Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 31 ottobre 2017

Matera (la Capitale) bocciata in Ecologia



Post 193 

Matera (la Capitale) bocciata in Ecologia

Lo avete letto in questi giorni: in Italia, in tema di ecosistema urbano, Matera è all’85° posto (Potenza addirittura al 92°posto). Dunque, Come Volevasi Dimostrare. Prendete, infatti, tutti i miei post in tema di Ecologia, Rifiuti, Verde urbano, Matera, Basilicata, Cultura ecc. ed è, appunto, un Come Volevasi Dimostrare. Che certamente non mi rende felice come cittadino materano (e lucano) ma che, allo stesso tempo, mi rende ancor più motivato a continuare sulla strada, da tempi insospettabili, intrapresa. Essa è oggettivamente valida (i fatti, appunto, lo dimostrano). I riduzionisti possono e potranno parlare quanto vogliono e possono e potranno fare quanto vogliono. La realtà gli dà e gli darà torto. Per gli pseudo-olisti, magari dell’ultima ora, vale lo stesso. Quanto, invece, ai pochi e veri olisti, come me, non si tratta di persone guastafeste ma semplicemente di gente realista. Che critica a ragion veduta e propone a ragion veduta. Fuori dal coro o fuori dal gregge. Fate voi. Del resto, se non proponi ti accusano di saper solo criticare. Quando proponi ti dicono che lo hai fatto da solo. Insomma, scuse. Scuse tanto ignorati (la Storia e le diverse storie mostrano che il vero cambiamento è avvenuto quasi sempre ad opera di una singola persona che poi altre persone hanno aiutato, valorizzato ecc.) quanto vili (la Storia e le diverse storie mostrano che il vero cambiamento è avvenuto quasi sempre muovendo da forti critiche e da aspre dialettiche). Ad ogni modo, alla luce di quest’ultimo e triste “risultato” italiano in tema di ecologia urbana in senso ampio, è del tutto evidente che Matera, in particolare, non ha meritato e non merita la designazione a Capitale Europea della Cultura. Non puoi fare eventi culturali – fossero anche di gran qualità – e con tutti i correlati – fossero anche positivi - in un contesto generale di Città ecologicamente bocciata! Non dico al 1° posto della classifica ecologica, ma almeno tra le prime 10 città italiane credo sia il minimo affinché un titolo culturale europeo possa risultare credibile, meritato, utile per davvero. Ma visto che Matera Capitale lo sarà lo stesso, oggi la domanda è la seguente: a soli 15 mesi dal 2019, Matera sarà in grado di far qualcosa perché quell’immeritato titolo potrà, alla fin fine, risultare il meno immeritato possibile? Risposta: nel Riduzionismo (politico, amministrativo, economico, occupazionale, sociale, culturale, tecnico) certamente NO, nell’Olismo (politico, amministrativo, economico, occupazionale, sociale, culturale, tecnico) probabilmente SI. La Città è un tutt’uno, un intero, un organismo unico, un sistema integrato. Un’entità olistica. Le sue strutture e le sue dinamiche sono inscindibili, inseparabili. Sono integrate e si influenzano a vicenda tanto positivamente quanto negativamente. Sono separabili (sia in senso teorico sia in senso pratico) solo in modo arbitrario e artificioso. Pertanto esse vanno programmante, realizzate, gestite, mantenute, curate, e valorizzate in modo intero, contemporaneo, simultaneo, sintetico, intuitivo, euristico, organico, integrato, sinergico, dal generale al particolare per via deduttiva ecc. (Olismo); e non a settori, a pezzi, a zone, a quartieri, a priorità, a tappe, in tempi diversi, in modo analitico, algoritmico, dal particolare al generale in via induttiva ecc. (Riduzionismo). Non so se le città italiane collocate nelle prime e virtuose posizioni siano olistiche o siano riduzionistiche. Probabilmente, trovandoci nel Bel Paese, sono riduzionistiche e il loro successo si spiega con altri meriti o fortune (storiche, geografiche, civiche, congiunturali  ecc.). Ma Matera necessita, da sempre, di un balzo, di uno scatto, di un colpo di reni, che solo l’Olismo può garantire. Da sempre. Per le altre città, l’Olismo è un’opportunità, per Matera è una necessità oggettiva. Ma ora, a soli 15 mesi dall’essere Capitale europea della Cultura, l’Olismo è divenuto anche una questione di dignità. Almeno io credo. W Matera. 
Ciao a tutti. Buon Halloween e …. ad maiora! Luca Fortunato

