Mission del Blog: esprimere libere opinioni su fatti di cronaca ritenuti significativi circa la Sfida, in corso da tempo, tra i Paradigmi dominanti del Nostro Tempo: da una parte, il Riduzionismo (il Tutto è uguale, riducibile, alla somma e alle relazioni delle parti di cui è composto), dall’altra l’Olismo (il Tutto è maggiore della somma e delle relazioni delle parti di cui è composto). Il Riduzionismo, paradigma analitico, razionale, algoritmico, induttivo, lineare. L’Olismo, paradigma sintetico, intuitivo, euristico, deduttivo, non-lineare. Con tutte le conseguenze (teoriche, filosofiche, gnoseologiche, epistemologiche, metodologiche, pratiche, lavorative, quotidiane) che ne conseguono …. (e ne devono conseguire …. legittimamente e liberamente ….. per il progresso della Società …..)

mercoledì 8 agosto 2018

Chicca (olistica) d'agosto - 2


Post 240 

Chicca (olistica) d’agosto – 2 

In anteprima dal 3° Libro “Esempi d’Olismo” (per dicembre 2018)

(vedi anche i post 239 e 238) – Come vedete, cari amici lettori, non vi ho abbandonato! Ora, nelle vacanze, un po’ di cose sono riuscito a pubblicarvele in anticipo, accompagnandovi ulteriormente verso l’uscita del mio nuovo libro in dicembre. Ed anteprima di copertina in novembre (ve lo ricordo).  

Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).

