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Sintesi – 8
Come
promesso e annunciato, riprende la nuova Rubrica “Sintesi” (che Vi accompagnerà
settimanalmente – impegni di lavoro e non, permettendo – nel corso di tutto
questo nuovo 2022 fino all’uscita del Nuovo Libro prevista per il 29 dicembre.
Ricordo il mio contatto - per chiunque voglia comunque e ancora collaborare,
interagire, ecc. - con precisazioni di orari e giorni per rendere più efficaci
e veloci le comunicazioni. Siete diventati tanti, mi fa molto piacere, ma proprio
per questo …. andate gestiti per bene! A presto, dunque, e come sempre ad
maiora, amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera): WhatsApp: tel. cell. 389.4238195
(dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 12,30).
Qui di seguito, ri-propongo un classico del grande
filosofo J.-P. Sartre (1905-1980), che ormai è anche un classico nei miei
scritti ed è, ovviamente, un testo olistico, anzi è una vera perla d’Olismo!
Quello che è meno ovvio, è la grande validità del breve ma significativo testo
sartriano negli ambiti più diversi. Del resto, essendo un qualcosa di base, è
naturale che sia sempre valido.
Ora, nella Scienza e nella Tecnica, così come
nell’Economia e nella Finanza, da attuale Establishment, il tempo, anche proprio come parametro
tecnico, anche come variabile nei modelli matematici, anche come entità da
tener conto per progettare, pianificare, organizzare, ecc. ecc. ecc. non solo
viene ancora, anacronisticamente, pensato e utilizzato come da Fisica Classica -
e non invece come dovrebbe essere (e come per fortuna fa l’Olismo) come da
Fisica Moderna (relatività einsteiniana e meccanica quantistica) anche per le
nostre quotidiane scale dimensionali (è ormai assodato da decenni che debba
essere così, no?) - ma viene analiticamente snaturato e smembrato (in
“presente”, in “passato”, in “futuro”) in ogni riferimento mentale così come in
ogni suo utilizzo. E i conti dell’Establishment non tornano.
La mancanza di pianificazioni necessarie e/o di
previsioni ragionevoli (negli ambiti più diversi ma di cui, poi, tutti noi ne
facciamo le spese) va letta anche e soprattutto in questo senso. Per esempio:
come si è fatto a non capire e a non prevedere da
parte dell’Establishment, già dall’estate di questo anno, che in questo
autunno-inverno ci sarebbe stata la quarta ondata? Dovuta comunque alla
variante Delta? E quindi, già da questa estate, pianificare, predisporre e
attuare misure severe, per evitarla? Penso ai trasporti, alle scuole, ecc. ecc.
ecc. Poi, l’arrivo della variante Omicron ha aggravato il tutto. Ma essa (Omicron)
intanto non costituisce una “sorpresa assoluta” (si sapeva della enorme e
libera circolazione del virus in Paesi scarsamente o per nulla vaccinati come l’Africa,
no?), e comunque avrebbe avuto un impatto collettivo-sociale minore se avesse
trovato un Paese meglio e già organizzato-attrezzato, o no?
Un altro esempio: come si è fatto a non capire e a non
prevedere da parte dell’Establishment, già dall’estate particolarmente calda di
questo anno, che in questo autunno-inverno ci sarebbero state piogge
particolarmente violente e abbondanti? E
quindi, già da questa estate, pianificare, predisporre e attuare misure per
mitigare l’impatto dell’acqua nelle Città?
Ancora un esempio: come si è fatto a non capire e a
non prevedere da parte dell’Establishment, l’assalto alla CGIL? E quindi, già
bloccare sul nascere la marcia dei violenti?
E di esempi se ne potrebbero fare e fare ancora. Ma va
bene così, ho reso l’idea.
Ebbene, per rimediare a queste “sfasature temporali”,
dovute soprattutto ad un affossamento delle menti e delle azioni nel solo
“presente” senza collegarlo al passato (che si conosce) e al futuro (in cui ci
sarà comunque qualcosa derivante dal passato) (si faccia l’agronomo, si faccia
il medico, si faccia l’ingegnere, si faccia l’economista, sia faccia il
politico, si faccia il magistrato, si faccia il meteorologo, ecc.), occorre
innanzitutto spostare la propria mente dalla nozione di “tempo” alla nozione di
temporalità (cosa molto e ben
diversa). E poi, per completare, assumere un concetto olistico di temporalità. Nel Nuovo Libro, mostrerò, dimostrerò e
denuncerò alcuni episodi di sfacelo analitico-riduzionistico in merito a ciò e,
contemporaneamente, come avrebbe invece risolto i problemi un approccio sintetico-olistico.
Ma chi meglio di Sartre può essere un grande esempio
in merito a ciò? Un vero e proprio faro che squarcia le Tenebre del
Riduzionismo? Leggete, vedete che Olismo! Vedete che intelligenza olistica!
Fate godere la vostra mente, sperando che le vostre mani la seguano.
Dal capolavoro “L’Essere e il Nulla” del 1943 di J-P.
Sartre:
[…]La temporalità è evidentemente
una struttura
organizzata e i tre pretesi “elementi” del tempo: passato, presente, avvenire, non devono essere
considerati come una collezione di “data” di cui bisogna fare la somma – per
esempio come una serie infinita di “adesso” dei quali gli uni non sono ancora e
gli altri non sono più – ma come dei momenti strutturali di una sintesi
originale. Altrimenti incontriamo
subito un paradosso: il passato non è più, l’avvenire non è ancora, quanto al
presente istantaneo si sa che non è affatto, che è limite di una divisione
infinita, come il punto senza dimensione. Così tutta la serie si annulla e
doppiamente, perché, per esempio, l’”adesso” futuro è un nulla in quanto futuro
e si realizzerà in nulla quanto passerà allo stato di “adesso” presente. Il
solo metodo possibile di studiare la temporalità è di affrontarla come una totalità che regge le strutture subordinate e che
conferisce ad esse il loro significato. [….]
E come se non bastasse, abbiamo una corrispondenza di
ciò nel pensiero di Albert Einstein:
“Per
noi che crediamo nella Fisica, la divisione tra passato,
presente e futuro è solo un'ostinata illusione”.
(Più di così …. !)
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