Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

sabato 25 giugno 2016

Brexit - 2



Post n. 64:  
Brexit – 2 
Proseguendo dal post n. 63, due considerazioni che ho fatto nella realtà e che ora riporto in questo blog. 1. Cameron non è un politico. Fa il politico, ma non lo è (come del resto non lo sono tantissimi che fanno politica, anche da Noi. Ma questo è un altro discorso, terribile ma è un altro discorso). E non lo è perché ha dimostrato di non avere le capacità di base del politico (a prescindere dall’indossare camicia, giacca e cravatta e altri simili stereotipi). Vale a dire la capacità intuitiva di cogliere l’umore della gente tutta (ci scorgete per caso dell’Olismo?), la capacità - empatica ed utile - di ascoltare la gente tutta (ci intravedete per caso dell’Olismo?) e la capacità di visione strategica circa l’opportunità di fare o di non fare (ci trovate per caso dell’Olismo?). Certo che indire un referendum del genere in un momento storico del genere (caratterizzato da fenomeni delicatissimi quali le azioni terroristiche, i flussi migratori, la crisi economica ed occupazionale, la liquefazione dei valori etico-morali ecc) non può che portare alla diagnosi che Cameron non è un politico, nonostante lo faccia. Tuttavia, Cameron si è comportato con dignità. Si è dimesso. E di questo gli va dato atto. Un gesto non automatico, non banale, non scontato (magari lo facessero tutti i politici, anche nostrani, una volta perso il contatto con la realtà! Ma anche questo è un altro discorso. Terribile anche questo ma sempre un altro discorso …..). 2. Delle diverse tipologie di conseguenze della Brexit (finanziarie, economiche, politiche ecc.; visti, passaporti, titoli di studio ecc.) mi focalizzo su quella che riguarda il cibo italiano. La Gran Bretagna è uno dei più importanti mercati del mondo circa l’export dei nostri prodotti agroalimentari ed enogastronomici d’eccellenza, in particolare per quel che riguarda i vini (e specialmente gli spumanti), i formaggi (e specialmente il Parmigiano Reggiano, il Grana Padano, il Gorgonzola), gli ortaggi (e specialmente le conserve di pomodoro ed i legumi) e la pasta. Cambieranno le modalità del nostro export con la Gran Bretagna? Certamente sì. E soprattutto nel medio e lungo periodo. Come cambieranno? E questo è un bel problema. Non possiamo certamente aspettare di constatare gli avvenuti cambiamenti, di subirli adattandovi pure. Non possiamo perché si tratta del quarto mercato più importante al mondo per l’export d’Italia circa i prodotti agroalimentari ed enogastronomici. Dobbiamo, dunque, anticipare nella nostra mente, teoricamente, i probabili scenari di cambiamento delle modalità di export. Ed ideare qualcosa da fare e da far fare. In anticipo. Non certamente domani mattina (che è pure domenica!) o tra qualche settimana o tra un paio di mesi (la famosa ed inutile corsa dei cento metri ….). Ma entro 6 mesi sì. Qualche riduzionista starà già facendo analisi, consultando dati e cifre, leggendo trattati, accordi, norme, leggi, convenzioni, articoli, commi e via dicendo, organizzando tavoli ecc. ecc. Tutta roba buona si intende. Del resto lo fanno anche gli olisti ! Quello che però non fanno e mai faranno gli olisti è di fermarsi a tutto ciò, come tipicamente ed invece fanno i riduzionisti. Sanno gli olisti che la soluzione di un problema complesso o non esiste o esiste ma certamente non la si arriverà mai a trovare solo con tutta quella roba lì. E con quella tipologia di roba lì. Pur buona ma insufficiente. Se non la si fa precedere dall’intuizione, dall’immaginazione, dall’euristica, dalla non-linearità, dalla percezione, dal paradosso, dal casuale e dal caotico, la soluzione (intera) – se esiste – rimarrà sconosciuta (e magari “sostituita” con una pseudo-soluzione, trovata in buonafede o in malafede, ma sempre pseudo. E, prima o poi, lo si vedrà che è pseudo!). Del resto, i sondaggi (riduzionistici) davano vincente il Remain. Solo qualche “pazzo” andava dicendo che avrebbe vinto il Leave. Un caro saluto a tutti. E alle prossime cronache (che di sicuro non mancheranno …). Luca Fortunato         

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