Chicche olistiche



Post  192

Chicche olistiche 

Un lettore del mio blog mi ha ricordato delle chicche culturali in cui effettivamente vi è l’Olismo. Anzi, vi è con un significato talmente importante e luminoso che non potevo non condividerlo con tutti voi lettori. Con una mia considerazione finale. Buon spunto di riflessione, dunque. E come sempre, ad maiora! Luca Fortunato

Gli stoici consideravano la Filosofia suddivisa in tre parti: Logica, Fisica ed Etica. Le tre parti, in rapporto di interdipendenza, si integravano nella formazione di un Tutto complesso, organico e olistico, dunque di un Sistema propriamente inteso. Gli stoici, infatti, paragonavano la Filosofia ad un orto o ad un uovo. Nell’immagine dell’orto, le mura di cinta o un’alta siepe corrispondevano alla Logica; il terreno, le piante, e loro coltivazione, corrispondevano alla Fisica; i frutti delle piante, e loro raccolta, corrispondevano all’Etica. Nell’immagine dell’uovo, invece, il guscio corrispondeva alla Logica, l’albume alla Fisica, il tuorlo all’Etica. In ogni caso, si deducevano due aspetti essenziali (per non sbagliare, essenzialmente): uno metodologico, l’altro di scopo. Sul piano metodologico, essendo la Logica di natura strutturale (mura di cinta-siepe o guscio), la Filosofia doveva prendere le mosse dalla Logica. La Logica (strutturale e protettiva) doveva precedere tanto la Fisica (il terreno, le piante e loro coltivazione o albume) quanto l’Etica (i frutti e loro raccolta o pulcino). Sul piano dello scopo, invece, lo scopo stesso andava a coincidere con l’Etica, corrispondendo essa ai frutti e loro raccolta o al pulcino (motivo per cui, infatti, si tira su, si coltiva, un orto o si cova un uovo). La Logica e la Fisica, in definitiva, come un insieme di preludio all’Etica.

Considerazione: venendo ai nostri giorni, ad Oggi, c’è qualcosa di utile che possiamo ricavare dalla visione stoica della Filosofia? Certamente sì. L’Oggi, infatti, è spesso caratterizzato dal perdere di vista o dal dare per scontati tanto la Logica quanto l’Etica. Cioè tanto i presupposti quanto gli scopi. Tanto i presupposti del fare e dell’agire quanto gli scopi del fare e dell’agire. Concentrandoci eccessivamente sul fare e sull’agire (“coltivazione dell’orto” o “covata”) o sui mezzi (“terreno e piante” o “albume dell’uovo”) rischiamo spesso di fare e agire alla cieca o in modo inadeguato o incompleto. Riducendo e riducendoci al fare e all’agire non ci rendiamo conto che, il più delle volte, occorre ricordarsi dei presupposti del fare e dell’agire nonché degli scopi del fare e dell’agire. E che i mezzi sono appunto solo dei mezzi. Malattie dell’animo queste che investono tutti (politici, amministratori, tecnici, imprenditori ecc.). La visione d’insieme (strutturale e funzionale) è la cura. L’Olismo, un buona strada per arrivarci. E le chicche filosofiche, come quelle evidenziate, forse ispirazioni per iniziare il cammino. La Realtà è troppo importante per distrarsi in riduzioni. W la Realtà (tutta). Ovviamente chi è sulla strada dell’Olismo, prima o poi, vince. Magari non facilmente ma vince. Chi invece è sulla strada del Riduzionismo, prima o poi, perde. Magari non facilmente ma perde. Il quotidiano me lo dimostra sempre. Gli stoici avevano proprio ragione.   


