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Sintesi – 12
(anticipo di
pubblicazione, per positivi ma fitti e notevoli impegni settimanali)
Introduzione
La Pandemia ci ha
focalizzato l’attenzione (oltre che sulla Scienza, Medicina, Salute, ecc.)
anche sull’Economia. Giustamente. Il problema però (anche questo problema) vive
di un problema! E non è un gioco di parole. I problemi economici particolari,
specifici e contingenti originano anche e soprattutto da un problema generale, di
base, di fondo, che è anche di natura paradigmatica, in cui, cioè, c’entra
eccome la questione Riduzionismo/Olismo. A tal proposito, ripropongo oggi un
post che pubblicai tempo fa. È davvero utile. Credetemi.
E l’idea di fondo risale
addirittura ai tempi dell’Università, quando, studente presso la Facoltà di
Agraria, preparavo il corposo esame di Economia e Politica Agraria (che superai
al primo colpo e pure con un bel voto! anche e soprattutto grazie alla lettura “integrativa”
– diciamo così ….- di alcuni libri illuminati e illuminanti di Economia,
appunto, che presi dalla biblioteca personale di mio padre, laureato in Economia
e Commercio, e politicamente di Sinistra. Ma questo aspetto politico è solo un
dettaglio. O no?). Per dire, che ci sono cose senza tempo. Ma che trascurandole,
perdendole di vista (da parte di alcuni, magari collocati nell’Establishment, magari
“specialisti” e “competenti”, no?) molti problemi risolvibili restano
irrisolti. Ma tant’è.
In corsivo, nel testo originario, le attualizzazioni (….per la mission
del blog!).
Buona lettura (e per alcuni,
buona ri-lettura), dunque. E alla prossima Sintesi, la prossima settimana. Ad
maiora! E sempre meglio verso il Nuovo Libro! Luca Fortunato (Matera).
La Cultura dell'Economia
Sintetizzando e rielaborando da diverse ed autorevoli
fonti (in libri, sul web), possiamo affermare che l’Economia, tutta l’Economia,
tutta la scienza economica (da Smith a Keynes agli attuali economisti, passando
per Ricardo, Marx, Pareto, Marshall ecc.) si è sempre caratterizzata, si
caratterizza (e sempre si caratterizzerà), per il seguente e sostanziale
aspetto:
essa, benché usi largamente lo strumento matematico,
si differenzia in modo sostanziale dalla Scienza propriamente intesa, vale a
dire la scienza naturale (fisica, chimica, biologia, ecologia, agraria,
geologia, ecc.). Fermo restando il fatto che quest’ultima, la scienza naturale,
come si è ormai potuto constatare nel corso della sua lunga e straordinaria
storia, non dà il vero ma il verosimile, non dà certezze ma probabilità, non dà
l’assoluto ma il relativo ecc., le differenze sostanziali tra essa e l’Economia
risiedono in questo:
in economia non è possibile costruire esperimenti cioè
non è possibile ricostruire artificialmente le condizioni previste dalle sue
leggi per testare, dimostrare o confutare, le stesse leggi. In Economia ... non
si può andare in laboratorio!
La conseguenza è il fatto che non è possibile
stabilire se una legge economica sia vera o falsa in base ai soli fatti. Se due
o più economisti non convergono, non sono d’accordo, sulla spiegazione di un
certo fenomeno economico non possono fare un esperimento per riuscire a
risolvere la questione. E non essendoci, dunque, un criterio oggettivo di
scelta tra le diverse teorie economiche, in Economia non esistono scelte
incontrovertibili.
In Economia per appurare la corrispondenza o meno tra
la teoria e i fatti non può predisporsi nulla. E’ necessario ben altro.
L’economista o chi voglia darsi spiegazione di un fatto economico, di un
fenomeno economico, di una dinamica economica (a qualsiasi scala e a qualsiasi
livello: dalle scelte di economia domestica alle oscillazioni di Borsa, dalle
scelte economiche aziendali alle scelte economiche nazionali, dai prezzi di
frutta e verdura alle quotazioni del petrolio) deve vestire oltre che i panni
del tecnico e/o dello scienziato economico anche i panni dell’umanista e
precisamente dello storico: deve cercare di ricostruire mentalmente il
complesso contesto (storico, politico, sociologico, antropologico, culturale,
motivazionale, psicologico, materiale, congiunturale ecc.) nel quale quel
fatto, quel fenomeno, quella dinamica ha preso forma, si è originato (questo è Olismo, ovviamente). Nel fare
ciò egli può e deve certamente far ricorso a documenti, archivi, testimonianze
ecc. ed ovviamente alla statistica, alla metodologia statistica, alle serie
storiche statistiche, ad elaborazioni statistico-matematiche ecc. Ma la sua
soggettività, la sua sensibilità soggettiva, rimarrà determinante (anche questo è Olismo, ovviamente). E
farà la differenza. I documenti, gli archivi, le testimonianze e la Statistica
sono, restano e resteranno sempre e comunque, (nonostante precisioni,
accuratezze ecc.) dei surrogati di quell’esperimento che non si può attuare,
dei surrogati di quel carattere sperimentale che l’Economia non potrà mai avere
(anche qui, i fanatici del Riduzionismo razionalista se ne facessero una
ragione e si andassero a fare una bella passeggiata ….).
Dunque, l’impossibilità sperimentale e la storicità
dell’oggetto economico, portano inevitabilmente alla vera caratterizzazione
dello scenario dell’Economia, della scienza economica, che presenta: pluralismo teorico cioè la presenza contemporanea di più teorie per
spiegare gli stessi fatti e pluralismo
metodologico cioè la
presenza contemporanea di diverse e varie regole metodologiche tra di loro
indipendenti e tra di loro irriducibili (Olismo
di fatto in seno all’Economia, che i riduzionisti – economisti e non - tentano
di ridurre ad altro e quando ci riescono la Società accusa mali enormi, vedi per
esempio gestione economica pandemica! Anche in Economia, dunque, vi è il
problema della sintesi, tra diverse posizioni e tutte legittime. Problema di
sintesi che non si può né ridurre, né evitare, né aggirare).
Ma affidiamo la conclusione ai saggi:
J. M. Keynes: “In economia non puoi condannare il
tuo oppositore per errore, puoi solo convincerlo dell’errore. E anche se tu hai
ragione, non puoi convincerlo se vi è un difetto nel tuo potere di esposizione
oppure se la sua testa è già così riempita di nozioni contrarie che egli non può
afferrare i punti chiave del tuo pensiero”.
A.K. Dasgupta: “ Nella scienza economica le vecchie
teorie non muoiono. Ed è così, non perché una è costruita sull’altra, ma perché
una è indipendente dall’altra”.