Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 20 febbraio 2019

La Fisica moderna nel nostro quotidiano


Post 279 

La Fisica moderna nel nostro quotidiano 

La Fisica classica è amica del Riduzionismo. La Fisica moderna, invece, è amica dell’Olismo. Questo, voi lettori del blog (e dei miei libri), lo sapete benissimo. Del resto, non lo dico io. È la Storia (della Scienza, della Tecnologia e della Tecnica) a dirlo. O meglio, a dimostrarlo. Così come è il Presente (della Scienza, della Tecnologia e della Tecnica) a dirlo e a dimostrarlo. Quel che invece ora vi aggiungo (solo in modo più esplicito, in verità) è l’argomentazione che segue  e che è stata oggetto di dialogo con un collega-amico il quale non riusciva a spiegarsi un fenomeno e quindi non riusciva a gestirlo, ma, poi, ascoltando un mio consiglio, vedendo il fenomeno da un punto di vista diverso, anche dopo aver letto i libri giusti che gli ho indicato, è riuscito a spiegarselo con conseguente successo gestionale. Ritengo possa costituire – nel suo senso generale – un arricchimento del blog a beneficio di tutti i lettori. Buona lettura, dunque. E come sempre, ad maiora! amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera)   

La differenza tra la fisica classica e la fisica moderna risiede in tanti aspetti. Ma vi è ancora un luogo comune, difficile a scomparire, secondo il quale la fisica moderna riguarderebbe scale di grandezza ad di fuori e al di là del nostro quotidiano (la relatività einsteiniana, per il molto grande: Terra, Sistema Solare, Galassie, Universo; la fisica quantistica, per il molto piccolo: atomi ed entità sub-atomiche) e che la fisica classica, invece, riguarderebbe scale di grandezza da noi direttamente conosciute: persone, animali, piante, terreno, oggetti vari, case, palazzi, ponti, montagne, nuvole, ecc. Le cose, ovviamente, stanno in modo diverso. Molto diverso. Semmai, per dirla in modo semplice:
considerando scale di grandezza molto grandi gli effetti relativistici sono più facilmente comprensibili, evidenti. Così come, considerando scale di grandezza molto piccole gli effetti quantistici sono più facilmente comprensibili, evidenti. Il che, però, non vuol dire che nel nostro quotidiano, tanto gli uni quanto gli altri, non esistano, non agiscano e non influenzino il divenire degli eventi. Anzi, più la (vera) Scienza e la (vera) Ricerca vanno avanti più spiegano anche il quotidiano per mezzo della fisica moderna. Compiendo, così, uno straordinario, quanto salvifico, sguardo unitario in merito ai “tre mondi” (il grandissimo, il quotidiano, il piccolissimo). E che, infatti, costituiscono un Unico Mondo, un tutt’uno, un intero, e con le medesime leggi di natura.
È pur vero che a livello del quotidiano, riguardo alle nostre cose, per capire le implicazioni della relatività di Einstein o della fisica quantistica occorre avere, da un lato, una comunque buona conoscenza di queste cose (purtroppo ancora solo accennate a Scuola o all’Università o nella Formazione professionale e che quindi occorre studiare da sé, nel proprio “tempo libero”) e, dall’altra parte, occorre avere non-comuni doti intuitive, immaginative e logico-deduttive. Ma non per questo la Biologia, la Medicina, l’Agraria, la Geologia, l’Ingegneria, ecc. debbano rimanere ancora collocate nella cornice teorica della fisica classica con conseguenti azioni applicative (non proprio adeguate, e lo si comprende sempre di più e specialmente in rapporto al lungo periodo) e non debbano, invece, essere opportunamente collocate nella cornice teorica della fisica moderna con conseguenti azioni applicative (certamente più adeguate e quindi più vantaggiose e in ogni senso: statico, dinamico; ecologico, sanitario, energetico; economico; a breve temine, a medio termine, a lungo termine; ecc.).
Non è che siccome una cosa è difficile, alcuni possano continuare a far finta che non esista o a considerala non pertinente alle proprie cose o peggio ancora a considerarla non-vera o bizzarra, stravagante, ecc. (e pensando di continuare a farla franca).   
Ma ora ascoltiamo, come puro esempio ma molto significativo, il più grande di tutti (… ed anche per il nostro quotidiano. Come Volevasi Dimostrare ….):     
[….] Se lasciamo cadere a terra un sasso e ci chiediamo il perché del fenomeno, in genere rispondiamo: perché esso è attratto dalla terra. La fisica moderna dà una risposta alquanto diversa, giacché lo studio dei fenomeni elettromagnetici ci impone di concludere che in natura in ogni azione a distanza interviene un mezzo intermediario. Per esempio, se una calamita attrae un pezzo di ferro non ci si deve limitare a credere che essa abbia una diretta azione sul ferro attraverso lo spazio vuoto, ma si deve immaginare, con Faraday, che esso suscita nello spazio circostante una certa realtà fisica che si chiama "campo magnetico". Ed è questo campo che agisce sul pezzo di ferro, e lo fa muovere verso la calamita. In modo analogo si concepisce anche la forza di gravitazione. La terra agisce sul sasso indirettamente: essa produce intorno a sé un campo di gravitazione che agisce sul sasso e ne provoca la caduta. [….]
Albert Einstein

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