Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

martedì 1 dicembre 2015

Intermezzo funzionale - 3 (L'Università ed il Mondo che c'è fuori ...)



Post n. 27:   
Intermezzo funzionale – 3 (L'Università ed il Mondo che c'è fuori ...)
Ieri sera mi ha scritto uno studente di Agraria per ricevere alcuni consigli su come egli possa fare a mettere in pratica le cose che studia dato che all'Università non glielo insegnano e con riflessione sul fatto che sembra esserci un abisso tra quello che si studia e quella che invece è la realtà. L’ho ringraziato per l’occasione di scambio di idee ed ora riporto, anche in questo blog, il contenuto della mia argomentazione di risposta perché considero la cosa importante e interessante nello specifico ma anche in generale e culturalmente. Per tutti. Buona lettura, dunque. Ciao e alla prossima. Luca Fortunato. lucaf73x@gmail.com :  
il problema posto è reale. Il divario tra ciò che si studia all’Università e la vita ed il mondo che c’è al di fuori dell’Università, specialmente riguardo all’esercizio professionale, è reale. Tuttavia, a mio giudizio, se è facile percepire ed accorgersi di tale divario è molto più complicato e complesso capire la reale natura di tale divario e dunque arrivare ai giusti rimedi. Uso una metafora:  suonare musica blues e soprattutto musica jazz vuol dire soprattutto improvvisare. Esiste un tema, un tema di base, un tema di base iniziale e che si ripete. Ma su quel tema ogni strumentista poi e durante il concerto ci improvvisa. Deve improvvisare. Ed ogni improvvisazione è frutto della creatività e dell’intuizione e dell’euristica e della deduzione del momento. Ebbene, il tema di base è come se fosse l’Università mentre l’improvvisazione è l’esercizio della professione. A riguardo, si possono fare tante considerazioni. Mi limito ad alcune: ciò che l’Università insegna non è sbagliato ma è del tutto insufficiente per fare un “concerto” professionale compiuto. Del resto, si possono insegnare le cose di base ma non si può insegnare ad improvvisare. L’improvvisazione (esercizio professionale, dunque) è frutto di qualità personali di tipo intuitivo, deduttivo, euristico, sintetico ecc. che nessun corso, nessun libro ecc. potranno mai arrivare ad insegnare. E qui si arriva al vero nocciolo della questione. L’Università sbaglia, a mio giudizio, soprattutto nell’iscrivere e nel fornire i suoi insegnamenti entro un Paradigma sbagliato (il Riduzionismo) che non favorisce il maturare e l’emergere di quelle qualità personali di tipo intuitivo, deduttivo, euristico, sintetico ecc. che invece possono fare e fanno la differenza. E che invece sono proprie del Paradigma dell’Olismo. Ecco perché si percepisce lo scollamento tra realtà universitaria e realtà professionale. E’ vero che non si può insegnare ad improvvisare ma è altrettanto vero che si possono mettere le persone nelle condizioni migliori perché esse possano arrivare ad improvvisare. La differenza è sottile, ma c’è, esiste. Ed il segreto è tutto qui. A parte i contenuti del Riduzionismo ormai superati da quelli dell’Olismo. Occorre una rivoluzione paradigmatica sia in senso formale e metodologico, sia in senso contenutistico e sostanziale. Il consiglio? Leggere anche altro. La Fisica? Leggere anche i fisici olistici (David Bohm, Fritjof Capra, Robert Laughlin ecc.). La Biologia? Leggere anche biologi olistici (Paul Weiss, ad esempio). La chimica e la biochimica? Leggere James Ephraim Lovelock, ad esempio. Riguardo alla Legge, al mondo giudiziario (che anche per un Tecnico è fonte di lavoro) leggere dell'olismo giuridico di Ronald Dworkin, ad esempio. E così via. Generalmente, nell’Università d’Italia, tutto questo è negato oppure denegato oppure trattato superficialmente oppure trattato impropriamente (in modo pseudo-olistico, ad esempio) oppure lasciato alla libera iniziativa di approfondimento individuale ecc. Invece leggendo tutto ciò, anche tutto ciò, ed assimilandolo, si vedrà il divario tendere, nel tempo, a scomparire o a farsi meno evidente. Questo perché l'Olismo è naturalmente sintonizzato sulla realtà. Il Riduzionismo invece crede di esserlo. Farsi una cultura olistica non è facile. Anche perché la percentuale dei professionisti olisti nelle varie categorie professionali è bassa, anzi bassissima. Virtuosi ma pochi, anzi pochissimi. Ma il fenomeno fortunatamente è in ascesa. Certo che se poi si mettono anche i vari vertici (pre-universitari, universitari, post-universitari ecc.) che invece di svoltare e di far svoltare continuano a rimanere e a far rimanere nel Riduzionismo  e, a volte, anche peggio cioè a fare e a somministrare dello pseudo-olismo – la cosa si complica. Ma il futuro sarà migliore. Nel senso che i virtuosi arriveranno ad essere non proprio pochi. Per il bene non solo loro ma dell’intera Società. E’nella logica delle cose.  

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