     

domenica 29 ottobre 2017

Post di servizio - Comunicazioni ai lettori del blog - 3



Post 191
Post di servizio - Comunicazioni ai lettori del blog – 3
Nel mio primo libro “Esempi d’Olismo” (sia in cartaceo, sia in PDF), così come altrove, compare l’indirizzo del mio sito d’arte. Ebbene, il sito è stato chiuso - dopo l’uscita del libro – necessitando, le numerose foto delle mie opere pittoriche, di una tecnologia più evoluta. Pertanto, andando a quell’indirizzo si accede ad un sito che non è più mio e che con me non c’entra più nulla. I domini chiusi vengo poi riacquistati legittimamente da altri e ne fanno legittimamente l’uso che vogliono. I contenuti del mio ex sito d’arte rinasceranno, nel prossimo futuro, come parte di un unico sito, comprensivo di tutte le mie attività. Ciao a tutti. Buona Domenica. E come sempre: ad maiora! Luca Fortunato  

venerdì 27 ottobre 2017

Post di servizio - Comunicazioni ai lettori del blog - 2



Post 190
Post di servizio – Comunicazioni ai lettori del blog – 2

Come ogni anno, in odor di 21 novembre, ci si inizia a ricordare degli alberi, e più in generale del verde specialmente urbano specialmente pubblico, per propinare le solite demagogie, i soliti slalom tra i Paradigmi senza toccarli, per poi, passato novembre, al massimo il periodo natalizio, non considerali neanche più nelle parole (scritte o verbali). Qualche piccola eccezione in Primavera giusto per essere conformisti. E magari se qualche cosa è stata davvero fatta o detta, anche negli anni addietro, cercare di rubarla, ghiotta magari per occasioni del presente, magari ledendo il diritto d’autore ma per questo eventualmente c’è il Tribunale. Resterebbe e resta in ogni caso l’approccio quasi sempre sbagliato. Ora, al fine di contribuire ancora (ve ne è bisogno …) a orientare in senso autenticamente olistico tutte le tipologie di attori del verde urbano pubblico italiano, nell’ultimo capitolo del secondo libro (disponibile dall’8 dicembre prossimo) capitolo dedicato all’educazione e alla didattica verde, riproporrò le mie idee riguardo la pianificazione del verde, specialmente pubblico. Riproporrò perché in questi anni l’ho già fatto non solo nel mio vecchio blog ma anche ufficialmente e formalmente (ne conservo ancora tutta la documentazione). Accolgo così la proposta giuntami in questi giorni da molti, a vario titolo, interessati. E la cosa è possibile in quanto la pianificazione (in ogni ambito della Società, dunque anche in tema di ecologia e di verde urbano specialmente pubblico) è tra le massime espressioni di un approccio olistico ed un buon viatico per educare ed educarsi all’Olismo. Cosa certamente non risolutiva in sé, occorre lavorarci su e tanto. Occorre farla integrata e quant’altro. Ma immaginiamo senza di essa o con essa in versione furbesca, da occasione ghiotta, da stile italiota che fa incappare sempre negli stessi errori, di cui al post 162 che invito a leggere o a rileggere, e che fanno dell’Italia in particolare una triste realtà con il 90% degli spazi verdi pubblici inadeguati. Vi è pure un 10% che fa eccezione ma se si vuol essere seri occorre occuparsi di quel 90% negativo, del perché esso esiste e di come non farlo più esistere. Soddisfazioni, dunque, nel mio secondo libro anche in tal senso. Vedrete.  Ciao a tutti. E come sempre, ad maiora! Luca Fortunato.  




