Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 30 dicembre 2015

Tornare a svoltare



Post n. 29: 
Tornare a svoltare
Le conferme che volevo le ho avute. Ed in anticipo! Ed in anticipo vi saluto. Ed alcune conferme le ho avute anche oltre le mie più rosee aspettative. Forse perché il mio non aver mai mollato in tutti questi anni è stato uno degli sforzi etico-morali che la Logica del Mondo in qualche modo, evidentemente, riconosce e, prima o poi, arriva a promuovere e a premiare. Difficile con avversari (anche sleali) e con nemici (anche come uomini-animali che dimenticano che tutti noi, esseri umani, persone umane, ci distinguiamo e dobbiamo distinguerci dagli animali, dalle bestie, per Cultura e per Etica e che in questa grave dimenticanza cedono alla Natura senza filtrarla attraverso la Cultura e l’Etica per l’appunto). Del resto, le cose di valore occorre sudarle. Ottenute, però, si va avanti. Ed in modo inesorabile. Attuali scenari politici, economici, ambientali, sociali, scientifici, tecnologici e tecnici - vicini, lontani e lontanissimi; piccoli, medi e grandi - dimostrano definitivamente che l’Olismo è vincente e che il Riduzionismo, così come lo pseudo-olismo, è perdente. Che gli olisti - pur non possedendo la bacchetta magica - sono sintonizzati sulla realtà. Che i riduzionisti - pur essendo conformisti e dunque incanalati – credono di essere sintonizzati sulla realtà. Che i riduzionisti quando si mettono a fare gli pseudo-olisti – “multidisciplinarità”, “interdisciplinarità”, “360°”, “integrazione”, “sistema” ecc. - diventano solo dei mistificatori e dei manipolatori. Riduzionisti (che sbagliano ma in buona fede) e pseudo-olisti (che sbagliano ma in malafede) fanno i loro giochi fino a quando, però, non vanno e non andranno a sbattere contro muri, pali, vetrate, ostacoli ecc. che la loro stupidità ha impedito loro di vedere o di prevedere. Gioire di questo? Potrei ma non ci riesco. Sono un (inguaribile) marxista. L’avversario non riesco a detestarlo ed il nemico non riesco ad odiarlo. Sempre e solo persone sono per me. Da parte mia, qualche ceffone (morale e non) l’hanno avuto e se necessario lo avranno ancora. E sempre per difesa. Non ho mai attaccato e mai attaccherò. Ho fatto l’attaccante solo nel gioco del calcio! Da parte di altri, da parte di chi di dovere, invece, hanno avuto e continueranno ad avere ben altro. Mi basta. E continuerà il mio lavoro professionale, come sempre. Anzi meglio di prima. E in più arriveranno anche i miei libri, il primo con data 2016 e gli altri a seguire nei prossimi anni. Così come continueranno i bei rapporti umani che ho e tutto quel che ho. Ma quello che voglio dire è che finalmente – essendo provata, riprovata e stra-provata la validità del Paradigma dell’Olismo - posso ritornare e ritornerò da subito a vivere il mio tempo quotidiano, le mie ore quotidiane, come facevo un bel po’ di tempo fa e come è stato mio desiderio - in tutto