Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 28 marzo 2019

La crescita olistica (contro la moda riduzionistica)


Post 293

La crescita olistica (contro la moda riduzionistica) 

Felice di constatare che, nonostante la moda contraria (quanto irresponsabile e alla lunga perdente), una fetta virtuosa della Società (e di cui per fortuna, da sempre, faccio parte) resiste, continua sulla via giusta ed è comunque in crescita. Di cosa si tratta? Si tratta di una questione gigantesca (che riguarda la scienza, la tecnica, l’economia, l’ecologia, il lavoro, la professione, l’etica, la giustizia, la cultura, l’arte) ma che può essere riassunta in alcune frasi (olistiche) di grandi personalità (che riporto di seguito) e che in questi giorni sono ritornate (nel loro senso e significato reale e sostanziale) nelle mie giornate ed anche e curiosamente da parte di chi fino a ieri ascoltava l’altra campana ma ora si è “convertito” ma diversamente da altre e passate occasioni, così come diversamente da recite di altri personaggi, lo ha fatto sinceramente. Bene. Anzi benissimo. Per tutti Noi.
Ciao a Tutti,  ricordandovi che a partire dal prossimo Aprile (per positivi ma aumentati impegni di lavoro e di famiglia) verrà pubblicato un solo post al mese selezionando, tra i diversi fatti di cronaca che saranno avvenuti o tra i temi che saranno stati particolarmente discussi in Società, il fatto o il tema ritenuto più significativo relativamente ai Paradigmi (Olismo, Riduzionismo, pseudo-olismo).
Luca Fortunato (Matera) - WhatsApp 389.4238195

“Tutta la scienza ha origine dai bisogni della vita. La scienza si divide in parti distinte secondo le particolari professioni, attitudini e capacità dei suoi cultori, ma ognuna di tali parti può conservare la sua piena validità solo in rapporto con il tutto, poiché solo mediante questo legame raggiunge i suoi scopi ed evita mostruosi sviluppi unilaterali. [….] Senza lasciarci sviare dalle nomenclature cerchiamo ora di analizzare il processo della ricerca. La logica non produce nuove conoscenze. Ma allora da dove vengono? Esse germinano sempre dall’osservazione, che può essere “esterna”, sensoriale, oppure “interna”, e allora riguarda le rappresentazioni. L’attenzione sottolinea ora questa ora quella connessione di elementi e le fissa in concetti: quando il dato che si reperisce viene mantenuto rispetto ad altri, e si dimostra sostenibile, c’è conoscenza, nel caso contrario errore. Il fondamento di ogni conoscenza dunque è l’intuizione, che può riferirsi sia al sentito sensorialmente sia al rappresentato in modo puramente intuitivo, sia al potenzialmente intuitivo, concettuale, ecc. La conoscenza logica non è che un caso particolare, che si occupa esclusivamente del dato della concordanza e della contraddizione, e che non può non presupporre dati precedentemente prodotti dalla percezione o dalla rappresentazione. […] - Ernst Mach (1838 – 1916) fisico e filosofo 

“La scienza è fatta di dati come una casa è fatta di pietre. Ma un ammasso di dati non è scienza più di quanto un mucchio di pietre sia una vera casa.” “La geometria non è vera: è comoda.” “Non esistono scienze applicate, esistono le applicazioni della scienza”. – Henri Poincaré (1854 – 1912) fisico, matematico, filosofo



lunedì 25 marzo 2019

Basilicata: illusa o complessa?


Post 292 

Basilicata: illusa o complessa?  

proseguendo dal precedente post 291: 

