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Cambia
il clima ma non cambia l’Agricoltura
Il clima sta cambiando. E gli effetti negativi del
cambiamento climatico si abbattono, ed in misura sempre maggiore, anche e
soprattutto sull’Agricoltura. Le cronache degli ultimi mesi, anche delle ultime
settimane, anche qui in Basilicata, ci consegnano uno scenario allarmante. E
l’anticipo di primavera, ora in corso, va certamente bene per fare un giro in
bicicletta o un pic-nic, ma non è certo salutare per l’Agricoltura (e quindi
per gli aspetti quantitativi e qualitativi dei consumi alimentari di tutti noi,
giusto per focalizzare un aspetto tra i tanti in gioco).
Ma il mondo agricolo (nel suo complesso, a parte rare e
virtuose eccezioni) non sta reagendo in modo adeguato. Non sta cambiando.
E la tipologia di cambiamento che il mondo agricolo deve
attuare è un cambiamento totale, intero, integrale (non si possono cambiare
alcune cose e altre no). Inoltre, deve trattarsi di un cambiamento interno,
endogeno, proprio, non indotto dall’esterno, non calato dall’alto.
Né si possono sempre aspettare i soldi del Governo o
dell’Europa, giusto per dirne una. Che quando arrivano fanno bene, certo. Ma
l’Agricoltura moderna è chiamata a ruoli molteplici – alimentare, industriale, salutistico,
ecologico, ambientale, turistico, sociale, urbanistico, ecc. - che non possono
essere schiavi di una logica-prassi del genere che tampona situazioni di crisi
ma che non migliora la struttura del sistema Agricoltura né previene alcunché, una
logica-prassi di natura essenzialmente politica e che dipende troppo dalle
oscillazioni della Politica.
Certo, il cambiamento richiesto è difficile. Ed è comprensibile
il ritardo di reazione adeguata. Ma non c’è alternativa ad una vera e propria rivoluzione
delle logiche e delle prassi. Considerando anche la competizione globale.
Occorre, insomma, darsi una mossa, ma nella giusta direzione.
E la svolta, ancora prima che tecnica, deve essere culturale.
Anzi, la svolta culturale è la necessaria premessa perché ci possa essere la
svolta tecnica (… ma l’Establishment fa la svolta tecnico-culturale a parole,
ancora a parole. Nei fatti, resta conservatore, chiuso, blindato, ingessato, burocratico,
militare, autoritario, maggioritario, convenzionale. Nel Paradigma del
Riduzionismo, ovviamente. Con, a volte, recite pseudo-olistiche. Ma niente di più. Del resto,
l’Olismo vero, per sua natura, ha tratti diametralmente opposti. E questo
dovrebbe far molto riflettere gli agricoltori, i professionisti tecnici, i
sindacalisti, ecc. Perché poi possano pretendere cose diverse).
Anche perché in termini di clima anomalo, i prossimi anni e i
prossimi lustri, probabilmente i prossimi decenni, non saranno certamente diversi,
non andranno meglio. Anzi, sembra proprio che ci troviamo solo nella fase
iniziale di un cambiamento climatico abbastanza importante. Nessun pessimismo,
nessun catastrofismo. Solo realismo.
Per fronteggiare un nuovo fenomeno (il cambiamento climatico
e i suoi effetti, in questo caso) occorre pensare ed agire in modo nuovo. Concretamente,
dal mio punto di vista olistico:
a) in meteorologia: adeguamento euristico dei modelli
matematici (con conseguenti previsioni
meteo più vicine alla nuova Realtà che si è venuta a creare); in climatologia:
revisione euristica delle tipologie di clima (con maggiore caratterizzazione
geografico-zonale-ambientale in quanto in regime di cambiamento climatico i quid territoriali-ambientali giocano un
ruolo maggiore);
b) adeguamento euristico al cambiamento climatico delle
scelte colturali, delle tecniche colturali, del lavoro agricolo,
dell’organizzazione aziendale, delle strategie di benessere animale, della
selvicoltura, della meccanizzazione, delle strutture aziendali, ecc. in
funzione del punto a);
c) adeguamento euristico delle filiere, in funzione del punto
b);
d) studi statistico-attuariali di tipo euristico per
adeguamento delle basi di calcolo dei rischi assicurativi in regime di
cambiamento climatico;
e) tavoli integrati ed euristici (quindi
olistici) a carattere sperimentale con contemporanea presenza dei “4 mondi”: mondo
assicurativo, mondo agricolo, mondo tecnico-scientifico, mondo bancario, in
funzione dei punti a), b), c), d);
f) stipulazione agevolata, concordata e
sperimentale di polizze complete (multirischio) per le avversità climatiche (grandine,
colpo di sole, eccesso di neve, eccesso di pioggia, sbalzo termico, vento
forte, vento caldo, siccità, gelo, brina, alluvione) per l’intera annata
agraria, in funzione del punto e).
Approfondimenti:
-Libro Primo “Esempi d’Olismo”, 4° Capitolo – Autore: Luca
Fortunato – Self-Publishing, PDF, 2016-2017;
-Libro Secondo “Esempi d’Olismo”, 4° Capitolo – Autore: Luca Fortunato – Self-Publishing,
PDF, 2017;
-Libro Terzo “Esempi d’Olismo”, 2° Capitolo – Autore: Luca
Fortunato – Self-Publishing, PDF, 2018;
Luca Fortunato (Matera)
P.S. Comunicazione ai
lettori: il blog continuerà la sua mission
ma con cadenza mensile. Positivi ma aumentati impegni mi impongono la cosa. Cercherò
dunque di fare sintesi tra il nuovo assetto delle mie giornate, da una parte, e
l’esigenza di tanti di voi lettori di continuare ad avere i miei punti di
vista, dall’altra parte. Sono realtà entrambe importanti. A partire dal
prossimo Aprile, dunque, verrà pubblicato un post al mese selezionando, tra i
diversi fatti di cronaca che saranno avvenuti o tra i temi che saranno stati particolarmente
discussi in Società, il fatto o il tema ritenuto più significativo relativamente
ai Paradigmi (Olismo, Riduzionismo, pseudo-olismo). Per eventuali segnalazioni
di fatti o di temi o per qualsiasi info: WhatsApp 389.4238195. E come sempre, ad maiora! amici, ad maiora!
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