Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

venerdì 24 marzo 2017

L'Olismo della Gestalt



Post 137  
L’Olismo della Gestalt 
Il lettore interessato e volenteroso potrà facilmente approfondire, nel Web ad esempio, l’argomento Psicologia della Gestalt e il relativo Olismo e potrà farlo anche divertendosi (Triangolo di Kanizsa, Cubo di Necker ecc.). Qui ne traccio, in estrema ma significativa sintesi, i tratti essenziali. A proposito: la piccola rubrica sull’Olismo in generale di questi ultimi giorni mi dicono è piaciuta ed è risultata orientativa ed utile. Ringrazio. Riprenderà dopo una pausa. Il lavoro chiama. A presto. Luca Fortunato Secondo le teorie olistiche della Gestalt, è un errore dividere ed analizzare l’esperienza della persona umana nelle sue componenti elementari, nelle sue parti costitutive in quanto l’esperienza è sempre un intero, un tutto, un tutt’uno maggiore della somma delle sue componenti, delle sue parti. Ed anche ricostruendo, assemblando, unendo poi gli elementi analitici prima trovati, l’intero, il tutto, il tutt’uno non si trova, non perviene, non emerge, non risulta. E fin qui, della Gestalt, il lettore ne può riconoscere il tratto (autenticamente) olistico. Ma più specificatamente la Gestalt afferma che ciò che noi siamo e sentiamo ed il nostro comportamento emergono da una complessa organizzazione (sistema nervoso, educazione, cultura, esperienze ecc.). In pratica, la capacità di percepire un oggetto non va rintracciata in una banale, meccanicistica, bio-meccanicistica e riduzionistica sensazione tattile tramite i polpastrelli o immagine focalizzata sulla retina o onda sonora che fa vibrare il timpano ecc. che arriva al cervello ecc. ecc. ma da tutta una complessa organizzazione tale che la percezione non è banalmente preceduta dalla sensazione (i 5 sensi) ma è un processo immediato. Come immediata è l’intuizione, la conoscenza intuitiva (rispetto al ragionamento, alla conoscenza razionale che non è immediata ma graduale, un passo alla volta). Ed anzi, l’intuizione è un cardine della Psicologia della Gestalt (insieme al pensiero e alla comprensione). Gestalt che anche per tale motivo si oppone, e si è opposta storicamente, alle psicologie comportamentiste secondo le quali, invece, si imparerebbe secondo un modello di tentativi ed errori. Per la Gestalt, dunque, quando percepiamo il mondo esterno noi non cogliamo banalmente “somme di stimoli” (visivi, tattili, uditivi ecc.) che altrettanto banalmente si unirebbero, si “integrerebbero”, nel cervello a formare “oggetti” come hanno sostenuto ed ancora sostengono le altre scuole psicologiche ma percepiamo direttamente e immediatamente e globalmente ed olisticamente delle forme. E le forme non sono analizzabili, ulteriormente analizzabili, ai fini della conoscenza in quanto esse costituiscono già minime ed indivisibili e sintetiche ed autonome unità di conoscenza. Per le enormi e positive ricadute anche a livello lavorativo, professionale, operativo, metodologico, tecnico, pratico ecc. le teorie olistiche della Gestalt andrebbero insegnate a tutti ed apprese da tutti. Ma soprattutto utilizzate da tutti. Il Mondo sarebbe certamente migliore. Senza più illusioni. Ad maiora!

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