Premetto subito che anche stavolta ho esercitato il non-voto e che pertanto il mio commento avviene per puro spirito civico e perché non è mia abitudine lasciare i lettori di questo blog senza il mio punto di vista su cronache comunque importanti:
il non-voto mi risulta comunque felice: il lettore, infatti, comprenderà benissimo che il crollo della pseudo-Sinistra (PD e company) risulta essere cosa ottima per chi come me è veramente di Sinistra! Inoltre, la non-vittoria dell’illusione targata M5S, risulta essere cosa positiva per chi, come me , ha un minimo di senso della realtà.
Ha vinto il Centro-Destra. Ma perché ha vinto? Questo bisognerà comprendere nel corso dei prossimi anni. Vale a dire se ha vinto per merito proprio o se ha vinto per demerito dei suoi avversari (inchiesta giudiziaria compresa). Se brilla di luce propria o se brilla di luce riflessa, insomma. E quindi se è (e se sarà) vero cambiamento o se è (e se sarà) solo un cambiamento apparente. Certo, secondo i criteri sistemici che ho esposto nel precedente post, la vedo dura per la Basilicata che (giustamente) vuole davvero cambiare. Una forza che per sua natura non-cambia e che non fa cambiare le cose e che ora diventa alfiere del cambiamento potrebbe essere solo una brutta contraddizione (che porterebbe tutti noi Lucani dalla padella nella brace) o potrebbe essere invece davvero una nuova complessità da valutare (in modo obiettivo, scientifico) e che potrebbe far emergere per davvero qualcosa di significativo. Vedremo (anche se, devo dire, prevale, deve prevalere, nel mio pensiero, lo scetticismo. Ad ogni modo, ci aggiorneremo, su questo, tra 5 anni).  
Ciao a Tutti.
Luca Fortunato (Matera)
  


mercoledì 20 marzo 2019

Politica? Elezioni? Votare?


Post  291 

Politica? Elezioni? Votare? 

Per me, la Politica è finita, tanto nel Mondo quanto in Italia, nel 1989, con il crollo del Muro di Berlino. Non che il Muro sia stata cosa buona! Anzi … Ma l’evento storico limite è stato quello. Anche alcuni storici la pensano così. Ad ogni modo, fino ad allora, è esistita la Politica. Vale a dire, ideologie messe in pratica. E a tutti i livelli: nazionale, regionale, provinciale, comunale. L’applicazione, nella realtà, delle ideologie, poteva essere fatta da persone oneste o disoneste, capaci o incapaci, competenti o incompetenti, ecc. Ma era la Politica. Quella vera. Vi era un sistema. Di Destra o di Centro o di Sinistra. Ma, ogni volta, vi era un sistema. Magari anche da sostituire. Ma almeno sapevi cosa sostituire o, d’altra parte, cosa conservare. Vi era un sistema. Ogni volta. Ed oltre i singoli individui, maggiore dei singoli individui. Come deve essere in Politica (interesse generale, bene comune, scopo sociale, lungo termine, senso comunitario, equilibrio economico, lavoro diffuso, orizzonte etico, prospettiva morale, giustizia sociale, tutela ambientale, ecc.). E nel quale, la singola persona poteva sensatamente esprimersi. Bene o male, certo. Ma in ogni caso, sensatamente.
Dopo il 1989, invece, si sono avute, e le stiamo avendo ancora oggi, tante e diverse forme di pseudo-politica. Cioè personalismi e affarismi. Solo personalismi affarismi. Senza sistema. Forme di pseudo-politica che a volte riescono, altre volte no. Ma che, in ogni caso, con la Politica non c’entrano nulla.
E per me, la Politica non tornerà mai più. L’Umanità ha chiuso quel ciclo e dovrà inventarsi qualcos’altro. Nel frattempo, nella odierna società liquida (per dirla con Zygmunt Bauman), ha senso solo la teoria politica. Nella speranza che le future generazioni (ma molto future) si inventino qualcos’altro appunto, e non in modo del tutto arbitrario ma potendosi ispirare alla teoria politica e che, dunque, va mantenuta viva, comunque viva.
