Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 16 gennaio 2022

Sintesi - 10

Post 373

pubblicato alle ore 08:25 di lunedì 17/01/2022

Sintesi – 10

Ritorna nelle cronache la Scuola italiana. Per diversi motivi. Prima di focalizzarci su un aspetto in particolare, però, diciamo una cosa fondamentale, anzi la cosa fondamentale, ma che il sottoscritto, in verità, nel proprio piccolo ma significativamente, ha sempre detto e sostenuto. I miei blog ne sono una piena testimonianza. 

Ma ora lo possiamo fare, continuare a fare (è un’occasione preziosa) anche con parole autorevoli e coraggiose. Pochi giorni fa, infatti, il noto filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti (del quale ho praticamente acquistato e letto quasi tutti i libri!) in una nota trasmissione TV (e ringrazio chi mi ha segnalato e linkato la cosa) ha detto (nell’ambito del suo ben più ampio discorso e che condivido in gran parte):

[…] “Mica tutti i professori hanno la vocazione all’insegnamento, mica tutti i professori sono innamorati della Scuola. Molti professori sono innamorati dello stipendio, e del posto di lavoro”.  […]

Ecco, questa è la verità. La pura e sacrosanta verità. Perfettamente sintetizzata dal professore. Ed a prescindere dalla Pandemia (è così da tanto, da tantissimo tempo). Ma che in Pandemia salta maggiormente all’attenzione e che in post-Pandemia non potremo più permetterci come intera Società.

Ma io ci aggiungerei che è la maggior parte dei professori italiani che pensa solo allo stipendio. A cui fa da contraltare (e per fortuna) una minoranza virtuosa di professori vocati ma che per quanta qualità essa potrà mai portare (e la porta, non vi è dubbio) il sistema italiano della Scuola rimane complessivamente di scarsa qualità.   

Non mi si venga a dire, infatti, che moltissimi che non sono riusciti nella propria libera professione (ingegneri, architetti, agronomi, geologi, ecc.) e che ora si trovano ad insegnare nella Scuola, sono vocati all’insegnamento! È chiaro che trattasi di un ripiego per solo criterio economico ma che fa scadere la qualità del loro insegnamento (soggetti del genere possono dare solo contenuti senza la dovuta empatia, e spesso i contenuti sono pure superati sotto il profilo paradigmatico. L’aggiornamento paradigmatico, infatti, specie nel passaggio dal Riduzionismo all’Olismo, richiede impegno e fatica, e senza passione ma con il solo interesse per il proprio portafoglio è praticamente impossibile da compiere). Cosa che contribuisce allo scadimento generale della Scuola italiana, e che gli alunni percepiscono eccome (a proposito di psicologia).

Così come non mi si venga a dire che molti che non sono riusciti nella carriera universitaria (dottori di ricerca allo spasso, per esempio) e che ora si trovano ad insegnare nella Scuola, sono vocati all’insegnamento! È chiaro che, anche qui, trattasi di un ripiego (e che ripiego) sempre per solo criterio economico e che sempre fa scadere la qualità del loro insegnamento (da parte loro, ancora più grave e ingiustificato il fatto), cosa che appunto contribuisce allo scadimento generale della Scuola italiana, e che gli alunni percepiscono eccome (sempre a proposito di psicologia).

E di casistiche che inquinano la Scuola (Scuola come refugium peccatorum) ce ne sarebbero tante altre da riportare. Ma ho reso l’idea.

E fino a quando non si contrasteranno questi fenomeni (con nuove leggi, ad esempio, che impongano la scelta netta – o professione o insegnamento - ; che non facciano valere titoli superiori – dottorati di ricerca, per esempio - per livelli inferiori – scuole secondarie di secondo grado o addirittura di primo grado, evitando così di “drogare” e di falsare i concorsi; che vadano a premiare la coerenza curriculare degli aspiranti all’insegnamento; che portino a formare le commissioni d’esame concorsuali con gente ferrata anche sotto il profilo dei paradigmi e che quindi non vedano un olista, per esempio, come un matto che spara pazzie, ecc.), avremo sempre la Scuola protagonista di cronache negative.

