecc. – a farvi fare attenzione).