Ora, se per me le cose stanno così (ed i miei blog lo testimoniano da sempre), sapete voi dirmi cosa me ne importa di chi si candida e di chi no? Di chi votare e di chi no? Di chi designare, di chi è stato designato e di chi no? Di quali “risultati” si sono avuti o si avranno ancora? Rispetto tutto e tutti, sia chiaro. Ma non condivido niente. Per me, è una questione di sistema e non di persone. Di sistema (che non c’è più) e non di persone (geniali o idiote, oneste o disoneste, competenti o incompetenti che possano essere). Venissero anche elette le migliori persone o designate le migliori persone (e sempre che lo siano davvero, le migliori), ma cosa mai potrebbero fare? Magari qualcosa per se stesse o per qualche loro amicizia (personalismi ed affarismi, appunto). Ma cosa mai potrebbero fare in termini veramente politici? Anche in termini politico-amministrativi? Risposta: nulla. Dal 1989 in poi, è stato, è e sarà un problema di non-sistema e non di persone. Alcuni dicono: “ma io voto la persona”. Cosa vuol dire? Boh …. O meglio, nel Paradigma del Riduzionismo un senso ce l’ha, ma nel Paradigma dell’Olismo assolutamente NO. Nell’Olismo un dettaglio, un aspetto particolare, una parte, un componente, una singola entità, una persona, ecc. è sempre in rapporto al tutto, all’insieme, al contesto, al quadro generale, al sistema o all’assenza di sistema, ecc.
Del resto, se non fosse così, cioè se non vedessi predominante il Tutto (il sistema, in questo caso il non-sistema) sulle parti (i politici, chi si presta alla politica, ecc.), che olista mai sarei? Il lettore non deve meravigliarsi, forse deve solo un po’ meglio studiare l’Olismo ….. (tutto qui). Di conseguenza, vi è un altro aspetto olistico e cruciale: io non credo (nel dopo 1989 ed ancora in corso) alla possibilità che i singoli individui (anche virtuosi) o che le loro aggregazioni (anche virtuose) possano cambiare le cose se non cambiando del tutto schema interpretativo (inventarsi qualcos’altro oltre la Politica, appunto).
Ovviamente, dal 1989 ad oggi vi sono state delle eccezioni positive. Ma proprio la loro natura eccezionale (isole antropico-spazio-temporali …) e senza positivi proseliti rafforza, anzi dimostra, la mia tesi (la mia tesi sistemica). Ed a maggior ragione, dunque, preferisco investire il mio tempo in altre cose, in tante altre cose. E che, solo esse (scienza, tecnica, arte, lavoro, amore, famiglia, ecc.; filosofia, teoria, paradigmi, metodi, libri, ecc.), possono apportare dei cambiamenti. Nel frattempo che l’Umanità qualcos’altro si inventi!
Ovviamente, ogni volta, in occasione di ogni appuntamento con le urne, per spirito scientifico, mi confronto con la realtà, mi guardo intorno, ascolto, mi informo ecc. Sperando, ovviamente, di constatare che le cose siano effettivamente cambiate (sempre in termini sistemici) o che ragionevolmente potrebbero cambiare (sempre in termini sistemici, in questo caso in termini di prospettiva sistemica, di potenzialità sistemica). Pronto, dunque, a riprendere in mano la tessera elettorale e ad utilizzarla.  
Finora, almeno fino a questo momento, per domenica 24 marzo, qui in Basilicata, non ho trovato nulla e non ho trovato nessuno che mi possa far recare alle urne e nella cornice dei criteri precedentemente esposti. Ovviamente. Che sono i miei criteri, certo. Come, del resto, mio sarà il voto o il non-voto.  