questo enorme e strano intermezzo di venti anni - di ritornare a fare: 51% del mio tempo dedicato a fare Arte (dipingere, disegnare, scolpire, suonare, fotografare; scrivere poesie, aforismi, storie) per il puro e libero piacere di fare Arte e 49% del mio tempo dedicato a fare tutto il resto. Perché non c’è più bisogno di dedicare del tempo anche a diffondere e a divulgare l’Olismo e la sua forza. Sono oramai dati di fatto. E’ bellissimo. Basta solo il tempo per continuare a seguire l’Olismo e quindi a vivere e a lavorare in esso. E a divulgare specifiche e inedite esperienze e idee in seno ad esso. Gli stupidi ne restassero fuori. Problema loro. La politica, l’economia, la scienza, la tecnologia, la tecnica ecc. si dispiegano tra luce e buio, tra intelligenza e stupidità. E possono anche far perdere tempo. Quante cose avremmo già risolto e che invece ci troviamo ancora a dover risolvere? Perché sempre dopo? sempre in seguito? sempre dopo che “è scappato il morto”? sempre dopo una devastazione? sempre sull’orlo del precipizio? sempre dopo una denuncia? Perché sempre o quasi sempre nella dimensione della cura e mai o troppo raramente nella dimensione della prevenzione? Così ha poco senso. Vittorie personali danno maggior senso, certo. Ma il tutto (Società, Scienza ecc.) resta poco sensato. L’Arte, invece, è fatta solo di Sole e non conosce la stupidità. Ed io pur non avendo mai perso tempo in ogni ambito e in ogni cosa, non voglio rischiare di perderne nemmeno un secondo. E visto che l’Arte, solo l’Arte, dona ad ogni istante significato e prospettiva tanto vale allora - fermo restando la continuazione di tutto il resto – dedicarsi, ancora una volta e con immensa gioia, prevalentemente ad essa. Scenario paradossale, lo so. Le conferme (enormi e in diversi ambiti) e le contemporanee figuracce che stanno facendo altri (nemici ed avversari) mi dovrebbero portare ad aumentare il mio tempo non artistico rispetto a quello artistico. Una logica lineare prescriverebbe questo. Ma non è forse con un logica non-lineare che gli olisti (come me) hanno vinto, vincono e vinceranno ancora? Sono i paradossi (non-lineari) che funzionano. La linearità la Società se la poteva permettere una volta entro scenari non-complessi. Oggi tutto è diventato complesso. Che sia un bene o sia un male questo nessuno può dirlo. Sta di fatto che tutto è diventato complesso (problemi politici, problemi economici, problemi sociali, problemi scientifici, problemi tecnici ecc.). E quindi tutto va affrontato, approcciato, studiato e vissuto in modo complesso (olismo politico, olismo economico, olismo scientifico, olismo tecnico ecc.). Chi continua nel Riduzionismo o peggio ancora fa dello pseudo-olismo prima o poi viene e verrà punito dalla Logica del Mondo. Più Arte, ora. Ancora una volta. Scenario paradossale, lo so. Del resto, posso permettermelo. Ed ora più che mai. La Libertà esiste (per chi sa trovarla). Ad maiora! Luca Fortunato

