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FAO: è allarme sulla biodiversità agricola ed
alimentare.
Pubblicato il rapporto della FAO “Stato della biodiversità
mondiale per l’alimentazione e l’agricoltura”. Valutati i dati provenienti da
91 Paesi con il seguente risultato: il 24% di circa 4.000 specie di cibo
selvatico (soprattutto piante, pesci e mammiferi) sta diminuendo. Ed il
rapporto sottolinea come una volta perduta, la biodiversità agricola ed
alimentare non può essere più recuperata.
In pratica, è a rischio la sicurezza alimentare mondiale. Così
come a rischio sono gli equilibri ecologico-ambientali mondiali.
La notizia di oggi è, in realtà, solo l’ultima di una lunga
serie di notizie del genere, nel corso degli ultimi 15 anni almeno. È evidente,
quindi, che c’è qualcosa che non va tanto a livello pratico quanto e
soprattutto a livello teorico. Perché di cose se ne sono fatte e se ne fanno,
eppure i risultati sono pessimi. Direi tragici. Va pur bene informare, denunciare,
stilare rapporti dettagliati, fare convegni, impegnarsi a vari livelli,
stanziare soldi ed utilizzarli pure, fare progetti ed attuarli anche, fare
leggi, norme, ecc. Ma siamo sicuri che la direzione tecnico-scientifica sia
quella giusta? E che sia completa? Che la teoria - che orienta o orienterebbe il
fare - sia la teoria giusta? E sia collocata nella giusta dimensione paradigmatica?
Io ho forti dubbi. Molti, fortissimi dubbi. Cosa intendo? Ecco cosa intendo:
la Biodiversità presenta 4 livelli, interagenti tra di loro
in modo complesso dando luogo a proprietà emergenti (Emergentismo): il 1°
livello è la diversità genetica (all’interno di una stessa specie); il 2°
livello è la diversità delle specie (all’interno di uno stesso ecosistema); il
3° livello è la diversità degli ecosistemi o dei paesaggi intesi in senso
ecologico (all’interno di un ambiente, di un territorio, di un Paese ecc.); il
4° livello è la diversità culturale (tra le diverse popolazioni umane e/o
all’interno di una stessa popolazione umana). Ebbene, su tutto questo l’Olismo
ci sta. Il Riduzionismo, invece, commette (ancora …) diversi errori: quanto al
1° ed al 2° ed al 3° livello, si focalizza eccessivamente sull’aspetto
quantitativo (il numero, la conta, di geni e di specie e di ecosistemi). Se da
un lato è certamente vero che maggiore è il numero di geni e di specie e di
ecosistemi maggiore è la biodiversità, dall’altro è certamente vero che se quei
numeri, quelle quantità, non vengono poi interpretati in modo funzionale,
dinamico, qualitativo e complesso, e specialmente tenendo conto delle proprietà
emergenti a cui danno luogo, si sarà fatto poco o nulla. Con conseguenti azioni
infondate o quasi infondate. Quanto al 4° livello, il Riduzionismo o lo ignora
del tutto o lo sottovaluta. Esso, invece, è molto importante, specialmente
quando le diverse culture umane, le diverse espressioni culturali umane
(storiche, politiche, filosofiche, economiche, religiose, sociologiche,
artistiche ecc.) hanno un rapporto diretto con le entità e le dinamiche
naturali, basti pensare, per l’appunto, all’Agricoltura e alle sue diverse
forme e modalità (monocoltura/policoltura; intensivo/estensivo; convenzionale,
integrato, biologico, biodinamico; agroecologia; tipologie di sistemazione del
terreno; tipologie irrigue; tipologie di potatura; proprietà, affitto; usi
civici; ecc.) e più in generale all’Uso del Suolo: coltivazioni, pascolo,
bosco, città, verde urbano, verde periurbano, industrie, strade, dighe ecc.
Ebbene, ne deduco che occorre:
a) maggiormente interpretare il 1°, il 2° ed il 3° livello,
in modo funzionale, dinamico, qualitativo e complesso tenendo
conto tanto delle proprietà emergenti
(quid emergenti, come da Olismo ed
Emergentismo) quanto dei rapporti con la dimensione ambientale anche abiotica
(lo avete mai visto fare?);
b) maggiormente comprendere che il 4° livello è incluso, è
integrato, è presente nella dimensione “specialistica”, scientifica, tecnica,
professionale, ecc. Concorre all’intero,
al tutto. Considerarlo esterno, altro, qualcosa di solamente generale o
culturale, è un errore gigantesco (quanti “specialisti” – di campo e/o di
laboratorio e/o di scrivania - avete visto masticare anche di Sociologia e
specificatamente di sociologia urbana,
di sociologia rurale e dei loro
rapporti? Che c’entrano, eccome, in merito alle dinamiche – positive o negative
– in seno alla biodiversità, all’agro-biodiversità, ecc.? Quanti ne avete
visti?).
Insomma, auguriamoci una vera svolta.
Luca Fortunato (Matera)
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