Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 30 giugno 2016

Miscellanea di riflessioni



Post n. 68: 
Miscellanea di riflessioni 
Prima della mia estate di fuoco (nel senso degli impegni, di lavoro e non, fortunatamente. Controcorrente ma fortunatamente) che inizia la settimana prossima, trovo il tempo di scrivere e pubblicare alcune riflessioni anche a mo’ di saluto e di arrivederci per l’autunno. La crescita, esponenziale direi, dei fatti di cronaca negativi che negli ultimi mesi e giorni vanno riempiendo purtroppo le pagine dei giornali e in tutti i sensi e in tutte le direzioni e in tutti gli ambiti della Società (mondiale, comunitaria, nazionale, locale) mi ha richiamato alla memoria alcune sagge frasi del libro “Che cos’è la psicologia” di Pierre Daco (autore che ho già avuto modo di citare). Frasi che voglio condividere con i lettori di questo blog. Le trovo validissime, tanto culturalmente quanto praticamente. Perché alla fine dei conti è nella dimensione psicologica che vanno ricercate le diagnosi dei troppi ed esagerati mali che caratterizzano il Nostro Tempo. Così come, nella dimensione psicologica, vanno trovati i rimedi e le speranze. Votare o non votare è un atto psicologico (libero). Votare in una direzione o in un’altra è un atto psicologico (libero). Farsi saltare in aria uccidendo gli altri è un atto psicologico (criminale). Violentare una sedicenne è un atto psicologico (da bestie umane). Uccidere e nascondere il corpo ucciso nel frigorifero è un atto psicologico (incredibile eppure reale). Uccidere la propria moglie, il proprio figlio e suicidarsi è una sequenza di atti psicologici (terribili ma reali). Ecc. ecc. Le cronache le conosciamo. Anche quelle minori se così si può dire. Ma ugualmente significative. Ad ogni modo, scrive Pierre Daco (mostrando tanto la presenza del Riduzionismo negli aspetti bui, quanto la presenza dell’Olismo negli aspetti luminosi. Notare):  a) “ […] La nostra bella epoca. Molti uomini moderni sono dei disadattati. Chi dice disadattamento dice contraddizione; e la contraddizione significa lotta, conflitto, vale a dire angoscia. Una delle più grandi contraddizioni è questa: l’uomo è combattuto tra ciò che è e ciò che crede di essere. Si trova allora profondamente diviso tra le tendenze profonde e il comportamento esteriore. […]. La nostra epoca è un’epoca di repressione. Queste repressioni sono dei potenti fattori di malattie fisiche e psicologiche. […] Molti vogliono “arrivare”. Arrivare dove? Non lo sanno. L’unica cosa è che vogliono arrivare primi. Primi in che cosa? Dove? Ignorano anche questo. Vogliono soprattutto essere superiori. Perché? Perché si sentono inferiori. […]. Uno dei compiti più importanti della psicologia è quello di aiutare gli uomini a ritrovare il loro inconscio, e di far si che quest’ultimo si accordi con le sfere coscienti della vita quotidiana. […] ; b) […] Molti uomini sentono che manca loro qualcosa per poter essere se stessi. La maggior parte delle malattie psicologiche sono originate dalla ricerca, sbagliata, di questo qualcosa […] ; c) […] Tra autorità ed autoritarismo c’è una notevole differenza. L’autorità considera il comando come un mezzo, e cerca di realizzare un reale