Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

giovedì 30 giugno 2016

Brexit - 4



Post n. 67:  
Brexit – 4 
Continuando dai post 65, 64 e 63: da quello che sta succedendo (sta succedendo qualcosa?) in questi giorni post referendum Brexit, ho l’impressione che si stia continuando sulla vecchia strada del Riduzionismo europeo. Certo, è presto per dirlo. Ma visto che la posta in gioco è altissima, anche le iniziali impressioni di qualunque cittadino contano. La mia impressione è quella che non solo si stia continuando ad andare sui rapporti di forza anziché sulla forza delle idee ma che la lezione sull’Unione o meglio sulla non-Unione non sia stata recepita fino in fondo. Mi spiego. In generale, il concetto, il significato, il senso di unione è quello (olistico) di ciò che risulta, che scaturisce, che si ottiene del mettere insieme e dal tenere insieme più elementi, entità, soggetti, oggetti. Ciò che risulta, che scaturisce, che si ottiene. E non,quindi, il semplice mettere insieme e tenere insieme. Ciò che risulta, che scaturisce, che si ottiene in più, dunque. E non la semplice somma delle parti e delle loro relazioni. Nello specifico, l’Unione Europea vede diversi Paesi insieme e tenuti insieme (dalla moneta Euro, dai trattati, dai rapporti ecc. ecc. ecc.). Ma cosa risulta da tutto ciò? Cosa scaturisce? Cosa si ottiene? In più? Niente. Praticamente niente. L’Unione Europea per come è stata fino ad ora e per come è tuttora è solo apparente, fittizia. E sembra continuare e dover continuare su questa brutta strada. Se le cose restassero così e se si continuasse a viaggiare, a muoversi e a fare su questa brutta strada è facile immaginare che, certamente a fasi alterne, a volte positive a volte negative, il processo complessivo sarà di progressivo degrado dell’ “Unione Europea” con l’inevitabile risultato, entro 5 anni o al massimo entro 10 anni, della sua completa estinzione. Esempi, solo 5 esempi (ma se ne possono fare a decine …) di cosa invece dovrebbe risultare, ottenersi, scaturire in più, olisticamente, dai Paesi Europei (pur già insieme … e pur già tenuti insieme ….). Se si vuol dare un vero senso a questa Europa: 1.un unico esercito europeo sovranazionale (che tra i tanti e diversi compiti si farebbe anche carico del problema degli sbarchi e dei flussi migratori sull’unico e intero confine d’Europa, sia esso bagnato dal Mediterraneo, sia esso bagnato dall’Atlantico, con anche conseguente reale percezione da parte delle singole comunità nazionali di essere insieme a tutte le altre sorelle d’Europa nell’affrontare un simile fenomeno del Nostro Tempo); 2.un’unica fiscalità europea sovranazionale (che preleverebbe e re-distribuirebbe in modo molto più efficace ed efficiente riguardo ai conti, alle entrate e alle spese, ma che porterebbe anche a molta più equità e alla reale percezione da parte delle persone d’essere trattate in modo più equo e più giusto … e proprio per far parte di una realtà più grande del proprio Paese!); 3.un’unica intelligence europea sovranazionale (per migliorare efficacia ed efficienza d’azione nel prevenire e/o nel contrastare i fenomeni terroristici soprattutto grazie alla diminuzione di probabilità di buchi di informazione); 4.un unico mercato del lavoro europeo sovranazionale (che dia maggiori e reali opportunità di lavoro e/o di incarichi di lavoro per il fatto di poter lavorare anche e soprattutto per le questioni europee (interne ma anche e soprattutto esterne come rapporti Europa/Mondo) oltre che per quelle nazionali e locali - in agricoltura, in ecologia, nell’industria, nel commercio, nei servizi ecc. – Ed anche stando nella propria città o borgo, semplicemente collegati ad un computer); 5. Ricordare sempre, in ogni occasione istituzionale, politica, pubblica ecc., gli ideali europei ma soprattutto mostrare e dimostrare concretamente sempre, in ogni occasione di azione, provvedimento, risoluzione ecc., il legame tra il fare istituzionale e gli ideali europei (… se, ovviamente, il legame esiste !). Ciao a tutti. Ad Maiora! Luca Fortunato  

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