Post 393
Sintesi - 22
Riprendiamo il discorso del post 385/Sintesi – 18 (che
invito a tenere particolarmente presente). E riprendiamo il discorso con un
focus sull’Astrattismo, appunto. Vedrete, infatti, che oltre ad
essere una lettura di cultura (che fa sempre bene) in essa vi saranno tratti
olistici, tratti d’Olismo che (oltre a quelli maggiori e già trattati) servono
ugualmente. Sia per una completezza d’esposizione, sia per la mission del blog
e del progetto in corso (Nuovo Libro e Movimento nascente). Buona lettura,
dunque. E come sempre … ad maiora! amici, ad maiora! Luca Fortunato (Matera)
L'Astrattismo è l’insieme delle ricerche (estetiche e
teoriche) concretizzatesi in movimento artistico (secondo alcuni) o in corrente
artistica (secondo altri) o in tendenza artistica (secondo altri ancora) ma che
nasce, di fatto, nei primi anni del Novecento in Europa, specialmente in Germania.
E, di fatto, concretizzatasi specialmente in pittura astratta.
Il tratto comune delle diverse forme ed espressioni dell’Astrattismo
(astrattismo lirico, astrattismo geometrico, suprematismo, espressionismo
astratto, ecc. - il lettore approfondisca in autonomia) è il seguente:
si usano colori e linee, punti, forme libere e/o forme
geometriche, allo scopo di creare una composizione visuale ma non figurativa
cioè indipendente dalla rappresentazione di oggetti reali (naturali o
artificiali).
Dunque, si viene a creare e si sviluppa una forma d’arte che
è frattura totale, discontinuità totale, rivoluzione totale, avanguardia totale
rispetto alla tradizione e all’esperienza. Non più imitazione e/o
interpretazione della realtà naturale e/o artificiale (Naturalismo,
Impressionismo, Espressionismo, Dadaismo, Cubismo, ecc.) ma creazione a
prescindere dalla realtà naturale e/o artificiale, creazione indipendentemente
dalla realtà naturale e/o artificiale (il termine astrattismo infatti nasce dal verbo astrarre nel suo particolare significato – tra i diversi che lo
stesso verbo ha - di “a prescindere da”
, “indipendentemente da”).
Ed ogni opera astratta è creazione totale, è creazione
intera. Ma non è libertà totale nel senso di puro arbitrio. La differenza tra
la creazione totale e la libertà totale intesa come puro arbitrio la si può
comprendere in questo modo:
a prescindere dal fatto che un’opera astratta (come qualsiasi
opera, del resto) possa piacere o meno all’osservatore, se è arte cioè
creazione totale di essa oltre alla dimensione estetica e all’impatto estetico
(positivo o negativo che sia) si riesce a cogliere comunque un senso, un
significato, un perché, una intenzionalità, una motivazione, una comunicazione,
ecc. A volte in modo esplicito, a volte in modo sfumato (e questo anche a
seconda della sensibilità e/o della preparazione di chi osserva), ma si riesce
a cogliere il messaggio che l’artista ha voluto trasmettere. Se, al contrario,
non è arte cioè puro arbitrio la cosa è limitata alla sola dimensione estetica,
al solo impatto estetico (positivo o negativo che sia). La cosa è certamente
complicata e complessa. Per esempio, un osservatore potrebbe trovare un
significato anche in una tela dipinta con solo puro arbitrio così come non
trovarne alcuno in una autentica opera d’arte astratta. Ma la questione rimane
e nei termini appunto esposti. Non a caso, infatti, nell’Astrattismo è
fondamentale il rapporto tra teoria e opera d’arte, tra la teoria dell’artista
e le sue opere, tra la filosofia dell’artista e le sue creazioni. Non a caso,
infatti, la maggior parte degli artisti astratti (o astrattisti) ha scritto la
propria teoria o l’ha comunque comunicata ed è bene che chi osserva un’opera
d’arte astratta la tenga presente. Per capire
l’opera stessa oltre che osservarla e provare emozioni (Olismo), e non
solamente osservarla e provare emozioni (Riduzionismo). Anche perché, in
termini rigorosi, nel secondo e riduzionistico scenario non si tratterebbe
propriamente di Astrattismo (né da parte di chi propone le opere né da parte di
chi ne fa esperienza).