potenziamento della personalità. Ha un rispetto assoluto per le persone alle quali si rivolge; è in altre parole il comando democratico allo stato puro. Questa autentica autorità dona, perché è ricchezza e forza. L’autoritario invece? E’ tutto il contrario … L’autoritario considera il comando come un fine a se stesso, e quel comando rappresenta per lui la sicurezza interiore. Si rifiuterà quindi di discutere il suo dominio, pronto ad esigere tutto, ma incapace di donare qualcosa. L’autoritario è un aggressivo: quindi un debole. Il suo comando camuffa un attacco, ed egli attacca per paura di essere attaccato, colpito, posto in una situazione di inferiorità. Per i deboli, l’autoritarismo e il dominio sono una compensazione di prim’ordine. […] d) […]La gelosia è la piaga mortale di molte persone; può essere episodica, come nettamente patologica. La persona amata è accaparrata in modo assoluto, chiusa in una perpetua gogna. Inoltre, tutto ciò che può distrarre la persona amata, come gli studi personali, il lavoro, i libri, gli amici … perfino i propri pensieri, tutto questo è guardato con una ostilità minuziosa, maniaca, feroce, incessante. Una persona gelosa non potrà mai ammettere che l’oggetto amato possa pensare da solo, sognare. […] La gelosia negli adulti è sempre sintomo di una deficienza psicologica […] La gelosia è una forma sottile di autoritarismo […] e) […] una persona che soffre per un complesso di inferiorità, cercherà la superiorità [….] E’ così che nella vita di tutti i giorni molte persone realizzano grandi cose proprio a causa del loro complesso di inferiorità. […] Tutti i tiranni, i dittatori, gli autoritari, gli aggressivi, si trovano in questa situazione. Il bisogno di dominare ed essere superiori è sempre di tipo nevrotico […] Automobilismo e nevrosi. Alcuni nevrotici hanno di mira la conquista degli aspetti esteriori della superiorità: denaro, posizioni altolocate, bei vestiti, macchine. E l’automobile sembra concretizzare questi sentimenti malati. Molti guidatori non sopportano di essere sorpassati. E’ una reazione del tutto nevrotica! Essere sorpassati significa per essi “essere svalorizzati”. Vale a dire si identificano con la loro automobile, e la potenza della loro macchina diventa la loro stessa potenza. Per giungere a tanto bisogna che il loro complesso di inferiorità sia veramente profondo! […] f) […] le guerre continueranno finché l’uomo non imparerà a conoscersi ed a trovare la sua essenza profonda. Finché non si sarà reso conto che la natura umana è identica in qualsiasi luogo della terra e che tutto il resto è una superflua vernice. Invece ci mettono in testa che “noi” siamo italiani, francesi, inglesi, belgi, papua, protestanti, cattolici, musulmani, ricchi, poveri ecc. fino al giorno in cui gli uomini uccidono, distruggono per il loro paese, le loro religioni, le loro opinioni politiche. Tutto ciò continuerà finché l’educazione continuerà a dividere l’umanità in “gruppi” separati ed opposti. Il problema qui non è il bambino, ma l’educatore! Tutto ciò dimostra anche come gli uomini  siano ancora sprovveduti, infantili e pieni di paura. Non si arriverà mai alla pace (individuale e collettiva) frazionando gli uomini in gruppi rivali […] “.