Luca Fortunato (Matera) 

P.S. ricordo sempre ai Lettori del blog che a partire dal prossimo Aprile (per positivi ma aumentati impegni di lavoro e di famiglia) verrà pubblicato un solo post al mese selezionando, tra i diversi fatti di cronaca che saranno avvenuti o tra i temi che saranno stati particolarmente discussi in Società, il fatto o il tema ritenuto più significativo relativamente ai Paradigmi (Olismo, Riduzionismo, pseudo-olismo).










venerdì 15 marzo 2019

Fridays for Future


Post  290 

Fridays for Future 

Ottimo. Bella, grande, importante e riuscita iniziativa. Purché, ora, però, si chiedano, anzi si pretendano, le cose giuste. Ora, cioè, occorre rendersi scientificamente conto che di cose se ne possono fare, e se ne devono fare, a patto però che esse soddisfino 4 requisiti: siano integrali (agricoltura, industria, servizi, energia, urbanizzazione, demografia ecc.), siano globali (contemporaneamente in tutti i Paesi del Mondo),  siano a lungo termine (secondo impegni e programmi di almeno 50 anni), siano molto altruistiche (ne beneficerebbero le prossime, ma molto prossime, generazioni):
  
 [….] Le dimensioni in gioco nelle dinamiche di Gaia, le scale di grandezza, così come la dilatazione dei tempi, rendono vano e illusorio ogni nostro, umano, tentativo di sottrarci ai guai che noi stessi (genere umano) abbiamo stimolato in Gaia se perseguiamo, continuiamo a perseguire, azioni ecologiche su piccola scala (dove per piccola scala si intende non-globale) e secondo programmi a breve termine (dove per breve termine si intende inferiore ai 50 anni). [….] se non ci saranno politiche ed azioni ecologiche estreme e radicali in tutti i Paesi del Mondo, contemporaneamente e continuativamente, e in ogni ambito di essi (agricoltura, industria, servizi, energia, urbanizzazione, demografia ecc.) nulla di serio e nulla di efficace verrà fatto. E le reazioni di Gaia continueranno, e i guai aumenteranno, ed il punto di non-ritorno verrà raggiunto. Nessun pessimismo. Nessun catastrofismo. Solo realismo. La Scienza e la Tecnica (e la Cultura) sono una cosa, la demagogia, la propaganda e lo stolto ottimismo sono altra cosa. Ed è da tenere presente (per le leggi della Cibernetica, come prima evidenziato) che dal momento in cui si iniziasse (ed anche bene) i primi effetti positivi non si avrebbero prima di 100 anni ….. Lo si farebbe, dunque, lo faremmo, per gli altri, non certo per noi. Per coloro che ci saranno in futuro (se ci saranno), dopo di noi, molto dopo di noi. [….]

Dal Libro Terzo “Esempi d’Olismo” – Autore: Luca Fortunato – Self-Publishing, PDF, 2018.

Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

Luca Fortunato (Matera, Italy) WhatsApp: 389.4238195

P.S. ricordo sempre ai Lettori del blog che a partire dal prossimo Aprile (per positivi ma aumentati impegni di lavoro e di famiglia) verrà pubblicato un solo post al mese selezionando, tra i diversi fatti di cronaca che saranno avvenuti o tra i temi che saranno stati particolarmente discussi in Società, il fatto o il tema ritenuto più significativo relativamente ai Paradigmi (Olismo, Riduzionismo, pseudo-olismo).




giovedì 14 marzo 2019

I boschi: tra Testo Unico e cambiamento climatico



Post 289

I boschi: tra Testo Unico e cambiamento climatico.

L’anno scorso è stato approvato il Testo Unico in materia di Foreste e Filiere forestali (TUFF). Personalmente, l’ho letto e riletto più volte. Lo ritengo un buon testo.  Chiarisce ed ordina diversi aspetti che, in passato, hanno creato non pochi problemi. Ne ho anche seguito diversi incontri di presentazione e di formazione. Buoni incontri.
Si tratta ora di andare avanti, di stendere i decreti attuativi e di operare. Ed infatti, c’è un gran da fare in tal senso. Ci si sta adoperando, e a più livelli, per i decreti attuativi. Ma è qui che, secondo me, il tutto potrebbe (potrebbe) assumere un aspetto critico. Se non ci si fermerà, per poi continuare ma seguendo un’altra strada. Mi spiego: 

il clima sta cambiando e i prossimi anni e i prossimi lustri, probabilmente i prossimi decenni, non saranno certamente diversi. Anzi, sembra proprio che ci troviamo solo nella fase iniziale di un cambiamento climatico abbastanza importante. E la presa di coscienza sembra aumentare, anche a livello istituzionale.

Ebbene, il cambiamento climatico sta influenzando anche i boschi. Un bosco, infatti, ha una certa composizione, una certa struttura, una certa dinamica, una certa stabilità, una certa evoluzione o involuzione, in funzione di un complesso di fattori (naturali ed antropici) tra cui vi è anche il clima ed in modo estremamente significativo ed influente. E se il clima cambia (come in questo nostro momento storico, da una decina d’anni a questa parte) cambia tutto il complesso di fattori e quindi la composizione, la struttura, la dinamica, la stabilità, di un bosco e, in definitiva, il suo destino (evolutivo o involutivo).

Ed il cambiamento climatico sta già influenzando il presente ed il futuro dei boschi   in modo nuovo. Modo nuovo tanto per noi umani (che studiamo e utilizziamo il bosco) quanto per il bosco stesso (che deve adattarsi ad una situazione nuova).

Già il bosco è un sistema complesso, intanto non riducibile ai soli alberi e poi comunque maggiore della somma di tutte le sue parti costitutive (Olismo) e questo soprattutto per l’esistenza di proprietà emergenti (Emergentismo), figuriamoci la complessità (evolutiva o involutiva) che esso assume in un regime di cambiamento climatico.  