[…] Una (tra le tante) difese che i riduzionisti cercano di attuare (per difendere tanto il Riduzionismo quanto se stessi ma a scapito dell’intera Società e di noi tutti, notare bene) è quella dell’ufficialità: tirano in ballo l’ufficialità, dicono che è ufficiale, che è certificato, che è riconosciuto ecc. Riducono una questione, un tema, un problema all’ufficialità. Ebbene, sto constatando sempre di più, e con sempre più piacere, che tale tipologia di difesa perde terreno sempre di più, sempre di più va sgretolandosi, diventa sempre meno efficace, meno credibile. La gente inizia a riflettere. A comprendere. Comprende sempre meglio che, ad esempio, se l’ufficialità bastasse, se l’ufficialità garantisse, se l’ufficialità fosse giusta di per sé, come mai allora esistono le controversie giudiziarie, esistono le cause in Tribunale? Come mai? Ed anche per scontro tra ufficialità, tra cose opposte ma ugualmente ufficiali, tra carte contrapposte ma ufficiali entrambe. Come mai? È evidente – e lo inizia a capire sempre di più la gente tutta – che l’ufficialità di chiunque o di qualunque cosa, come chiunque altro o qualunque altra cosa, al pari di chiunque altro o di qualunque altra cosa, va verificata, va verificata anch’essa, specialmente nel suo rapporto con la realtà di fatto. Spesso tale rapporto è negativo: quanto risulta ufficiale, quanto è ufficiale, benché sia ufficiale, benché sia ancora ufficiale, non corrisponde alla realtà di fatto o non corrisponde più alla realtà di fatto. Ed allora è giusto che la realtà di fatto assumi il carattere ufficiale e che l’ufficialità (sconfessata di fatto o superata di fatto) vada messa in archivio. Non c’è da meravigliarsi. La Società è divenuta estremamente complessa. Può accadere che l’ufficialità sia oggetto di imbroglio o soggetto di imbroglio (più di prima, più di cinquant’anni fa o di cent’anni fa) o che semplicemente non sia stata aggiornata (come invece, più frequentemente, accadeva prima, era più semplice in una Società meno complessa). Ma questo non deve e non può costituire un alibi per i riduzionisti né per nessuno. Gli olisti, (noi olisti), invece, sono (siamo) “geneticamente immuni” dal commettere simili sciocchezze o simili imbrogli o simili vigliaccate o simili pigrizie. Semplicemente perché essi (noi) sanno (sappiamo) che la realtà delle cose è sempre maggiore degli schemi (ufficiali e non) che si creano per cercare di inquadrare, contenere, imbrigliare, ordinare, regolamentare la stessa realtà delle cose. E dunque di fronte ad ogni cosa (ufficiale e non) attivano (attiviamo) il senso critico ed il coraggio. Per arrivare alla vera verità. E quindi: se l’ufficialità corrisponderà alla vera verità, sarà cosa buona e sarà da mantenere. Se l’ufficialità  non corrisponderà alla vera verità, sarà cosa cattiva e sarà da cambiare o da archiviare. Se la non-ufficialità (ammesso che esista ….) corrisponderà alla vera verità, sarà cosa buona e sarà da promuovere e magari anche ad ufficialità (nuova)! Se la non-ufficialità (ammesso che esista ….) non corrisponderà alla vera verità, sarà cosa cattiva e non sarà meritevole d’essere presa in considerazione. Ma, in ogni caso, occorre verificare, sperimentare, provare. Essere scientifici. Sempre. Chi si ferma all’ufficialità perché è ufficialità sbaglia. Inoltre, gli olisti, (noi olisti), sono (siamo) “geneticamente immuni” da questi madornali errori di base (… quanto ad altro tipo di errori, nessun essere umano né è immune) perché sanno (sappiamo) che ogni cosa è e deve essere soggetta ad   interpretazione. Ogni cosa. Si tratti di una norma o di una foto o di una misura o di un dato sensoriale (visivo o uditivo o tattile o gustativo o olfattivo) o di un dato strumentale o di un comportamento o addirittura … di un calcolo matematico! E già. Infatti, dopo la scoperta delle antinomie matematiche, dopo i lavori di Cantor, Russell, Godel,, Cohen ecc., non si può più dire “La Matematica non è un’opinione” anche perché non esiste più nemmeno la Matematica ma esistono le Matematiche. Immaginate un po’. Documentatevi. Studiate. Ricercate. Informatevi. E vedrete. E vedrete quante bugie di “certezza”, di “esattezza”, di “oggettività” di “non opinabilità”, ci raccontano e ci propinano. E vedrete il Riduzionismo e i riduzionisti essere quelli che realmente sono diventati: i protagonisti di una gigantesca barzelletta. […]
[….] Altra linearità, sulla falsariga dell’ufficialità, praticata dai riduzionisti è la seguente: se esiste uno standard, un protocollo, una linea guida, una convenzione, un metodo, un codice ecc. essi la assumono e la presentano come l’unica cosa giusta e/o l’unica cosa possibile. Anche qui, però, occorre verificare una cosa e cioè se esiste un obbligo (di legge) a seguire lo standard, il protocollo, la linea guida, la convenzione, il metodo, il codice ecc. oppure se tale obbligo non esiste ed esistendovi invece libertà di scelta. Nel primo caso, i riduzionisti (benché tali ….) hanno ragione, nel secondo caso invece (ed è il caso più frequente) essi non solo hanno torto ma sono perseguibili anche per “falsa recita” (diciamo così, per capirci). Il rapporto tra l’esistenza di una ufficialità di questo tipo (standard, protocollo, linea guida, convenzione, metodo, codice ecc.) e l’obbligo o meno ad attenervi non è scontato e non è lineare. E non vuol dire che si tratti di una contraddizione o di un buco normativo o di cose del genere. Nella Scienza, ad esempio, che è libera (per sua natura e per Costituzione almeno in Italia, art. 33) tale situazione è una ricchezza e non una povertà. Pensateci. Pensateci bene. Il problema semmai è quello di gestire tale ricchezza, ma non è certamente quello di negare o di ridurre la stessa. [….]  
Ed ora vi presento alcuni fatti, esempi tratti dalla mia vita reale (professionale e non) a dimostrazione di tutto ciò. Buona (avventura) di lettura.  [….] 

 Autore: Luca Fortunato - Tutti i diritti riservati (Legge 22 aprile 1941, n. 633 Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio).
  

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