Brexit - 4



Post n. 67:  
Brexit – 4 
Continuando dai post 65, 64 e 63: da quello che sta succedendo (sta succedendo qualcosa?) in questi giorni post referendum Brexit, ho l’impressione che si stia continuando sulla vecchia strada del Riduzionismo europeo. Certo, è presto per dirlo. Ma visto che la posta in gioco è altissima, anche le iniziali impressioni di qualunque cittadino contano. La mia impressione è quella che non solo si stia continuando ad andare sui rapporti di forza anziché sulla forza delle idee ma che la lezione sull’Unione o meglio sulla non-Unione non sia stata recepita fino in fondo. Mi spiego. In generale, il concetto, il significato, il senso di unione è quello (olistico) di ciò che risulta, che scaturisce, che si ottiene del mettere insieme e dal tenere insieme più elementi, entità, soggetti, oggetti. Ciò che risulta, che scaturisce, che si ottiene. E non,quindi, il semplice mettere insieme e tenere insieme. Ciò che risulta, che scaturisce, che si ottiene in più, dunque. E non la semplice somma delle parti e delle loro relazioni. Nello specifico, l’Unione Europea vede diversi Paesi insieme e tenuti insieme (dalla moneta Euro, dai trattati, dai rapporti ecc. ecc. ecc.). Ma cosa risulta da tutto ciò? Cosa scaturisce? Cosa si ottiene? In più? Niente. Praticamente niente. L’Unione Europea per come è stata fino ad ora e per come è tuttora è solo apparente, fittizia. E sembra continuare e dover continuare su questa brutta strada. Se le cose restassero così e se si continuasse a viaggiare, a muoversi e a fare su questa brutta strada è facile immaginare che, certamente a fasi alterne, a volte positive a volte negative, il processo complessivo sarà di progressivo degrado dell’ “Unione Europea” con l’inevitabile risultato, entro 5 anni o al massimo entro 10 anni, della sua completa estinzione. Esempi, solo 5 esempi (ma se ne possono fare a decine …) di cosa invece dovrebbe risultare, ottenersi, scaturire in più, olisticamente, dai Paesi Europei (pur già insieme … e pur già tenuti insieme ….). Se si vuol dare un vero senso a questa Europa: 1.un unico esercito europeo sovranazionale (che tra i tanti e diversi compiti si farebbe anche carico del problema degli sbarchi e dei flussi migratori sull’unico e intero confine d’Europa, sia esso bagnato dal Mediterraneo, sia esso bagnato dall’Atlantico, con anche conseguente reale percezione da parte delle singole comunità nazionali di essere insieme a tutte le altre sorelle d’Europa nell’affrontare un simile fenomeno del Nostro Tempo); 2.un’unica fiscalità europea sovranazionale (che preleverebbe e re-distribuirebbe in modo molto più efficace ed efficiente riguardo ai conti, alle entrate e alle spese, ma che porterebbe anche a molta più equità e alla reale percezione da parte delle persone d’essere trattate in modo più equo e più giusto … e proprio per far parte di una realtà più grande del proprio Paese!); 3.un’unica intelligence europea sovranazionale (per migliorare efficacia ed efficienza d’azione nel prevenire e/o nel contrastare i fenomeni terroristici soprattutto grazie alla diminuzione di probabilità di buchi di informazione); 4.un unico mercato del lavoro europeo sovranazionale (che dia maggiori e reali opportunità di lavoro e/o di incarichi di lavoro per il fatto di poter lavorare anche e soprattutto per le questioni europee (interne ma anche e soprattutto esterne come rapporti Europa/Mondo) oltre che per quelle nazionali e locali - in agricoltura, in ecologia, nell’industria, nel commercio, nei servizi ecc. – Ed anche stando nella propria città o borgo, semplicemente collegati ad un computer); 5. Ricordare sempre, in ogni occasione istituzionale, politica, pubblica ecc., gli ideali europei ma soprattutto mostrare e dimostrare concretamente sempre, in ogni occasione di azione, provvedimento, risoluzione ecc., il legame tra il fare istituzionale e gli ideali europei (… se, ovviamente, il legame esiste !). Ciao a tutti. Ad Maiora! Luca Fortunato  

