Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 30 gennaio 2022

Sintesi - 12

 Post 376

Sintesi – 12

(anticipo di pubblicazione, per positivi ma fitti e notevoli impegni settimanali)

Introduzione

La Pandemia ci ha focalizzato l’attenzione (oltre che sulla Scienza, Medicina, Salute, ecc.) anche sull’Economia. Giustamente. Il problema però (anche questo problema) vive di un problema! E non è un gioco di parole. I problemi economici particolari, specifici e contingenti originano anche e soprattutto da un problema generale, di base, di fondo, che è anche di natura paradigmatica, in cui, cioè, c’entra eccome la questione Riduzionismo/Olismo. A tal proposito, ripropongo oggi un post che pubblicai tempo fa. È davvero utile. Credetemi.

E l’idea di fondo risale addirittura ai tempi dell’Università, quando, studente presso la Facoltà di Agraria, preparavo il corposo esame di Economia e Politica Agraria (che superai al primo colpo e pure con un bel voto! anche e soprattutto grazie alla lettura “integrativa” – diciamo così ….- di alcuni libri illuminati e illuminanti di Economia, appunto, che presi dalla biblioteca personale di mio padre, laureato in Economia e Commercio, e politicamente di Sinistra. Ma questo aspetto politico è solo un dettaglio. O no?). Per dire, che ci sono cose senza tempo. Ma che trascurandole, perdendole di vista (da parte di alcuni, magari collocati nell’Establishment, magari “specialisti” e “competenti”, no?) molti problemi risolvibili restano irrisolti. Ma tant’è.

In corsivo, nel testo originario, le attualizzazioni (….per la mission del blog!).

Buona lettura (e per alcuni, buona ri-lettura), dunque. E alla prossima Sintesi, la prossima settimana. Ad maiora! E sempre meglio verso il Nuovo Libro! Luca Fortunato (Matera).  

La Cultura dell'Economia

Sintetizzando e rielaborando da diverse ed autorevoli fonti (in libri, sul web), possiamo affermare che l’Economia, tutta l’Economia, tutta la scienza economica (da Smith a Keynes agli attuali economisti, passando per Ricardo, Marx, Pareto, Marshall ecc.) si è sempre caratterizzata, si caratterizza (e sempre si caratterizzerà), per il seguente e sostanziale aspetto:

essa, benché usi largamente lo strumento matematico, si differenzia in modo sostanziale dalla Scienza propriamente intesa, vale a dire la scienza naturale (fisica, chimica, biologia, ecologia, agraria, geologia, ecc.). Fermo restando il fatto che quest’ultima, la scienza naturale, come si è ormai potuto constatare nel corso della sua lunga e straordinaria storia, non dà il vero ma il verosimile, non dà certezze ma probabilità, non dà l’assoluto ma il relativo ecc., le differenze sostanziali tra essa e l’Economia risiedono in questo:  

in economia non è possibile costruire esperimenti cioè non è possibile ricostruire artificialmente le condizioni previste dalle sue leggi per testare, dimostrare o confutare, le stesse leggi. In Economia ... non si può andare in laboratorio!

La conseguenza è il fatto che non è possibile stabilire se una legge economica sia vera o falsa in base ai soli fatti. Se due o più economisti non convergono, non sono d’accordo, sulla spiegazione di un certo fenomeno economico non possono fare un esperimento per riuscire a risolvere la questione. E non essendoci, dunque, un criterio oggettivo di scelta tra le diverse teorie economiche, in Economia non esistono scelte incontrovertibili.

In Economia per appurare la corrispondenza o meno tra la teoria e i fatti non può predisporsi nulla. E’ necessario ben altro. L’economista o chi voglia darsi spiegazione di un fatto economico, di un fenomeno economico, di una dinamica economica (a qualsiasi scala e a qualsiasi livello: dalle scelte di economia domestica alle oscillazioni di Borsa, dalle scelte economiche aziendali alle scelte economiche nazionali, dai prezzi di frutta e verdura alle quotazioni del petrolio) deve vestire oltre che i panni del tecnico e/o dello scienziato economico anche i panni dell’umanista e precisamente dello storico: deve cercare di ricostruire mentalmente il complesso contesto (storico, politico, sociologico, antropologico, culturale, motivazionale, psicologico, materiale, congiunturale ecc.) nel quale quel fatto, quel fenomeno, quella dinamica ha preso forma, si è originato (questo è Olismo, ovviamente). Nel fare ciò egli può e deve certamente far ricorso a documenti, archivi, testimonianze ecc. ed ovviamente alla statistica, alla metodologia statistica, alle serie storiche statistiche, ad elaborazioni statistico-matematiche ecc. Ma la sua soggettività, la sua sensibilità soggettiva, rimarrà determinante (anche questo è Olismo, ovviamente). E farà la differenza. I documenti, gli archivi, le testimonianze e la Statistica sono, restano e resteranno sempre e comunque, (nonostante precisioni, accuratezze ecc.) dei surrogati di quell’esperimento che non si può attuare, dei surrogati di quel carattere sperimentale che l’Economia non potrà mai avere (anche qui, i fanatici del Riduzionismo razionalista se ne facessero una ragione e si andassero a fare una bella passeggiata ….).

Dunque, l’impossibilità sperimentale e la storicità dell’oggetto economico, portano inevitabilmente alla vera caratterizzazione dello scenario dell’Economia, della scienza economica, che presenta: pluralismo teorico cioè la presenza contemporanea di più teorie per spiegare gli stessi fatti e pluralismo metodologico cioè la presenza contemporanea di diverse e varie regole metodologiche tra di loro indipendenti e tra di loro irriducibili (Olismo di fatto in seno all’Economia, che i riduzionisti – economisti e non - tentano di ridurre ad altro e quando ci riescono la Società accusa mali enormi, vedi per esempio gestione economica pandemica! Anche in Economia, dunque, vi è il problema della sintesi, tra diverse posizioni e tutte legittime. Problema di sintesi che non si può né ridurre, né evitare, né aggirare).

Ma affidiamo la conclusione ai saggi:

J. M. Keynes: “In economia non puoi condannare il tuo oppositore per errore, puoi solo convincerlo dell’errore. E anche se tu hai ragione, non puoi convincerlo se vi è un difetto nel tuo potere di esposizione oppure se la sua testa è già così riempita di nozioni contrarie che egli non può afferrare i punti chiave del tuo pensiero”.

A.K. Dasgupta: “ Nella scienza economica le vecchie teorie non muoiono. Ed è così, non perché una è costruita sull’altra, ma perché una è indipendente dall’altra”.

 

 

 

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