Altro aspetto da considerare: se è vero come è vero che
l’arte astratta è totalmente emancipata dalla rappresentazione della realtà
naturale e/o artificiale essa è comunque reale, è comunque parte della Realtà,
se non altro per la concretezza materiale delle opere, delle opere che sono
comunque oggetti (e spesso pure di grande valore oltre che artistico e
culturale anche economico). E quindi l’Astrattismo, in definitiva, testimonia e
ricorda a tutti noi – in modo olistico - che vi è anche una terza componente
della realtà (oltre alla naturale e oltre all’artificiale) e che essa è anche molto
potente: la componente mentale, la componente psicologica, la componente
puramente mentale-psicologica dell’essere
umano (intuizione, immaginazione, sensibilità, percezione, ideazione, logica,
intelligenza, proporzione, pensiero, interiorità, intenzionalità, volontà,
pulsione, fantasia, creatività, ecc. ed il tutto diviso tra conscio e inconscio
e tra razionale e irrazionale e tra passato e futuro, ecc.).
Dunque, l’Astrattismo è davvero un (bellissimo) paradosso: a
dispetto del suo nome o meglio a dispetto di una lettura superficiale o
distratta del suo nome, esso è completo
ed è realistico. Oltre ad essere
anche olistico (ma questo lo sapevamo
già).
Considerazioni pratico-quotidiane:
spesso – e dopo più di un secolo che ormai l’Astrattismo
esiste, ha influenzato Architettura, Moda, Pubblicità, ecc., ha visto alcune
opere di pittura astratta raggiungere quotazioni economiche da capogiro, ecc. –
molta gente (quindi non tutta, per fortuna) ritiene l’Astrattismo facile o comunque più facile rispetto, per
esempio, al Naturalismo, all’Impressionismo, al Cubismo, ecc. A parte il fatto
che ogni arte o tipo di arte ha le sue peculiari ragioni per nascere e
svilupparsi (e quindi i paragoni tra le arti – che sono tutte autonome – non
hanno veramente senso), l’Astrattismo è, al contrario, difficile per tante ragioni (come di può dedurre dal discorso fatto finora) ma specialmente per una:
occorre evitare la banalità visiva che
è facile da aversi quando si utilizzano colori, linee, punti, forme libere e/o
forme geometriche indipendentemente dalla rappresentazione di oggetti naturali
o artificiali. Provasse la gente a dipingere una tela in astratto e a non farla
banale! (e quindi anche e magari vedersela ammessa in una mostra collettiva, recensita
su una rivista specializzata, quotata, venduta, ecc. ecc. ecc.). E poi se ne
può parlare;
spesso di fronte ad un’opera astratta molta gente dice frasi
tipo “Eh.. ma io non la capisco”. Certo, che se non ci si informa sulla teoria
dell’artista astratto (l’abbiamo detto in precedenza)…. è davvero difficile
capire un’opera astratta! A meno di non essere dotati di una enorme capacità
intuitivo-deduttiva. Ma non si chiede tanto alla gente, per carità. Si chiede,
però, di leggere qualcosa, prima o dopo l’osservazione di un’opera astratta
(meglio prima …). E così – vi assicuro – l’esperienza dell’arte astratta avrà
tutt’altro “sapore”. E questo a prescindere dal fatto che la teoria
dell’artista (che spesso è correlata alla sua biografia, al suo stile di vita,
ecc.) possa piacere o meno. Così come a prescindere dal fatto che l’opera possa
piacere o meno. Per comprendere, per capire, occorre conoscere, comunque
conoscere. E per esprimere giudizi fondati (positivi o negativi che siano)
occorre aver compreso, capito. Non si sfugge. Ma questo, credo, valga sempre.
Nell’Arte come nella Vita. No?
spesso molta gente, molte persone scelgono di acquistare
oggetti d’arredamento (mobili, tavoli, sedie, ecc.) ma anche di uso più quotidiano
(borse, vestiti, ecc.) che riproducono particolari tratti direttamente dai
grandi capolavori dell’Astrattismo (opere di Mondrian, opere di Kandinsky, opere
di Pollock, ecc.). Ma lo sanno? Ne sono consapevoli? Sanno che quella bellezza,
quella estetica, quel Bello che le ha così “attirate” tanto da fargli
acquistare quegli oggetti (spesso anche costosi), è Astrattismo?
Morale della Favola: (…. non c’è bisogno che la dica! …..).
W l’Astrattismo, W l’Olismo, W l’Arte (tutta). Sempre!
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