giovedì 26 ottobre 2017

Post di servizio - Comunicazioni ai lettori del blog



Post 189
Post di servizio - Comunicazioni ai lettori del blog

Facendo sintesi di diversi dialoghi di questi giorni, su fatti e tematiche di cronaca e di attualità, preciso quanto segue: 

1. fenomeno Xylella-CoDiRO: stando alla mia teoria, il reimpianto degli ulivi non funzionerà, nel lungo termine (6, 8, 10 anni). Vedremo. Stando alla mia teoria, infatti, se ulivi devono disseccare o non devono disseccare, in Salento così come in ogni altro luogo, mediterraneo specialmente, la cosa dipende dal discorso di testo olistico della mia teoria successivamente formalizzato in parametri della mia nota formula matematica: D = [ (h) Sf + P t r ] Sm . Non vi si contemplano le varietà d’ulivo, ma l’ulivo in quanto tale, con il suo habitus colturale. Né tantomeno varietà d’ulivo resistenti o resilienti o tolleranti o immuni al batterio che, sempre secondo la mia teoria, non è la causa o l’unica causa del disseccamento. E continuando a non agire nelle giuste direzioni (l’insieme dei rimedi olistici da me proposti sempre nell’ambito della mia teoria) è chiaro che il tutto peggiorerà, come è già peggiorato, investendo, nel tempo, anche i nuovi impianti d’ulivo (a prescindere dalla varietà). Ad ogni modo, visto che questo nuovo fatto di cronaca (autorizzazione UE al reimpianto di varietà d’ulivo resistenti-resilienti-tolleranti-immuni al batterio, ecc. ) è avvenuto, e il mio secondo libro sarà disponibile dall’8 dicembre prossimo, vi è sufficiente tempo perché io possa scrivere dettagliatamente anche di questo, soddisfacendo coloro che gentilmente me l’hanno chiesto. Ricordo infatti che nel secondo libro vi è comunque, vi è già, già previsto, il capitolo “Xylella - CoDiRO: ulteriori sviluppi della teoria olistica” che continua, ovviamente, dal primo libro che, ricordo anche questo, è uscito in formato cartaceo (45 copie, di cui 2 depositate presso le Biblioteche – nazionale e provinciale – come da normativa, e 43 ormai non più disponibili) ed in PDF (ancora e sempre disponibile. Contattarmi, prego); 

2.  fenomeno dei frequentissimi schianti arborei a Roma (ma in realtà un po’ in tutta Italia). Il mio parere è il seguente: tra le cause vi sono certamente tutte quelle ordinariamente elencate vale a dire scarsa manutenzione, riduzione del numero di giardinieri, età degli alberi, cambiamenti climatici ecc. Ma esse non bastano a spiegare completamente la cosa. Vi è anche, e molto determinante, una questione di Paradigmi (Riduzionismo: VTA, SIA, SIM, TSE, metodologie “integrate”, equazioni con sigma ecc.; Olismo: la mia VOSA). Dunque, anche errori paradigmatici nella valutazione di stabilità, errori paradigmatici nelle potature effettuate, errori paradigmatici di messa a dimora ecc. E le foto che si trovano nel Web me lo confermano. La questione dei Paradigmi l’ho affrontata, in modo approfondito, nel mio primo libro Esempi d’Olismo in un apposito capitolo “Valutazione di Stabilità degli alberi (e casi di Cronaca)”. Il libro è uscito in formato cartaceo (45 copie, di cui 2 depositate presso le Biblioteche – nazionale e provinciale – come da normativa, e 43 ormai non più disponibili) ed in PDF (ancora e sempre disponibile. Contattarmi prego). Nel mio piano editoriale non sono previsti altri libri e/o capitoli sulla valutazione di stabilità arborea. Tuttavia, nei servizi che erogo è prevista la possibilità di commissionarmi appositi libri in PDF per approfondire, dettagliare ecc. particolari tematiche, particolari metodiche ecc. Informarsi bene, prego; 