Il nostro presupposto è il lavoro in una forma nella quale esso appartiene esclusivamente all'uomo. Il ragno compie operazioni che assomigliano a quelle del tessitore, l'ape fa vergognare molti architetti con la costruzione delle sue cellette di cera. Ma ciò che fin da principio distingue il peggior architetto dall'ape migliore è il fatto che egli ha costruito la celletta nella sua testa prima di costruirla in cera. Alla fine del processo lavorativo emerge un risultato che era già presente al suo inizio nell'idea del lavoratore, che quindi era già presente idealmente. Non che egli effettui soltanto un cambiamento di forma dell'elemento naturale; egli realizza nell'elemento naturale, allo stesso tempo, il proprio scopo, che egli conosce, che determina come legge il modo del suo operare, e al quale deve subordinare la sua volontà " - Karl Marx (Il capitale).

martedì 1 dicembre 2015

Cop21 a Parigi: ma entro quale Paradigma?




Post n. 28:  
Cop21 a Parigi: ma entro quale Paradigma? 
A Parigi si sta svolgendo la Cop21. 150 Capi di Stato. Al di là delle buone intenzioni, al di là di alcuni slogan se vogliamo anche giusti, al di là del fatto se gli accordi saranno vincolanti o non vincolanti, il problema resta – e non vi era alcun dubbio, purtroppo – il Paradigma entro cui il tutto si sta svolgendo. È chiaro che arriveranno a firmare qualcosa. Ed è chiaro anche che il problema non è la natura vincolante o meno dell’accordo che troveranno e firmeranno. Non vincolante sarebbe sicuramente un insuccesso. Vincolante dipende. Se sarà vincolante ma sarà sempre ricompreso all’interno del vecchio Paradigma sarà ugualmente un insuccesso. Se invece sarà vincolante ma all’interno del Nuovo Paradigma o quantomeno all’interno di un vincolante programma di Cambio di Paradigma allora ci potrebbe essere una ragionevole speranza di successo. Dinamiche complesse e non-lineari dell’Atmosfera permettendo. Che non rispondono alla Politica. Ma che potrebbero rispondere ad azioni politiche cadenzate e sintonizzate ed in modo realmente ed autenticamente olistico sulle dinamiche fisiche dell’atmosfera e fisico-chimico-biologiche di Gaia tutta. Dinamiche in ogni caso complesse e non-lineari. Concludo ricordando quanto sostenuto dal fisico Fritjof Capra nel suo famoso libro “Il Tao della Fisica” a proposito di Vecchio Paradigma e Nuovo Paradigma (cosa sostenuta anche dal fisico David Bohm): siamo abituati a considerare l’ambiente naturale come se fosse costituito da parti separate e che possono essere sfruttate dai vari gruppi di interesse. Questa visione non-unitaria, riduzionistica, meccanicistica, cartesiana, analitica - ed estesa anche a livello della Società che risulta frammentata in nazioni, economie, gruppi etnici, gruppi politici ecc. – è la causa, la vera causa, di tutte le crisi (economiche, sociali, politiche, culturali, ecologiche) del Nostro Tempo.  Cartesio e la sua concezione meccanicistica del Mondo sono state fonti di cose buone  (sviluppo tecnologico, ad esempio) ma al tempo stesso dei guai della nostra civiltà. Ed è interessante, fa notare l’autore, come la nuova scienza del Ventesimo secolo nata dal meccanicismo analitico cartesiano superi lo stesso meccanicismo analitico cartesiano per approdare o meglio ritornare all’unità espressa dalle prime filosofie greche e dalle filosofie orientali. Al contrario della concezione meccanicistica occidentale, la concezione orientale è di tipo organicistico. L’autore, in particolare, fa notare che noi occidentali viviamo nell’illusione della conoscenza per la propensione sbagliata della nostra mente a misurare e a classificare. Mentre per le filosofie orientali (buddhismo, taoismo, zen ecc.) tutti gli aspetti di tutte le realtà sono interconnessi o meglio sono diverse manifestazioni della stessa ed unica Realtà. Conoscibile in modo sintetico-intuitivo. E le intuizioni (propriamente intese) sono intraducibili in parole o lo sono solo approssimativamente. E sono comunque di utilità scientifica se successivamente tradotte in equazioni matematiche. Ebbene, la vedo dura a Parigi. O meglio la vedo dura per il Clima e per il Mondo stando alle cose che usciranno dalla Cop21 che si immagina avranno una natura paradigmatica vecchia e pertanto e ancora una volta illusoria e per niente risolutoria. Ma come si dice, speriamo bene! Sperare non risolve ma ci aiuta! Solo il programmare - ed in modo vincolante - un Cambio mondiale di Paradigma (culturale, politico, economico, scientifico, tecnologico, tecnico, professionale, formativo, quotidiano) potrebbe salvare il Mondo. Altrimenti, 150 Capi di Stato, insieme riuniti, continueranno ad essere utili solo all’arte della fotografia. Alla prossima. All’anno prossimo. Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com
 

Intermezzo funzionale - 3 (L'Università ed il Mondo che c'è fuori ...)