domenica 26 giugno 2016

Brexit - 3



Post n. 65:  
Brexit – 3 
Continuando dai post 63 e 64, c’è un aspetto delicatissimo legato alla Brexit, forse più importante della stessa Brexit e delle sue conseguenze. Si rischia un indebolimento della Democrazia (anche e soprattutto come esempio negativo per il resto del Mondo). Per il non-rispetto del senso (ancor prima delle regole e dei tecnicismi) della Democrazia. Personalmente, desideravo (con il cuore) che vincesse il Remain. Ci ho sperato fino all’ultimo. Ma sapevo (con la testa, partendo da alcune intuizioni e, in seguito, deducendo da esse, e contro i sondaggi e le opinioni e le premature gioie di molti su di essi basate) che avrebbe vinto il Leave. Magari avesse vinto il Remain. La mancanza di Olismo europeo sarebbe rimasta ovviamente, e a produrre guai, ma si sarebbe ancora potuto rimediare ad essa in un contesto non-emergenziale e non così rischioso e pericoloso. Ma ha vinto il Leave. Il popolo si è espresso. Il popolo ha scelto. E la sua scelta va rispettata. Con coraggio. Per quanto brutta e dolorosa e problematica possa essere. Cercare di non farlo esprimerebbe (anzi già esprime in queste ore …) vigliaccheria (che è cosa diversa dalla paura, si badi bene). Ma casomai si riuscisse per davvero a non rispettare il volere del popolo, a ribaltare il volere del popolo (anche perché nell’Universo tutto è possibile ….) si avrebbe un problema ben più serio della Brexit e delle sue conseguenze! Verrebbe dato a tutte le persone del mondo un segnale terribile. Ed un precedente terribile. Altro che Brexit! E sue conseguenze! Altro che effetto domino di exit! I Totalitarismi (e di ogni colore) sono solo del secolo scorso. Un tempo brevissino perché essi possano velocemente ritornare, se svegliati, anche solo stuzzicati, nel loro sonno, per quanto profondo. Serietà. Olismo e serietà. Ci si ingegni ed in modo olistico  per gestire al meglio la situazione di uscita della Gran Bretagna e per contenere il più possibile i suoi effetti. E per migliorare (finalmente!) l’Europa (che resta …. Almeno). Ma negare o denegare o aggirare o ribaltare la situazione sarebbe - oltre che culturalmente orrendo - davvero qualcosa di inimmaginabile. Si può votare. E si può anche non votare. Ma non rispettare l’esito di un voto, di un voto regolare – appendendosi a percentuali di affluenza, percentuali altre, a petizioni anche per ironia della sorte ideate da chi avrebbe fatto bene a non idearle, appendendosi anche a qualunque altra cosa del Mondo – sarebbe davvero troppo! Ma vi è anche un altro aspetto nell’aspetto democratico della Brexit. Che sinceramente merita di essere sottolineato. Come la legge è uguale per tutti, anche la dignità e l’importanza del voto (così come del non voto, altra faccia della stessa medaglia: la libertà) è uguale da parte di tutti. Che il voto (o il non voto) venga espresso dalla persona laureata o dalla persona con solo la licenza elementare è lo stesso; dal ricco o dal povero è lo stesso; dal giovane o dall’anziano è lo stesso; da chi vive in centro o in periferia è lo stesso; da chi fa il manager o da chi fa l’operaio è lo stesso; da chi fa il bancario o da chi fa l’agricoltore è lo stesso ecc. ecc. Bene. Ed a quelli (e sono tanti) che, con amicizia, ogni tanto (diciamo pure spesso!) mi dicono “Ma perché non entri in politica? Io ti voterei di sicuro e ti farei votare di sicuro”. Rispondo: “Grazie, ma la mia vita mi piace così com’è. Va bene così come è. Non mi manca nulla: lavoro, famiglia, scrittura libri, pittura astratta, chitarra classica, basso elettrico, fotografia naturalistica, passeggiata sportiva, viaggi ecc. ecc. ecc. Grazie di cuore, ed anche di testa per la stima. Grazie.”. Ma se proprio si può trovare – teoricamente -  qualcosa che mi spingerebbe a farlo – anche perché se lo facessi lo farei per davvero e non certo “per far vedere” e lo farei senza cravatta ma se ne accorgerebbero anche gli orsi dell’Artico! – e’ l’esistenza (ancora nel 2016 d.C. …) di fenomeni del genere! Ma ovviamente è uno scenario solo teorico. Torno alla mia domenica pratica. Il giardino di casa necessita d’essere tenuto sempre sano e sempre bello. Ciao a tutti. Ad maiora! Luca Fortunato

