Post 240
Chicca (olistica) d’agosto – 2
In anteprima dal 3° Libro “Esempi d’Olismo” (per dicembre
2018)
(vedi anche i post 239 e 238) – Come vedete, cari amici lettori,
non vi ho abbandonato! Ora, nelle vacanze, un po’ di cose sono riuscito a
pubblicarvele in anticipo, accompagnandovi ulteriormente verso l’uscita del mio
nuovo libro in dicembre. Ed anteprima di copertina in novembre (ve lo ricordo).
Autore: Luca Fortunato
- Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del
diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).
[…] Una (tra le tante) difese che i riduzionisti cercano di
attuare (per difendere tanto il Riduzionismo quanto se stessi ma a scapito
dell’intera Società e di noi tutti, notare bene) è quella dell’ufficialità:
tirano in ballo l’ufficialità, dicono che è ufficiale, che è certificato, che è
riconosciuto ecc. Riducono una questione, un tema, un problema all’ufficialità.
Ebbene, sto constatando sempre di più, e con sempre più piacere, che tale
tipologia di difesa perde terreno sempre di più, sempre di più va sgretolandosi,
diventa sempre meno efficace, meno credibile. La gente inizia a riflettere. A
comprendere. Comprende sempre meglio che, ad esempio, se l’ufficialità
bastasse, se l’ufficialità garantisse, se l’ufficialità fosse giusta di per sé,
come mai allora esistono le controversie giudiziarie, esistono le cause in
Tribunale? Come mai? Ed anche per scontro tra ufficialità, tra cose opposte ma ugualmente
ufficiali, tra carte contrapposte ma ufficiali entrambe. Come mai? È evidente –
e lo inizia a capire sempre di più la gente tutta – che l’ufficialità di
chiunque o di qualunque cosa, come chiunque altro o qualunque altra cosa, al
pari di chiunque altro o di qualunque altra cosa, va verificata, va verificata
anch’essa, specialmente nel suo rapporto con la realtà di fatto. Spesso tale
rapporto è negativo: quanto risulta ufficiale, quanto è ufficiale, benché sia
ufficiale, benché sia ancora ufficiale, non corrisponde alla realtà di fatto o
non corrisponde più alla realtà di fatto. Ed allora è giusto che la realtà di fatto assumi il carattere ufficiale e che
l’ufficialità (sconfessata di fatto o superata di fatto) vada messa in
archivio. Non c’è da meravigliarsi. La Società è divenuta estremamente
complessa. Può accadere che l’ufficialità sia oggetto di imbroglio o soggetto
di imbroglio (più di prima, più di cinquant’anni fa o di cent’anni fa) o che
semplicemente non sia stata aggiornata (come invece, più frequentemente,
accadeva prima, era più semplice in una Società meno complessa). Ma questo non
deve e non può costituire un alibi per i riduzionisti né per nessuno. Gli
olisti, (noi olisti), invece, sono (siamo) “geneticamente immuni” dal
commettere simili sciocchezze o simili imbrogli o simili vigliaccate o simili
pigrizie. Semplicemente perché essi (noi) sanno (sappiamo) che la realtà delle
cose è sempre maggiore degli schemi (ufficiali e non) che si creano per cercare
di inquadrare, contenere, imbrigliare, ordinare, regolamentare la stessa realtà
delle cose. E dunque di fronte ad ogni cosa (ufficiale e non) attivano
(attiviamo) il senso critico ed il coraggio. Per arrivare alla vera verità. E
quindi: se l’ufficialità corrisponderà alla vera verità, sarà cosa buona e sarà
da mantenere. Se l’ufficialità non
corrisponderà alla vera verità, sarà cosa cattiva e sarà da cambiare o da
archiviare. Se la non-ufficialità (ammesso che esista ….) corrisponderà alla
vera verità, sarà cosa buona e sarà da promuovere e magari anche ad ufficialità
(nuova)! Se la non-ufficialità (ammesso che esista ….) non corrisponderà alla
vera verità, sarà cosa cattiva e non sarà meritevole d’essere presa in
considerazione. Ma, in ogni caso, occorre verificare, sperimentare, provare.
Essere scientifici. Sempre. Chi si ferma all’ufficialità perché è ufficialità sbaglia.
Inoltre, gli olisti, (noi olisti), sono (siamo) “geneticamente immuni” da
questi madornali errori di base (… quanto ad altro tipo di errori, nessun
essere umano né è immune) perché sanno (sappiamo) che ogni cosa è e deve essere
soggetta ad interpretazione. Ogni cosa. Si tratti di una
norma o di una foto o di una misura o di un dato sensoriale (visivo o uditivo o
tattile o gustativo o olfattivo) o di un dato strumentale o di un comportamento
o addirittura … di un calcolo matematico! E già. Infatti, dopo la scoperta
delle antinomie matematiche, dopo i
lavori di Cantor, Russell, Godel,, Cohen ecc., non si può più dire “La
Matematica non è un’opinione” anche perché non esiste più nemmeno la Matematica
ma esistono le Matematiche. Immaginate un po’. Documentatevi. Studiate. Ricercate.
Informatevi. E vedrete. E vedrete quante bugie di “certezza”, di “esattezza”,
di “oggettività” di “non opinabilità”, ci raccontano e ci propinano. E vedrete
il Riduzionismo e i riduzionisti essere quelli che realmente sono diventati: i
protagonisti di una gigantesca barzelletta. […]
[….] Altra linearità, sulla falsariga dell’ufficialità, praticata
dai riduzionisti è la seguente: se esiste uno standard, un protocollo, una
linea guida, una convenzione, un metodo, un codice ecc. essi la assumono e la
presentano come l’unica cosa giusta e/o l’unica cosa possibile. Anche qui,
però, occorre verificare una cosa e cioè se esiste un obbligo (di legge) a seguire lo standard, il protocollo, la linea
guida, la convenzione, il metodo, il codice ecc. oppure se tale obbligo non esiste ed esistendovi invece libertà di scelta. Nel primo caso, i
riduzionisti (benché tali ….) hanno ragione, nel secondo caso invece (ed è il
caso più frequente) essi non solo hanno torto ma sono perseguibili anche per “falsa
recita” (diciamo così, per capirci). Il rapporto tra l’esistenza di una
ufficialità di questo tipo (standard, protocollo, linea guida, convenzione,
metodo, codice ecc.) e l’obbligo o meno ad attenervi non è scontato e non è lineare.
E non vuol dire che si tratti di una contraddizione o di un buco normativo o di
cose del genere. Nella Scienza, ad esempio, che è libera (per sua natura e per Costituzione almeno in Italia, art.
33) tale situazione è una ricchezza e non una povertà. Pensateci. Pensateci
bene. Il problema semmai è quello di gestire tale ricchezza, ma non è certamente
quello di negare o di ridurre la stessa. [….]
Ed ora vi presento alcuni fatti, esempi tratti dalla mia vita
reale (professionale e non) a dimostrazione di tutto ciò. Buona (avventura) di
lettura. [….]
Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile
1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo
esercizio).
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