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Alberi in Città: questione di Paradigmi (e di mentalità …)
In merito
agli alberi urbani (pubblici e privati), in questi giorni ho avuto conferma di
due questioni: 1. una vera e propria psicosi (davvero ingiustificata) circa la
stabilità e la sicurezza degli alberi e specialmente dopo cronache di maltempo
(una cosa è la sana preoccupazione, altra cosa il delirio di paura!); 2. una ignoranza
della materia davvero ed ancora troppo diffusa. Su questa seconda questione,
sono qui, ancora una volta, ma sempre volentieri, a dare il mio contributo di
chiarezza, da esperto del settore (come è noto – almeno ad alcuni … - ho
valutato più di 1000 alberi tra pubblici e privati ed anche di recente proprio
in questo 2019 e sempre – ovviamente – nel Paradigma dell’Olismo. Il
Riduzionismo lo lascio volentieri agli altri. Prego. Se però mi si evitano seccature
di proposte lavorative nel Riduzionismo - che ho sempre rifiutato e sempre
rifiuterò - è meglio. Questo blog serve anche a conoscere questo. Vi ringrazio.
Lasciatemi valutare proposte lavorative nell’Olismo o quantomeno nella libertà
di scelta paradigmatica. No? Che, per giunta, e come sempre, non mancano! (Basilicata,
Puglia, Calabria, Campania, Marche, ecc.). Grazie mille. Ciao a Tutti. E Buona
Fortuna a Tutti! Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195
Ricordiamo, in maniera schematica, la differenza paradigmatica tra il
Riduzionismo e l’Olismo circa l’albero:
posti: A (albero), C (chioma: branche,
rami, foglie ecc.), F (fusto: corteccia, libro, legno ecc.), R (apparato
radicale), abbiamo:
1. Paradigma del Riduzionismo: l’albero è
un sistema vivente di tipo biomeccanico. Pertanto, l’albero è una entità
riducibile, riconducibile, uguale alla somma delle sue parti costitutive: A = C
+ F + R . I fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza
avutesi dal Seicento fino alla fine dell’Ottocento/primi anni del Novecento
(Meccanicismo: abiotico e biotico). Le metodologie di studio e di indagine
sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica,
morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità,
instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo analitico, induttivo,
algoritmico, razionale, lineare (esempi: divisione in generi e specie, per la
classificazione botanica; metodologie VTA, SIA, SIM, TSE, per la valutazione di
stabilità; nesso di causa/effetto tra microorganismo e malattia, per la
patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista,
uso dell’analisi, uso dell’induzione, uso integrativo della tecnologia, uso
dell’algoritmica anche per le conclusioni (si inquadra il caso in esame in
schemi prestabiliti: tabelle, classi ecc.). Scienze di base: fisica classica,
biologia, bio-fisica;
2. Paradigma dell’OLISMO: l’albero è un
sistema vivente di tipo complesso cioè è un organismo vivente e quindi è dotato
anche di proprietà e dinamiche di tipo emergente (come da Emergentismo).
Pertanto, l’albero è una entità maggiore della somma delle sue parti
costitutive: A = (C + F + R) + q . Dove q simboleggia il quid emergente
(semplice o composto) dell’albero. Ed ogni albero ha il suo quid, sia se è un
albero isolato sia se è un albero come componente di un nucleo arboreo (gruppo,
filare, bosco, pineta ecc.). In quest’ultimo caso il quid dell’albero singolo è
particolarmente determinato influenzato dalle caratteristiche del collettivo,
del Tutto (nucleo arboreo). I Fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e
nella Scienza avutesi dai primi del Novecento a tutt’oggi (Organicismo e
Vitalismo). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue
caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia,
fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni
ambientali ecc.) sono di tipo sintetico, deduttivo, euristico, intuitivo,
non-lineare (esempi: esistenza di “tipi”, per la classificazione botanica;
metodica V.O.S.A. - autore Luca Fortunato - per la valutazione di stabilità;
pool di cause e concause per l’insorgenza di una malattia, per la patologia
vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista anche ed
eventualmente integrata dall’uso degli altri 4 sensi, uso della percezione, uso
dell’intuizione, uso della deduzione, uso discrezionale della tecnologia, uso
dell’euristica anche per le conclusioni (in funzione della specificità del caso
in esame si valuta se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti o se è
possibile inserirlo in schemi prestabiliti da modificare o se occorre creare
nuovi schemi interpretativi). Scienze di base: fisica moderna, biologia,
ecologia, teoria dei sistemi, neurobiologia vegetale, teoria della complessità.
N.B. nello specifico settore
professionale della valutazione di stabilità degli alberi, ad oggi, non esiste
alcun obbligo a seguire un determinato
paradigma, un determinato metodo, un determinato protocollo, una determinata
classificazione ecc. Il fatto che esistano protocolli, linee guida ecc. è
appunto solo un fatto, un dato di fatto. Così come è solo un dato di fatto che
determinati professionisti scelgano un paradigma, un metodo, un protocollo, una
linea metodologica, di aderire alla Società X, di uniformarsi alla Scuola Y,
ecc. e che, invece, altri professionisti scelgano altro. Non vi è maggior garanzia nello scegliere l’uno
o l’altra cosa. In Italia, l’unica vera ufficialità è
che il soggetto deve avere i requisiti di Legge per ricevere l’incarico di
valutazione di stabilità degli alberi cioè deve avere il titolo di studio (Laurea
in Agraria), deve avere l’abilitazione all’esercizio professionale
(Esame di Stato), deve avere l’autorizzazione all’esercizio
professionale (Iscrizione all’Albo dei Dottori Agronomi e dei Dottori
Forestali). Tutto il resto è libertà e responsabilità. Deve esserlo.
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