Non solo dunque il Riduzionismo è automaticamente chiamato fuori (il bosco ridotto ai suoi alberi o comunque solo uguale alla somma di tutte le sue parti costitutive), non solo non si possono applicare solo le attuali conoscenze tecnico-scientifiche in merito ai boschi (preziose ma comunque cadenzate su boschi di qualche tempo fa in regime di stabilità climatica), ma l’Olismo necessario è chiamato ad essere particolarmente solido e particolarmente prospettico (e necessita di essere anche e più che mai distinto dallo pseudo-olismo).  

La morale della favola è presto detta:

prima di stendere i decreti attuativi e prima di operare occorrerebbero nuovi studi di tipo euristico sui boschi (territorio per territorio, almeno biennali-triennali) che portino, cioè, a nuove e aggiornate conoscenze (di base) con anche e soprattutto la creazione apposita, ad hoc, di nuovi e inediti concetti e parametri (sebbene anch’essi temporanei e relativi ma comunque migliori, più aderenti alla nuova realtà in essere) ed utilizzati per proiezioni e previsioni (evolutive o involutive) per i prossimi 10 anni almeno (proiezioni-previsioni teoriche, certo, possibilmente teorico-matematiche, ma assolutamente necessarie ed inevitabili per gestire al meglio, in modo davvero sostenibile, e da subito, entità complesse e delicate come i boschi).  

Si rischierebbe, altrimenti, di provocare seri danni agli ecosistemi boschivi. Magari anche in buonafede, ma pur sempre seri danni. E sarebbe davvero un paradosso visto che il TUFF, in fondo, è un buon testo (di partenza).

Anche perché, in termini più generali, dobbiamo tener presente che se i boschi anche dal clima sono influenzati, il clima è influenzato anche e soprattutto dai boschi. Una bella e seria Complessità, insomma. Che non si può negare, né ridurre, né  aggirare.

Se ci fossimo trovati in una fase storica di stabilità climatica (come una cinquantina d’anni fa e ancora più indietro), il passaggio dal TUFF ai decreti attuativi alle azioni, avrebbe potuto avere natura diretta e lineare. Volitiva e applicativa, insomma. Senza tanti problemi e in tempi rapidi. Secondo un ordinario e normale applicazionismo tecnico-professionale. Ma visto che il cambiamento climatico esiste (… o c’è ancora qualcuno che lo nega o ne riduce l’influenza?), il passaggio dal TUFF ai decreti attuativi alle azioni deve avere natura indiretta e non-lineare. Teorica ed euristica prima, volitiva e applicativa poi. E in tempi necessariamente più lunghi.

Se questa strada verrà percorsa, allora i boschi mostreranno, probabilmente, nei prossimi lustri e nei prossimi decenni, un’esistenza (ecologica ed economica) equilibrata (per il Bene della Natura e della Società). Se no, i boschi mostreranno, certamente, nei prossimi lustri e nei prossimi decenni, un’esistenza (ecologica ed economica) squilibrata (con guai per la Natura e per la Società).

Certo, la strada tecnico-scientifica di tipo euristico (necessariamente di tipo euristico, visto il cambiamento in corso del clima), non è cosa semplice (occorrono anche e soprattutto competenze ed abilità teoriche e di un certo tipo). Ma è necessaria. 

Personalmente, spronato anche da alcuni miei estimatori, ho iniziato ad interessarmene, con sano scetticismo (devo dire) ma con impegno. Ovviamente, come libera ricerca teorica (sulla base di bibliografia e sopralluoghi). E nell’Olismo, naturalmente. Vi aggiornerò.

E come sempre, ad maiora! amici, ad maiora! 

Luca Fortunato (Matera)
Per eventuali suggerimenti, collaborazioni di input: WhatsApp 389.4238195

