Post n. 68:
Miscellanea di
riflessioni
Prima della mia estate di fuoco (nel senso degli impegni, di
lavoro e non, fortunatamente. Controcorrente ma fortunatamente) che inizia la
settimana prossima, trovo il tempo di scrivere e pubblicare alcune riflessioni
anche a mo’ di saluto e di arrivederci per l’autunno. La crescita, esponenziale
direi, dei fatti di cronaca negativi che negli ultimi mesi e giorni vanno
riempiendo purtroppo le pagine dei giornali e in tutti i sensi e in tutte le
direzioni e in tutti gli ambiti della Società (mondiale, comunitaria,
nazionale, locale) mi ha richiamato alla memoria alcune sagge frasi del
libro “Che cos’è la psicologia” di Pierre Daco (autore che ho già avuto modo di
citare). Frasi che voglio condividere con i lettori di questo blog. Le trovo validissime,
tanto culturalmente quanto praticamente. Perché alla fine dei conti è nella
dimensione psicologica che vanno ricercate le diagnosi dei troppi ed esagerati mali
che caratterizzano il Nostro Tempo. Così come, nella dimensione psicologica,
vanno trovati i rimedi e le speranze. Votare o non votare è un atto psicologico
(libero). Votare in una direzione o in un’altra è un atto psicologico (libero).
Farsi saltare in aria uccidendo gli altri è un atto psicologico (criminale). Violentare una
sedicenne è un atto psicologico (da bestie umane). Uccidere e nascondere il
corpo ucciso nel frigorifero è un atto psicologico (incredibile eppure reale). Uccidere
la propria moglie, il proprio figlio e suicidarsi è una sequenza di atti
psicologici (terribili ma reali). Ecc. ecc. Le cronache le conosciamo. Anche
quelle minori se così si può dire. Ma ugualmente significative. Ad ogni modo, scrive
Pierre Daco (mostrando tanto la presenza del Riduzionismo negli aspetti bui,
quanto la presenza dell’Olismo negli aspetti luminosi. Notare): a) “
[…] La nostra bella epoca. Molti
uomini moderni sono dei disadattati. Chi
dice disadattamento dice contraddizione; e la contraddizione significa lotta,
conflitto, vale a dire angoscia. Una delle più grandi contraddizioni è questa:
l’uomo è combattuto tra ciò che è e ciò che crede di essere. Si trova allora
profondamente diviso tra le tendenze profonde e il comportamento esteriore. […].
La nostra epoca è un’epoca di repressione.
Queste repressioni sono dei potenti fattori di malattie fisiche e psicologiche.
[…] Molti vogliono “arrivare”. Arrivare dove? Non lo sanno. L’unica cosa è che
vogliono arrivare primi. Primi in che cosa? Dove? Ignorano anche questo.
Vogliono soprattutto essere superiori. Perché? Perché si sentono inferiori. […].
Uno dei compiti più importanti della
psicologia è quello di aiutare gli uomini a ritrovare il loro inconscio, e di
far si che quest’ultimo si accordi con le sfere coscienti della vita
quotidiana. […] ; b) […] Molti
uomini sentono che manca loro qualcosa per poter essere se stessi. La maggior
parte delle malattie psicologiche sono originate dalla ricerca, sbagliata, di
questo qualcosa […] ; c) […] Tra
autorità ed autoritarismo c’è una notevole differenza. L’autorità considera il
comando come un mezzo, e cerca di realizzare un reale potenziamento della
personalità. Ha un rispetto assoluto per le persone alle quali si rivolge; è in
altre parole il comando democratico allo stato puro. Questa autentica autorità
dona, perché è ricchezza e forza. L’autoritario invece? E’ tutto il contrario …
L’autoritario considera il comando come un fine a se stesso, e quel comando
rappresenta per lui la sicurezza interiore. Si rifiuterà quindi di discutere il
suo dominio, pronto ad esigere tutto, ma incapace di donare qualcosa. L’autoritario
è un aggressivo: quindi un debole. Il suo comando camuffa un attacco, ed egli
attacca per paura di essere attaccato, colpito, posto in una situazione di
inferiorità. Per i deboli, l’autoritarismo e il dominio sono una compensazione di
prim’ordine. […] d) […]La gelosia è
la piaga mortale di molte persone; può essere episodica, come nettamente
patologica. La persona amata è accaparrata in modo assoluto, chiusa in una
perpetua gogna. Inoltre, tutto ciò che può distrarre la persona amata, come gli
studi personali, il lavoro, i libri, gli amici … perfino i propri pensieri,
tutto questo è guardato con una ostilità minuziosa, maniaca, feroce,
incessante. Una persona gelosa non potrà mai ammettere che l’oggetto amato
possa pensare da solo, sognare. […] La gelosia negli adulti è sempre sintomo di
una deficienza psicologica […] La gelosia è una forma sottile di autoritarismo
[…] e) […] una persona che soffre
per un complesso di inferiorità, cercherà la superiorità [….] E’ così che nella
vita di tutti i giorni molte persone realizzano grandi cose proprio a causa del
loro complesso di inferiorità. […] Tutti
i tiranni, i dittatori, gli autoritari, gli aggressivi, si trovano in questa
situazione. Il bisogno di dominare ed essere superiori è sempre di tipo
nevrotico […] Automobilismo e
nevrosi. Alcuni nevrotici hanno di mira la conquista degli aspetti
esteriori della superiorità: denaro, posizioni altolocate, bei vestiti,
macchine. E l’automobile sembra concretizzare questi sentimenti malati. Molti
guidatori non sopportano di essere sorpassati. E’ una reazione del tutto
nevrotica! Essere sorpassati significa per essi “essere svalorizzati”. Vale a
dire si identificano con la loro automobile, e la potenza della loro macchina
diventa la loro stessa potenza. Per giungere a tanto bisogna che il loro
complesso di inferiorità sia veramente profondo! […] f) […] le guerre continueranno finché l’uomo non imparerà a
conoscersi ed a trovare la sua essenza profonda. Finché non si sarà reso conto
che la natura umana è identica in qualsiasi luogo della terra e che tutto il
resto è una superflua vernice. Invece ci mettono in testa che “noi” siamo
italiani, francesi, inglesi, belgi, papua, protestanti, cattolici, musulmani,
ricchi, poveri ecc. fino al giorno in cui gli uomini uccidono, distruggono per
il loro paese, le loro religioni, le loro opinioni politiche. Tutto ciò
continuerà finché l’educazione continuerà a dividere l’umanità in “gruppi”
separati ed opposti. Il problema qui non è il bambino, ma l’educatore! Tutto
ciò dimostra anche come gli uomini siano
ancora sprovveduti, infantili e pieni di paura. Non si arriverà mai alla pace (individuale
e collettiva) frazionando gli uomini in gruppi rivali […] “.