3. come un marxista vede i guai dell’Agricoltura di Oggi e come porvi rimedio. Mi è stato chiesto. Rispondo: come sempre. I problemi di fondo non sono cambiati. Così come le soluzioni. Anzi. Sintesi di un discorso complesso: 
anche l’Agricoltura, anche quella di Oggi, è iscritta nelle strutture e nelle dinamiche della Società che è una Società capitalistica e consumistica. Dunque l’Agricoltura è soggetta – con tutte le sue specificità e peculiarità - alle stesse dinamiche dell’intera Società, al ciclo economico capitalistico generale vale a dire a fasi di sviluppo seguite da fasi di contrazione. Quando la fase di contrazione dura troppo, si ha la crisi (peggioramento del PIL, calo dell’occupazione ecc.). Tutto ciò è strutturale. È la natura (sbagliata) del capitalismo. Su questa struttura, poi, si vanno ad innestare fatti contingenti, che vanno a caratterizzare le singole crisi (un esempio per tutti: i subprime del 2008). Ora il primo fattore strutturale delle crisi capitalistiche (che ci saranno sempre. Brevi o lunghe, superficiali o profonde. Ma ineliminabili) è lo squilibrio tra capacità produttiva e consumo, messo ben in luce da Marx e dimostrato dalla realtà, anche di Oggi. Sotto la spinta dell’accumulazione e della ricerca del profitto, si produce, si produce, si produce ….. (e con grossi guai ecologici) ma la capacità di consumo della gente (salari bassi, stipendi bassi, incertezza per il futuro ecc.) è minore, non segue il passo. Pertanto le merci, i prodotti, gli articoli, i beni immobili ecc. risultano difficilmente commercializzabili e difficilmente vendibili salvo creazioni di filiere e organizzazioni commerciali da una parte, e riduzioni di prezzo dall’altra. Ma nelle crisi peggiori nemmeno in questi modi. Le crisi sono sempre crisi di sovrapproduzione, Oggi anche per sovrapposizioni commerciali globali. Vi sono certamente anche altri fattori delle crisi capitalistiche evidenziati sempre da Marx (aumento ininterrotto dei capitali fissi cioè impianti, macchinari ecc. e conseguente aumento di disoccupazione; anticipo di somme di denaro che quando sono molto elevate mettono in moto complessi meccanismi creditizi  - spesso molto fragili - come i derivati; ecc.). Ma questo tratteggiato – sovrapproduzione - è quello più importante. Quale il rimedio? Produrre il giusto. Produrre di meno. Produrre non in funzione del Mercato ma produrre in funzione dei reali bisogni della gente, delle popolazioni, e della loro reale capacità di spendere denaro. Bisogni e capacità che sono sempre minori, più bassi, delle produzioni, delle quantità esagerate, attuate per bramosia capitalistica (di profitto, di potere, di immagine, d’egoismo ecc.) o per oggettivo meccanismo capitalistico. Produrre di meno privilegiando, contemporaneamente, la qualità e la diversificazione e l’ecologia (senza finire, però, nella retorica insostenibile dello “sviluppo sostenibile” ….). Monitorando che le merci, i prodotti, gli articoli, i beni ecc. si siano distribuiti per bene e qualora ciò non sia avvenuto provvedere alla ridistribuzione. Usare la tecnologia di Oggi, e l’ingegno umano in generale, in tale direzione (qualitativa, sociale ed equa) e non in quell’altra (quantitativa ma paradossalmente elitaria in termini di ricchezza e benessere). Questo principio di rimedio è applicabile in ogni settore produttivo della Società, dunque anche in Agricoltura. Anzi, l’Agricoltura è forse il terreno migliore per iniziare a cambiare. Per la maggiore facilità di riconversione dei terreni e delle aziende agricole in genere rispetto a riconversioni di tipo industriale. Comunque, nel mio previsto terzo libro (nel 2018) a tutto ciò sarà dedicato un bel capitolone! Non temete!

Ciao a tutti. E come sempre,  ad maiora! Luca Fortunato.