P.S. - 1: qualcuno mi ha detto: e se nel frattempo i decreti attuativi ci saranno già? E già si sarà fatto secondo essi? Che ne sarà del tuo lavoro teorico? Ho risposto così: un teorico fa il teorico. Assolutamente libero, indipendente e incondizionato, anche nei tempi, nelle tempistiche, ecc. E lo fa perché gli piace e perché è la sua natura. Come un pesce che nuota nell’acqua, come un gabbiano che vola sul mare, ecc. Certo, egli deve affrontare enormi problemi che, solo a sentirli, alla maggior parte della gente vengono le vertigini! Maggior parte della gente che, purtroppo, è attenta ai dettagli, magari burocratici, ma che non sa cogliere il senso delle cose (e che per questo, alle fine, perde). Maggior parte della gente che magari cura la forma ma non la sostanza  (e che per questo, alla lunga, perde). Maggior parte della gente che, purtroppo, è schiava dalla quotidianità senza mai pensare e immaginare oltre (e che per questo invecchia, soprattutto nel proprio animo, prima del tempo). Il teorico, dicevo, deve affrontare enormi (e non- comuni) problemi. Problemi intuitivi, concettuali, logico-deduttivi ma di un certo tipo (per cui non basta il ragionamento comune), matematici ma non quelli semplicemente aritmetici (per i quali si può usare la calcolatrice), previsionali, immaginativi, quali-quantitativi, di ricerca delle conoscenze, di creazione di conoscenze, di sintesi delle conoscenze, di correlazione, di quadro d’insieme, di equilibri, di rapporti, di traduzione delle intuizioni in vocaboli e in testo e poi di questi in matematica, ecc. Ma è il suo destino. Comprensivo anche di una certa, “normale” difficoltà a farsi capire (specialmente dai propri colleghi che quasi sempre mancano di serenità, d’obiettività e di onestà intellettuale a causa di gelosia e di invidia; specialmente dai giornalisti che quasi sempre sono faziosi e parziali, a raccontare sempre e solo una delle due o più realtà esistenti. Il caso Xylella, ad esempio, è emblematico purtroppo). Ma è il suo destino. Comunque, un bel destino. E quando e se riesce a concludere il suo (sempre difficilissimo) lavoro teorico, quella è la sua ricompensa. È già la sua ricompensa. Totale, intera. 100%. Stop. Eventuali e futuri risvolti positivi sarebbero altre ricompense (ricompensa 2, ricompensa 3, ecc.; 200%, 300%, ecc.). Dunque, di cosa poi le altre persone (sperimentalisti, imprenditori, colleghi, politici, ecc.) potranno fare o non fare dei suoi lavori (sperimentarli/non sperimentarli; applicarli/non applicarli; ecc.) al teorico non interessa (fermo restando, in caso di utilizzo, il rispetto del diritto d’autore e, nel caso di alcune particolari utilizzazioni, anche un equo compenso. Ovviamente). Non deve interessargli. Altrimenti non sarebbe un teorico. Né potrebbe proprio farlo il teorico, se anche lo desiderasse ma avesse anche 1/1000 della sua mente distratta da “altre logiche” (chiamiamole così …). Del resto, la Natura e la Società hanno bisogno tanto di teoria quanto di pratica, tanto di teoria quanto di sperimentazione, tanto di teoria quanto di applicazione, tanto di visione d’insieme quanto di dettagli, tanto di sostanza quanto di forma, tanto di libertà quanto di controllo, ecc. (matematici puri e matematici applicati; fisici teorici e fisici sperimentali; chimici teorici e chimici sperimentali; biologi teorici e biologi sperimentalisti; agronomi teorici e agronomi sperimentalisti; geologi teorici e geologi applicati; ecc.). In generale, vi è stato (nel recente passato, da 30-40 anni) uno sbilanciamento verso i momenti pratici, applicativi, specialistici, analitici, induttivi, algoritmici, di dettaglio, tecnologici, procedurali, burocratici, formali, ecc. Occorre riequilibrare il tutto, a favore dei momenti teorici, euristici, creativi, conoscitivi, concettuali, paradigmatici, sostanziali, scientifici, sintetici, deduttivi, di quadro d’insieme, di visione generale, ecc. Anche in questo senso vanno letti i problemi del Nostro Tempo per cercarne vere soluzioni. Ed i boschi, tra i migliori e maggiori esempi di entità complesse, e per giunta in occasione del buon TUFF ma anche e purtroppo in un momento storico di cambiamento climatico, potrebbero guidare gli esseri umani (almeno italiani ….) verso svolte di saggezza da tanto tempo auspicate quanto necessarie. Lo scetticismo è d’obbligo ma la speranza pure.

P.S. – 2: ricordo sempre ai Lettori del blog che a partire dal prossimo Aprile (per positivi ma aumentati impegni di lavoro e di famiglia) verrà pubblicato un solo post al mese selezionando, tra i diversi fatti di cronaca che saranno avvenuti o tra i temi che saranno stati particolarmente discussi in Società, il fatto o il tema ritenuto più significativo relativamente ai Paradigmi (Olismo, Riduzionismo, pseudo-olismo).