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La Fisica moderna nel nostro quotidiano
La Fisica classica è
amica del Riduzionismo. La Fisica moderna, invece, è amica dell’Olismo. Questo,
voi lettori del blog (e dei miei libri), lo sapete benissimo. Del resto, non lo
dico io. È la Storia (della Scienza, della Tecnologia e della Tecnica) a dirlo.
O meglio, a dimostrarlo. Così come è il Presente (della Scienza, della
Tecnologia e della Tecnica) a dirlo e a dimostrarlo. Quel che invece ora vi
aggiungo (solo in modo più esplicito, in verità) è l’argomentazione che segue e che è stata oggetto di dialogo con un collega-amico
il quale non riusciva a spiegarsi un fenomeno e quindi non riusciva a gestirlo,
ma, poi, ascoltando un mio consiglio, vedendo il fenomeno da un punto di vista
diverso, anche dopo aver letto i libri giusti che gli ho indicato, è riuscito a
spiegarselo con conseguente successo gestionale. Ritengo possa costituire – nel
suo senso generale – un arricchimento del blog a beneficio di tutti i lettori. Buona
lettura, dunque. E come sempre, ad maiora! amici, ad maiora! Luca Fortunato
(Matera)
La differenza tra la fisica classica e la fisica moderna
risiede in tanti aspetti. Ma vi è ancora un luogo comune, difficile a
scomparire, secondo il quale la fisica moderna riguarderebbe scale di grandezza
ad di fuori e al di là del nostro quotidiano (la relatività einsteiniana, per
il molto grande: Terra, Sistema Solare, Galassie, Universo; la fisica
quantistica, per il molto piccolo: atomi ed entità sub-atomiche) e che la
fisica classica, invece, riguarderebbe scale di grandezza da noi direttamente
conosciute: persone, animali, piante, terreno, oggetti vari, case, palazzi, ponti,
montagne, nuvole, ecc. Le cose, ovviamente, stanno in modo diverso. Molto
diverso. Semmai, per dirla in modo semplice:
considerando scale di grandezza molto grandi gli effetti
relativistici sono più facilmente comprensibili, evidenti. Così come,
considerando scale di grandezza molto piccole gli effetti quantistici sono più
facilmente comprensibili, evidenti. Il che, però, non vuol dire che nel nostro
quotidiano, tanto gli uni quanto gli altri, non esistano, non agiscano e non
influenzino il divenire degli eventi. Anzi, più la (vera) Scienza e la (vera)
Ricerca vanno avanti più spiegano anche il quotidiano per mezzo della fisica
moderna. Compiendo, così, uno straordinario, quanto salvifico, sguardo unitario
in merito ai “tre mondi” (il grandissimo, il quotidiano, il piccolissimo). E
che, infatti, costituiscono un Unico Mondo, un tutt’uno, un intero, e con le
medesime leggi di natura.
È pur vero che a livello del quotidiano, riguardo alle nostre
cose, per capire le implicazioni della relatività di Einstein o della fisica
quantistica occorre avere, da un lato, una comunque buona conoscenza di queste
cose (purtroppo ancora solo accennate a Scuola o all’Università o nella
Formazione professionale e che quindi occorre studiare da sé, nel proprio “tempo
libero”) e, dall’altra parte, occorre avere non-comuni doti intuitive, immaginative
e logico-deduttive. Ma non per questo la Biologia, la Medicina, l’Agraria, la
Geologia, l’Ingegneria, ecc. debbano rimanere ancora collocate nella cornice
teorica della fisica classica con conseguenti azioni applicative (non proprio
adeguate, e lo si comprende sempre di più e specialmente in rapporto al lungo
periodo) e non debbano, invece, essere opportunamente collocate nella cornice
teorica della fisica moderna con conseguenti azioni applicative (certamente più
adeguate e quindi più vantaggiose e in ogni senso: statico, dinamico;
ecologico, sanitario, energetico; economico; a breve temine, a medio termine, a
lungo termine; ecc.).
Non è che siccome una cosa è difficile, alcuni possano
continuare a far finta che non esista o a considerala non pertinente alle
proprie cose o peggio ancora a considerarla non-vera o bizzarra, stravagante,
ecc. (e pensando di continuare a farla franca).
Ma ora ascoltiamo, come puro esempio ma molto significativo,
il più grande di tutti (… ed anche per il nostro quotidiano. Come Volevasi
Dimostrare ….):
[….] Se lasciamo cadere
a terra un sasso e ci chiediamo il perché del fenomeno, in genere rispondiamo:
perché esso è attratto dalla terra. La fisica moderna dà una risposta alquanto
diversa, giacché lo studio dei fenomeni elettromagnetici ci impone di concludere
che in natura in ogni azione a distanza interviene un mezzo intermediario. Per
esempio, se una calamita attrae un pezzo di ferro non ci si deve limitare a
credere che essa abbia una diretta azione sul ferro attraverso lo spazio vuoto,
ma si deve immaginare, con Faraday, che esso suscita nello spazio circostante
una certa realtà fisica che si chiama "campo magnetico". Ed è questo
campo che agisce sul pezzo di ferro, e lo fa muovere verso la calamita. In modo
analogo si concepisce anche la forza di gravitazione. La terra agisce sul sasso
indirettamente: essa produce intorno a sé un campo di gravitazione che agisce
sul sasso e ne provoca la caduta. [….]
Albert Einstein