Ma il contrasto deve avvenire anche nella morale quotidiana dei cittadini, comunque prima e in ogni caso oltre le leggi. Anche perché la pecca culturale degli italiani medi (siano essi politici, tecnici, sindacalisti, cittadini, ecc.) è anche questa:  “L’occupazione dei professori viene prima della capacità dei professori di educare i ragazzi” per continuare con le parole del prof. Galimberti.

Di fronte a personaggi ripiegati nella Scuola (come su ad esempio descritti) e che danneggiano la Scuola (più di quel che si possa normalmente immaginare) occorre indignarsi. Se i “modelli” da seguire sono e saranno ancora i furbi, gli opportunisti, i costruiti anzitempo, i raccomandati, anche i vigliacchi (ve lo assicuro per esperienza personale di conoscenza di gente così ….. che è finita nella Scuola, ad insegnare!), il problema Scuola non si risolverà mai, e uscirà sempre, e sempre peggiore, in ogni occasione. 

Bene. Detto questo e fermo restando questo, mi è stato chiesto, da più parti, il mio parere di cittadino sul tenere la Scuola aperta con lezioni in presenza, in questa nuova e critica fase pandemica (Omicron, ma non solo), verso il picco di quarta ondata (e la curva sale, per poi scendere. Ma è ovvio che andrà sempre così. Ma che discorso è?). Mi limito a far notare una cosa (anche come marito di una insegnante di ruolo – vocata, N.B.):

contro la didattica in presenza (a parte il Governatore della Campania, ma anche del Lazio, Puglia, ecc.) si sono pronunciati molti presidi ma soprattutto i Medici italiani (come intera categoria professionale). È dunque fin troppo evidente che si è trattato, e che trattasi ancora, di solo scontro politico. Perché sotto il profilo scientifico (medici) e sotto il profilo logistico (presidi), la direzione era chiaramente indicata: DAD per qualche settimana. Che poi con la ripresa delle lezioni in presenza ci siano state diverse assenze di professori non vocati (come giustamente fatto notare dal prof. Galimberti) è cosa senza’altro vera ma, mi permetto di evidenziare, è solo una parte di un fenomeno ben più ampio e complesso (come ho appunto mostrato in questo mio post). Che poi non stanno avvenendo situazioni critiche nella Scuola, questo non dimostra affatto che la decisione politica sia stata giusta che, appunto, è risultata essere in direzione contraria al parere precauzionale degli esperti (medici e presidi) e che quindi si è configurata (ancora una volta) come una scommessa, come un azzardo (ma si può scommettere, azzardare, sulla gente? Su un Paese? Governare in questo modo? Mah …..).  

 Ed è chiaro che essendo il sistema italiano della Scuola sempre debole (anche e soprattutto per quanto evidenziato in apertura di post), esso si presti ad essere terreno fertile per lotte politiche, speculazioni politiche, ecc. Non c’è davvero altro da dire, e non ho davvero altro da dire, se non questo ultimo aspetto:

l’inversione di subordinazione nel rapporto tra Scienza e Politica, che dovrebbe sempre vedere la Politica subordinata alla Scienza quando è in gioco la salute (umana, ma non solo, la cosa vale anche per la salute animale, vegetale, ambientale) e mai il contrario (come invece purtroppo è accaduto in questo caso, anche in questo caso) è un errore oggettivo che nell’Olismo non avverrebbe mai. Perché? Prometto di evidenziare, esplicitare, caratterizzare ed approfondire questa questione paradigmatica nel mio Nuovo Libro, nel quale - come già sapete - è previsto anche un capitolo appositamente dedicato alla Scuola (per la questione paradigmatica in seno ad essa) e che integrerò volentieri anche con questi ultimi aspetti. Nel frattempo, ne avete già di spunti su cui riflettere.  

Dunque, a presto, amici, alla prossima settimana, e come sempre, ad maiora!

Luca Fortunato (Matera)

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