sabato 25 giugno 2016

Brexit - 2



Post n. 64:  
Brexit – 2 
Proseguendo dal post n. 63, due considerazioni che ho fatto nella realtà e che ora riporto in questo blog. 1. Cameron non è un politico. Fa il politico, ma non lo è (come del resto non lo sono tantissimi che fanno politica, anche da Noi. Ma questo è un altro discorso, terribile ma è un altro discorso). E non lo è perché ha dimostrato di non avere le capacità di base del politico (a prescindere dall’indossare camicia, giacca e cravatta e altri simili stereotipi). Vale a dire la capacità intuitiva di cogliere l’umore della gente tutta (ci scorgete per caso dell’Olismo?), la capacità - empatica ed utile - di ascoltare la gente tutta (ci intravedete per caso dell’Olismo?) e la capacità di visione strategica circa l’opportunità di fare o di non fare (ci trovate per caso dell’Olismo?). Certo che indire un referendum del genere in un momento storico del genere (caratterizzato da fenomeni delicatissimi quali le azioni terroristiche, i flussi migratori, la crisi economica ed occupazionale, la liquefazione dei valori etico-morali ecc) non può che portare alla diagnosi che Cameron non è un politico, nonostante lo faccia. Tuttavia, Cameron si è comportato con dignità. Si è dimesso. E di questo gli va dato atto. Un gesto non automatico, non banale, non scontato (magari lo facessero tutti i politici, anche nostrani, una volta perso il contatto con la realtà! Ma anche questo è un altro discorso. Terribile anche questo ma sempre un altro discorso …..). 2. Delle diverse tipologie di conseguenze della Brexit (finanziarie, economiche, politiche ecc.; visti, passaporti, titoli di studio ecc.) mi focalizzo su quella che riguarda il cibo italiano. La Gran Bretagna è uno dei più importanti mercati del mondo circa l’export dei nostri prodotti agroalimentari ed enogastronomici d’eccellenza, in particolare per quel che riguarda i vini (e specialmente gli spumanti), i formaggi (e specialmente il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Gorgonzola), gli ortaggi (e specialmente le conserve di pomodoro ed i legumi) e la pasta. Cambieranno le modalità del nostro export con la Gran Bretagna? Certamente sì. E soprattutto nel medio e lungo periodo. Come cambieranno? E questo è un bel problema. Non possiamo certamente aspettare di constatare gli avvenuti cambiamenti, di subirli adattandovi pure. Non possiamo perché si tratta del quarto mercato più importante al mondo per l’export d’Italia circa i prodotti agroalimentari ed enogastronomici. Dobbiamo, dunque, anticipare nella nostra mente, teoricamente, i probabili scenari di cambiamento delle modalità di export. Ed ideare qualcosa da fare e da far fare. In anticipo. Non certamente domani mattina (che è pure domenica!) o tra qualche settimana o tra un paio di mesi (la famosa ed inutile corsa dei cento metri ….). Ma entro 6 mesi sì. Qualche riduzionista starà già facendo analisi, consultando dati e cifre, leggendo trattati, accordi, norme, leggi, convenzioni, articoli, commi e via dicendo, organizzando tavoli ecc. ecc. Tutta roba buona si intende. Del resto lo fanno anche gli olisti ! Quello che però non fanno e mai faranno gli olisti è di fermarsi a tutto ciò, come tipicamente ed invece fanno i riduzionisti. Sanno gli olisti che la soluzione di un problema complesso o non esiste o esiste ma certamente non la si arriverà mai a trovare solo con tutta quella roba lì. E con quella tipologia di roba lì. Pur buona ma insufficiente. Se non la si fa precedere dall’intuizione, dall’immaginazione, dall’euristica, dalla non-linearità, dalla percezione, dal paradosso, dal casuale e dal caotico, la soluzione (intera) – se esiste – rimarrà sconosciuta (e magari “sostituita” con una pseudo-soluzione, trovata in buonafede o in malafede, ma sempre pseudo. E, prima o poi, lo si vedrà che è pseudo!). Del resto, i sondaggi (riduzionistici) davano vincente il Remain. Solo qualche “pazzo” andava dicendo che avrebbe vinto il Leave. Un caro saluto a tutti. E alle prossime cronache (che di sicuro non mancheranno …). Luca Fortunato         

venerdì 24 giugno 2016

Brexit



Post n. 63:  
Brexit  
La previsione l’ho azzeccata. Purtroppo. La testa ci ha visto giusto, anche se il cuore desiderava altro. Le conseguenze saranno enormi e negative. Oggi, domani ma soprattutto negli anni a venire. Certo, a fasi alterne. A volte sarà il caos altre volte sembrerà tutto tranquillo. Ma complessivamente sarà un guaio. D’altra parte, però, la scelta del popolo britannico è una conferma delle mie tesi olistiche. E’ potuto accadere perché l’Europa non è una entità olistica (come ho sempre sostenuto in questo blog ma anche nel vecchio blog). La Gran Bretagna è fuori dall’Europa ma l’Europa è fuori dal Mondo! E lo è perché è riduzionistica (e da oggi anche ridotta …). O l’Europa si voterà ad un’idea olistica di se stessa (con conseguenti provvedimenti di natura olistica e in tutti gli ambiti) facendo sentire ogni Paese non una parte ma un organo di un Tutto olistico, di un unico Organismo di tipo politico-economico-fiscale-militare-sociale ma anche e soprattutto, in più, di tipo culturale ed anche idealistico oppure andrà sempre peggio. O saprà andare meno sui rapporti di forza e più sulla forza delle idee o sarà sempre peggio. Seppure desideravo altro (con il cuore), ammiro e rispetto (con la testa) l’idea di indipendenza del popolo britannico che si è materializzata. Serva da lezione ai burocrati. Alla prossima cronaca. Ciao a tutti. Luca Fortunato