Post n. 27:   
Intermezzo funzionale – 3 (L'Università ed il Mondo che c'è fuori ...)
Ieri sera mi ha scritto uno studente di Agraria per ricevere alcuni consigli su come egli possa fare a mettere in pratica le cose che studia dato che all'Università non glielo insegnano e con riflessione sul fatto che sembra esserci un abisso tra quello che si studia e quella che invece è la realtà. L’ho ringraziato per l’occasione di scambio di idee ed ora riporto, anche in questo blog, il contenuto della mia argomentazione di risposta perché considero la cosa importante e interessante nello specifico ma anche in generale e culturalmente. Per tutti. Buona lettura, dunque. Ciao e alla prossima. Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com :  
il problema posto è reale. Il divario tra ciò che si studia all’Università e la vita ed il mondo che c’è al di fuori dell’Università, specialmente riguardo all’esercizio professionale, è reale. Tuttavia, a mio giudizio, se è facile percepire ed accorgersi di tale divario è molto più complicato e complesso capire la reale natura di tale divario e dunque arrivare ai giusti rimedi. Uso una metafora:  suonare musica blues e soprattutto musica jazz vuol dire soprattutto improvvisare. Esiste un tema, un tema di base, un tema di base iniziale e che si ripete. Ma su quel tema ogni strumentista poi e durante il concerto ci improvvisa. Deve improvvisare. Ed ogni improvvisazione è frutto della creatività e dell’intuizione e dell’euristica e della deduzione del momento. Ebbene, il tema di base è come se fosse l’Università mentre l’improvvisazione è l’esercizio della professione. A riguardo, si possono fare tante considerazioni. Mi limito ad alcune: ciò che l’Università insegna non è sbagliato ma è del tutto insufficiente per fare un “concerto” professionale compiuto. Del resto, si possono insegnare le cose di base ma non si può insegnare ad improvvisare. L’improvvisazione (esercizio professionale, dunque) è frutto di qualità personali di tipo intuitivo, deduttivo, euristico, sintetico ecc. che nessun corso, nessun libro ecc. potranno mai arrivare ad insegnare. E qui si arriva al vero nocciolo della questione. L’Università sbaglia, a mio giudizio, soprattutto nell’iscrivere e nel fornire i suoi insegnamenti entro un Paradigma sbagliato (il Riduzionismo) che non favorisce il maturare e l’emergere di quelle qualità personali di tipo intuitivo, deduttivo, euristico, sintetico ecc. che invece possono fare e fanno la differenza. E che invece sono proprie del Paradigma dell’Olismo. Ecco perché si percepisce lo scollamento tra realtà universitaria e realtà professionale. E’ vero che non si può insegnare ad improvvisare ma è altrettanto vero che si possono mettere le persone nelle condizioni migliori perché esse possano arrivare ad improvvisare. La differenza è sottile, ma c’è, esiste. Ed il segreto è tutto qui. A parte i contenuti del Riduzionismo ormai superati da quelli dell’Olismo. Occorre una rivoluzione paradigmatica sia in senso formale e metodologico, sia in senso contenutistico e sostanziale. Il consiglio? Leggere anche altro. La Fisica? Leggere anche i fisici olistici (David Bohm, Fritjof Capra, Robert Laughlin ecc.). La Biologia? Leggere anche biologi olistici (Paul Weiss, ad esempio). La chimica e la biochimica? Leggere James Ephraim Lovelock, ad esempio. Riguardo alla Legge, al mondo giudiziario (che anche per un Tecnico è fonte di lavoro) leggere dell'olismo giuridico di Ronald Dworkin, ad esempio. E così via. Generalmente, nell’Università d’Italia, tutto questo è negato oppure denegato oppure trattato superficialmente oppure trattato impropriamente (in modo pseudo-olistico, ad esempio) oppure lasciato alla libera iniziativa di approfondimento individuale ecc. Invece leggendo tutto ciò, anche tutto ciò, ed assimilandolo, si vedrà il divario tendere, nel tempo, a scomparire o a farsi meno evidente. Questo perché l'Olismo è naturalmente sintonizzato sulla realtà. Il Riduzionismo invece crede di esserlo. Farsi una cultura olistica non è facile. Anche perché la percentuale dei professionisti olisti nelle varie categorie professionali è bassa, anzi bassissima. Virtuosi ma pochi, anzi pochissimi. Ma il fenomeno fortunatamente è in ascesa. Certo che se poi si mettono anche i vari vertici (pre-universitari, universitari, post-universitari ecc.) che invece di svoltare e di far svoltare continuano a rimanere e a far rimanere nel Riduzionismo  e, a volte, anche peggio cioè a fare e a somministrare dello pseudo-olismo – la cosa si complica. Ma il futuro sarà migliore. Nel senso che i virtuosi arriveranno ad essere non proprio pochi. Per il bene non solo loro ma dell’intera Società. E’nella logica delle cose.