Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

domenica 17 novembre 2019

Alberi in Città: questione di Paradigmi (e di mentalità ...)


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Alberi in Città: questione di Paradigmi (e di mentalità …)

In merito agli alberi urbani (pubblici e privati), in questi giorni ho avuto conferma di due questioni: 1. una vera e propria psicosi (davvero ingiustificata) circa la stabilità e la sicurezza degli alberi e specialmente dopo cronache di maltempo (una cosa è la sana preoccupazione, altra cosa il delirio di paura!); 2. una ignoranza della materia davvero ed ancora troppo diffusa. Su questa seconda questione, sono qui, ancora una volta, ma sempre volentieri, a dare il mio contributo di chiarezza, da esperto del settore (come è noto – almeno ad alcuni … - ho valutato più di 1000 alberi tra pubblici e privati ed anche di recente proprio in questo 2019 e sempre – ovviamente – nel Paradigma dell’Olismo. Il Riduzionismo lo lascio volentieri agli altri. Prego. Se però mi si evitano seccature di proposte lavorative nel Riduzionismo - che ho sempre rifiutato e sempre rifiuterò - è meglio. Questo blog serve anche a conoscere questo. Vi ringrazio. Lasciatemi valutare proposte lavorative nell’Olismo o quantomeno nella libertà di scelta paradigmatica. No? Che, per giunta, e come sempre, non mancano! (Basilicata, Puglia, Calabria, Campania, Marche, ecc.). Grazie mille. Ciao a Tutti. E Buona Fortuna a Tutti! Luca Fortunato (Matera) WhatsApp 389.4238195    

Ricordiamo, in maniera schematica, la differenza paradigmatica tra il Riduzionismo e l’Olismo circa l’albero:

posti: A (albero), C (chioma: branche, rami, foglie ecc.), F (fusto: corteccia, libro, legno ecc.), R (apparato radicale), abbiamo:

1. Paradigma del Riduzionismo: l’albero è un sistema vivente di tipo biomeccanico. Pertanto, l’albero è una entità riducibile, riconducibile, uguale alla somma delle sue parti costitutive: A = C + F + R . I fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dal Seicento fino alla fine dell’Ottocento/primi anni del Novecento (Meccanicismo: abiotico e biotico). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo analitico, induttivo, algoritmico, razionale, lineare (esempi: divisione in generi e specie, per la classificazione botanica; metodologie VTA, SIA, SIM, TSE, per la valutazione di stabilità; nesso di causa/effetto tra microorganismo e malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista, uso dell’analisi, uso dell’induzione, uso integrativo della tecnologia, uso dell’algoritmica anche per le conclusioni (si inquadra il caso in esame in schemi prestabiliti: tabelle, classi ecc.). Scienze di base: fisica classica, biologia, bio-fisica;

2. Paradigma dell’OLISMO: l’albero è un sistema vivente di tipo complesso cioè è un organismo vivente e quindi è dotato anche di proprietà e dinamiche di tipo emergente (come da Emergentismo). Pertanto, l’albero è una entità maggiore della somma delle sue parti costitutive: A = (C + F + R) + q . Dove q simboleggia il quid emergente (semplice o composto) dell’albero. Ed ogni albero ha il suo quid, sia se è un albero isolato sia se è un albero come componente di un nucleo arboreo (gruppo, filare, bosco, pineta ecc.). In quest’ultimo caso il quid dell’albero singolo è particolarmente determinato influenzato dalle caratteristiche del collettivo, del Tutto (nucleo arboreo). I Fondamenti teorici si trovano nella Filosofia e nella Scienza avutesi dai primi del Novecento a tutt’oggi (Organicismo e Vitalismo). Le metodologie di studio e di indagine sull’albero e sulle sue caratteristiche e dinamiche (classificazione botanica, morfologia, anatomia, fisiologia, patologia, salute, malattia, stabilità, instabilità, relazioni ambientali ecc.) sono di tipo sintetico, deduttivo, euristico, intuitivo, non-lineare (esempi: esistenza di “tipi”, per la classificazione botanica; metodica V.O.S.A. - autore Luca Fortunato - per la valutazione di stabilità; pool di cause e concause per l’insorgenza di una malattia, per la patologia vegetale). Caratteristiche cognitivo-metodologiche: uso della vista anche ed eventualmente integrata dall’uso degli altri 4 sensi, uso della percezione, uso dell’intuizione, uso della deduzione, uso discrezionale della tecnologia, uso dell’euristica anche per le conclusioni (in funzione della specificità del caso in esame si valuta se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti o se è possibile inserirlo in schemi prestabiliti da modificare o se occorre creare nuovi schemi interpretativi). Scienze di base: fisica moderna, biologia, ecologia, teoria dei sistemi, neurobiologia vegetale, teoria della complessità.

N.B. nello specifico settore professionale della valutazione di stabilità degli alberi, ad oggi, non esiste alcun obbligo a seguire un determinato paradigma, un determinato metodo, un determinato protocollo, una determinata classificazione ecc. Il fatto che esistano protocolli, linee guida ecc. è appunto solo un fatto, un dato di fatto. Così come è solo un dato di fatto che determinati professionisti scelgano un paradigma, un metodo, un protocollo, una linea metodologica, di aderire alla Società X, di uniformarsi alla Scuola Y, ecc. e che, invece, altri professionisti scelgano altro. Non vi è maggior garanzia nello scegliere l’uno o l’altra cosa. In Italia, l’unica vera ufficialità è che il soggetto deve avere i requisiti di Legge per ricevere l’incarico di valutazione di stabilità degli alberi cioè deve avere il titolo di studio (Laurea in Agraria), deve avere l’abilitazione all’esercizio professionale (Esame di Stato), deve avere l’autorizzazione all’esercizio professionale (Iscrizione all’Albo dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali). Tutto il resto è libertà e responsabilità. Deve esserlo.

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