Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

venerdì 15 febbraio 2019

Latte di Sardegna


Post 277

Latte di Sardegna 

La questione del prezzo del latte sardo (troppo basso a fronte del costo di produzione) e connessa vicenda di protesta (sacrosanta) è un aspetto specifico e di settore ma è, nello stesso tempo, un qualcosa di generale e di sistemico e che purtroppo esemplifica, anch’esso, il guaio (particolare e generale) del Riduzionismo così come dello pseudo-olismo. E a cui non si può che rimediare con l’Olismo, se si vuole rimediare per davvero cioè alleviando il presente ma portandosi in modo continuativo e stabile nel futuro. Cosa certamente difficile. Ed è, e sarebbe, da trovare la specifica declinazione olistica di soluzione, in modo euristico (non esistendo e non potendo esistere nessuna bacchetta magica o ricetta pronta o manuale, ecc.). Ma la questione della via paradigmatica da seguire risulta essere, ancora una volta, cruciale. Far finta che non sia così, girandoci attorno, non porterà a nulla di buono e soprattutto a nulla di stabile e di duraturo.    
Gioverà al lettore il quadro generale del senso del discorso, quadro generale che troverà, ad esempio, nel punto 2) del post 272 e nel contenuto del post 274 soprattutto quando affermo che “Molti, moltissimi risvolti negativi di tipo …. economico, sociale …..”.
Ora, nello specifico, il discorso. Che in realtà è costituito da 2 punti. Piccoli. (…. ma quanta energia vi è negli atomi?): 
1. la legge – su assi cartesiani - della Domanda e dell’Offerta per la formazione del prezzo è diventata riduzionistica (e quindi troppo incompleta, inadeguata) nel complesso, e sempre più complesso, Mondo di Oggi. Per il latte sardo così come per ogni cosa. Ma nel caso del latte sardo: cambiamenti nel mercato del latte e del formaggio, il venir meno del sostegno pubblico, ecc. La legge della Domanda e dell’Offerta va ripensata e riformulata in chiave olistica (che non vuol dire buttarci dentro di tutto e di più! E magari attraverso un’inutile moltitudine d’individui!). Ripensare e riformulare la legge della Domanda e dell’Offerta per poter avere interpretazioni olistiche dei fenomeni di mercato, più aderenti alla Realtà di Oggi, con anche una maggior natura previsionale tale da favorire momenti strategici di prevenzione strutturale delle dinamiche negative e non i soliti, triti e ritriti,  momenti tattici di tamponamento dei guai. Come fare? Partendo da tutta una serie di aspetti e informazioni sul caso del latte sardo, un’idea economico-matematica mi è saltata in mente. Ma per i calcoli ho chiesto aiuto ad un amico matematico. Ci sta lavorando – anch’egli nel suo tempo libero, ovviamente - . Mi ha detto che la mia idea è davvero buona ed è potenzialmente traducibile in funzione. Poi, appunto, si vedrà. Ma intanto noi ci proviamo! E per davvero. Quanti possono affermare la stessa cosa? Non basta infatti essere informati e conoscere il problema (che è la prima cosa, ovviamente). Poi, occorre avere idee (e soprattutto nuove). Certo, da sperimentare per vedere se funzionano o meno. Ma è necessario. Altrimenti le cose o non si risolvono o si risolvono solo apparentemente. Reso l’idea? Per il latte di Sardegna ma per tante altre cose in questa Nostra Italia sempre più allo sbando ….;
2. una filiera è un sistema complesso (almeno per l’Olismo è sempre un sistemo complesso. Noi olisti non riconosciamo la distinzione, che fanno i riduzionisti, in filiere semplici e filiere complesse. Vediamo sempre le filiere come sistemi complessi. Si tratti di latte, di grano, di frutta, ecc. ). Vuol dire, tra le tante cose, che le sue dinamiche (interne ed esterne) sono anche di tipo non-lineare, naturalmente di tipo non-lineare. Ecco perché alle sue costitutive e normali imprevedibilità (che non stupiscono l’olista ma che stupiscono il riduzionista. Nel caso del latte sardo: sovrapproduzione di formaggio, sforamento quote, cambio delle prassi contrattuali, ecc.) non ci si può permettere di aggiungervi “salute” e “malattia” a settori, a punti (attraverso diagnosi a pezzi). Per l’Olismo, se una filiera è malata in un suo settore, in un suo punto, essa in realtà è tutta malata (sintomatica in quel punto, asintomatica in tutti gli altri e quindi malata per intero) e dunque va curata tutta intera. Con intensità di cura diversa per i suoi diversi punti, ma sotto cura totale e tutta diffusa in tutto il suo “corpo” e in tutta la sua “anima”. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che i diversi e i diversificati punti di una filiera esistono per la specializzazione produttiva in seno alle odierne economie capitalistiche. Ed è ovvio che, in tale contesto, la specializzazione produttiva è conveniente dal punto di vista tecnico-economico. Ma essa, la specializzazione produttiva (io faccio il latte, tu fai il formaggio, quell’altro commercializza, quell’altro ancora controlla, ecc.) non fa perdere, non fa sparire, il carattere unitario ed integrato della filiera (e tanto nella “salute” quanto nella “malattia” della stessa filiera). Chi non vede tale carattere integrato ed unitario o se ne ricorda troppo tardi e cioè solo quando ci sono i problemi, sbaglia. Ma sbaglia anche chi vede tale carattere unitario ed integrato e non si accorge che se un qualcosa è unitario ed integrato esso è anche olistico (cioè con un quid emergente in più, oltre la somma unitaria e le relazioni integrate delle sue parti, e che va ad influenzare tantissimo il comportamento e le dinamiche della stessa entità in questione). Non solo, quindi, la gestione di una filiera deve essere sempre totale, globale, intera, e sintetica ma deve essere anche euristico-intuitiva proprio per il carattere anche di tipo olistico che la filiera – come qualunque entità complessa – possiede ed esprime.

Un economista non lo sono (benché per laurearmi in Scienze Agrarie di esami anche di tipo economico ne ho dovuti comunque fare). Ma un olista sì. Lo sono.
Spero, quindi, di essere stato d’aiuto a chi l’aiuto - se pure d’orientamento teorico (forse la cosa più importante?) - me l’ha chiesto. E così l’ho fatto arricchendo il blog a beneficio della mission e a beneficio di Tutti i Lettori (…. almeno così spero!).  
Ad maiora! amici, ad maiora!
Luca Fortunato (Matera)


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